Napoli – Torino 1 – 2

36ª GIORNATA

Bianchi e Rosina riaccendono il Toro

Napoli irriconoscibile. Dura contestazione dei tifosi partenopei

serieA
dom 17/05/09

NAPOLI

TORINO

stadio San Paolo
31000 spettatori
napoli torino  
arbitro Damato – 5.5
guardalinee Pirondini – Maggiani
quarto uomo Giannoccaro

1

2

 
     
gol 42’pt Pià gol 6’st Bianchi  
ammonizione Datolo gol 27’st Rosina  
ammonizione Pià ammonizione Pisano  
ammonizione Santacroce  
ammonizione Cannavaro  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Mannini, Hamsik, Bogliacino, Datolo, Grava, Pià (16’st Russotto), Denis.
Panchina: Gianello, Aronica, Rinaudo, Montervino, Pazienza, Blasi. All. Donadoni.
TORINO (3-5-1-1): Sereni, I. Franceschini, Pratali (4’st Ogbonna), M. Pisano, Ri. Colombo, Abate (21’st Diana), Dzemaili, Barone, Rubin (1’st Stellone), Rosina, Bianchi.
Panchina: Calderoni, Saumel, Vailatti, Ventola. All. Camolese.

La pazienza ha un limite. Ed il limite dei trentamila accorsi al San Paolo arriva alla mezzora della ripresa quando il Napoli dà il peggio di sè per rimontare il due a uno messo a segno da Rosina grazie ad un impeccabile calcio da fermo. Squadra senza testa nè coda, confusa nella testa più che nelle gambe, spuntata. Ed a questo punto molti abbandonano lo stadio, altri cominciano a fischiare. Se la prendono con Cannavaro, reo di aver lasciato girare in area Bianchi in occasione del gol del pareggio. Inveiscono anche contro Marino e De Laurentiis. Perdere anche la faccia, no, pensano dagli spalti e giù cori offensivi, di scherno, giù tutta la rabbia accumulata per un girone intero, quello di ritorno. Coinvolto anche Donadoni, che poco o nulla di suo è riuscito a dare finora ad squadra che ha smarrito identità e valori. L’ultimo esperimento sa di improvvisazione: due trequartisti, entrambi mancini, insieme; un esterno sinistro, Grava, che è un difensore destro; Pià, che pure era riuscito a trovare il terzo gol di fila nelle ultime tre apparizioni, tolto per dare spazio a Russotto. Davanti a tanta confusione, ed alla mortificazione di perdere in casa, non poteva che scatenarsi il pandemonio.
Non perde la pazienza, invece, il Toro. Inizia con prudenza mista a timore in avvio. Passa comunque in svantaggio in finale di tempo grazie ad una giocata di Denis conclusa da Pià che manda fuori causa difensori e portiere. Ma non si disunisce. Nella ripresa, Camolese manda in campo Stellone al posto di Rubin passando ad un tre-quattro-uno-due. Al 4′ è costretto ad uscire Pratali dopo uno scontro fortuito con il compagno Franceschini. Ma dalla panchina subentra Ogbonna e Franceschini si sposta al centro. E due minuti dopo arriva il pari: deviazione aerea di Stellone per Bianchi con l’attaccante che lascia sul posto Cannavaro per trafiggere Navarro con un preciso diagonale. Il Napoli non ci sta ma arranca: è poco lucido, prevedibile.
Così Donadoni che già aveva dovuto rinunciare a Zalayeta perchè non arrivata in tempo l’autorizzazione della Procura antidoping del Coni dopo la segnalazione per la narcosi patita ad opera dei ladri penetrati in casa a metà settimana, toglie dal campo Pià per Russotto. Ma è il Toro a portarsi in vantaggio: Stellone (determinante il suo ingresso) s’invola, Santacroce lo ferma irregolarmente e l’arbitro (accomodante con i granata su due episodi da penalty) concede un calcio da fermo: va alla battuta Rosina trasformando alla Maradona nello stadio che fu di Maradona, pallone a scavalcare la barriera prima di infilarsi alla destra di Navarro. E da qui, si scatena la prima vera contestazione dell’era De Laurentiis, nei confronti di tutti, nessuno escluso.

 
NAVARRO 5.5
SANTACROCE 5
CONTINI 5.5
CANNAVARO 5
MANNINI 6
HAMSIK 5
BOGLIACINO 5.5
DATOLO 5
GRAVA 6
PIA’ 6 (16’st Russotto 5)
DENIS 5

Catania – Napoli 3-1

37ª GIORNATA

Zenga si congeda da Catania con una bella vittoria

Napoli in vantaggio, poi una figuraccia

serieA
dom 24/05/09

CATANIA

NAPOLI

stadio Massimino
20000 spettatori
catania napoli  
arbitro Baracani – 5.5
guardalinee Biasutto – Fiore
quarto uomo Tozzi

3

1

 
     
gol 42’pt Morimoto gol 28’pt Bogliacino  
gol 43’st Mascara (r) espulsione Mannini  
gol 46’st Falconieri ammonizione Blasi  
ammonizione Martinez ammonizione Contini  
ammonizione Confalonieri  

CATANIA (3-4-1-2): Kosicky, Sto­vini, Terlizzi, Capuano, Izco, Sciacca, Giac. Tedesco (21’st Biagianti), Llama (15’st Falco­nieri), Mascara, Morimoto, Martinez.
Panchina: Acerbis, Car­boni, Paolucci, D’Amico, Silvestri. All. Zenga.
NAPOLI (3-5-2): Navarro, Santa­croce, Contini, Aronica, Gra­va, Blasi (30’st Gargano), Bogliacino, Pazienza (17’pt Datolo), Mannini, Pià (13’st Lavezzi), Zalayeta.
Panchina: Gianello, Rinaudo, Vitale, Denis. All. Donadoni.

Sugli spalti è ancora festa quando Zenga piomba in sala stampa ed annuncia il suo addio al Catania. «Mi dispiace, devo andare, avevo già deciso così, grazie di tutto» , dice l’uomo ragno, allenatore che per farsi apprezzare in Italia è dovuto ripartire dalla Sicilia e che oggi corteggiano in tanti. Ma la notizia non spegne la gioia dei tifosi etnei. Chiusura migliore di un campionato già di per se gratificante non potevano sperare: il Catania stabilisce il record dei punti in serie A dopo aver ottenuto la salvezza in largo anticipo; stritola il Napoli nella parte finale; si congeda dal Massimino con un eurogol di Falconieri, alla sua prima rete in A, un giovane che arriva dal vivaio, come Sciacca del resto. Falconieri segna il confine tra passato recente e futuro. Vanno via in tanti, da Bizzarro a Spinesi, da Baiocco a Silvestre, forse ancora altri. Ma il Catania non si strappa i capelli per questo. Sa di poterli rimpiazzare adeguatamente e con le solite operazioni di mercato intelligenti e poco dispendiose. Ed il Napoli? Il Napoli, l’incomprensibile Napoli di queste ultime battute, riesce nell’impresa di perdere anche la faccia in una gara di scarsissimo significato per entrambe. Perde la faccia nell’ultima mezzora, pur avendo Lavezzi e Gargano in campo. Si lascia aggredire e mettere sotto da un avversario che ha cambiato pelle per la terza volta nell’arco dei novanta minuti. Presta il fianco su palle inattive, sulle triangolazioni strette, sugli affondi. Non è più capace di stare in campo in maniera razionale ed equilibrata. Si sfilaccia, si sgretola, dà l’idea di essere una squadra allo sbando che non vede l’ora di andare in vacanza.
Chissà cosa avrà pensato Aurelio De Laurentiis che ha visto la partita in tv in una villa di Conca dei Marini adagiata sul mare, ospite di amici salernitani. Si è rovinato il compleanno. O meglio, c’è chi ha pensato bene di guastarglielo perdendo per la seconda volta di fila dopo il kappaò interno con il Toro. Magrissimo lo score di Donadoni. In dieci partite ne ha vinto una, contro l’Inter. Anche lui si è smarrito e non è riuscito a trovare più il bandolo della matassa. Il Napoli passa in vantaggio con un gol dalla distanza di Bogliacino, poi incassa il pareggio con Morimoto solo in area a colpire di testa; nella ripresa, il Catania passa al 43-3 e Donadoni inserisce anche Lavezzi ma proprio da un suo errore nasce la ripartenza per l’episodio del rigore trasformato da Mascara e poi in pieno recupero il giovane Falconieri ha il tempo di aggiustarsi il pallone, prendere la mira e castigare Navarro per rendere la sconfitta del Napoli persino umiliante ed ingiustificabile.

 
NAVARRO 5
SANTACROCE 5
CONTINI 5
ARONICA 5.5
GRAVA 5.5
BLASI 5 (30’st Gargano sv)
BOGLIACINO 5.5
PAZIENZA sv (17’pt Datolo 5)
MANNINI 4.5
PIA’ 6 (13’st Lavezzi 5)
ZALAYETA 5.5

Napoli – Chievo 3-0

38ª GIORNATA

Successo firmato dalla vecchia guardia

Ma la gente del S. Paolo contesta e resta in ansia per Lavezzi

serieA
dom 31/05/09

NAPOLI

CHIEVO

stadio San Paolo
30000 spettatori
napoli chievo  
arbitro Candussio – 6
guardalinee Dobosz – Bianchi
quarto uomo Celi

3

0

 
     
gol 3’pt Montervino  
gol 7’pt Bogliacino  
gol 18’pt Pià  

NAPOLI (3-5-2): Navarro (1’st Gianello), Santacroce, Contini, Aronica, Montervino, Blasi, Bogliacino (15’st Gargano), Hamsik, Vitale, Lavezzi, Pià (39’st Denis).
Panchina: Rinaudo, Grava, Amodio, Zalayeta. All. Donadoni.
CHIEVO (4-3-1-2): Aldegani, Sardo, Morero, Mandelli, Mantovani, Pinzi, Italiano (10’st Hanine), Bentivoglio, G. Colucci (29’st Burato), M. Esposito (10’st Kerlon), Pellissier.
Panchina: Squizzi, Malagò, Scardina, Rigoni. All. Di Carlo.

Meno di venti minuti per chiudere la pratica Chievo, l’ultima di un campionato così anomalo quanto indecifrabile: il Napoli ha collezionato trentatrè punti nel girone d’andata, soltanto tredici al ritorno. Resta il mistero. Anche sugli spalti, lo sconcerto è ancora palpabile, con una curva svuotata a metà ripresa ed una serie di striscioni di contestazione nei confronti di tutti i protagonisti, Donadoni escluso solo perchè giunto in corso d’opera.
Non è un caso che a chiudere la stagione provvedano tre della vecchia guardia: Montervino, al suo primo gol in A; Bogliacino, a suo agio nel ruolo di regista ed alla sua seconda marcatura consecutiva; Pià, al suo quarto bersaglio nelle ultime cinque gare da titolare. Sono quelli più attaccati alla maglia, coloro che hanno vissuto per intero il primo quinquennio dell’era De Laurentiis e non potevano che chiuderlo in bellezza.
Ma il pomeriggio del San Paolo è pieno di apprensioni, nonostante gli annunci imminenti degli acquisti di Quagliarella e Cigarini, due nazionali. C’è apprensione per la sorte di Lavezzi. Incertezza sul futuro dell’argentino. Davvero il Pocho desidera andar via? Ma Lavezzi, tornato titolare dopo la gara con l’Inter, sfodera alcuni dei suoi numeri. Mostra tanta voglia. Ed il pubblico s’infiamma. L’applaude. Si diverte persino ( e s’arrabbia) dopo quei venti minuti iniziali giocati a tutto gas. Perchè soltanto ora e non anche prima? Donadoni prova a travestire Inacio Pià da Fabio Quagliarella. Lo schiera al fianco di Lavezzi ed il Napoli, senza un attaccante di riferimento, vola. Si creano spazi per gli inserimenti dei centrocampisti, viene disorientata la difesa avversaria, l’esordiente Aldegani trafitto in meno di venti minuti.
Per il Chievo Verona, privo di alcuni titolari ed appagato per la salvezza acquisita, c’è poco da fare davanti a quel Napoli pimpante, tonico, sempre pronto a verticalizzare. Ma i tifosi non dimenticano le amarezze patite nel girone di ritorno ed a metà ripresa il San Paolo si svuota. Non potevano immaginare che da lì a poco Lavezzi avrebbe giurato fedeltà al Napoli e che Quagliarella si sarebbe congedato ufficialmente dal pubblico di Udine. Si era già aperto il secondo quinquennio dell’era De Laurentiis. E sotto i migliori auspici, al di là del tre a zero al Chievo Verona.

 
NAVARRO 6 (1’st Gianello 6)
SANTACROCE 6.5
CONTINI 6
ARONICA 6
MONTERVINO 6.5
BLASI 6
BOGLIACINO 6.5 (15’st Gargano 6)
HAMSIK 6
VITALE 6
PIA’ 6.5 (39’st Denis sv)
LAVEZZI 6.5

Panionios – Napoli 0-1

3° TURNO
(a)

Napoli, l'Uefa è più vicina

Decide Bogliacino su splendida
iniziativa di Denis, a cui è annullato il raddoppio

intertoto
dom
20/07/08

PANIONIOS

NAPOLI

stadio Nea Smyrni
5000
spettatori
panionios napoli  
arbitro Nuno Pereira Gomes – 6
guardalinee Pimenta – Serrao
quarto uomo Akrivos

0

1

 
     
ammonizione Skoufalis gol 31'pt Bogliacino  
ammonizione Kiliaras ammonizione Vitale  
ammonizione Makos ammonizioneammonizione 31'st Rinaudo  

PANIONIOS (4-4-1-1): Kresic, Maniatis, Majstorovic, Langkamp,
Koutsopoulos, Skoufalis (34'st Delura), Kumordzi, Nikolau (12'st
Sialmas), Makos, Kiliaras (28'st Wagner), Choutos.
Panchina: Andriolas, Hetemaj, Tzavellas, Goundoulakis. All. Lienen.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo 6, Cannavaro, Rinaudo, Contini, Maggio,
Blasi, Gargano, Hamsik (37'st Pazienza), Vitale, Bogliacino (29'st Pià),
Denis.
Panchina: Gianello, Grava, Montervino, Dalla Bona, De Zerbi. All. Reja.

La prima prova d’Europa fa sorridere il Napoli: la personalità c’è,
manca la brillantezza (come logico in questo periodo) e mancano un po’
di giocatori importanti quali Lavezzi, Mannini, Santacroce, per non
citare Zalayeta che sta accelerando il suo recupero. Ma Reja può
proseguire nel lavoro di inserimento di Maggio e Denis, quest’ultimo
davvero costante nel confermare quello che di positivo si era affermato
su di lui nelle prime amichevoli. L’argentino c’è con il fisico, la
testa ed anche i piedi. Fa reparto da solo. Ed anche se manca qualche
ghiotta occasione da gol si lascia perdonare.
Il Napoli passa in vantaggio al Nea Smyrni dopo una mezz’ora di gioco.
Vi riesce al termine della prima vera ripartenza. Una controfuga portata
avanti con imponenza, sicurezza, determinazione: quattro contro tre. E
con una rifinitura dell’azione quasi perfetta: pallone da Blasi a Denis
che si allarga sulla destra. Il Tanque salta Koutosopoulos, si porta fin
sul fondo e poi crossa al centro per Bogliacino che si trova bene
appostato e sceglie perfettamente il tempo della battuta precedendo
persino Hamsik. Per ripeterle ci vorrebbe lo sprint nelle gambe che non
c’è. Non ci può essere ancora. Ma tra sette giorni dovrebbe andare già
meglio, anche perchè si giocherà in notturna, cosa impossibile ieri in
quanto i greci avevano preferito giocare di pomeriggio pensando di
creare qualche problema al Napoli. In realtà qualche problema la
formazione di Reja lo avverte in avvio di gara quando il caldo feroce
(37 gradi) e la vivacità dell’avversario mettono a dura prova una difesa
ancora lenta, macchinosa, tranne in Contini, l’unico a giganteggiare per
larghi tratti della gara. Il Panionios riesce ad arrivare
pericolosamente dalle parti di Iezzo con il piccolo e terribile Kiliaras
in tandem con Choutos. Quest’ultimo centrerà la traversa dopo due minuti
di gioco ma il Napoli non si lascia intimidire. Conquista posizioni in
campo gradatamente. Sale il baricentro. Sfodera un buon possesso palla.
Fa valere le su qualità tecniche di gran lunga superiore alla banda
affidata a Lienen e per giunta priva anch’essa di pedine importanti.
Dopo il gol, il Napoli va avanti con un solo dubbio: quanto durerà la
tenuta? Intanto, già al 37' Kumordzi fa tremare di nuovo la traversa
protetta da Iezzo. E sono due a favore del Panionos.
Ma la squadra di Reja nella ripresa assapora aria di colpaccio. Stringe
le fila. Salgono di tono Maggio, Blasi, lo stesso Hamsik. Spazza via
l’emozione anche Vitale. E Cannavaro con Contini abbassano la
saracinesca. E poi Gustavo German Denis: ogni volta che riparte crea un
pericolo, ogni volta che tocca il pallone fa respirare i compagni. I
greci tirano fuori la baionetta, inserendo un’altra punta ma è il Napoli
a sciupare il raddoppio due volte con uno stremato Denis.

 
IEZZO 6
CANNAVARO 6
RINAUDO 5
CONTINI 7
MAGGIO 6
BLASI 6.5
GARGANO 6
HAMSIK 6 (37'st Pazienza sv)
VITALE 6
BOGLIACINO 6.5 (29'st Pià sv)
DENIS 6.5

Napoli – Panionios 1-0

3° TURNO
(r)

Napoli si prende l'Europa

Hamsik fa esplodere i 60000 del San
Paolo la squadra di Reja soffre, vince, entusiasma e conquista
l’accesso alla Coppa Uefa

intertoto
sab
26/07/08

NAPOLI

PANIONIOS

stadio San Paolo
60000
spettatori
napoli panionios  
arbitro Muniz Fernandez – 6.5
guardalinee Miranda – Robles
quarto uomo Ayroldi

1

0

 
     
gol 20'st Hamsik ammonizione Kumordzi  
ammonizione Blasi ammonizione Langlamp  
ammonizione Hamsik  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Grava, Cannavaro, Contini, Maggio, Blasi,
Gargano, Hamsik (28'st Pazienza), Vitale, Denis (41'st De Zerbi),
Bogliacino (14'st Pià).
Panchina: Gianello, Montervino, Amodio, Dalla Bona. All. Reja.
PANIONIOS (4-3-1-2): Kresic, Maniatis, Majstorovic, Langlamp,
Tzavellas, Kumordzi, Nikolau, Koutsopoulos (33'st Kapepanos), Kiliaras,
D’Acol (26'st Kondis), Choutos (7'st Delura).
Panchina: Andriolas, Hetemaj, Drsek, Goundoulakis. All. Lienen.

Soffrire e poi gioire, l’Europa è anche questa. Pazientare per poi
colpire al momento giusto. Ci pensa il gioiello di casa-De Laurentiis,
Marek Hamsik, con la cooperazione di Pià e Denis a chiudere la pratica
con i greci del Panionios ed a regalare ai sessantamila del San Paolo
una gioia tanto attesa: l’ingresso in Uefa a distanza di quattordici
anni e dopo appena un anno di serie A. Notte magica a Fuorigrotta, ad
incitare per novanta minuti un Napoli più razionale che esuberante; più
cinico che garibaldino; già europeo nell’interpretazione della gara;
encomiabile.
Che il passaggio del turno non sarebbe stato così scontato, lo si
intuisce sin dalle prime battute. I greci, anch’essi privi di pedine
importanti quali l’esterno Skoufalis, mostrano sagacia tattica e
predisposizione al sacrificio. E’ bravo il tedesco Lienen a ridisegnare
la formazione in funzione dell’avversario: Kumordzi, che all’andata
agiva da regista, si piazza alle costole di Hamsik; Koutsopoulos, che ad
Atene giocava sulla linea di difesa, prende in custodia Blasi mentre
Nikolau fronteggia Gargano.
Il Napoli entra in sofferenza proprio nella zona dove avrebbe dovuto
costruire gioco. E ne risente un po’ tutta la manovra, soprattutto in
fase d’attacco dove Denis è solo nonostante il vano prodigarsi di
Bogliacino. Ma il Panionos non bada solo a spegnere le fonti di gioco
avversarie, punta anche a realizzare quel gol che rimetterebbe tutto in
discussione. Già al primo minuto D’Acol con un tiro a sorpresa mette a
dura prova l’attenzione di Iezzo. Ma è al 24' che scatta l’allarme: su
azione d’angolo, l’esperto e bravo Choutos centra il palo alla destra di
Iezzo. E lo stadio realizza che non sarà una serata agevole. Soltanto
quando Reja scioglie le briglie al giovane Vitale il Napoli s’accende
sul suo fianco sinistro.
Ma la differenza di preparazione, che all’andata non s’era notata tanto,
al fresco di Fuorigrotta comincia ad avere il suo peso. I calciatori del
Panionios riescono ad arrivare spesso primi sulla sfera ma soprattutto a
non dare punti di riferimento in attacco come a centrocampo. E il Napoli
fatica, stenta a sfondare sulle fasce, non riesce a passare per vie
centrali. Le gambe non rispondono a dovere, meglio non rischiare quindi,
penseranno Cannavaro e soci. Velleitari i tentativi dalla distanza di
Bogliacino prima e Gargano poi. Ma lo zero a zero resta sempre lì come
una spada di Damocle. Basta una distrazione e tutto ritorna in gioco.
Reja invita a ragionare più che correre. E la lezione viene recepita
anche dagli spalti dove l’incitamento non manca mai, così come la
pazienza. Nella ripresa, il Napoli prova ad innescare anche Maggio fino
ad allora attento a presidiare la fascia più che a proporsi. Ma il
Panionios regge, si difende anche con otto uomini dietro la linea del
pallone e dopo pochi minuti Lienen toglie Choutos, sposta Kiliars a
ridosso di D’Acol e inserisce Delura per dare più peso in regia.
Reja replica con Pià. E ha ragione lui, perché al 20' il brasiliano si
destreggia in area, serve al centro per la testa di Denis, la sfera
arriva sui piedi di Hamsik che da pochi passi trafigge Kresic in uscita.
Sugli spalti è il delirio. I sessantamila si trasformano in dodicesimo
uomo. Fischi ogni qual volta i greci toccano palla. Incitamenti e
ovazioni per i propri beniamini. E un grande sospiro quando Iezzo nega a
Kondis il gol dell’uno a uno che neanche sarebbe bastato al volenteroso
Panionios per rimettere in gioco la qualificazione.

 
IEZZO 6.5
CANNAVARO 6.5
GRAVA 6
CONTINI 6
MAGGIO 6
BLASI 7
GARGANO 6
HAMSIK 7 (28'st Pazienza 6)
VITALE 7
BOGLIACINO 6 (14'st Pià 6.5)
DENIS 6.5 (41'st De Zerbi)

Vllaznia – Napoli 0-3

2° TURNO P.
(a)

Pià-Denis, Napoli da impazzire

Due magie del brasiliano, poi
l’argentino (primo gol ufficiale) chiude i conti

Coppa UEFA
gio
14/08/08

VLLAZNIA

NAPOLI

stadio Loro Borici
15000 spettatori
vllaznia napoli  
arbitro Sukhina – 7
guardalinee Khoedev – Malorodov
quarto uomo Kayumov

0

3

 
     
ammonizione Lici gol
28'pt Pià
 
gol
1'st Pià
 
gol
30'st Denis
 
ammonizione Rinaudo  
ammonizione Vitale  

VLLAZNIA (4-4-1-1): Bishani, Beqiri, Teli, Bashiq, Belisha (1'st
Lici), Smaylay (19'st Boadu), Nallbani, Osja (36'st Hoti), Lika, Kaki,
Sukaj.
Panchina: Grima, Sinai, Doci, Shtubina. All. Canaj.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cannavaro, Rinaudo, Contini, Maggio,
Pazienza, Blasi, Hamsik (35'st Montervino), Vitale (30'st Grava), Pià
(24'st De Zerbi), Denis.
Panchina: Gianello, Santacroce, Amodio, Bruno. All. Reja.

L’Europa è unita e ora che c’è il Napoli, calcisticamente, lo sembra
ancora di più: quattordici anni dopo, l’Uefa, quella vera, lascia
risplendere la storia lucente d’un club che ne ha vissute tante, troppe,
e che stufo della penombra timbra il passaporto per sfide più vive,
intese, magiche. Vllaznia-Napoli si trasforma da partita in dettaglio in
un’ora o poco meno, il tempo di sganciare l’asse sudamericano Pià-Denis
e di regalarsi un (virtuale) sorteggio per il turno che vale, per
l’Europa che comincia a contare. 3-0, senza soffrire, senza penare,
senza neanche maramaldeggiare, conservando le energie per il futuro,
denso di impegni ma anche d’adrenalina.
Vllaznia-Napoli dura lo spazio d’una emozione collettiva che Scutari
vive assorbendola per intera, regala una sorpresa ( ma non troppo) con
Teli, Lika e Sukai in campo, in contrasto con i lamenti pretattici di
Canaj che ne aveva annunciata la partenza per la Turchia, e poi va in
archivio: due lampi di Pià, un’azione modello carrarmato del tanque e il
Napoli può aspettare con largo anticipo il sorteggio per la più
preoccupante eliminatoria, lasciando al ritorno con gli albanesi il
valore d’un allenamento da assolvere con partecipazione.

Il “Loro Borici” tracima entusiasmo e riserva il tutto esaurito da
quindicimila spettatori annunciato, oltre a una gentile accoglienza per
i 500 napoletani al seguito: l’unica macchia, a un’ora dal fischio
d’inizio, è uno striscione più che allusivo ( con riferimento alla
spazzatura) ma immediatamente rimosso. Poi è calcio, è ola, sono
schermaglie tattiche che tengono zavorrata la sfida nella metà campo,
dove gli uomini nella zona si prendono e non si lasciano quasi mai. La
pressione, nervosa, del Vllzania è elementare, cerca gli esterni
attraverso un palleggio sotto ritmo, offre al Napoli la possibilità di
governare gli spazi occupandoli e i brividi dell’emozione iniziale per
l’Evento evaporano d’incanto sul cross di Blasi dalla bandierina ( 13')
spizzato da Rinaudo e sfiorato a un niente dal gol dalla estirada di
Hamsik. La serata partenopea appare agevole, ma diviene incoraggiante,
quasi entusiasmante, mentre la calma piatta si sta impossessando del
match, impantanato nella metà campo. E’ da là in mezzo che Pazienza
(28') intravede lo snodo per Maggio e nello scatto ci sono i presupposti
per la ripartenza, per l’affondo, per il cross sul quale va di piatto
pieno Pià, letale come una cobra. Il Vllzania rimane lì, sulle gambe,
rischia ancora e clamorosamente con un fuorigioco eluso da Pià (30') che
riesce ad arrivare al tu per tu con Bishaniu, prima di rimanere
stregato; e poi vacilla sempre sulla dorsale di destra, dove intanto
imperversa Maggio, sul cui cross (38') Pià trova il tacco e l’esterno
rete.
Il Napoli ha la serata tra le mani, la gira e la rigira come vuole,
appoggia sugli esterni, avendo uomini di corsa, si fida della solidità
di Pazienza (soprattutto) e di Blasi, ma dal cilindro magico lascia
riemergere in maniera fragorosa Inacio Pià, l’erede di Lavezzi,
l’attaccante con la valigia (ora ovviamente richiusa) che archivia le
palpitazioni in apertura di ripresa con l’ennesimo allungo, uno strappo
sulla partita e sulla qualificazione.
Il 2- 0 è figlio d’una ricerca della profondità attraverso la sponda di
Denis e, quando dalle retrovie s’impenna la traiettoria, el tanque ha le
idee chiare e Pià le praterie davanti. Stacco argentino, zampata
brasiliana e l’Europa è sempre più napoletana. Sukaij prova a rovinare
il panorama (18'st), lasciato invece limpido dall’allungo sul palo
lontano di Iezzo, reattivo e salvifico. L’Uefa va blindata, senza
negarsi nulla, e quando entra De Zerbi, Denis se ne appropria,
cogliendone il servizio al bacio per un sinistro che lascia il segno.
Ricominciare da tre: che gusto.

 
IEZZO 6.5
CANNAVARO 6.5
RINAUDO 6
CONTINI 6
MAGGIO 7
BLASI 7
PAZIENZA 7
HAMSIK 6 (35'st Montervino sv)
VITALE 6.5 (30'st Grava sv)
PIA' 7.5 (24'st De Zerbi 6)
DENIS 6.5

Napoli – Vllaznia 5-0

2° TURNO P.
(r)

Napoli, il festival del gol

A segno Pià, due volte Rinaudo, Hamsik
e l’olimpionico Lavezzi: Reja vola in Europa

Coppa UEFA
gio
28/08/08

NAPOLI

VLLAZNIA

stadio San Paolo
35000
spettatori
napoli vllaznia  
arbitro Aydinus – 6
guardalinee Ok – Bingul
quarto uomo Gencerler

5

0

 
     
gol 40'pt Rinaudo  
gol
6'st Pià
 
gol 9'st Rinaudo  
gol 34'st Lavezzi  
gol
42'st Hamsik
 
ammonizione Dalla Bona  
ammonizione Lavezzi  

NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, Cannavaro, Rinaudo,
Montervino, Pazienza, Gargano, Dalla Bona (18'st Hamsik), Grava,
Zalayeta, (31'st Denis sv), Pià (24'st Lavezzi).
Panchina: Iezzo, Bruno, Blasi, Maggio. All. Reja.
VLLAZNIA (4-4-1-1): Grimaj, Smajlay, Beqiri, Bashici, Lici, Osja,
Nallbani, Belisha (41'st Hoti), Doci, Bohadu (41'st Kaci), Sinani.
Panchina: Ndoia Rraboshta, Shtubina, Mohammed, Balaj. All. Canaj.

Una sbornia contro i modesti albanesi. Appena il Napoli decide di
accelerare non c’è storia: doppietta di Rinaudo, gol di Pià e poi lo
show di Lavezzi con il botto finale di Hamsik. Morale alle stelle ed
applausi per il Napoli in vista della trasferta dell’Olimpico. Avanti in
Uefa. Ed ora il campionato.
Come nelle previsioni, il Napoli affronta la gara al piccolo trotto. E
privo di ben sette titolari. Reja tiene ben in mente che dovrà far
visita alla Roma tra quattro giorni. Fa riprendere confidenza con il
clima agonistico a Santacroce e Gargano che negli ultimi tempi erano
rimasti inattivi per noie muscolari. E prova anche Zalayeta al fianco di
Pià in una partita che vale. Il panterone manda segnali confortanti al
tecnico. Manca qualche occasione gol ma è in netta ripresa. La prima
mezzora scivola via senza acuti. Ma quando dagli spalti, dove comunque
sono accorsi in trentacinquemila circa, comincia a trasparire qualche
mugugno, il Napoli decide di accelerare sganciando anche le torri
difensive. Ed a quel punto il dispositivo tattico degli albanesi
comincia a vacillare. Al 33', Dalla Bona scheggia il palo alla destra
del portiere; al 39' Pià tenta un’inutile finezza su cross di Montervino
vanificando una ghiotta occasione-gol. Un minuto dopo viene sbloccato il
risultato.
Tocca a Leandro Rinaudo salire sugli scudi. Il palermitano castiga il
Vllaznia concludendo in rete un cross di Gargano su cui Cannavaro fa
velo. E da questo momento la partita diventa a senso unico. Gli albanesi
crollano con il passare dei minuti. Troppo ampio il divario tecnico e
tattico tra le due formazioni. Il Napoli dopo aver fallito il raddoppio
con Zalayeta allo scadere della prima frazione, dilaga nella ripresa. E’
Pià a concludere in rete con la complicità del portiere Grimaj. E quindi
il bis del perticone siciliano. Evidentemente a Rinaudo fa bene l’aria
di Coppa. Anche a Palermo all’esordio in Uefa Leandro realizzò una
doppietta ai danesi del Broendby. E non a caso la sua serata coincide
con il mancato arrivo di un suo probabile concorrente. Era atteso per le
visite mediche il polacco Tomasz Jodowliec. Ma all’ultimo momento ha
chiamato per dire che non se la sentiva più, sollevando non poco
sconcerto in casa Napoli. Jodowliec sarebbe dovuto entrare in
concorrenza con Rinaudo nel ruolo di centrale difensivo mancino. In un
colpo solo, il palermitano ha convinto gli scettici e scacciato il
fantasma polacco.
Sul risultato di tre a zero, Reja manda in campo prima Hamsik ed poi
anche Lavezzi. E dagli spalti si leva un boato gigantesco. Il Pocho,
fresco olimpionico a Pechino, è un idolo della folla ormai. Ed in campo
a questo punto gli occhi sono solo per lui. Come sta? Ha smaltito il
fuso orario? Altrochè. Lavezzi va pure in gol, alla sua maniera, finte e
controfinta sul portiere. Pronto per Roma. E con lui pure Hamsik che
firma la cinquina per la goduria dei 35mila accorsi al San Paolo.

 
GIANELLO 6
CANNAVARO 6.5
RINAUDO 7
SANTACROCE 6.5
MONTERVINO 6.5
PAZINEZA 6.5
GARGANO 6
DALLA BONA 6 (18'st Hamsik 6.5)
GRAVA 6
PIA' 6.5 (24'st Lavezzi 6.5)
ZALAYETA 6 (31'st Denis sv)

Napoli – Benfica 3-2

1° TURNO
(a)

Napoli, tutto a Lisbona

Va sotto, rimonta, domina ma alla fine
il vantaggio è minimo

Coppa UEFA
gio
18/09/08

NAPOLI

BENFICA

stadio San Paolo
52000
spettatori
napoli benfica  
arbitro Kuipers – 6
guardalinee Gerritsen – Simons
quarto uomo Nijhuis

3

2

 
     
gol
18'pt Vitale
gol 16' pt Suazo  
gol
20'pt Denis
gol 14'st Luisao  
gol
9'st Maggio
ammonizione Martins  
ammonizione Blasi  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, Santa­croce, P. Cannavaro, Contini,
Maggio, Blasi (1'st Pazienza), Gargano, Hamsik (31'st Pià), Vitale,
Denis (22'st Zalayeta), Lavezzi.
Panchina: Gia­nello, Montervino,
Aronica, Rinaudo. All. Reja.
BENFICA (4-4-2): Quim, Maxi Pe­reira, Luisao, Sidnei, Leo, Urreta
(1'st Balboa), Martins (9'st Katsuranis), Yebda, Reyes, Suazo, Di Maria
(18'st Nuno Gomes).
Panchina: Moreira, Amorim, Ribeiro, Jorge Vitor.
All. Sanchez Flores.

Il Napoli ci crede. Al Da Luz ci sarà da soffrire ma ieri sera per
cinquanta minuti buoni Lavezzi e compagni hanno dominato il Benfica, una
Grande d’Europa. Ci sono riusciti con un gioco veloce, fatto di pressing
alto, ripartenze improvvise negli spazi. Sanchez Flores ha facilitato il
compito di Reja visto che per un tempo Hamsik ha goduto di straordinaria
libertà mentre Lavezzi seminava il panico sulla destra dove Leo non
aveva alcuna collaborazione in fase difensiva da Reyes. Poteva essere un
trionfo se il Napoli non avesse pasticciato un po’ troppo in difesa,
soffrendo maledettamente sulle palle inattive (da un corner e da una
punizione i due gol portoghesi). Ma c’è tempo per correggere un Napoli
che è, comunque, squadra vera e bella.
In queste manifestazioni il primo impatto è quello più complicato.
Eppure il Napoli è apparso subito non solo ben sistemato in campo ma
anche a proprio agio nonostante dall’altra parte ci fosse un avversario
che può impiegare gente come Di Maria, Suazo, Quim, Luisao, Nuno Gomes.
Per tutto il primo tempo la squadra di Reja è apparsa più veloce e,
soprattutto, in costante superiorità numerica (come era ovvio visti i
moduli) in mezzo al campo. Una situazione che consentiva ad Hamsik di
inserirsi agevolmente negli spazi (come peraltro dimostrano i due gol) e
a Lavezzi di mandare in crisi la lenta coppia centrale (Luisao-Sidnei).
Teoricamente il Napoli avrebbe dovuto soffrire sulle corsie
contrapponendo ai due laterali portoghesi (su ogni fascia) un solo uomo.
Ma Vitale e Maggio hanno tenuto la posizione. L’unico terreno su cui il
confronto era squilibrato era quello dell’esperienza. Ed è stata proprio
la carenza di esperienza napoletana che ha consentito a Suazo di portare
in vantaggio il Benfica: angolo di Martins, con l’ex interista che
lanciandosi in area dal limite, faceva perdere ai marcatori le sue
tracce per andare a colpire violentemente di testa. Era il 16' del primo
tempo e cominciavano i quattro minuti più esaltanti di una bella
partita. L’affetto del San Paolo irrobustiva le gambe dei napoletani che
al primo affondo raggiungevano il pareggio: tiro di Hamsik, rimpallo che
liberava Vitale a due passi da Quim; precisa conclusione e palla a
centro. Nemmeno il tempo di rifiatare e Lavezzi di gran carriera
riportava la sua squadra nella trequarti del Benfica, cross per Hamsik,
tiro dello slovacco e Denis a due passi dalla linea metteva dentro. Il
cielo della perfezione sarebbe stato toccato con un dito se al 42' Denis
di testa non avesse trovato sulla sua strada, proprio sulla linea di
porta, la testa di Leo (tra i migliori della sua squadra).
La perfezione il Napoli sembrava raggiungerla al 9' della ripresa quando
Maggio crossava dalla destra e Quim pasticciava sul suo palo facendo
entrare la palla in rete. A quel punto sarebbe stato necessario
controllare invece dopo appena cinque minuti Cannavaro commetteva un
fallo inutile sulla trequarti. Il cross sottolineava le incertezze (già
emerse in occasione del primo gol) sulle palle inattive del Napoli,
Luisao riduceva lo svantaggio e riapriva il discorso qualificazione. Il
Benfica riprendeva coraggio anche perché il Napoli, stanchissimo, non
riusciva più a velocizzare la manovra. Con Balboa e Katsuranis, Sanchez
Flores correggeva la squadra limitando i danni sulla fascia dando
maggiore consistenza al centro. E così il Napoli (e Lavezzi in
particolare) non riusciva più a ripartire negli spazi. Al ritorno,
incrociando le dita e giocando come ieri si può fare.

 
NAVARRO 5.5
SANTACROCE 6
CANNAVARO 5.5
CONTINI 5.5
MAGGIO 6.5
BLASI 6 (1'st Pazienza 5.5)
GARGANO 6
HAMSIK 6.5 (31'st Pià sv)
VITALE 6.5
LAVEZZI 7
DENIS 6.5 (22'st Zalayeta 5.5)

Benfica – Napoli 2-0

1° TURNO
(r)

Napoli fuori con rimpianti

Sullo 0-0, palo di Cannavaro poi
Zalayeta sbaglia. E l’arbitro non mostra il «rosso» per
l’ex-Fiorentina

Coppa UEFA
gio
02/10/08

BENFICA

NAPOLI

stadio Da Luz
56596
spettatori
benfica napoli  
arbitro Stark – 4.5
guardalinee Salver – Hartmann
quarto uomo Drees

2

0

 
     
gol 12'st Reyes ammonizione Cannavaro  
gol 38'st Nuno Gomes ammonizione Vitale  
ammonizione Reyes ammonizione Rinaudo  
ammonizione Di Maria ammonizione Contini  

BENFICA (4-4-1-1): Quim, Maxi Pereira, Luisao, Sidnei, Jorge
Ribeiro, Katsouranis, Amorim (24'st Martins), Yebda (31'st Binya),
Reyes, Di Maria (33'st Urreta), Nuno Gomes.
Panchina: Moreira,
Balboa, Vitor, Oliveira. All. Quique Flores.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Cannavaro, Rinaudo, Contini, Maggio,
Gargano, Blasi, Hamsik (20'st Russotto), Vitale (33'st Mannini sv),
Lavezzi 6 (24'st Denis), Zalayeta.
Panchina: Navarro, Santacroce,
Aronica, Pazienza. All. Reja.

Un palo, tre palle gol mancate sul risultato di zero a zero. Inevitabile
poi soccombere alla distanza, specie se di mezzo c’è un avversario
imbelvito e un arbitro fin troppo permissivo. Così il tre a due
dell’andata già complicato da proteggere, diventa inutile nella ripresa
con l’uno-due del Benfica. Ma il Napoli che capitola dopo dieci gare
lascia il Da Luz a testa alta. Ha fatto l’impossibile per passare il
turno e deve recitare solo il mea culpa per non esservi riuscito. E’
sulla buona strada in quanto a crescita.
Si sapeva che sarebbe stata una serata di combattimento. Ma nessuno
poteva prevedere che le «aquile rosse» si catapultassero sul Napoli con
tanta foga, tanto accanimento e ricevessero simile compiacenza da un
direttore di gara incerto ed oltremodo tollerante(da espulsione una
gomitata di Nuno Gomes a Contini sullo 0-0). Quique Flores aveva
lasciato apposta fuori Carlos Martin per inserire Amorim sulla destra e
piazzare in cabina di regia due mastini inferociti: Yebda e Katsouranis.
Benfica da combattimento, quindi, con Reyes e Jorge Riberio (preferito a
Leo) a raddoppiare spesso e volentieri sulla sinistra mentre Max Pereira
ed Amorim provavano alla stessa maniera a destra. Gli spalti del Da Luz,
poi, hanno fatto il resto con un tifo infernale a sovrastare quello dei
duemila napoletani accorsi a Lisbona. Dopo un’occasione sciupata da
Lavezzi al 4', i portoghesi hanno cominciato a condurre il gioco.
Evidente la sofferenza del Napoli sul suo fianco destro. Chiaro il
disagio nella zona centrale, laddove Blasi preoccupato di prendere in
prima battuta Di Maria, lasciava troppo campo a Yebda mentre Gargano,
proteso a correre in soccorso di Maggio, non riusciva a garantire il
necessario filtro nella zona centrale. Dall’altra parte, Hamsik, non in
serata, faticava non poco nel limitare l’azione di Katasouranis come a
ripartire. Per oltre venti minuti, il Napoli ha visto le streghe: su un
tiro di Yebda, su un altro di Di Maria. Finchè al 25', Vitale servito da
Gargano, non impegnava seriamente il portiere avversario, il nazionale
Quim. Ed allora Quique Flores, ha invertito le posizioni di Yebda e
Katsouranis procurando altri brividi all’attento Gianello. Partita
sempre vibrante, a stento controllata dall’arbitro tedesco Stark
chiamato a sostituire il collega Brych designato in un primo momento.
Soltanto alla mezzora, il Napoli ha cominciato a prendere coraggio. Ed a
sfiorare il gol con Lavezzi in semirovesciata spalle alla porta (33'); a
centrare prima il palo con Cannavaro di testa su calcio piazzato di
Gargano (45') e sulla ribattuta Zalayeta, quasi dal dischetto, ha
sciupato la più ghiotta delle palle gol; a mancare il vantaggio in
recupero (46') con Maggio che invece di tentare la conclusione ha
servito al centro favorendo il salvataggio disperato di Luisao. Napoli,
finalmente volitivo. E Benfica, che appena minacciato nella sua metà
campo dava segnali di cedimento.
Impossibilitato a tenere il pallone lontano dalla propria area (Zalayeta
non vi riesce quasi mai), al 12' il Napoli è andato sotto: lancio di
Katsouranis per Reyes, Maggio e Cannavaro non sono riusciti a chiudere e
l’ex Arsenal ha castigato l’incolpevole Gianello. A questo punto Reja ha
tolto Hamsik per Russotto e poco dopo Lavezzi per Denis. Plateale il
gesto di disapprovazione del Pocho nei confronti del tecnico. Con la
qualificazione compromessa, il Napoli ha provato la carta della
disperazione ma con i nervi a fior di pelle, due torri in attacco e
Russotto, pur bravo, inadatto per una sfida ad alta tensione agonistica.
Ed al 38', il colpo del kappaò: cross di Martin, indisturbato dalla
destra, testa di Nuno Gomes e Gianello è trafitto per la seconda volta.

 
GIANELLO 6
CANNAVARO 6
RINAUDO 5.5
CONTINI 5.5
MAGGIO 5
BLASI 5.5
GARGANO 6
HAMSIK 5 (20'st Russotto 5)
VITALE 6.5 (33'st Mannini sv)
LAVEZZI 6 (24'st Denis sv)
ZALAYETA 5

Palermo – Napoli 2-1

23ª
GIORNATA

Troppo Miccoli per questo Napoli

Hamsik non basta.
Migliaccio-Simplicio, sorpasso Palermo

serieA
dom
08/02/09

PALERMO

NAPOLI

stadio Barbera
30145
spettatori
palermo napoli  
arbitro Saccani – 6.5
guardalinee Stagnoli – Lanciano
quarto uomo Cavarretta

2

1

 
     
gol 2'pt Migliaccio gol
43'pt Hamsik
 
gol 14'pt Simplicio ammonizione Contini  
ammonizione Bresciano ammonizione Lavezzi  
ammonizione Miccoli ammonizione Maggio  
ammonizione Nocerino  

PALERMO (4-3-1-2): Amelia, Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti,
Migliaccio, Nocerino, Bresciano (39'st Savini), Simplicio (33'st Guana),
Cavani, Miccoli (35'st Succi).
Panchina: Ujkani, Gio. Tedesco,
Cossentino, Misuraca. All. Ballardini.
NAPOLI (4-3-1-2): Navarro, Maggio, Cannavaro, Contini,
Aronica, Blasi, Gargano, Bogliacino (38'st Pià), Hamsik (34'st
Pazienza), Denis 5 (34'st Zalayeta), Lavezzi.
Panchina: Bucci,
Montervino, Santacroce, Rinaudo. All. Reja.

Il Palermo risorge affossando il Napoli. Al di là del risultato rimasto
in bilico sino alla fine, quella rosanero ha dimostrato di essere una
squadra mentre la formazione di Reja ha manifestato preoccupanti
scollamenti. Lavezzi e compagni hanno lottato sino alla fine, anche
rischiando molto visto che l’allenatore friulano ha osato nel finale un
coraggioso 4-3-3 (mentre dall’altra parte Ballardini finiva con un cauto
5-3-2) ma a parte la brillantezza atletica, il Napoli sembra aver
smarrito automatismi e geometrie. Ci ha messo del suo, il tecnico
provando un sistema di gioco che non sembra essere nelle corde della sua
squadra (e per sostenere il quale non sembra avere gli uomini giusti).
Conseguenza inevitabile: una fase difensiva rabberciata e una
preoccupante confusione in mezzo al campo. Alla fine non è bastato
l’inedito 4-31-2 per evitare la settima sconfitta consecutiva in
trasferta.
Dall’altra parte, il Palermo ha confermato di essere implacabile in
casa. Ha occultato con Nocerino il vuoto lasciato da Liverani e sino a
quando ha retto il polpaccio di Miccoli i rosanero, pur concedendosi
lunghe e preoccupanti pause, hanno tenuto in allarme Navarro. Dopo due
sconfitte, Ballardini respira ottenendo la quinta vittoria consecutiva
casalinga. Semmai i problemi del tecnico riguardano la prossima
trasferta: Liverani fuori uso, Nocerino e Bresciano squalificati e
quindi inutilizzabili a Reggio Calabria.
Avvio scioccante per il Napoli probabilmente favorito dalla
risistemazione tattica decisa da Reja. Dalla difesa a tre, il tecnico è
passato alla linea a quattro con Maggio laterale a destra che è più
un’ala e Aronica a sinistra che in quel ruolo si adatta con grandi
difficoltà. Ma a guardare i movimenti delle due squadre ci si rendeva
conto che il Palermo seguiva un copione perfezionato nel lavoro
settimanale mentre il Napoli arrancava alla ricerca di equilibri che per
una buona mezz’ora non ha trovato regalando a Miccoli e compagni spazi
invitanti, con i due centrali troppo larghi, Gargano che non riusciva a
proporsi come schermo e i due mediani (Blasi a destra e Bogliacino a
sinistra) che dimenticavano l’applicazione delle dovute diagonali
lasciando agli avversari metri e metri di campo. Il tutto, poi aggravato
da errori individuali. Sull’angolo di Miccoli al 2', Aronica si faceva
bruciare sul tempo da Migliaccio (un napoletano che ha castigato il
Napoli con il suo primo gol in questo campionato); sul secco dribbling
sempre di Miccoli al 14', Paolo Cannavaro rimaneva fermo come un palo
della luce dando all’avversario la possibilità di mettere il pallone
sulla linea di porta dove, ancora una volta Aronica si faceva anticipare
(in questo caso da Simplicio; ci metteva del suo anche Navarro). Il
doppio vantaggio sembrava stordire il Napoli e il Palermo, illuso dalla
semplicità interpretativa della gara, cominciava a giocare con
leggerezza e superficialità, errore che spesso commette la squadra di
Ballardini.
Errore imperdonabile quando dall’altra c’è una squadra con
individualità capaci di colmare le lacune collettive. Il gol con il
quale al 43' del primo tempo Hamsik ha riaperto la partita non è giunto
casualmente (palla consegnata agli avversari, Denis che al limite
dell’area prima la difendeva attirando tre difensori rosanero e poi la
allungava alla sua sinistra per il compagno slovacco, totalmente solo,
che confezionava una perfetta conclusione a giro). Quella rete, però,
non ha chiarito le idee del Napoli che nella ripresa ha insidiato la
porta rosanero solo con una bella girata al volo di Lavezzi, venendo, al
contrario, salvata da Navarro su una conclusione di testa di Kjaer e
graziata da Cavani che non trasformava in gol il comodo assist concesso
da Blasi (un retropassaggio al portiere che più avventato non si
poteva).

 
NAVARRO 5.5
MAGGIO 5
CANNAVARO 5
CONTINI 5
ARONICA 4.5
BLASI 5.5
GARGANO 5
BOGLIACINO 5.5 (38'st Pià sv)
HAMSIK 6 (34'st Pazienza sv)
DENIS 5 (34'st Zalayeta sv)
LAVEZZI 5