Napoli – Siena 2-0

15ª
GIORNATA

Reja passa a 3 punte Entra Denis e
il Siena deve arrendersi.

Gol di Maggio e del Tanque E il Napoli
torna su

serieA
dom
07/12/08

NAPOLI

SIENA

stadio San Paolo
40000
spettatori
napoli siena  
arbitro Damato 6
guardalinee Biasutto – Bagnoli
quarto uomo Calvarese

2

0

 
     
gol
17'st Maggio
ammonizione Rossettini  
gol
28'st Denis
amminizione Zuniga  
ammonizione Blasi  
ammonizione Hamsik  
ammonizione Navarro  
ammonizione Santacroce  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Maggio,
Blasi, Gargano (42'st Pazienza), Hamsik, Mannini (15'st Denis), Lavezzi,
Zalayeta (29'st Aronica).
Panchina: Gianello, Rinaudo, Bogliacino,
Russotto. All. Reja.
SIENA (4-3-1-2): Curci, Zuniga, Rossettini, Portanova, Del
Grosso, Vergassola, Coppola (34'st Frick), Galloppa (31'st Jarolim),
Kharja (24'st Calaiò), Ghezzal, Maccarone.
Panchina: Manitta, Moti,
A. Rossi, Barusso. All. Giampaolo.

S’illude il Siena. Pensa che dopo un primo tempo dominato in lungo ed in
largo potrebbe anche osare qualcosa in più. Evidentemente non sa che il
Napoli davanti al proprio pubblico sa trasformarsi quando meno te lo
aspetti. E così, nella ripresa, appena dagli spalti cominciano a
trasparire i primi mugugni e Curci si è opposto alla grande ad un’altra
conclusione di Zalayeta, ecco la mossa di Reja: fuori Mannini, dentro
Denis, la terza punta. Il Siena, il bel Siena ammirato nella prima parte
della gara, non ha neanche il tempo di assestare le marcature che si
sbriciola davanti all’affondo di Hamsik che con cross perfetto trova
Maggio smarcato sul secondo palo: sinistro a volo e Curci è costretto a
capitolare. Vanificato in un attimo tutto quanto di buono in un’ora
circa avevano messo in mostra Kharja e soci: le aperture improvvise di
campo, le ripartenze puntuali, le chiusure difensive. Il Siena crea più
di un problema al Napoli che sembra a disagio davanti a quel pressing
asfissiante, agli inserimenti di Kharja, alle incursioni di Maccarone o
Ghezzal. Ma i limiti in zona gol emergono ancora una volta ed il Napoli
riesce comunque a farla franca.
Nella ripresa cambia tutto. Reja chiede ai suoi maggiore intensità nel
proporre gioco, più aperture sugli esterni, meno fraseggi inutili e più
verticalizzazioni. Ed una volta sbloccato il risultato con Maggio, al
secondo gol stagionale, si assiste ad un’altra partita. E’ il Napoli che
diventa padrone del campo, si dispone con tre attaccanti (Lavezzi, Denis
e Zalayeta), sfrutta l’umiltà di Hamsik che ripiega a dar man forte al
centrocampo, parte a razzo nel tentativo di chiudere la gara. Il Siena
non ce la fa a contrastare la furia dei padroni di casa che al 27'
raddoppiano: fuga di Maggio sulla destra, cross al centro e Denis non ha
difficoltà a centrare il suo sesto bersaglio stagionale. A nulla valgono
i tentativi di Giampaolo di dar peso all’attacco con l’inserimento di
Calaiò prima e Frick dopo. Il Napoli, memore della rimonta del Cagliari
culminata nei minuti di recupero, serra le fila, lancia nella mischia
Aronica e Pazienza portando a casa una vittoria che lo consolida al
quarto posto in attesa del prossimo impegno al San Paolo di sabato
prossimo con il Lecce. Giustificato l’entusiasmo finale di tifosi e
pubblico, diventati ormai una sola entità.

 
NAVARRO 6
SANTACROCE 6.5
CANNAVARO 6
CONTINI 6
MAGGIO 7
BLASI 6
GARGANO 6.5 (42'st Pazienza sv)
HAMSIK 6.5
MANNINI 6 (15'st Denis 6.5)
ZALAYETA 6 (29'st Aronica 6)
LAVEZZI 7

Napoli – Lecce 3-0

16ª
GIORNATA

Napoli sempre più grande

Hamsik su rigore, Pazienza e Denis:
gol, spettacolo e secondo posto

serieA
sab
13/12/08

NAPOLI

LECCE

stadio San Paolo
40000
spettatori
napoli lecce  
arbitro Valeri 5
guardalinee Petrella – De Luca
quarto uomo Tozzi

2

0

 
     
gol
11'pt Hamsik (r)
ammonizione Benussi  
gol 41'pt Pazienza ammonizione Giuliatto  
gol
20'st Denis
amminizione Schiavi  
ammonizione Cannavaro ammonizione Castillo  
ammonizione Lavezzi ammonizione Giacomazzi  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cannavaro, Rinaudo, Contini, Maggio,
Blasi, Gargano, Hamsik (35'pt Pazienza), Mannini (22'st Aronica),
Lavezzi, Denis (36'st Zalayeta).
Panchina: Navarro, Santacroce,
Bogliacino, Russotto. All. Reja.
LECCE (4-3-1-2): Benussi, Polenghi (1'st Angelo), Schiavi, A.
Esposito, Giuliatto, Munari (19'st Ariatti), Vives (30'st Antunes),
Caserta, Giacomazzi, Castillo, Tiribocchi.
Panchina: Rosati, Cacia,
Diamoutene, Konan. All. Beretta.

Canta il popolo del San Paolo. Inneggia al Pocho che a tratti ha
ricordato i guizzi di Maradona. Canta e gode per questo Napoli che
sembra un rullo compressore quando gioca in casa e alla luce dei
riflettori. Corre, va in gol con una facilità impressionante, ora sa
anche stringere le fila e per il Lecce, privo di Stendardo e Zanchetta,
non resta che chinare il capo. Uniche note stonate di un’altra serata
magica le ammonizioni di Cannavaro e Lavezzi, già diffidati, che faranno
scattare le squalifiche per Torino.
Il Lecce s’aspettava un Napoli frizzante, a tutto gas fin dalle battute
iniziali ma non così determinato e caparbio. E soprattutto non con un
Lavezzi così scatenato, quasi imprendibile, mobilissimo nei suoi
spostamenti da destra a sinistra, al centro, ovunque. Beretta, che
all’ultimo momento era stato costretto a rinunciare a Stendardo
rivoluzionando tutta la linea difensiva, aveva troppo di cui
preoccuparsi. Schierando la squadra con il rombo ( Vives davanti alla
difesa e Giacomazzi a ridosso delle punte) pensava di imbrigliare il
Napoli a centrocampo. Ma non aveva calcolato l’imprevedibilità di
Lavezzi, i suoi scatti prodigiosi anche su quel terreno infame. Così
dopo appena nove minuti di gioco, da un lancio di Rinaudo neanche così
calibrato, nasceva un’occasione da rigore impensabile per il Napoli:
Lavezzi, in corsa, riusciva ad arrivare sul pallone prima di Benussi,
che pure era in anticipo in uscita, e l’atterramento si rivelava fatale.
Sul dischetto andava Hamsik trasformando di destro con la sicurezza di
un veterano il suo settimo centro stagionale e per il Napoli diventava
tutto più agevole.
Vano il tentativo di rimettere in piedi la gara da parte del Lecce. Il
Napoli, memore di precedenti esperienze negative, ha serrato perbene le
fila consentendo un tiro dalla distanza a Caserta (18') deviato in
angolo da Iezzo ed un diagonale di Giacomazzi di nuovo sventato dal
portiere. Era invece la formazione di Reja, grazie ad un’invidiabile
condizione atletica, a tenere sempre premuto il piede sull’acceleratore.
Da applausi l’azione corale dei partenopei registrata al 20': da Hamsik
a Lavezzi, teso e preciso il cross su cui si avventava Denis ma stavolta
Benussi si superava sventando il raddoppio. Napoli micidiale negli spazi
concessi dall’avversario anche se a fiammate. Poco dopo la mezzora,
però, Hamsik era costretto a chiedere il cambio per problemi muscolari.
Gli dava il cambio Pazienza, sicuramente meno offensivo eppure proprio
da lui nasceva il raddoppio: abile Maggio nel crossare dalla destra,
svarione della difesa leccese e Pazienza bene appostato depositava in
rete. Il tris era poi mancato da Denis al 43' ma si trattava solo di
attendere la ripresa.
A testimonianza che il Napoli strizza l’occhio al terzo posto, la
ripresa cominciava sulla stessa falsariga del primo tempo. Lecce,
nonostante gli innesti di Beretta, proteso ad accorciare le distanze;
Napoli, invece, furioso nelle ripartenze e sempre minaccioso dalle parti
di Benussi: prima con una fucilata di Gargano al 3' e poi in gol al 20'
con Denis implacabile sul secondo cross al bacio di Lavezzi. Nel
frattempo, però, il Lecce aveva tanto da reclamare per un fallo di
Rinaudo su Giacomazzi. C’erano gli estremi per il penalty ma Valeri
concedeva solo una punizione dal limite. Il finale era tutto per il
Napoli, ancora reattivo con Denis che sciupava persino il poker.

 
IEZZO 6
RINAUDO 6.5
CANNAVARO 6.5
CONTINI 6
MAGGIO 7
BLASI 6.5
GARGANO 7
HAMSIK 6.5 (35'pt Pazienza 6.5)
MANNINI 7 (22'st Aronica 6)
DENIS 7 (36'st Zalayeta sv)
LAVEZZI 7.5

Torino – Napoli 1-0

17ª
GIORNATA

Non è il Napoli ma la brutta copia

Ne sa approfittare il Toro, lanciato
dal gol di Bianchi

serieA
dom
21/12/08

TORINO

NAPOLI

stadio Olimpico
17550
spettatori
torino napoli  
arbitro Rizzoli 5.5
guardalinee Nicoletti – Romagnoli
quarto uomo Bergonzi

1

0

 
     
gol 8'st Bianchi ammonizione Contini  
amminizione Amoruso ammonizione Rinaudo  
ammonizione Pisano ammonizione Santacroce  
ammonizione Gargano  

TORINO (4-4-2): Sereni, Di Loreto, Natali, M. Pisano, Ogbonna,
Abate, P. Zanetti, Dzemaili, Rubin (23'pt Rosina), Bianchi (22'st
Vailatti), Amoruso (33'st Stellone).
Panchina: Calderoni, Ventola, I.
Franceschini, Saumel. All. Novellino.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Santacroce, Rinaudo, Contini, Maggio (8'st
Vitale), Pazienza (20'st Russotto), Blasi, Gargano, Mannini (39'st
Bogliacino), Denis, Zalayeta.
Panchina: Navarro, Grava, Montervino,
Aronica. All. Reja.

Senza Lavezzi ed Hamsik, il Napoli scopre tutti i suoi limiti tecnici e
tattici. Manca chi semina lo scompiglio nella metà campo avversaria e
manca chi con i suoi inserimenti fa saltare il banco. Se poi si aggiunge
che con due torri d’area quali Denis e Zalayeta vengono meno i
rifornimenti dagli esterni, allora diventa tutto più complicato. Ne
profitta il Toro che si ripresenta all’Olimpico con Novellino in
panchina all’indomani di un divorzio durato 260 giorni. I granata
balbettano per i primi 20’ ma l’infortunio muscolare di Rubin
paradossalmente invita i granata ad osare di più, a crederci, a provare
la via del gol con maggiore pericolosità. Subentra Rosina, un’altra
punta, costringendo così il Napoli a rivedere il suo piano tattico ed a
fronteggiare una sorta di 4-3-3 così ardito quanto proficuo a conti
fatti. Così ad inizio di ripresa il Torino passa in vantaggio grazie ad
un gol di Rolando Bianchi, proprio colui a cui il Napoli aveva voltato
le spalle in estate per divergenze sull’ingaggio e che era stato
recuperato in extremis: azione insistita di Dzemaili sulla sinistra (
uno dei migliori), tiro di Rosina con la sfera che va sulla traversa,
zampata finale di Bianchi tutto solo appostato sul secondo palo.
Nell’occasione, il Napoli resta a guardare subendo la maggiore
determinazione dei padroni di casa, reclamando per un’interruzione di
gioco non accordata per un suo uomo rimasto per terra ma senza avere più
la lucidità necessaria (e i giocatori giusti) per riportarsi in parità.
Non basta quasi un tempo intero per impensierire Sereni. Né gli
inserimenti dalla panchina (Russotto, Bogliacino e Vitale) aiutano a
dare efficacia agli assalti, anzi i neo entrati creano solo un disordine
tattico senza fine davanti all’area del Torino.
Non solo le assenze eccellenti, il Napoli paga anche la giornata no di
uomini chiave ( Maggio, Gargano e Mannini su tutti). Evidentemente
l’obiettivo inconscio di chiudere l’anno con il minimo sforzo tradisce
tutti e il Toro, trovato il gol vi si aggrappa e rinasce con la vittoria
in casa che inseguiva da più di un mese. Ma di sicuro non era quello che
si aspettavano il presidente De Laurentiis e quei duemila napoletani che
vivono a Torino accorsi allo stadio con tanto entusiasmo: vedono la
brutta copia del Napoli, al di là delle assenze.

 
IEZZO 6
SANTACROCE 5.5
RINAUDO 6
CONTINI 6
MAGGIO 5 (8'st Vitale 5.5)
BLASI 6
GARGANO 4.5
PAZIENZA 5 (20'st Russotto 5.5)
MANNINI 5 (39'st Bogliacino sv)
DENIS 5.5
ZALAYETA 5.5

Napoli – Catania 1-0

18ª
GIORNATA

Lavezzi ispira Maggio per l’ottava
vittoria al San Paolo

Il Catania recrimina per quel
fischio…

serieA
dom
11/01/09

NAPOLI

CATANIA

stadio San Paolo
40000
spettatori
napoli catania  
arbitro Celi 5.5
guardalinee Lion – Padovan
quarto uomo Tommasi

1

0

 
     
gol
35'st Maggio
ammonizione Morimoto  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo 6, Cannavaro, Rinaudo, Contini, Maggio,
Blasi, Gargano, Hamsik (30'st Russotto), Vitale (47'st Aronica), Lavezzi
(47'st Pazienza), Denis.
Panchina: Gianello, Montervino, Bogliacino.
All. Reja.
CATANIA (3-5-2): Bizzarri, Silvestre, Terlizzi, Silvestri, Sardo,
Izco (33'st Baiocco), Carboni, Biagianti (26'st P. Ledesma), Giac.
Tedesco (38'st Plasmati), Morimoto, Mascara.
Panchina: Acerbis,
Sabato, Dica, Martinez. All. Zenga.

Se pur soffrendo tanto, sbagliando persino un rigore, il Napoli riesce a
centrare l’ottava vittoria interna al San Paolo sulle nove giocate
finora, allora non è proprio un sogno sperare di afferrare la Champions
League, appena agguantata e tanto auspicata da Lavezzi e soci alla
vigilia. Resterebbe solo da migliorare il rendimento esterno. Il Pocho,
già. Tiene tutti sulle spine fino a poche ore dall’inizio della partita.
I decimi di febbre accusati sabato mattina sono rientrati e lui va in
campo osannato dai quarantamila di Fuorigrotta. Ma sbaglia parecchio.
Impreciso, irritante, prevedibile. La condizione non è ottimale, si nota
ad ogni tocco della sfera. Eppure nella ripresa, specie quando subentra
Russotto e va a posizionarsi sull’estrema destra, Lavezzi si trasforma,
diventa decisivo con i suoi scatti repentini, innesca l’azione da cui
nasce un gol così pesante, una rete che proietta il Napoli a ridosso
delle grandi, una vittoria nata da una grande determinazione e
un’apprezzabile condizione atletica. Ma il Catania non ci sta. Recrimina
per quel fischio di Celi in chiusura di tempo che interrompe l’azione
proseguita e poi conclusa in gol da Morimoto. Roba di secondi. Roba da
mordersi le mani. Poteva cambiare il corso della gara sbloccando il
risultato proprio ad un sospiro dal riposo. Così non è stato. E la
formazione di Zenga schierata con un inedito cinque-tre-due crolla nella
ripresa quando si convince che lo zero a zero è ormai a portata di mano.
E lo fa in maniera imperdonabile specie dopo che Hamsik si lascia parare
un rigore decretato per fallo di mano di Terlizzi. Subentra Baiocco per
frenare Russotto, appena lanciato nella mischia da Reja, Ledesma va a
rilevare Biagianti. Ma l’insistenza del Napoli, sorretto da un pubblico
straordinario, non conosce pause. Reja ha composto un insolito tridente
con Lavezzi a destra, Denis al centro, Russotto sulla sinistra. E quando
il Pocho viene smarcato con felice intuizione dal Tanque,
l’accelerazione è fulminea: scatto, cross teso a centro area, tap-in di
Maggio e il San Paolo va in estasi. Risultato sbloccato, quarto posto
non più come un miraggio, ancora un quarto d’ora e per il Napoli la
legge del San Paolo è confermata. Il Catania tenta un disperato forcing
ma non ci sono più i due specialisti nel ribaltamento di fronte: Izco e
Biagianti. Entra la terza punta, Plasmati. Ma il Napoli s’aggrappa con
tutte le forze a quel gol di Maggio, affida all’intraprendente Russotto
l’azione di alleggerimento e quando nel recupero Lavezzi lascia il campo
per far posto a Pazienza, il pubblico s’alza in piedi e gli dedica la
standig ovation: anche Maradona scendeva in campo febbricitante o
imbottito di infiltrazioni e riusciva a far volare il Napoli, magari con
un solo guizzo dei suoi. Ieri l’impresa è riuscita a un altro argentino
che per i giovanissimi vale un altro Maradona con le debite proporzioni
ma con la stessa suggestione: a letto il giorno prima, decisivo
ventiquattr’ore dopo per la gara che vale la momentanea zona Champions.

 
IEZZO 6
CANNAVARO 6.5
RINAUDO 6.5
CONTINI 6
MAGGIO 6
BLASI 6.5
GARGANO 6
HAMSIK 6 (30'st Russotto sv)
VITALE 6 (47'st Aronica sv)
DENIS 6
LAVEZZI 7 (47'st Pazienza sv)

Chievo – Napoli 2-1

19ª
GIORNATA

Napoli irriconoscibile

Farina sbaglia tutto, ma tra gli
azzurri si salva solo Lavezzi

serieA
dom
18/01/09

CHIEVO

NAPOLI

stadio Bentegodi
10000
spettatori
chievo napoli  
arbitro Farina 4
guardalinee Grilli – Rosi
quarto uomo Candussio

2

1

 
     
gol 32'pt Marcolini (r) gol 8'st Lavezzi  
gol 28'st Marcolini (r) espulsione 10'st Hamsik  
ammonizioneammonizione 26'st Morero ammonizione Contini  
ammonizione Luciano ammonizione Blasi  
ammonizione Pinzi ammonizione Rinaudo  
ammonizione Cannavaro  
ammonizione Lavezzi  

CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino, N. Frey, Morero, Yepes, Scardina,
Luciano (29'st Mandelli), Rigo­ni (20'st Bentivoglio), Marcolini, Pinzi,
M. Esposito, Pellissier (33'st Langella).
Panchina: Squizzi, Bogdani,
Moro, Italiano. All. Di Carlo.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Cannavaro, Rinaudo, Contini, Maggio,
Blasi (32'st Pazienza), Gargano, Hamsik, Vitale (29'st Russotto),
Lavezzi, Denis (16'st Zalayeta).
Panchina: Sepe, Aronica, Bogliacino,
Mannini. All. Reja.

Irriconoscibile, impacciato, vulnerabile. Neanche l’ombra del Napoli
ammirato nel girone d’andata, persino quello formato-trasferta che pure
non aveva brillato. Al resto, pensa l’arbitro Farina che assurge a
protagonista in negativo della sfida: accorda un inesistente rigore al
Chievo ( il secondo); espelle Hamsik un minuto e mezzo dopo che Lavezzi
ha agguantato il pari; non riconosce un penalty a Maggio ostacolato in
area da Scardina sul risultato di due a uno; chiude una gara per nulla
cattiva con otto ammoniti e due espulsi.
Bravo il Chievo Verona a profittare del black out generale del Napoli e
delle concessioni di Farina. La formazione di Di Carlo torna così alla
vittoria in casa dopo quattro mesi e mezzo riprendendo a sperare nella
salvezza nella domenica in cui avrebbe preso come oro colato anche un
pari.
Il Napoli regala ai padroni di casa l’intero primo tempo. Bastano un
paio di accorgimenti tattici per mandare in tilt il dispositivo dei
partenopei: Pinzi, schierato tra le linee per distogliere la
partecipazione di Gargano al centrocampo; Luciano e Marcolini, finti
esterni, pronti ad accentrarsi rispettivamente su Hamsik e Blasi per
impedire le ripartenze ospiti; Esposito e Pellissier, tenuti larghi per
creare vuoti al centro. Neanche gli allarmi di due gol, giustamente
annullati nei primi minuti per fuori gioco, servono per scuotere il
Napoli. La formazione di Reja non c’è con la testa, con le gambe, con
l’equilibrio tattico necessario. Vaga per il campo. Ed al 27' Contini
ostacola Esposito favorendo il rigore trasformato da Marcolini. Inutile
il prodigarsi di Lavezzi. E' anche ispirato ma sembra predicare nel
deserto.
Ad inizio di ripresa, il Napoli si sveglia: di rara bellezza
l’esecuzione di Lavezzi che controlla di destro un servizio di Hamsik,
scatta in area e conclude con il sinistro. Applausi meritati per lui. Ma
un minuto dopo il Pocho viene ostacolato in area, Farina lascia correre
ed Hamsik si lascia scappare una parola di troppo con l’arbitro che
l’espelle. In dieci, il Napoli nel momento della rimonta. E qui la
partita sfugge di mano alla giacchetta ligure: falli a ripetizione,
secondo rigore accordato al Chievo per inesistente tocco di Rinaudo su
Bentivoglio, rigore negato su spinta di Scardina a Maggio, e Lavezzi,
che in pieno recupero scheggia la traversa del possibile due a due, fa
persino tenerezza: è l’unico a mostrarsi degno di una squadra che
avrebbe voluto aspirare alla zona Champions. A Verona, arbitro a parte,
il Napoli incassa la quinta sconfitta esterna consecutiva e se non si
ritrova in fretta rischia di perdere anche il tram per l’Uefa. Per il
Chievo, invece, un’insperata boccata d’ossigeno.

 
GIANELLO 6
CANNAVARO 6
RINAUDO 5.5
CONTINI 5
MAGGIO 5
BLASI 5.5 (32'st Pazienza sv)
GARGANO 5
HAMSIK 4
VITALE 5 (29'st Russotto sv)
DENIS 5 (16'st Zalayeta 5.5)
LAVEZZI 6.5

Napoli – Roma 0-3

20ª
GIORNATA

Decidono le difese. Troppi errori
nel Napoli

Mexes e Juan lanciano Spalletti al
quinto posto. Morganti, che disastro

serieA
dom
25/01/09

NAPOLI

ROMA

stadio San Paolo
60000
spettatori
napoli roma  
arbitro Morganti 4.5
guardalinee Romagnoli – Nicoletti
quarto uomo Pierpaoli

0

3

 
     
ammonizione Pazienza gol 18'pt Mexes  
ammonizione Contini gol 32'pt Juan  
ammonizione Cannavaro gol 5'st Vucinic  
ammonizione Gargano ammonizione Taddei  
ammonizione Montervino  
ammonizione Santacroce  

NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, P. Cannavaro, Contini,
Maggio, Blasi (36'st Montervino), Gargano, Pazienza (1'st Bogliacino),
Mannini, Zalayeta (21'st Denis), Lavezzi.
Panchina: Sepe, Aronica,
Rinaudo, Russotto. All. Reja.
ROMA (4-3-1-2): Doni, Cassetti, Mexes, Juan, Riise, Taddei (36'st
Perrotta), De Rossi, Brighi, Pizarro (1'st Aquilani), Vucinic (25'st
Menez), Baptista.
Panchina: Artur, Loria, Okaka, Totti. All.
Spalletti.

La Roma si inerpica al quinto posto e vede da distanza ravvicinata la
zona Champions. Lo fa in una partita che era stata presentata quasi come
uno spareggio. Escono temporaneamente ridimensionate le ambizioni del
Napoli protagonista di una prova poco convincente. Morganti pessimamente
coadiuvato dall’assistente Nicoletti non ha certo aiutato i ragazzi di
Reja visto che il primo gol di Mexes è viziato da una posizione di
fuorigioco dello stesso difensore. Ma nel complesso la Roma è apparsa
più solida tatticamente, più forte fisicamente e più fresca
atleticamente. E soprattutto più attenta in difesa, molto di più di
quanto non lo sia stato il Napoli che ha concesso due gol su palla
inattiva (il secondo, poi, nato da un errore mai visto su un campo di
serie A: Mannini per evitare un fallo laterale a metà campo ha spedito
il pallone in angolo) e uno su un errore di Santacroce che dopo aver
tolto la palla a Vucinic se l’è fatta di nuovo soffiare da Aquilani
consentendo al romanista di mettere l’attaccante in totale solitudine
davanti a Gianello.
Il Napoli ha sicuramente pagato l’assenza di Hamsik che non sta
attraversando un gran periodo di forma (ma tutto il Napoli ieri è
apparso sotto tono) ma ha il merito di variare il gioco con i suoi
inserimenti. Invece anche nel quarto d’ora iniziale giocato piuttosto
bene, la squadra di Reja ha replicato un un copione alla fine
prevedibile: ricerca della profondità sulle corsie esterne per trovare
la linea di fondo e il cross per Zalayeta. Soluzioni che non hanno
infiammato nemmeno la creatività di Lavezzi rimasto piuttosto in ombra
per tutti i novanta minuti. Paga le assenze, il Napoli (saranno
pesantissime anche contro la Fiorentina: Gargano e Contini) ma anche una
stagione cominciata molto presto, che determina l’accumulo di tossine
che ora stanno evidentemente condizionando brillantezza e lucidità. Il
campionato è lunghissimo e molti capitoli ancora devono essere scritti
ma Reja deve al più presto ritrovare la squadra che ha esaltato i tifosi
sino a Natale, soprattutto deve ritrovare i suoi uomini migliori.
La Roma è apparsa convincente. Ha stretto i denti nei primi minuti, ha
ottenuto il primo vantaggio, ha sfruttato il regalo di Mannini e poi la
tenacia di Vucinic che il gol se lo è costruito praticamente da solo con
la collaborazione di Aquilani subentrato all’inizio del secondo tempo a
un Pizarro malconcio. Davanti alla difesa ha giganteggiato De Rossi,
impeccabili sono stati i due centrali, Brighi ha corso come al solito,
cioè tantissimo, Pizarro ha regalato (prima calciando una punizione e
poi un angolo) palle preziose agli attaccanti, Baptista si è sfiancato
nel solito grandissimo lavoro smarrendo in un paio di occasioni la
lucidità nella fase conclusiva. La squadra di Spalletti non ha più
l’effervescenza di quella degli anni scorsi, non si esalta nel possesso
ma ha verticalizzazioni efficaci e notevole robustezza fisica. Una
squadra diversa rispetto alla prima giornata del girone di andata,
sicura dei propri mezzi. Ed è evidente che a questo punto nella corsa
per la zona Champions i ragazzi di Spalletti ripropongono con forza la
propria candidatura.
Restano da spendere alcune parole sulle prestazioni arbitrali, queste sì
decisamente al di sotto delle attese. Morganti ieri dopo appena sei
minuti si è reso protagonista di un papocchio che ha inevitabilmente
eccitato gli animi dei sessantamila del San Paolo: Zalayeta va in gol ma
prima di girare verso la porta di Doni tocca con la mano. L’arbitro
prima convalida; poi, dopo una sceneggiata durata diversi secondi,
notando che Romagnoli è rimasto impalato si consulta con l’assistente e
torna sui suoi passi. Al di là della legittimità della decisione, non
una bella prova di sicurezza visto che era sistemato in una posizione
favorevolissima. Sulla rete di Mexes ( la prima stagionale, mentre per
Juan si è trattata della seconda) provvede a tradirlo Nicoletti che,
poi, continua a interpretare in maniera poco convincente il ruolo. La
terza rete di Vucinic (tredicesima stagionale e settima in campionato,
capocannoniere della Roma) chiude evidentemente contestazioni e
rimpianti ma anche da Napoli arriva un messaggio chiarissimo a Collina:
su questa classe arbitrale bisogna lavorare veramente molto.

 
GIANELLO 5
CANNAVARO 5
SANTACROCE 4.5
CONTINI 5
MAGGIO 5
BLASI 5 (36'st Montervino sv)
GARGANO 5.5
PAZIENZA 5.5 (1'st Bogliacino 5)
MANNINI 4.5
ZALAYETA 6 (21'st Denis 5)
LAVEZZI 5

Fiorentina – Napoli 2-1

21ª
GIORNATA

Montolivo gela il Napoli

Ancora una sconfitta per il Napoli che
per un'ora tiene bene il campo

serieA
mer
28/01/09

FIORENTINA

NAPOLI

stadio Franchi
35000
spettatori
fiorentina napoli  
arbitro Rizzoli – 5
guardalinee Stefani – Faverani
quarto uomo Romeo

2

1

 
     
gol 2'pt Santana gol
4'pt Vitale
 
gol 24'st Montolivo ammonizioneammonizione 47'st Montervino  
ammonizione Zauri  
ammonizione Comotto  

FIORENTINA (4-3-2-1): Frey, Comotto, Gamberini, Zauri, Gobbi
(19'st Pasqual), Donadel, (19'st Semioli), Felipe Melo, Montolivo,
Santana, Jovetic (1'st Bonazzoli), Gilardino.
Panchina: Storari, Da
Costa, Tagliani, Gulan. All. Prandelli.
NAPOLI (3-4-1-2): Gianello (32'pt Sepe), P. Cannavaro, Rinaudo,
Aronica, Maggio, Pazienza (24'st Montervino), Blasi, Vitale, Bogliacino
(36'st Russotto), Lavezzi, Zalayeta.
Panchina: Santacroce, Grava,
Mannini, Denis. All. Reja.

Dopo tre sconfitte, la Fiorentina ha cancellato le prime avvisaglie di
crisi, lasciando (e sorpassando) in questa sgradevole situazione il
solito Napoli da trasferta, alla terza sconfitta consecutiva. Non molle,
ma mai arrembante, mai troppo deciso ad attaccare e soprattutto troppo
attento a non scoprirsi di un centimetro. La Fiorentina ha vinto perchè
ha giocato di più, spinto di più, attaccato di più. Ha voluto con tutte
le sue forze il successo e più di tutti l’ha cercato Riccardo Montolivo,
un giocatore che ha trovato finalmente la sua dimensione, quella di un
vero leader. E’ stato suo il gol decisivo, ma prima ancora della rete
era il protagonista della partita per forza, carattere, personalità e
qualità. Lo stesso si deve dire di Lavezzi, che però il Napoli ha
lasciato troppo a lungo da solo in attacco. E’ assurdo che un giocatore
così debba diventare un lusso.
A forza di sentirsi dire che il Napoli in trasferta è troppo
rinunciatario, Reja ha cercato una soluzione nuova, quella di Bogliacino
alle spalle di Lavezzi e Zalayeta, oltre la linea dei 4 di centrocampo.
Ma la realtà della partita, la spinta della Fiorentina e la vera natura
del Napoli hanno dimostrato che la scelta del tecnico serviva
soprattutto per mettere un freno alle probabili avanzate di Felipe Melo,
costretto in avvio al controllo di Bogliacino.
Erano troppi gli assenti sui due fronti (valgano per tutti Mutu e
Hamsik) per pretendere uno spettacolo di primo livello. La Fiorentina ha
cercato di costruire il gioco fin dall’inizio, ma con molte difficoltà.
Tuttavia, negli ultimi 20' del primo tempo ha chiuso il Napoli nel suo
centrocampo, con Lavezzi sempre più staccato dal resto della squadra e
con Zalayeta che sgobbava insieme a Blasi e Pazienza. Ma ai viola, nel
loro periodo più brillante, è mancata la stoccata. E’ stato bravissimo
Gianello a respingere un colpo di testa di Gilardino in area piccola
dopo 4'; è stato inguardabile Jovetic quando è entrato in area da
sinistra, si è accentrato e ha concluso in curva Ferrovia; è stato
infine decisivo il giovanissimo Sepe (classe ‘91), quando, rimanendo in
piedi, ha respinto il tiro di Gilardino, messo a un passo dal gol da un
colpo di testa di Santana.
Gianello, la riserva dell’infortunato Iezzo, si è fatto male alla coscia
destra dopo pochi minuti. Da quel momento, ha cominciato a zoppicare e
ha evitato ogni rinvio. Reja ha resistito mezz’ora, poi ha provveduto al
cambio. Davanti ai suoi portieri, il Napoli aveva una specie di diga,
tirata su con i mattoni di Pazienza, Blasi e Bogliacino. Per aggirare il
trio (aiutato dalla generosità di Zalayeta), Prandelli ha alzato i suoi
esterni, ma sia Comotto che Gobbi hanno sbagliato cross e appoggi a
ripetizione. Il problema è che stava sbagliando (troppo per le attese da
cui è circondato) il giovane Jovetic, inevitabilmente sostituito
nell’intervallo. Il gioco era diretto da Felipe Melo e Montolivo,
quest’ultimo in continua crescita. Per i due viola, il Napoli faticava a
trovare le contromisure.
Due gol in due minuti hanno acceso l’inizio della ripresa. Santana ha
segnato (stop e tiro in area) sfruttando una punizione di Gobbi; Vitale
ha pareggio due minuti dopo sfruttando una papera di Frey, forse
l’errore più grosso da quando è viola. Vitale, quasi dal fondo, ha
crossato (e tirato?) da sinistra, nemmeno troppo forte, ma la
traiettoria ha fregato il portiere francese che tuffandosi ha
accompagnato la palla in rete. Nell’intervallo, Prandelli aveva tolto
l’evanescente Jovetic per tentare con la torre Bonazzoli. Doppio
centravanti, ma di cross buoni, zero. Così, al 20', doppio cambio per i
viola, dentro due… crossatori come Semioli e Pasqual che si è
presentato con una pallata in curva Fiesole. Già non entusiasmante, la
partita è scesa di tono. In campo c’era un solo pericolo: Lavezzi. Una
sua punizione è stata respinta da Frey. In realtà i pericoli erano due.
L’altro, Montolivo, ha vinto la partita dopo averla giocata da
protagonista. Ha recuperato palla a centrocampo, si è infilato in area,
ha chiesto il triangolo a Semioli e ha segnato con la complicità del
giovane Sepe che si è fatto passare la palla sotto la pancia. A sua
parziale giustificazione, va detto che il tiro è partito nell’area
piccola. Reja aveva tentato l’ultimo cambio con Montervino che l’ha
tradito. Due ammonizioni in pochi minuti e rosso al 48'. All’ultimo
istante, Frey si è fatto perdonare la papera dell’1-1 togliendo dal
‘sette’ una terribile punizione di Lavezzi. Il Napoli era tutto nei
piedi del Pocho.

 
GIANELLO 6.5 (32'st Sepe 5.5)
CANNAVARO 6.5
RINAUDO 6
ARONICA 5.5
MAGGIO 5.5
BLASI 6
PAZIENZA 5 (24'st Montervino 5)
VITALE 6.5
BOGLIACINO 5.5 (36'st Russotto sv)
ZALAYETA 6
LAVEZZI 7

Napoli – Udinese 2-2

22ª
GIORNATA

Quagliarella ferma il Napoli

Una rete al volo da antologia,
applaudita da tutto il San Paolo, fissa il 2-2 dopo i gol di
Lavezzi, Hamsik e Di Natale (rigore)

serieA
sab
31/01/09

NAPOLI

UDINESE

stadio San Paolo
37204
spettatori
napoli udinese  
arbitro Gervasoni – 5
guardalinee Bianchi – Vicinanza
quarto uomo Velotto

2

2

 
     
gol 24'pt Lavezzi gol 31'pt Di Natale  
gol
27'pt Hamsik
gol 45'pt Quagliarella  
ammonizione Denis ammonizione Isla  
ammonizione Quagliarella  
ammonizione Lukovic  
ammonizione Ferronetti  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, Cannavaro, Rinaudo, Contini, Maggio
(22'st Zalayeta), Blasi, Gargano, Hamsik, Vitale, Lavezzi, De­nis 6.
Panchina: Sepe, Santacroce, Aronica, Pazienza, Bogliacino, Pià. All.
Reja.
UDINESE (4-4-2): Handanovic, Ferronetti (27'st Pasquale), Coda,
Zapata, Lukovic, Isla, Inler, D’Agostino, Asamoah, Quagliarella (40'st
Floro Flores), Di Natale (21'st Sanchez).
Panchina: Belardi, Obodo,
Pepe, Tissone. All. Marino.

Una boccata d’ossigeno per il Napoli ancora tremebondo e sempre alla
ricerca della condizione fisica ottimale. Nonché imbattutosi di nuovo in
una direzione di gara opinabile (ci sarebbero gli estremi di un penalty
su Lavezzi). I partenopei si lasciano rimontare due gol da un avversario
tonico, in palla, con individualità di spicco quali Quagliarella capaci
di risolvere da soli una gara. E nonostante un Lavezzi ispirato, il
Napoli si spegne alla distanza. Proprio allo scadere entrambe le
formazione accarezzano il sogno della possibile vittoria: Lavezzi al 45'
spreca per la stanchezza la più ghiotta delle pallegol, imitato due
minuti dopo da Pasquale che manda all’aria l’occasione del tre a due.
Una pari che non risolve i problemi del Napoli, esibitosi sotto gli
occhi nel neo acquisto Dàtolo ma che lo riporta perlomeno a galla mentre
l’Udinese conferma tutto quanto di buono evidenziato contro la Juve.
E’ a centrocampo che Reja e Pasquale Marino provano ad incidere sulla
sfida con le loro mosse. Il tecnico del Napoli, reduce da tre sconfitte
di fila, ordina al rientrante Hamsik di agire nella zona di D’Agostino,
piazza Blasi al centro su Inler ed indirizza l’altro reduce dalla
squalifica, Gargano, di andare sulle tracce di Asamoah. A sua volta,
Marino mescola così bene le sue carte nella zona centrale del campo da
creare più di un problema di palleggio al Napoli: il fulcro è Asamoah
che con le sue verticalizzazioni semina il panico tra i centrocampisti
partenopei impedendo poi l’azione di rilancio. Il Napoli si trova in
difficoltà anche ad arginare le incursioni di Di Natale che attira
Cannavaro lontano dalla propria area e a frenare Quagliarella che va a
puntare Contini o Rinaudo. Senza riferimenti, i difensori del Napoli
fanno fatica, si sa, si sapeva. L’avvio è tutto degli ospiti già
costretti a rinunciare durante il riscaldamento a Felipe a vantaggio di
Ferronetti che Marino dopo dieci minuti sposterà al centro dirottando
Coda sulla destra. L’organizzazione tattica dell’Udinese obbliga così il
Napoli ad affannose rincorse ed a confuse ripartenze. Affidandosi
esclusivamente agli spunti di Lavezzi, sempre felicemente ispirato.
La gara, però, s’accende dopo venti minuti. Caparbio Denis nel
conquistare palla a centrocampo ed a servire Lavezzi la cui conclusione
viene deviata di quel tanto da terminare alle spalle di Handanovic. Un
vantaggio insperato. A questo punto, il Napoli acquista coraggio e
riparte all’attacco. E dopo tre minuti raddoppia: punizione di Gargano
dalla destra, incornata vincente di Hamsik e per il portiere
dell’Udinese non resta che raccogliere la sfera in rete. Ma la
formazione friulana non ci sta. Ha testa, gambe e qualità tecniche
individuali per organizzare la rimonta. Alla mezzora Cannavaro atterra
Asamoah in area ed è rigore. Va alla battuta Di Natale che non perdona
Navarro. Pochi minuti dopo il Napoli reclamerà un rigore per un fallo di
Isla su Lavezzi. Ma è allo scadere che si assiste al capolavoro della
serata: cross dalla destra di Isla, girata a volo di Quagliarella,
direttamente in porta ed il pallone va ad infilarsi alla sinistra di
Navarro strappando applausi a scena aperta dallo sportivissimo pubblico
del San Paolo. Un gol da manuale. Degno di un fuoriclasse.
L’Udinese tenta il tutto per tutto e così anche il Napoli che passa con
Zalayeta ad un quattro-tre-tre. Ma il risultato non si sblocca pur se le
emozioni non mancano da una parte e dall’altra.

 
NAVARRO 6
CANNAVARO 6
RINAUDO 6
CONTINI 5.5
MAGGIO 5.5 (22'st Zalayeta 5)
BLASI 5
GARGANO 6
HAMSIK 6
VITALE 5.5
DENIS 6
LAVEZZI 7

Napoli – Bologna 1-1

24ª
GIORNATA

Il Napoli non sa più vincere

Maggio segna, il solito Di Vaio
replica con un gol irregolare. Alla fine sono fischi

serieA
sab
14/02/09

NAPOLI

BOLOGNA

stadio San Paolo
34000
spettatori
napoli bologna  
arbitro Banti – 5
guardalinee Carrer – Carretta
quarto uomo Tozzi

1

1

 
     
gol
20'pt Maggio
gol 23'pt Di Vaio  
ammonizione Pazienza ammonizione Valiani  
ammonizione C. Zenoni  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, P. Cannavaro (26'st Russotto),
Rinaudo, Contini, Maggio, Pazienza, Gargano, Datolo, Vitale, Denis,
Lavezzi.
Panchina: Bucci, Montervino, Santacroce, Blasi, Bogliacino,
Pià. All. Reja.
BOLOGNA (4-5-1): Antonioli, C. Zenoni, Moras, Britos (44'st
Terzi), Lanna, Valiani, Mingazzini, Volpi, Mudingayi, Bombardini, Di
Vaio (46'st Marazzi­na).
Panchina: Colombo, Belleri, Amoroso,
Mutarelli, Rocha. All. Mihajlovic.

Fischi sul Napoli. Troppo lontana, un’immagine ingiallita, la squadra
che incantava all’inizio del campionato. Dal punto di vista
dell’impegno, nulla da dire: Reja le ha provate tutte, compreso un
finale 4-3-3 con Russotto subentrato a Cannavaro. Ma manca la fluidità
della manovra. Soprattutto manca la serenità: preso il gol di Di Vaio,
il Napoli è uscito dal campo per il resto del primo tempo facendovi
ritorno solo nella ripresa quando, più con l’ardore che con le geometrie
ha provato a ritrovare la via della vittoria smarrita dall’11 gennaio.
Ha trovato, però, un ottimo Antonioli (tre parate decisive, la prima in
avvio di faccia, su rovesciata ravvicinatissima di Lavezzi) e un Bologna
non solo ordinato ma anche veloce nelle ripartenze e arrembante nel
pressing (in particolare nei primi venti minuti della ripresa). Squadra
con idee semplici e chiare, quella rossoblù, brillante dalla metà campo
in su, inadeguata dalla metà campo in giù. Ha tremato il Napoli,
rischiando il ko: una traversa di Bombardini, una parata decisiva di
Navarro (per il resto "preoccupante") su conclusione di testa di Di
Vaio.
Ci si poteva attendere una gara meno vibrante, visto che in campo si
confrontavano due squadre preoccupate: il Napoli che ieri ha conquistato
il secondo punto nelle ultime sei partite e il Bologna che arrivava al
San Paolo con tre sconfitte sul groppone nelle ultime quattro. Non è
stata una sfida per fini dicitori (a parte uno straordinario Di Vaio),
gli errori di palleggio sono stati abbondanti e sicuramente non ottimi,
ma nel complesso sino alla fine lo spettacolo ha tenuto desta
l’attenzione della gente. Il Bologna ha nel complesso tenuto meglio il
campo, con quell’unica punta sostenuta dagli esterni di centrocampo; il
Napoli è apparso pericoloso nelle iniziative individuali ma ripetitivo
nella manovra corale, con la ricerca continua dello spunto di Lavezzi o
della profondità di Maggio.
Tra ricordo e cordoglio con quei bambini vestiti di rosso e di blu che
hanno disegnato prima del fischio d’avvio sulle due metà campo un
numero: l’otto, quello di Giacomo Bulgarelli, Gran Signore del calcio
italiano. Una splendida iniziativa del Napoli, condivisa dai suoi tifosi
che hanno esposto uno striscione per salutare per l’ultima volta un Eroe
di un calcio antico, uno di quelli che i bambini amavano, al di là dei
colori, al di là della maglia, veri e propri santini nell’album della
figurine. Di questa serata sarà forse questo il ricordo più magico e
struggente. Il resto è la cronaca di una partita che ha in buona
sostanza ha confermato quel che da tempo si sa: il Napoli non attraversa
un momento esaltante, il Bologna fa quello che può con una squadra
dall’età media troppo alta, soprattutto nei suoi giocatori più
importanti. Che poi, però, sono anche quelli che aggiungono qualcosa.
Volpi che ha ormai un limitato raggio d’azione è stato furbo e fortunato
in occasione della rete del pareggio e la sua furbizia è stata
inversamente proporzionale alla ingenuità di Rinaudo e Navarro. Il primo
si è fatto soffiare il pallone al limite dell’area (tocco con
l’avambraccio sinistro del rossoblù); il secondo è andato troppo molle
sul tiro del bolognese: avrebbe dovuta metterla in angolo, invece l’ha
fatta saltellare verso la linea di porta consentendo al «rapace» Di Vaio
(anima e corpo di questa squadra) un gol troppo facile.
L’inerzia della partita è cambiata lì. Perché sino a quel momento il
Napoli, ritornato dopo le divagazioni palermitane al modulo solito, con
Datolo osservato speciale al posto di Hamsik e Pazienza al posto di
Blasi (finito in panchina; desaparecido, invece, Zalayeta) pur non
facendo nulla di esaltante, appariva padrone del campo. Dominio
certificato dalla rete di Maggio giunta al termine di una brillantissima
azione avviata da Denis, perfezionata da Lavezzi e rifinita sempre da
Denis che consentiva a Maggio, in veloce inserimento centrale in mezzo
all’area, di portare in vantaggio per centottanta secondi la sua
squadra. Mihajlovic lì ha capito che l’eccesso di prudenza avrebbe
potuto essere esiziale se due dei cinque centrocampisti (gli esterni
Valiani e Bombardini) non avessero cercato con determinazione maggiore
la profondità per evitare l’isolamento e quindi l’annichilimento di Di
Vaio. Metamorfosi riuscita nella ripresa, metamorfosi che restituiva
ottimismo ai bolognesi e induceva i tifosi napoletani a contestare la
propria squadra.

 
NAVARRO 5.5
CANNAVARO 5.5 (26'st Russotto sv)
RINAUDO 5
CONTINI 5.5
MAGGIO 6.5
PAZIENZA 5.5
GARGANO 6
DATOLO 6
VITALE 6
DENIS 6.5
LAVEZZI 6

Napoli – Genoa 0-1

25ª
GIORNATA

Napoli allo sbando

Squadra fischiata e incapace di
tornare a vincere al San Paolo. Il Genoa ringrazia

serieA
dom
22/02/09

NAPOLI

GENOA

stadio San Paolo
45000
spettatori
napoli genoa  
arbitro Orsato – 5.5
guardalinee Di Liberatore – Petrella
quarto uomo Trefoloni

0

1

 
     
ammonizione Cannavaro gol 24'st Jankovic  
ammonizione Pià ammonizione Palladino  
ammonizione Contini  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, Santacroce (43'st Montervino),
Cannavaro, Contini, Maggio (29'st Russotto), Blasi, Gargano, Hamsik,
Vitale, Lavezzi, Denis (29'st Pià).
Panchina: Bucci, Aronica,
Pazienza, Datolo. All. Reja
GENOA (3-4-2-1): Rubinho, Papastathopoulos, Ferrari, Bocchetti,
M. Rossi, Thiago Motta, Milanetto, Criscito, Mesto (10'st Sculli),
Palladino (10'st Jankovic), Milito (46'st Olivera).
Panchina: Scarpi,
Terigi, Modesto, Vanden Borre. All. Gasperini 7.

Di male in peggio. Il Napoli passa da una crisi di risultati e gioco, ad
una situazione di sbando collettivo. La squadra è incapace di produrre
azioni offensive; di reagire al primo affondo degli avversari; di
credere nei propri mezzi. Sembra stordita. Confusa. E si schianta per la
seconda volta al San Paolo nel giro di un mese. Dopo la Roma, passa
anche il Genoa. E prima del Genoa, erano state Udinese e Bologna a
sfiorare il colpaccio. Qualcosa non va, è fin troppo evidente.
Comprensibile l’esplosione finale di rabbia dei quarantacinquemila
accorsi a Fuorigrotta. Fischi all’indirizzo dei calciatori. Cori di
scherno, «vergognatevi», «andate a lavorare». Contestazione a Reja, dal
momento della doppia sostituzione di Denis e Maggio con Pià e Russotto,
fino all’ingresso in campo di Montervino per Santacroce. Ed anche a De
Laurentiis e Marino, rei di non essere intervenuti abbastanza a gennaio.
Quel Napoli irriconoscibile, impotente quanto vulnerabile, fa arrabbiare
i tifosi ben oltre il timore di non poter afferrare la zona Uefa. E la
delusione aumenta nel constatare che l’unico acquisto di gennaio,
l’argentino Datolo, resta tutto il tempo in panchina mentre i ricambi
ben poco contribuiscono a migliorare la situazione in campo. Pià e
Russotto svaniscono nella morsa della difesa ospite. Al Genoa basta
organizzare una gara di sano contenimento nella prima parte della gara e
poi partire alla controffensiva nella ripresa per afferrare i tre punti.
Strategia intelligente e ben riuscita quella messa in atto da Gasperini.
Per quarantacinque minuti bada ad impedire al Napoli di affacciarsi
dalle parti di Rubinho, sistemando due « catene » robuste sugli esterni
(Mesto e Marco Rossi a destra; Criscito e Palladino a sinistra), due
tessitori di gioco a centrocampo (Thiago Motta e Milanetto) e due
mastini implacabili alle costole di Denis e Lavezzi quali Ferrari e
Bocchetti. Il Napoli non riesce a sfondare nè per vie centrali, nè sugli
esterni.
Nella ripresa, dopo appena dieci minuti, Gasperini cambia gli esterni:
fuori Mesto e Palladino, dentro Sculli e Jankovic. Chiaro lo scopo:
offendere, graffiare, verticalizzare. Ed il Genoa sfiora subito il
vantaggio, con Jankovic, al 12'. Poi l’ottiene grazie ad una felice
intuizione di Thiago Motta che serve in corridoio il serbo che non
perdona Navarro. Reja a questo punto tenta le mosse della disperazione
ma senza ricorrere a Datolo che pure con il Bologna era rimasto in campo
per novanta minuti. Schiera un tridente agile e fragile: Lavezzi, Pià e
Russotto. Mai, però, il Napoli riuscirà ad insidiare Rubinho se non con
tentativi velleitari di Vitale dalla distanza. E’ anzi Jankovic ad
impegnare di nuovo Navarro con una deviazione aerea. Per i partenopei è
buio totale, ormai. La squadra non ha più fiducia nei propri mezzi,
tenta in extremis di acciuffare un improbabile pareggio su azioni
convulse e da calci d’angolo. Ma dagli spalti piovono fischi a volontà e
per il Genoa è fin troppo agevole condurre in porto una preziosa
vittoria su un campo dove solo la Roma era riuscita a passare.

 
NAVARRO 5.5
CANNAVARO 6
SANTACROCE 5.5 (43'st Montervino sv)
CONTINI 5.5
MAGGIO 5 (29'st Russotto sv)
BLASI 5
GARGANO 5
HAMSIK 6
VITALE 5.5
DENIS 5 (29'st Pià sv)
LAVEZZI 5