Udinese – Napoli 0-5

2ª GIORNATA

Napoli “mamma mia”.

Lavezzi scatenato, Zalayeta ne fa già
due. L’Udinese evapora e finisce in goleada

Serie A
dom
02/09/07

gialloMestogol
16’pt Zalayeta

gialloZapatagol
40’pt Domizzi

UDINESE

NAPOLI

stadio Friuli
18000
spettatori
udinese napoli
arbitro Gervasoni – 6.5
guardalinee Padovan – Manzini
quarto uomo Gava

0

5

gol
20’st Lavezzi
gol
25’st Zalayeta
gol 36’st
Sosa
giallo Domizzi
giallo Blasi
UDINESE (4-3-3): Chimenti, Mesto, Coda, Zapata, Dossena,
Eremenko, Boundiaski (1’st Sivok), Inler, Quagliarella, Asamoah, Floro
Flores (11’st Di Natale).
Panchina: Handanovic, Zapotocny, Lukovic, Pepe, Paolucci. All. P.
Marino.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cupi (8’st Contini), Cannavaro, Domizzi,
Grava, Blasi (37’st Bogliacino sv), Gargano, Hamsik, Savini, Lavezzi,
Zalayeta (30’st Sosa).
Panchina: Gianello, Calaiò, Montervino, De Zerbi. All. Reja.

Clamoroso al Friuli? No, soltanto una partita interpretata in maniera
razionale, al limite della perfezione, da una squadra (il Napoli),
steccata clamorosamente dall’altra (l’Udinese). E là dove terminano i
meriti dell’una, cominciano i difetti dell’altra. I sistemi di gioco
stavolta c’entrano relativamente anche se il 4-3-3 di Marino sembra più
ipotetico che reale, vulnerabile, mal recitato. Impeccabile, invece,
l’applicazione del 3-5-2 da parte degli ospiti. Ma sono i protagonisti
in campo a rendere così vistosa una vittoria che ai partenopei mancava
dal lontano ‘86-‘87 quando c’era un certo Maradona. Bravi, tonici,
determinati quelli schierati di Reja a cui va il meritato chapeau per le
scelte effettuate (fuori Calaiò per Zalayeta, autore di una doppietta);
lenti, statici, distratti quelli di Pasquale Marino fuori partita e di
testa già dopo i primi venti minuti di gioco.
La formazione di Reja, che già si avvale dei rientri di Cannavaro e
Domizzi in difesa, sfrutta a meraviglia la superiorità numerica che si
ritrova a metà campo, riparte con puntualità svizzera e negli ultimi
venti metri manda in tilt l’avversario con la verve di un argentino
scatenato, imprevedibile, indemoniato. Ezequiel Lavezzi, 22 anni, già
protagonista della vittoria dello scorso torneo di clausura nelle fila
del San Lorenzo de Almagro sembra morso da una tarantola: parte a
destra, si sposta a sinistra, procura il primo gol di Zalayeta lasciando
di sasso Mesto e servendo al centro, mette a sedere Dossena quando va a
trovare la gloria personale con un delizioso sinistro, regala a Sosa la
rete del cinque a zero. E pensare che qualcuno durante il ritiro aveva
osato discutere le sue qualità. Lavezzi, dopo la tripletta rifilata al
Pisa in Coppa Italia, gioca una partita dove ci vorrebbero le catene per
fermarlo.
Insomma, Lavezzi sugli scudi. E’ lui, sistemato a ridosso di Zalayeta
con licenza di svariare su tutto il fronte, a mandare in crisi i
bianconeri. Ma non solo lui. Il Napoli a metà campo domina con quel
piccoletto arrivato dall’Uruguay, Walter Gargano, e che proprio
l’Udinese aveva cercato invano di strappare ai partenopei e la linea
mediana schierata da Marino senza D’Agostino (influenzato) e senza Obodo
e Pinzi (indisponibili) entra letteralmente in tranche.
Anche il cinismo distingue gli ospiti quando l’Udinese prova a
rialzarsi. Dopo il due a zero inflitto ad opera di Zalayeta (primo gol
con la maglia azzurra con una deviazione di destro) e Domizzi (girata
sotto misura su azione di angolo proseguita da Zalayeta e Cannavaro), il
Napoli controlla l’avversario, aspetta il momento giusto e lo castiga
per altre tre volte: con Lavezzi, con Zalayeta di sinistro su errore di
Chimenti, con Sosa subentrato al panterone che non esulta per rispetto.
Un cinque a zero fuori casa mancava al Napoli dalla stagione ‘29-‘30, a
Modena, allenatore Willy Garbutt. E’stato Reja a credere più di tutti in
una possibile vittoria a Udine. Qua la mano, saggio Edy.

IEZZO 6.5
CUPI 6.5 (8’st Contini 6.5)
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 7
GRAVA 6
BLASI 7 (37’st Bogliacino sv)
GARGANO 7.5
HAMSIK 6.5
SAVINI 6.5
LAVEZZI 8
ZALAYETA 7.5 (30’st Sosa 6.5)

Napoli – Sampdoria 2-0

3ª GIORNATA

Napoli si gode la premiata ditta
Lavezzi-Hamsik

E fa ancora festa Zalayeta gol

Serie A
dom
16/09/07

gol
42’pt Zalayeta
gialloZenoni

NAPOLI

SAMPDORIA

stadio San Paolo
45000
spettatori
napoli sampdoria
arbitro Gava – 6
guardalinee Cariolato – Pugiotto
quarto uomo Valeri

2

0

gol
31’st Hamsik
giallo Delvecchio
giallo Blasi giallo Sala
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cupi 7, P. Cannavaro, Domizzi, Grava,
Blasi, Gargano, Hamsik (41’st Bogliacino), Savini (34’st Contini),
Zalayeta, Lavezzi (44’st Calaiò).
Panchina: Gianello, Montervino, Sosa, De Zerbi. All. Reja.
SAMPDORIA (3-4-1-2): Castellazzi, Luccchini (13’pt Gastaldellio),
Sala, Bastrini (19’st D. Franceschini), C. Zenoni, Palombo, Sammarco,
Pieri, Delvecchio, Caracciolo, Montella (29’st Bellucci).
Panchina: Mirante, Poli, Kalu, Foti. All. Mazzarri.

Godi Napoli. E goditi questi due ragazzi che promettono di farti Grande.
Hamsik e Lavezzi non sono meteore, ma vere stelle. E sono giovani, tanto
giovani e questo significa che impreziosiscono il presente e possono
ancor di più esaltare il futuro. Lavezzi nel primo tempo ha praticamente
da solo annichilito la difesa della Sampdoria. Il povero Bastrini ha
vissuto un pomeriggio infernale davanti a quell’argentino indiavolato,
dalla prepotente forza muscolare e dalla grande sensibilità nei piedi.
Quando è uscito, colto dai crampi, ha probabilmente tirato un sospiro di
sollievo perché il suo personalissimo calvario era finito (incredibile
l’errore sul primo gol: lancio in verticale di Domizzi praticamente
innocuo; Castellazzi avrebbe potuto controllare tranquillamente invece
il portiere si è ritrovato addosso il compagno; palla perduta che finiva
sui piedi di Zalayeta ben dentro l’area; porta spalancata e gol).
La forza muscolare di Lavezzi si sposa in maniera perfetta con l’istinto
geometrico, la creatività, la capacità di andare in verticale di Marek
Hamsik, reduce da due partite con la sua nazionale (la Slovacchia), dato
per affaticato (tanto è vero che si pensava a un suo avvicendamento con
Bogliacino) e che invece ha dato il meglio di sé nel secondo tempo
realizzando un gol di straordinaria bellezza che se non fosse per
l’arditezza del paragone potrebbe essere inserito nel catalogo
maradoniano ( passaggio di petto di Lavezzi ad Hamsik che chiedeva il
triangolo a Zalayeta; lo slovacco entrava dentro l’area con una
«veronica» si liberava di Castellazzi e di esterno metteva dentro. Un
tripudio).
E’ un Napoli bello che ha sciolto un enigma: la partita col Cagliari è
stata una parentesi perché la squadra vera è più quella vista all’opera
con l’Udinese che quella andata in campo contro i sardi. Certo, la Samp
con la sorte ha contratto qualche debito. In partenza a Mazzarri mancava
Volpi, uomo decisivo in mezzo al campo (e da un punto di vista
geometrico, la sua assenza i doriani l’hanno avvertita). Nella notte,
poi, Bellucci è stato colto da un attacco gastroenterico: in panchina e
al suo posto il duo d’attacco Caracciolo-Montella; dietro di loro
Delvecchio che ha controllato in maniera arcigna Gargano. Poi, dopo
appena 12′ minuti, Mazzarri ha perso pure Lucchini. E da quel momento in
poi la partita per i doriani è stata una lunga discesa verso l’inferno.
Perché Palombo e compagni hanno smarrito tutte le idee di gioco
diventando vulnerabilissimi a livello difensivo (ai due gol, il Napoli
aggiunge anche una traversa colpita da Zalayeta con una conclusione di
testa, una parata di piede di Castellazzi su conclusione ravvicinata di
Calaiò servito nell’area piccola da Bogliacino con un pallonetto).
Reja ha fugato molti dubbi, fornito risposte nette e dimostrato che il
centrocampo napoletano ha straordinarie doti offensive (non a caso il
Napoli è andato qualche volta in sofferenza sui contropiedi per vie
centrali, tallone d’Achille inevitabile avendo in sostanza solo un uomo,
Blasi, che garantisce grande copertura e forza fisica): reparto di piedi
buoni che si esalta sullo stretto, nei colpi di Hamsik e nelle ripetute
accelerazioni di Lavezzi.

IEZZO 6
CUPI 7
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6.5
GRAVA 6
BLASI 7.5
GARGANO 6
HAMSIK 8
SAVINI 6 (34’st Contini sv)
LAVEZZI 8 (44’st Calaiò sv)
ZALAYETA 7

Empoli – Napoli 0-0

4ª GIORNATA

Balli si oppone a Zalayeta e Calaiò

Ma alla fine il Napoli ringrazia il
palo che dice di no a Saudati.

Serie A
dom
23/09/07

gialloGarganogialloVanigli

EMPOLI

NAPOLI

stadio Castellani
12000
spettatori
empoli napoli
arbitro Rizzoli – 6
guardalinee Alessandroni – Liberatore
quarto uomo Tommasi

0

0

giallo Blasi giallo Marzoratti
giallo Marchisio
giallo Giacomazzi
EMPOLI (4-3-2-1): Balli, Raggi, Adani, Vanigli (7’st Marzoratti),
Tosto, Buscè, Moro, Giacomazzi, Giovinco (7’st Marchisio), Vannucchi
(30’st Pozzi), Saudati.
Panchina: Bassi, Abate, Antonini, Piccolo. All. Cagni.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Cupi, Cannavaro, Domizzi, Grava (44’st
Contini), Blasi, Gargano, Hamsik (31’st Bogliacino), Savini, Lavezzi
(22’st Calaiò), Zalayeta.
Panchina: Del Giudice, Montervino, De Zerbi, Sosa. All. Reja.

Quando il pallone calciato da Saudati a due minuti dal termine va a
sbattere sul palo alla sinistra di Gianello, Reja si porta le mani al
capo: nove volte su dieci, la sfera termina in rete dopo aver incocciato
il legno in quel modo. E, raramente, allo spirare della partita una
squadra che gioca in trasferta concede all’avversario un contropiede
così nitido. Per un attimo, Reja avrà pensato che il campo di Empoli
davvero è stregato per il Napoli. Si è adirato, disperato. Ma sarebbe
stato troppo. Parlare di fortuna che bacia in fronte i partenopei sa di
esagerazione. In precedenza, la formazione di Reja era andata
vicinissima al vantaggio: prima con Zalayeta ad inizio di ripresa e poi
con Calaiò subentrato a Lavezzi. In entrambe le occasioni, il vecchietto
Balli si è superato sventando miracolosamente le due minacce da par suo.
Nel primo tempo, invece, era stato l’Empoli ad affacciarsi minaccioso
dalle parti di Gianello, al suo debutto in A, degno sostituto
dell’infortunato Iezzo: al 16′, Vannucchi divora una ghiotta palla gol e
al 39′ il portiere napoletano neutralizza un tiro di Giovinco. Non si è
però visto il Napoli spumeggiante delle precedenti gare. Quasi mai la
manovra è stata così fluida da impensierire gli avversari. Ci ha provato
il solito Lavezzi. Ma avrà subito un miriadi di falli, anche
sistematici, e non è stato scattante come una settimana fa a causa di
quel malessere muscolare che lo affligge. Piuttosto opaco Hamsik che ha
sofferto oltremisura il pressing asfissiante di Moro. Evanescente ed
anche impreciso Gargano. Troppo isolato Zalayeta quando non riesce a
trovare l’uno-duo con Lavezzi. Merito sicuramente dell’Empoli ben
disegnato da Cagni nel primo tempo con Giovinco e Vannucchi piazzati tra
le linee a ridosso di Saudati, ridisegnato nella ripresa con
l’inserimento di Marchisio e Marzoratti. Ma è stato soprattutto il
pressing asfissianti dei toscani a frenare le iniziative dei partenopei,
né il Napoli è riuscito a liberarsi spesso dalla morsa ed a proporsi. Un
pareggio tonificante per l’Empoli, rassicurante per Reja che sa bene di
non potersi aspettare sempre calcio champagne.
Un punto che lascia soddisfatti tanto l’una quanto l’altra, che spinge
addirittura Cagni a sublimare il lavoro del suo collega e che consegna a
Reja una difesa da primato: tre partite senza subire un gol e ora
soltanto due reti al passivo, come la Roma di Spalletti. L’Empoli si
gode la fine del ciclo terribile (Fiorentina, Inter e Lazio) e si lancia
in sfide difficili ma comunque più probabili: lo fa avendo la
consapevolezza di possedere in organico giovani che già paiono certezze
(Giovinco su tutti, ma anche Marzoratti) e che inducono ad alimentare
rassicuranti speranze. Empoli-Napoli finisce con uno 0-0 ricco di
occasioni e con un rigore assai sospetto in un contatto Zalayeta-Adani.

GIANELLO 6
CUPI 6
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6
GRAVA 6 (44’st Contini sv)
BLASI 6
GARGANO 5.5
HAMSIK 5.5 (31’st Bogliacino sv)
SAVINI 6
LAVEZZI 6 (22’st Calaiò sv)
ZALAYETA 6

Napoli – Livorno 1-0

5ª GIORNATA

Il Napoli vola con Sosa

La squadra di Reja (espulso) domina ma
il gol arriva solo nel finale

Serie A
mer
26/09/07

gol39’st
Sosa
gialloGrandoni

NAPOLI

LIVORNO

stadio San Paolo
37163
spettatori
napoli livorno
arbitro Morganti – 7
guardalinee Romagnuoli – De Luca
quarto uomo Pantana

1

0

giallo Contini
giallo Sosa
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Contini, Cannavaro, Domizzi, Garics,
Hamsik (39’st Montervino), Gargano, Bogliacino, Savini, De Zerbi (19’st
Sosa), Zalayeta (30’st Calaiò).
Panchina: Del Giudice, Maldonado, Rullo, Dalla Bona. All. Reja.
LIVORNO (3-5-2): Amelia, Knezevic, Grandoni, Pavan (28’st
Galante), E. Filippini, A. Filippini, Loviso, Vidigal, Pasquale,
Tristano (13’st Bogdani), Tavano (23’st De Vezze).
Panchina: De Lucia, Galante, Giannichedda, Diamanti, Volpe. All. Orsi.

C’è l’argentino più famoso che forse gode davanti alla tv (Maradona), un
altro in tribuna che palpita (Lavezzi) ed un altro in campo che trascina
il Napoli fino alla vittoria spingendolo alle spalle delle grandi.
Roberto Carlos Sosa, ancora lui, sorprendentemente lui. Entra in campo
nella ripresa, manca tre facili palle gol ma non la quarta avventandosi
come un rinoceronte sul pallone sfuggito ad Amelia. In tripudio, la
folla del San Paolo. Secondo gol in campionato per il Pampa che gioisce
cullandosi la maglia azzurra tra le mani. Niente da fare per il tenace
Livorno. E’ costretto a crollare a cinque minuti dal termine.
Tempo di turn over da una parte e dall’altra. Impossibile recuperare in
tre giorni da impegni di campionati dispendio­si e stressanti ed allora
Reja ed Orsi sono costretti ad attingere a piene mani nei rispettivi
organici. Non cambiano però gli atteggiamenti tattici. Speculari se non
addirittura identici. 3-5-2, con leggera vocazione all’offesa da parte
dei padroni di casa. Il Napoli scopre così un Livorno decisamente
cambiato rispetto alla sfida di Coppa Italia di un mese fa. Molto più
attenti ed equilibrati i toscani. Spesso con otto uomini al di qua della
linea del pallone.
L’assenza maggiore pesa però nel Napoli. Mancano i guizzi in velocità di
Lavezzi. Mancano le ripartenze fulminee, gli scambi di prima intenzione,
l’imprevedibilità negli ultimi venti metri. Per quanto voglioso e
piuttosto ispirato, De Zerbi non riesce a dare alla manovra offensiva
del Napoli quella pericolosità che riesce invece a garantire Lavezzi.
Così Reja imposta la gara sugli aggiramenti per vie laterali, con
triangolazioni palla a terra, con un fraseggio prolungato piuttosto che
con verticalizzazione improvvise. Anche perchè il Livorno, così come
aveva fatto l’Empoli tre giorni prima, presenta marcature a uomo a
centrocampo, due esterni (Emanuele Filippini e Pasquale) che non
disdegnano di arretrare fino alla linea dei difensori, un centrocampo
fisico ed anche dinamico. Non trova spazi il Napoli. Eppure riesce a
proporsi in un paio di occasioni con Garics sulla destra e a ripartire
una volta con Bogliacino e un’altra con Gargano. Ma il Livorno si limita
a contenere. Dà l’impressione di voler controllare la gara e quasi mai
nel primo tempo Tavano e Tristan si presentano dalle parti di Gianello,
per l’occasione con i gradi di capitano vista l’assenza di Grava. Ed
allora il Napoli che sembra andare a sbattere contro un muro ci prova
dalla distanza. E’ bravo Amelia nel deviare un bolide dalla distanza di
Domizzi. Ed ancora attento un minuto dopo (42′) sempre su Domizzi bene
appostato su azione di angolo. Al 43′, invece, è Garics a tentare la
sorpresa dai trenta metri ma la sfera termina d’un soffio a lato.
A vivacizzare la ripresa è ancora il Napoli. Reja ordina agli interni di
centrocampo, Hamsik e Bogliacino, di farsi vedere più spesso in zona
d’attacco. Al 5′ Savini si presenta a pochi metri da Amelia ma la
deviazione aerea è imprecisa. I partenopei vorrebbero sfruttare la
supremazia territoriale e provano a dare più sprint alla fase offensiva.
Ma al 10′ Amelia si fa trovare pronto a neutralizzare un tiro di Garics.
A questo punto, Reja inserisce Sosa per De Zerbi. Va a piazzarsi accanto
a Zalayeta per dare più nerbo all’attacco. Un tandem inedito che però
allarma Orsi pronto a far subentrare prima Bogdani e poi De Vezze ed
anche Galante. Il Livorno fiuta l’occasione di strappare un altro
risultato positivo al San Paolo e rinforza gli ormeggi mentre Reja
inserisce Calaiò per un appannato Zalayeta. Tremano i toscani al 33′:
cross di Garics e Sosa manca la più ghiotta delle palle-gol. Ancora un
brivido al 35′: assist di Bogliacino ed il Pampa manca di testa un
facile bersaglio. Finale thrilling. Dopo un’ingenuità tra Gianello ed un
compagno con Bogdani che manda a lato, Sosa sbaglia per la terza volta
centrando il palo. Ma alla quarta fa centro: Amelia difetta nella presa
su un cross dalla sinistra, il Pampa s’avventa come un falco, il pallone
carambola sul palo opposto, ritorna e trova di nuovo l’argentino per un
gol che vale tanto oro quanto pesa.

GIANELLO 6
CONTINI 6
CANNAVARO 7
DOMIZZI 7
GARICS 7
HAMSIK 6 (39’st Montervino sv)
GARGANO 6
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 6
DE ZERBI 5.5 (19’st Sosa 7)
ZALAYETA 5.5 (30’st Calaiò sv)

Napoli – Genoa 1-2

6ª GIORNATA

Un Napoli smarrito ferma la sua
corsa nel S.Paolo fantasma

Sculli premia il Genoa a pochi secondi
dalla fine

Serie A
dom
30/09/07

gol
6’st Domizzi (r)
gol12’pt Cannavaro (a)

NAPOLI

GENOA

stadio San Paolo
(porte
chiuse)
napoli genoa
arbitro Pierpaoli – 5.5
guardalinee Giordano – D’Agostini
quarto uomo Celi

1

2

giallo Savini gol 44’st Sculli
giallo Blasi giallo Lucarelli
giallo Gargano giallo Borriello
giallo Garics giallo Scarpi
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Cupi (32’st Hamsik), P. Cannavaro,
Domizzi, Garics, Blasi, Gargano, Bogliacino (17’st Sosa), Savini,
Lavezzi, Zalayeta (29’st Calaiò).
Panchina: Del Giudice, Grava, Montervino, Contini. All. Reja.
GENOA (3-4-1-2): Scarpi, Bovo, De Rosa, A. Lucarelli, Konko,
Juric, Paro, Danilo (41’st Papa Waigo), Milanetto (15’st Coppola), Leon
(10’st Sculli), Borriello.
Panchina: Lanza, M. Rossi, Di Vaio, Ghinassi. All. Gasperini.

Una gara nata male e finita peggio per il Napoli. Dopo la conferma delle
porte chiuse da parte della Corte di Giustizia federale, anche una
sconfitta, la seconda in casa del campionato, che brucia oltremisura per
il modo in cui è scaturita: ad un minuto dal termine, la difesa
partenopea, impenetrabile per quattro gare di fila, si distrae
inopinatamente lasciando colpire di testa il neo entrato Sculli che
sigla il due a uno regalando al Genoa la prima vittoria esterna in serie
A ed il primo gol fuori casa. Punizione eccessiva per i padroni di casa,
un cadeau insperato per i liguri che riescono così a confermare il trend
positivo ed a rialzarsi in classifica.
Va subito detto che è stata una partita di calcio a dir poco anomala.
Senza pubblico sugli spalti, diversi calciatori, e a tratti anche
l’arbitro, hanno peccato di concentrazione ed applicazione. Ne hanno
risentito soprattutto i padroni di casa, costretti anche a rimontare per
un autogol di Cannavaro dopo dodici minuti di gioco: cross teso dalla
sinistra di Leon ed il difensore nel tentativo di evitare l’intervento
di Borriello devia il pallone nella propria porta. Tutto potevano
ipotizzare i partenopei tranne che perdere l’imbattibilità dopo 403′ su
un autorete di Cannavaro junior, uno dei migliori in questo avvio di
stagione.
Il Napoli ha cercato di rimediare anche senza quella spinta inesauribile
che di solito arriva dagli spalti. Ma si è scoperto senza idee e senza
nerbo. Come se il motore si fosse inceppato di colpo. Troppo poco
affidarsi ai guizzi del solo Lavezzi, per giunta egoista all’eccesso. Né
Bogliacino, schierato al posto di Hamsik, riusciva mai ad illuminare la
manovra sulla trequarti.
Dal suo canto, il Genoa, disegnato da Gasperini in maniera quasi
speculare all’avversario, aveva vita facile a chiudere gli spazi già a
centrocampo potendo contare su Milanetto schierato inizialmente tra le
linee al posto di un attaccante. Evidente il disegno dei liguri:
imbrigliare il Napoli in cabina di regia e cercare soprattutto di non
subire, affidando a Borriello e Leon eventuali azioni di alleggerimento.
Alla mezzora Reja ha tolto Cupi per inserire Hamsik. E qualcosa di
meglio si è cominciato ad intravedere.
Nella ripresa, il Napoli ha cominciato a premere con determinazione e
dopo cinque minuti Lavezzi ha costretto De Rosa e Konko ad ostacolarlo
in area di rigore. L’arbitro ha atteso prima di fischiare il penalty,
forse il segnale acustico dell’assistente. Non così plateale
l’intervento di De Rosa, la caduta in area di Lavezzi sì. Dal dischetto
è andato Domizzi che di sinistro ha trafitto Scarpi. A pareggio
acquisito il Napoli ha cominciato a credere nella vittoria. E qui, per
eccedere, Reja ha tolto Bogliacino per Sosa poi Zalayeta per Calaiò. E
Gasperini che aveva già fatto entrare Sculli, dava spazio anche a
Coppola a centrocampo e a Papa Waigo in attacco. Ma solo una bambola
della difesa partenopea poteva incanalare la strana gara del San Paolo
verso una vittoria dei liguri. E nel finale prenderà un’ammonizione
anche Blasi che, diffidato, salterà l’Inter.

GIANELLO 5
CUPI 5.5 (32’pt Hamsik 6)
CANNAVARO 5.5
DOMIZZI 6
GARICS 5.5
BLASI 6
GARGANO 5.5
BOGLIACINO 5 (17’st Sosa 5.5)
SAVINI 6
LAVEZZI 6
ZALAYETA 5.5 (29’st Calaiò sv)

Inter – Napoli 2-1

7ª GIORNATA

Cruz sembra Ibra e Sosa non basta

Uno-due decisivo dell'attaccante
nerazzurro. Ma il finale è del Napoli, dopo il gol-speranza

Serie A
sab 6/10/07

INTER

NAPOLI

stadio San Siro
46536
spettatori
inter napoli  
arbitro Rosetti – 5.5
guardalinee Lanciano – Ayroldi
quarto uomo Orsato

2

1

 
gol 20'pt Cruz gol 39'st
Sosa
 
gol 36'pt Cruz giallo Cannavaro  
giallo Samuel giallo Bogliacino  
giallo Stankovic giallo Garics  
giallo Burdisso giallo Contini  

INTER (4-4-2): Julio Cesar, J. Zanetti, Cordoba, Samuel, Chivu
(1'st Maxwell), Figo, Stankovic (15'st Burdisso), Cambiasso, Cesar, Cruz
(34'st Suazo), Ibrahimovic.
Panchina: Toldo, Adriano, Crespo, Pelè. All. Mancini.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Contini, P. Cannavaro, Domizzi, Grava
(1'st Garics), Hamsik (41'st Calaiò), Gargano, Bogliacino, Savini,
Zalayeta (34'st Sosa), Lavezzi.
Panchina: Gianello, Montervino, Cupi, De Zerbi. All. Reja.

Cruz spinge l’Inter verso la fuga. Ai nerazzurri è stato sufficiente un
tempo per regolare la «pratica Napoli»; il secondo, soprattutto nel
finale, lo ha, invece, impiegato per complicarsi la vita. Ha cominciato
Mancini richiamando Cruz, il miglior in campo, per far posto a Suazo che
appena sul terreno di gioco si è divorato il gol del 3-0. Hanno
continuato Julio Cesar e Maxwell, il primo uscendo a vuoto su un innocuo
cross di Bogliacino, il secondo facendosi sovrastare da Sosa in
elevazione. La rete del «Pampa» ha regalato dieci minuti di incertezza
all’interno di una gara che sino a quel momento (39' della ripresa) non
era quasi mai stata in bilico.
Per il Napoli una bella impennata di orgoglio in una sfida in cui
Zalayeta e compagni avevano subito troppo passivamente (in particolare
nel primo tempo) la superiorità nerazzurra. Troppo friabile era apparsa
la squadra di Reja aggrappata agli estri estemporanei di due soli
giocatori, Lavezzi e Hamsik. Fino a ieri sera, il Napoli in trasferta
non aveva subito gol ma era evidente che questa imbattibilità
difficilmente sarebbe stata difesa con successo a San Siro in un
confronto sproporzionato da un punto di vista tecnico.
Per un quarto d’ora, all’inizio, il Napoli ha dato l’impressione di
poter produrre danni nella difesa nerazzurra sfruttando la velocità di
Lavezzi e qualche tocco apprezzabile di Hamsik. Ma in un calcio come
quello attuale in cui la qualità tecnica serve a poco se non si sposa
alla qualità fisica, i «pesi massimi» interisti (peraltro dotatissimi
tecnicamente) hanno preso il sopravvento consentendo a Cruz di
realizzare in 16’ una doppietta (e di gol avrebbe potuto realizzarne
addirittura tre in 19’ se non fosse stato colto da un improvviso attacco
di generosità) e a Iezzo di iscrivere il proprio nome nell’elenco dei
migliori deviando sopra la traversa una tiro ravvicinato e a botta
sicura di Ibra, ancora una volta la vera musa ispiratrice di questa
squadra comunque impressionante quando decide di schiacciare con i chili
e il palleggio gli avversari.
Reja si è arrangiato come ha potuto ma non puoi pensare di reggere
l’urto dell’Inter senza gente che in mezzo al campo morde le caviglie e
cerca di recuperare il maggior numero possibile di palloni. Il Napoli ha
pagato l’assenza di Blasi, l’unico che avrebbe potuto arginare in
qualche maniera lo strapotere fisico del centrocampo interista: Hamsik è
un peso leggero e certo non più pesanti sono Gargano (che ancora non ha
capito che in Italia due tocchi sono già molti, tre veramente tanti) e
Bogliacino.
Ma anche con Blasi in campo difficilmente l’esito finale di questa
partita sarebbe cambiato: il divario tecnico, soprattutto nel primo
tempo, è apparso evidente, un baratro nel momento in cui entra in gioco
Zlatan Ibrahimovic. E nel momento in cui lo svedese trova in Cruz la
«spalla» ideale, gli avversari hanno veramente poco da inventarsi per
limitare i danni. Significativo il primo gol: azione avviata da Cruz,
rifinita da Ibrahimovic con la difesa napoletana (da Contini, a
Cannavaro per finire a Domizzi che sbagliava il tempo dell’uscita finale
sull’argentino) completamente ipnotizzata e Cruz (ancora lui, come
avrebbe cantato Battisti) a mettere in rete una palla facile facile.
Il vecchio «Giardiniere» merita evidentemente una citazione a parte
visto che nel rapporto gol-minuti giocati lui alla fine ha sempre
ragione. Con la doppietta di ieri, Cruz ha realizzato la bellezza di tre
gol in 202 minuti, cioè una rete ogni sessantasette minuti. E
freddissimo l’argentino è stato anche al 36' quando il lancio centrale è
arrivato da Stankovic e lui scattando sul filo del fuorigioco (non si è
alzato per tempo Grava) bruciava Contini e Cannavaro. Per un tempo una
bella Inter (svagata, poi, nel finale) che non merita di essere
sostenuta da quel manipolo di gentiluomini che si sono abbandonati ad
inverecondi cori di stampo evidentemente razzista con quei riferimenti a
una non meglio identificata capacità purificatrice del fuoco del Vesuvio
o alla necessità di preventivi interventi igienici.
All’Inter può essere contestata una sola accusa: aver gestito con una
certa leggerezza la fase finale della gara consentendo, così al Napoli,
di riaprirla grazie anche ad alcuni imperdonabili errori.

 
IEZZO 7
CONTINI 5
CANNAVARO 5
DOMIZZI 5
GRAVA 5.5 (1'st Garics 6)
HAMSIK 6.5 (41'st Calaiò sv)
GARGANO 5.5
BOGLIACINO 6
SAVINI 5.5
LAVEZZI 7
ZALAYETA 5.5 (34'st Sosa 7)

Roma – Napoli 4-4

8ª GIORNATA

Vendemmiata all'Olimpico

Un pareggio che rende molto felice un
Napoli orgoglioso e che beffa una Roma superficiale e svagata

Serie A
sab
20/10/07

ROMA

NAPOLI

stadio Olimpico
27313
spettatori
roma napoli  
arbitro Tagliavento – 5.5
guardalinee Biasutto – Lion
quarto uomo Morganti

4

4

 
gol 30'pt Totti (r) gol
2'pt Lavezzi
 
gol 41'pt Perrotta gol 1'st
Hamsik
 
gol 7'st De Rossi gol
19'st Gargano
 
gol 35'st Pizarro gol
39'st Zalayeta
 
giallo Ferrari giallo Lavezzi  
giallo De Rossi giallo Cupi  
giallo Hamsik  

ROMA (4-2-3-1): Curci, Cicinho (15’st Cassetti), Ferrari, Mexes,
Tonetto, De Rossi, Pizarro, Mancini (20’st Vucinic), Perrotta, Giuly
(46’st Panucci), Totti.
Panchina: Julio Sergio, Juan, Barusso, Brighi. All. Spalletti.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cupi (33’st Contini), Cannavaro, Domizzi,
Garics, Blasi, Gargano, Hamsik, Savini (38’st Calaiò), Lavezzi, (41’st
Bogliacino sv), Zalayeta.
Panchina: Gianello, Montervino, Sosa, De Zerbi. All. Reja.

Se si gioca senza portieri, è facile che in 90 minuti arrivi un diluvio
di gol. Se a questo si aggiunge che le due difese sono inguardabili il
4-4 si spiega subito e bene. E naturalmente è un 44 che esalta un bel
Napoli e deprime una Roma sciatta e senza nerbo. Par di rivedere la Roma
esangue che si prende licenze non consentite e alla fine butta via un
campionato. E’ già successo, come è noto, e non vorremmo che questo
difetto, peraltro gravissimo, fosse ormai endemico.
Il Napoli è invece un’esplosione di vitalità e dà l’impressione di poter
persino migliorare, perchè venire all’Olimpico con tanta personalità e
con coraggio non è da poco. E’ andato subito in vantaggio, poi ha subito
il ribaltone propiziato da Totti, ma non si è mai arreso e per ben tre
volte ha rincorso e raggiunto la Roma. La partita, come si può intuire
dal tabellino, è stata un campionario di follie. Con due portieri, Iezzo
e Curci, degni di andare alla Corrida di antica memoria. Al resto ci
hanno pensato le due difese, completando l’opera. Anche in questo c’è
della follia. Perchè il Napoli ha incominciato come si sospettava: tutti
arroccati davanti a Iezzo, spesso nove giocatori dietro la linea della
palla e davanti solo Lavezzi e Zalayeta. Non ti aspetti, insomma, che
con questo assetto prenda quattro gol. Per giunta, dopo appena 2 minuti
Hamsik, il migliore del Napoli, ha messo il cross che Zalayeta ha
domato, con un assist per Lavezzi: botta sul primo palo e vantaggio
lampo.
A questo punto è normale che il Napoli giochi sul velluto, che la sua
impostazione tattica sia facilitata dal vantaggio iniziale. La Roma,
infatti, ha fa­ticato non poco, ha preso sbandate clamorose sul fianco
destro per colpa di Cicinho, disastroso. Il Napoli ha sfiorato il
raddoppio e per mezz’ora ha impedito alla Roma di costruire occasioni
vere. Poi in undici minuti, Totti ha ribaltato la partita da solo.
Scambio e assist con Pizarro su cui un precipitoso Cannavaro ha commesso
il rigore, che Totti ha trasformato in pareggio. E subito dopo con una
sberla forte ma centrale, il capitano ha costretto Iezzo ad una
deviazione infelice, su cui Perrotta ha firmato il 2-1.
La Roma invece di capire il latino ha continuato a scherzare e a
collezionare strafalcioni. Non solo Cicinho è stato disastroso, ma in
difesa anche Mexes e Ferrari hanno sbagliato oltre il lecito. E ancora:
evanescente Giuly, impreciso e distratto Pizarro, poco incisivi a
sinistra Mancini e Tonetto. Così al primo assalto, nella ripresa il
Napoli con Hamsik ha fatto il 2-2, ma subito dopo De Rossi, da 25 metri,
ha beffato Iezzo, che si è tuffato come se fosse al mare. Pensi che la
partita a questo punto sia finita e invece Curci al 19 ha restituito il
favore: su un destro da distanza siderale di Gargano si è fatto
impallinare come un tordo. Con Cassetti finalmente al posto di Cicinho,
la Roma ha costruito qualcosa di più e proprio da un fallo commesso su
Cassetti, è nato il 4-3: punizione di Pizarro dal vertice, leggera
deviazione di Garics e i romanisti si sono illusi che finisse qui.
Invece quattro minuti dopo Zalayeta,su punizione da destra di Hamsik, ha
incornato il 4-4 con Curci ancora in contemplazione. Per fortuna è
finita qui.
E’ chiaro che il pari è bifronte. Per la Roma è un colpo al cuore.
Troppo giù, troppo leziosa, troppo distratta e con una difesa che, salvo
a Parma, ha preso due gol da Juve e Fiorentina, quattro da Inter e
Napoli. E’ esagerato sospettare che qualcosa non funzioni? Se Spalletti
fosse partito dall’inizio con Cassetti, escludendo Cicinho, la Roma
probabilmente avrebbe vinto. Ma Cicinho non è uno qualsiasi, dunque
l’allarme deve scattare. Il Napoli è invece una squadra modesta in
difesa, ma ordinata a centrocampo e con buona qualità davanti. Gargano è
un centrale che mette ordine, anche se non ha grandi numeri. Ma a questo
ci pensano Hamsik, straordinario, e Lavezzi, discontinuo, ma con lampi
di classe. E davanti Zalayeta fa bene la sua parte: tiene palla, cerca
gli scambi e, come si è visto, fa anche gol. Bel Napoli, insomma, con
cuore e personalità. Roma scellerata da prendere a schiaffi, perchè in
campo non basta la qualità: ci vogliono nerbo, umiltà e concentrazione.
Né può pensare che bastino Totti e De Rossi per vincere le partite.

 
IEZZO 4
CUPI 5 (33'st Contini sv)
CANNAVARO 5
DOMIZZI 5.5
GARICS 5.5
BLASI 6
GARGANO 7
HAMSIK 7.5
SAVINI 6 (38'st Calaiò sv)
LAVEZZI 7 (41'st Bogliacino sv)
ZALAYETA 7

Napoli – Juventus 3-1

9ª GIORNATA

Il Napoli brinda, la Juve protesta

I bianconeri vanno in vantaggio a
inizio ripresa con Del Piero. Poi si svegliano gli azzurri: Gargano
e doppio rigore di Domizzi.

Serie A
sab
27/10/07

NAPOLI

JUVENTUS

stadio San Paolo
56022
spettatori
napoli juvntus  
arbitro Bergonzi – 4
guardalinee Stefano – Faverani
quarto uomo Ayroldi

3

1

 
gol
4'st Gargano
gol 1'st Del Piero  
gol
16'st Domizzi (r)
ammonizione Buffon  
gol
25'st Domizzi (r)
giallo Nocerino  
giallo Domizzi giallo Chiellini  
giallo Zalayeta  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cupi, P. Cannavaro, Domizzi, Garics (38'st
Contini), Blasi, Gargano, Hamsik, Savini, Zalayeta (45'st Sosa), Lavezzi
(33'st Calaiò).
Panchina: Gianello, Montervino, Bogliacino, De Zerbi. All. Reja.
JUVENTUS (3-4-1-2): Buffon, Grygera (30'st Marchionni),
Legrottaglie, Chiellini, Salihamidzic, Nocerino, Almiron (42'st Tiago),
Molinaro, Palladino (35'st Iaquinta), Trezeguet, Del Piero.

Panchina: Belardi, Birindelli, C. Zanetti, Criscito. All. Ranieri (in
panchina Damiano).

Ma chi lo ha detto che il 17 porta sfortuna? Non è un caso se le
proprietà negative di quel numero sono state smentite ieri sera proprio
a Napoli, cioè nella culla dell’italica su­perstizione. Perché ieri sera
la squadra di Reja ha abbattuto un tabù che durava dal 25 marzo ‘90:
quella data santificava l’ultima vittoria del Napoli contro la Juventus.
Ieri grazie alla precisione balistica dal dischetto di Domizzi il 17 è
diventato un numero portafortuna. Certo, l’arbitro Bergonzi ha in
qualche maniera collaborato perché ha concesso due penalty in maniera un
po’ generosa, ma la buona sorte il Napoli l’ha meritata. La squadra di
Reja ha una grande qualità: non molla mai e, soprattutto, non si fa
intimidire dalla «potenza di fuoco » che gli avversari possono esibire.
Le Grandi, insomma, non sembrano intimorire Lavezzi e compagni che nel
giro di otto giorni prima hanno imposto uno scoppiettante pareggio alla
Roma e poi una sconfitta che pesa sulle ambizioni della Juventus.
Certo, i bianconeri ieri sera erano orfani in panchina di Ranieri e in
campo di Nedved. E il ceco per la Juve si è rivelato una gravissima
perdita: lui è uno dei pochi che in una squadra a volte troppo monocorde
riesce a saltare l’uomo e a creare situazioni di superiorità numerica.
Il tecnico bianconero per uscire indenne da un San Paolo stracolmo ha
rivisto e corretto la sua squadra, quasi modellandola sul modulo degli
avversari (e questo è stato probabilmente un errore), sistemando
Palladino (peraltro tra i migliori in campo) tra le linee nella speranza
così di sfruttare spazi che il Napoli, però, non ha concesso. La Juve,
insomma, non è mai stata padrona del campo e non ha mai dato
l’impressione di poter governare a suo piacimento la gara. Poi, però, è
incappata nella pessima serata del signor Bergonzi da Genova che con
troppa generosità ha punito un contrasto in area di Chiellini su Lavezzi
e successivamente un’uscita su Zalayeta. In tutti e due i casi i falli
non c’erano e i due rigori (trasformati in maniera esemplare da Domizzi
che prima colpiva Buffon a sinistra e poi a destra) hanno spianato la
strada della vittoria.
Era una gara molto attesa (e anche molto temuta dalle forze di polizia)
e come spesso capita in questi casi nel primo tempo ha decisamente
tradito le attese con due portieri sostanzialmente inoperosi fatta
eccezione per una parata di Buffon su conclusione di Domizzi e un paio
di respinte di Iezzo su conclusioni di Almiron e Trezeguet. In una
partita da combattimento sembrava esaltarsi un «guerriero di
centrocampo» come Blasi; l’importanza della chance sembrava mettere le
ali ai piedi di Palladino. Dormicchiavano gli uomini di fantasia con
Lavezzi che cominciava bene ma poi andava un po’ in letargo. Ma nella
sostanza se il Napoli sembrava sviluppare un disegno di gioco, la Juve
appariva troppo piatta in mezzo al campo, priva della fantasia
necessaria per produrre in termini di gioco e risultato il valore
aggiunto.
Una partita sonnecchiante si è improvvisamente infiammata con il ritorno
in campo delle squadre. Quarantacinque secondi e la Juve andava in
vantaggio: azione avviata da Trezeguet, cross di Palladino e tiro a
botta sicura di Del Piero che Iezzo toccava ma in misura insufficiente.
Tre minuti e sull’asse Lavezzi-Hamsik-Gargano il Napoli agguantava il
pari (bellissima l’azione conclusiva di Gargano che faceva il vuoto in
area e batteva imparabilmente). Altri quattro minuti e Trezeguet colpiva
il palo con Del Piero che spediva alle stelle un pallone che doveva solo
essere accompagnato in rete. In un simile contesto sarebbe stato
sufficiente un episodio a modificare l’equilibrio della partita. E di
episodi ne sono arrivati addirittura due al 15' e al 24'. Bergonzi è
salito in cattedra più di quanto non abbiano fatto alcuni dichiarati
protagonisti. Il Napoli ha ringraziato e sfruttato gli assist regalati
dall’arbitro genovese. La Juventus recriminerà molto, come è inevitabile
che sia. E avrà anche delle ragioni. Ma al di là degli errori arbitrali
resta la realtà di una squadra che appare poco generosa dal punto di
vista del gioco, latitante dal punto di vista della fantasia, ripetitiva
nelle soluzioni. Da una squadra che punta in alto ci si può e ci si deve
attendere decisamente di più.
Il Napoli è una bella realtà. Questo per la squadra di Reja doveva
essere un ciclo terribile. Si temeva il peggio e invece quattro punti
tra la Roma e la Juventus sono un bottino decisa­mente confortante che
rilancia le ambizioni di una squadra che forse non sarà bellissima ma è
straordinariamente solida, una squadra che sfrutta le occasioni che le
vengono date, che si muove in campo con la personalità di una veterana
della categoria. Insomma, i ragazzi di Reja possono sognare. E se poi
Napoli smentisce i caratteri negativi del numero 17, allora siamo
proprio a cavallo.

 
IEZZO 6
CUPI 6.5
CANNAVARO 7
DOMIZZI 7
GARICS 6 (38'st Contini sv)
BLASI 7
GARGANO 7
HAMSIK 6
SAVINI 6
LAVEZZI 7 (33'st Calaiò sv)
ZALAYETA 6.5 (45'st Sosa sv)

Fiorentina – Napoli 1-0

10ª
GIORNATA

Vieri castiga un bel Napoli

Gli azzurri sprecano, decide un gol di
Bobo. Annullata nel finale a Sosa la rete del pari.

Serie A
mer
31/10/07

FIORENTINA

NAPOLI

stadio Franchi
32568
spettatori
fiorentina napoli  
arbitro Gava – 6
guardalinee Lanciani – De Santis
quarto uomo Rosetti

1

0

 
gol 16'st Vieri ammonizione Savini  
ammonizione Dainelli ammonizione Cannavaro  
ammonizione Pasqual ammonizione Domizzi  

FIORENTINA (4-3-3): Frey, Potenza, Gamberini, Dainelli, Pasqual,
Kuzmanovic, Liverani, Montolivo (17'st Pazienza), Jorgensen (20'st
Semioli), Vieri (29'st Pazzini) Mutu.
Panchina: Lupatelli, Kroldrup, Osvaldo, Balzaretti. All. Prandelli.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cupi, P. Cannavaro, Domizzi, Garics (26'st
De Zerbi), Hamsik (11' st Montervino),Gargano, Bogliacino, Savini, Sosa,
Lavezzi (35'st Calaiò).
Panchina: Gianello, Grava, Dalla Bona, Contini. All.: Reja.

La Fiorentina tira dritto per la sua squadra inanellando il tredicesimo
risultato utile (tra campionato e coppa), confermando con la sua
imbattibilità di essere ormai nell’élite europea. Ma ieri sera i viola
hanno faticato, sofferto e non poco. Se Sosa non avesse sbagliato
davanti alla porta tutto quello che si poteva sbagliare (tranne la rete
che Gava gli annullato al 24' della ripresa per una trattenuta ai danni
di Dainelli), probabilmente la gara avrebbe potuto assumere una
direzione diversa. Ha giocato bene, il Napoli, nel conteggio delle
occasioni ha superato la Fiorentina ma la Fiorentina, a sua volta, può
contare su gente che i gol non li sbaglia. Vieri, ad esempio, giocatore
decisamente ritrovato.
Una partite tra forze emergenti del campionato non poteva non essere
gradevole. Anche perché tanto la Fiorentina quanto il Napoli ieri sera
hanno deciso di puntare sulla qualità tecnica piuttosto che sulla forza
bruta. Tanto Prandelli quanto Reja hanno provveduto a «rinfrescare» le
squadre mandate in campo nell’ultimo turno di campionato, ma se il
tecnico viola ha fatto questa scelta in ossequio della pratica del turn
over abbracciata per far fronte tanto agli impegni nazionali quanto a
quelli internazionali, gli avvicendamenti predisposti dall’allenatore
napoletano sono stati la conseguenza di uno stato di necessità. Pur
graziato, Zalayeta non è potuto andare in campo poiché infortunato, al
pari di Blasi che al centrocampo azzurro aggiunge muscoli e capacità di
lotta.
Reja ha adottato delle soluzioni abbastanza «alternative». Una scelta
ispirata a criteri di normalità avrebbe dovuto orientare l’allenatore
verso Montervino (entrato poi al posto di un esausto Hamsik) o Dalla
Bona, decisamente più affini per caratteristiche tecnico-tattiche a
Blasi. Al contrario, Reja da molti considerato una sorta di dinosauro
della panchina ha deciso di inserire Bogliacino con lo spostamento di
Hamsik sul centrosinistra. Insomma, piedi buoni piuttosto che
muscolarità. Dall’altra parte Prandelli ha provveduto a modificare per
cinque undicesimi la sua squadra rispetto a quella vista all’opera
contro il Genoa. In campo, alla fine, è andato l’uomo maggiormente in
dubbio, cioè Mutu, mentre a centrocampo l’allenatore viola ha deciso di
sistemare Kuzmanovic al posto di Donadel assente anche dalla panchina.
Gasato dal successo conquistato contro la Juve fra un diluvio di
polemiche arbitrali, il Napoli si è presentato al Franchi con
l’intenzione di giocare una partita di calcio: palla a terra con Lavezzi
impegnato con la sua velocità a tenere in ansia Pasqual e Dainelli
(tendeva a partire dalla destra) e Gargano a cucire il gioco assolvendo
anche a una parte dei compiti di Blasi. I ragazzi di Reja non avevano
alcuna intenzione di impostare una gara remissiva, fatta di difesa e
contropiede. Mostrando il carattere già venuto a galla contro la Juve,
il Napoli ha ritenuto che la partita se la poteva giocare a viso aperto
anche contro una Fiorentina ricca di organizzazione e di individualità
(ieri per la prima volta in campionato Vieri è andato in campo
dall’inizio, preferito a Pazzini). I viola hanno sofferto molto sulla
fascia sinistra ma anche in mezzo al campo i ragazzi di Prandelli hanno
lasciato troppi spazi e troppi errori (di­stratto Montolivo, a tratti
impreciso anche Liverani, l’unico veramente concentrato, preciso e
convincente è apparso Kuzmanovic). In difesa il timore prodotto dalle
improvvise accelerazioni di Lavezzi non giustificavano talune
disattenzioni e sbavature (ad esempio, l’errato intervento di testa di
Dainelli al 4' della ripresa che consentiva a Sosa di presentarsi a due
passi da Frey: il portiere di piede miracolosamente evitava il peggio
bissando un altro prodigioso intervento compiuto nel primo tempo su una
conclusione di Lavezzi). Nel calcio la regola non scritta postula che
quando si sbagliano gol facili alla fine si paga. E la Fiorentina ha
veramente tanta qualità per presentare il conto ad avversari sbadati
sotto porta. La conferma al 16' quando un Mutu sino a quel momento non
scintillante disponeva a piacimento di Cupi; il suo cross trovava Vieri
appostato al vertice dell’area piccola completamente solo visto che
Domizzi dimenticava di chiudere: gol facile facile. La storia cambiava
tanto è vero che cinque minuti dopo a conclusione di una triangolazione
straordinaria al limite dell’area con Vieri, Mutu dopo aver saltato
Iezzo mancava incredibilmente la porta vuota. Il Napoli assorbiva lo
choc in pochi minuti ma a quel punto pagava l’assenza di Zalayeta, cioè
la mancanza di un giocatore capace di inquadrare la porta.

 
IEZZO 5.5
CUPI 5.5
CANNAVARO 6
DOMIZZI 5.5
GARICS 6 (26'st De Zerbi sv)
HAMSIK 6 (11'st Montervino 6)
GARGANO 7
BOGLIACINO 6
SAVINI 6
LAVEZZI 6 (35'st Calaiò sv)
SOSA 5

Napoli – Reggina 1-1

11ª
GIORNATA

Ulivieri al debutto sfiora
l’impresa

Campagnolo si esalta sul rigore di
Calaiò. Lavezzi, pari all’89’

Serie A
dom
04/11/07

gol
44’st Lavezzi
gol9’st Vigiani

NAPOLI

REGGINA

stadio San Paolo
40000
spettatori
napoli reggina
arbitro Rizzoli – 5
guardalinee Grilli – Rosi
quarto uomo D’Amato

1

1

ammonizione Rullo ammonizione Hallfredsson
ammonizione Lavezzi ammonizione Barreto
ammonizione Modesto
ammonizione Aronica
ammonizione Campagnolo
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Contini (15′ st Sosa), P. Cannavaro,
Domizzi, Grava, Hamsik, Gargano, Bogliacino, Rullo (29’st Garics),
Lavezzi, Zalayeta (21’st Calaiò).
Panchina: Gianello, Dalla Bona, Montervino, De Zerbi. All. Reja.
REGGINA (3-4-1-2): Campagnolo, Lanzaro, Valdes, Aronica, Vigiani
(24’st Alvarez), Barreto, Cascione, Modesto, Hallfredsson, Ceravolo,
(1’st Joelson, 43’st Missiroli), Amoruso.
Panchina: Novakovic, Cherubin, Cozza, Stadsgaard. All. Ulivieri.

Difficile stabilire fino a che punto abbia inciso l’avvento di Ulivieri
sulla panchina della Reggina, oppure se il Napoli si sia fatto del male
da solo. Sta di fatto che il tecnico degli amaranto pur disponendo di un
organico qualitati­vamente inferiore a quello del partenopei riesce ad
imbrigliare la formazione di Reja con un paio di ritocchi: un sistema di
gioco ex novo, impartito peraltro in due giorni, un paio di inserimenti
appropriati, e la posizione di Hallfredsson che piazzato tra le linee
crea non pochi grattacapi al centrocampo del Napoli. Sull’altra sponda,
invece, occasioni divorate nel primo tempo, caos tattico nella ripresa,
il rigore del pari sprecato da Calaiò e poi quella zampata finale di
Lavezzi che evita il terzo capitombolo interno della stagione.
Eppure quando la Reggina passa in vantaggio stentano tutti a crederci,
persino i protagonisti della azione: angolo di Hallfredsson, deviazione
aerea di Vigiani, pallone che s’infila sotto la traversa. Fino a quel
momento, il Napoli, pur verticalizzando a fatica era arrivato ben tre
volte davanti a Campagnolo sciupando palle-gol incredibili: al 18′ con
Hamsik che si vede parato dal portiere il tiro dalla breve distanza; al
27′ con Domizzi e Zalayeta che mancano d’un soffio la deviazione sotto
porta; al 32′ con Bogliacino che non aggancia un cross corto di Grava.
Ma il sogno di afferrare la prima vittoria in assoluto del campionato,
per giunta in casa del Napoli, la Reggina lo tiene in vita anche alla
mezz’ora quando Lavezzi viene atterrato da Aronica e Rizzoli indica il
dischetto. Alla battuta va Calaiò, o meglio pretende di andarci perchè
il primo rigorista è lui, Domizzi sta per proporsi ma si ferma per
cameratismo, Reja spera che l’attaccante possa trasformare, per poter
così recuperarlo moralmente. Campagnolo intuisce e devia. Mancano
tredici minuti più recupero, a quel punto. La Reggina crede nella
resurrezione completa. Stringe ancora di più le maglie della difesa. Ma
al 42′, ecco il guizzo del Pocho, il pallone gli arriva dopo un’uscita
del portiere ospite e un intervento sbilenco di Garics, stoccata di
destro ed è pareggio.
L’amarezza degli amaranto, impacciati nel primo tempo quanto determinati
della ripresa, è grande quasi quanto la rabbia dei tifosi partenopei che
non riescono a capire perchè il loro Napoli al San Paolo faccia tanta
fatica. Basta poco per imbrigliarlo e nulla viene operato dalla panchina
per rendere la manovra offensiva più penetrante.

IEZZO 6
CONTINI 6 (15’st Sosa 5.5)
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6
GRAVA 6.5
HAMSIK 6
GARGANO 6.5
BOGLIACINO 5.5
RULLO 5 (29’st Garics sv)
LAVEZZI 7
ZALAYETA 5 (21’st Calaiò 5)