Sampdoria – Napoli 2-0

22ª
GIORNATA

Reja resiste fino al ’76.

In 5′ Delvecchio e Franceschini
rilanciano Mazzarri

Serie A
dom
10/02/08

gol31’st DelvecchioammonizioneLavezzi

SAMPDORIA

NAPOLI

stadio L. Ferraris
20000 spettatori
sampdoria napoli
arbitro Giannoccaro – 5.5
guardalinee Copelli – Stagnoli
quarto uomo Pierpaoli

2

0

gol 35’st Franceschini ammonizione Santacroce
ammonizione Gastaldello ammonizione Pazienza
ammonizione Pieri ammonizione Contini
ammonizione Franceschini
ammonizione Maggio
SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi, Campagnaro, Gastaldello (27’pt
Sala), Accardi, Maggio, Delvecchio (45’st Ziegler), Palombo,
Franceschini, Pieri, Cassano, Bellucci (38’st Bonazzoli).
Panchina: Mirante, Poli, Kalu, Miglionico. All. Mazzarri.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, Contini, Grava, Blasi,
Hamsik (17’st Bogliacino), Pazienza, Gargano (38’st Sosa), Mannini,
Lavezzi, Zalayeta.
Panchina: Navarro, Rullo, Montervino, Dalla Bona, Calaiò. All. Reja.

Come un fortino, il «Ferraris». Ancora una volta si rivela rifugio
prezioso e salutare per la Samp. Dopo la sconfitta con la Lazio, i
blucerchiati tornano imme­diatamente alla vittoria e si preparano al
derby della Lanterna con il morale alto e una classifica invidiabile.
Due gol al Napoli nella ripresa e anche il settimo suc­cesso casalingo
va in cassaforte. Stavolta sugli scudi salgono il recuperato
dell’ulti­mora Delvecchio e Franceschini, ma recita sempre alla grande
Antonio Cassano. Quando il barese profitta del cedimento fisico ed
organizzativo del Napoli, tutta la Samp sale di tono, diventa pungente,
stringe alle corde l’avversario domandolo con due ganci micidiali.
Cassano ormai è diventato l’idolo del tifo blucerchiato e lui fa di
tutto per esaltare i tifosi ed esaltarsi. Vince il duello a distanza con
Lavezzi non fosse altro per la personalità con cui trascina i suoi alla
vittoria.
Al Napoli non resta che leccarsi le ferite e ripensare a quella
sciagurata ripresa dove è saltato tutto: l’equilibrio tra i reparti, la
brillantezza atletica, la lucidità nelle ripartenze. Un ko quasi
annunciato dopo quel primo tempo speso a rompere tutte le iniziative
dell’avversario, senza mai impensierire più di tanto Castellazzi. Troppe
assenze tra i partenopei e quasi tutte di difensori dalla stazza fisica
imponente: da Cannavaro a Domizzi, da Savini a Cupi, a Garics. Reja ha
cercato di rimediare con il pur bravo Santacroce, con il volenteroso
Grava ed il tenace Contini. Ma alla distanza la linea difesa è franata
per la sua fragilità. E lì, sul piano fisico che il Napoli ha cominciato
ad accusare il primo gap. Gargano, ad esempio, controllava Delvecchio,
più alto di lui di almeno venti centimetri nonché più forte sul piano
fisico. Sulle palle alte, già in avvio il Napoli ha sofferto in tutte le
zone del campo. Al 20′, il primo brivido per Gianello su una incursione
di Maggio. Ed al 42′ il portiere del Napoli si è fatto trovare pronto su
una girata in area di Cassano.
Il secondo gap i partenopei lo pagano, invece, sul piano tattico: più di
un giocatore fuori ruolo. Da Mannini, sempre costretto a ripiegare
sull’out sinistro; a Blasi, obbligato a presidiare la fascia destra; a
Gargano, spesso in sovrapposizione con Pazienza. E per chiudere, il
crollo atletico emerso nella ripresa laddove la Samp spinge
sull’acceleratore: al 4′ rigore invocato per contatto tra Contini e
Maggio; all’8′ Gianello devia su Cassano; al 13′, Sala in mezza
rovesciata fa scattare un altro allarme. Il gol è nell’aria. E al 31′
Cassano da terra serve per Bellucci: il tiro batte sulla traversa e di
testa Delvecchio anticipa tutti e mette in rete. Il Napoli si fa vivo al
33′ con Bogliacino subentrato ad Hamsik ma il diagonale è telefonato.
Poi il raddoppio: scatta male il fuorigioco, Delvecchio tutto solo in
area serve con il petto l’accorrente Franceschini che di sinistro fa
secco Gianello. Per il Napoli incerottato e senza più energie non resta
che incassare la settima sconfitta esterna su undici e meditare.

GIANELLO 6
SANTACROCE 6
GRAVA 5.5
CONTINI 6
BLASI 6
HAMSIK 5 (17’st Bogliacino 5)
PAZIENZA 6
GARGANO 5 (38’st Sosa sv)
MANNINI 5.5
LAVEZZI 5.5
ZALAYETA 5.5

Napoli – Empoli 1-3

23ª
GIORNATA

Bocciato il nuovo modulo adottato
da Reja

Nessun ammonito, ma tre espulsi:
Zalayeta e Piccolo nell’intervallo

Serie A
dom
17/02/08

gol
37’pt Mannini
gol21’pt Pozzi

NAPOLI

EMPOLI

stadio San Paolo
46946
spettatori
napoli empoli
arbitro Mazzoleni – 6.5
guardalinee Giordano – D’Agostini
quarto uomo Damato

1

3

espulsione Zalayeta gol 20’st Pozzi
espulsione Domizzi gol 36’st Budel
espulsione Piccolo
NAPOLI (4-3-2-1): Gianello, Grava, Cannavaro, Domizzi, Savini
(26’st Calaiò), Blasi, Pazienza, Hamsik (14’st Sosa), Lavezzi, Mannini
(32’st Santacroce), Zalayeta.
Panchina: Navarro, Montervino, Bogliacino, Gargano. All. Reja.
EMPOLI (4-2-3-1): Bassi, Antonini, Marzoratti, Piccolo, Tosto,
Marianini, Budel, Buscé, Marchisio (1’st Pratali), Giovinco (37’st
Saudati), Pozzi (21’st Moro).
Panchina: Balli, Rincon, Abate, Giacomazzi. All. Malesani.

Fa cilecca il nuovo modulo sperimentato da Reja ed il Napoli incassa la
seconda sconfitta di fila precipitando in un tunnel preoccupante quanto
pericoloso. Giustificati quei fischi al termine della gara. Mai i
cinquantamila del San Paolo si sarebbero aspettati un black out simile.
E mai potevano immaginare una debacle simile, la terza in casa di questo
campionato. Il Napoli spumeggiante e a trazione anteriore rimane solo
nelle intenzioni della vigilia. In campo si nota, invece, una squadra
priva di idee, confusa, incapace di portare insidie verso la porta dei
toscani e nel finale anche stanca. L’Empoli, dal canto suo, recita alla
perfezione il copione impartitole da Malesani: organizzazione in ogni
zona del campo, ripartenze fulminee, vivacità e concretezza. E se finora
aveva realizzato quattro gol in undici trasferte, riesce a segnarne tre
tutte in una volta pur presentando una sola punta di ruolo (Pozzi).
L’ennesima dimostrazione che nel calcio non basta schierare più
attaccanti per avere la meglio sull’avversario. Soprattutto se non si
possiede un’organizzazione di gioco e non si hanno nelle gambe le
energie indispensabili. Il Napoli si schiera con tre attaccanti puri in
avvio (Lavezzi-Zalayeta­Mannini), poi nella ripresa anche con quattro ma
riesce a malapena a trovare una rete, la prima in maglia azzurra dell’ex
bresciano, soccombendo in maniera netta ed inequivocabile.
Fin dalle prime battute di gioco s’intuisce che il nuovo atteggiamento
tattico dei partenopei può produrre ben poco. La manovra è prevedibile,
farraginosa, lenta. Pochissimo movimento senza palla. E grandi
difficoltà nella fase passiva. Bravo l’Empoli a volersi giocare la
partita a viso aperto fin dal fischio d’inizio. E abile Malesani nel
piazzare davanti ai due mediani incontristi (Marianini e Budel) tre
elementi capaci di arginare sul nascere le iniziative di Blasi, Pazienza
ed Hamsik. Il Napoli va subito in tilt. Non disponendo di due esterni di
difesa capaci di andare in sovrapposizione sulle fasce e creare
superiorità numerica sulle corsie entra presto in apnea. Inutile il
fraseggio a centrocampo di Pazienza, inefficace il lavoro di cucitura
tra i reparti di Hamsik, il tridente è rimasto in attesa di rifornimenti
che non sarebbero mai potuti arrivare. Così al 21′, Giovinco,
imprendibile con i suoi slalom sulla trequarti e i suoi continui
spostamenti, serve a Pozzi il pallone del vantaggio. A questo punto si
attende una reazione perlomeno nervosa degli uomini di Reja che nel
frattempo cambia raggio di azione a Lavezzi e Mannini. Ma anche questa è
approssimativa. Eppure scaturisce il pari dall’unica accelerazione della
gara: da Hamsik a Lavezzi, cross teso sul secondo palo dove è appostato
Mannini e i cinquantamila riprendono a sperare.
Nell’intervallo, però, succede quello che non dovrebbe succedere. Nel
sottopassaggio, Zalayeta e Piccolo (già si erano beccati in campo) si
spintonano. E’ l’uruguaiano a cominciare per primo. L’arbitro si trova
dietro di loro e li espelle entrambi. Ci va a rimettere il Napoli che
perde il punto di riferimento al centro dell’attacco. Nella ripresa,
Malesani, inserisce Pratali per Marchisio e l’Empoli passa ad un
quattro-quattro-uno. Il Napoli, invece, fa entrare Sosa per Hamsik. Ma
sono sempre i toscani ad andare in gol. Stavolta sbaglia clamorosamente
Cannavaro che tenta un colpo di tacco improbabile a centro area e Pozzi
raddoppia con un diagonale di sinistro. Ma nella torsione si procura una
sospetta lesione al ginocchio destro ed è costretto ad uscire. Reja
inserisce anche Calaiò ma al 28′ Giovinco sfugge a Domizzi che lo
atterra al limite dell’area da ultimo uomo e viene espulso anche lui. In
campo saltano tutti gli equilibri e al 35′ su un tiro di Buscè respinto
da Gianello piomba Budel per il tre a uno che scatena l’ira dei
cinquantamila del San Paolo. Con un Napoli senza anima, senza gioco e
senza gambe, e con un calendario terribile, preoccuparsi anche della
classifica potrebbe sembrare legittimo se non fosse che l’organico di
Reja è di buon livello e c’è tutto il tempo per rialzare la testa.

GIANELLO 5.5
GRAVA 5
CANNAVARO 4.5
DOMIZZI 4.5
SAVINI 5 (16’st Calaiò 5)
BLASI 5.5
PAZIENZA 5
HAMSIK 5 (14’st Sosa 5)
MANNINI 6 (32’st Santacroce sv)
LAVEZZI 5.5
ZALAYETA 4

Livorno – Napoli 1-2

24ª
GIORNATA

Irrompe Calaiò: con la sua
doppietta punisce il “maestro” Camolese

Non basta la perla di Diamanti

Serie A
dom
24/02/08

gol29’st Diamantigol
13’st Calaiò

LIVORNO

NAPOLI

stadio A. Picchi
9000
spettatori
livorno napoli
arbitro Saccani – 5
guardalinee Milardi – Coca
quarto uomo Scoditti

1

2

ammonizione Bogdani gol
47’st Calaiò
ammonizione Vidigal ammonizione Santacroce
ammonizione Sosa
ammonizione Cannavaro
ammonizione Savini
LIVORNO (3-5-2): Amelia, Grandoni, Knezevic, Galante, Balleri,
Pulzetti, De Vezze, Vidigal (11’st Diamanti), Pasquale, Bogdani, Tristan
(30’st Alvarez).
Panchina: De Lucia, A. Filippini, E. Filippini, Loviso, Pavan. All.
Camolese.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, Cannavaro, Contini,
Mannini, Gargano, Blasi (24’st Pazienza, 36’st Bogliacino), Hamsik,
Savini (44’st Rullo), Sosa, Calaiò.
Panchina: Navarro, Grava, Montervino, Dalla Bona. All. Reja.

Aveva ragione Camolese a temere Calaiò. Lo conosce troppo bene: l’aveva
allevato prima nel vivaio del Toro e poi impiegato in B appena balzato
sulla panchina della prima squadra. Fino all’ultimo, Camolese aveva
sperato che Reja lasciasse ancora in disparte il palermitano. Del resto
il tecnico del Napoli si era comportato sempre così con l’attaccante di
scuola granata, proprio ora doveva cambiare?
Ma la speranza di Camolese resta tale. Combattuto fino a poche ore dalla
partita di Livorno se presentare il Napoli con una punta o con due, Reja
rompe gli indugi lanciando nella mischia il giocatore tanto invocato
dalla critica, dai tifosi e sottosotto anche dal presidente. Ed è
proprio Calaiò, spesso mortificato dal tecnico goriziano, rimproverato
in continuazione, a togliere dalla brace Reja e ad inguaiare il
maestro-amico Camolese. Sono le coincidenze del calcio. Calaiò, da
panchinaro a protagonista del giorno. Ecco come la vita di un attaccante
può cambiare. Bastano due guizzi in area, due colpi di testa azzeccati
per firmare una vittoria esterna che mancava dalla seconda di campionato
(a Udine, il 2 settembre). E nello stesso inguaiare l’avversario che non
vince da cinque turni e che in casa nelle ultime sette gare aveva perso
solo con la Juve.
Ma il Livorno deve imprecare con se stesso. Ed anche con il direttore di
gara che ad inizio di ripresa sorvola su un fallo in area da possibile
rigore di Blasi su Vidigal (4′). Nel primo tempo, i toscani non riescono
a verticalizzare abbastanza per creare problemi a Gianello. O perlomeno
sono troppo morbidi ed approssimativi. Pensano di poter controllare
l’avversario e magari colpirlo alla distanza. Un errore. Quel Napoli
timido ed impacciato lascia trasparire tracce della tensione interna ma
sembra più vivo del solito, almeno sul piano nervoso.
Alla mezzora Reja riposiziona Gargano in zona centrale dirottando Blasi
su Vidigal. E già cambia qualcosa. In difesa, Contini è sempre lucido e
tempestivo mentre Santacroce si rende protagonista di una salvataggio
miracoloso su Tristan allo scadere. Balbetta solo Cannavaro ma il
reparto tiene. Dall’intervallo sbuca un Napoli motivatissimo, più
convinto e molto più agile di gambe. All’8′, Amelia già è costretto a
salvare su deviazione aerea di Sosa; al 10′ ci prova Mannini dalla
distanza; il Livorno soffre e Camolese sgancia Diamanti per Vidigal. Ma
al 13′ da un calcio piazzato di Hamsik svetta la testa di Calaiò ed è
vantaggio per gli ospiti. Veemente la reazione dei toscani: Gianello è
bravo al 21′ a sventare il pari. Ma al 29′, la punizione di Diamanti è
un capolavoro e stavolta il pareggio arriva davvero. Il finale è
all’arma bianca: il Livorno arriva vicino alla vittoria con Bogdani al
38′ ma è il Napoli che sa insistere fino al recupero raddoppiando con
Calaiò al 47′ e 16” ribaltando così quanto accadutogli a Cagliari un
mese fa.

GIANELLO 6
SANTACROCE 6
CANNAVARO 6
CONTINI 6.5
MANNINI 6
BLASI 6 (24’st Pazienza sv,
36’st Bogliacino sv)
GARGANO 6.5
HAMSIK 6.5
SAVINI 6 (44’st Rullo sv)
CALAIO’ 7.5
SOSA 6.5

Genoa – Napoli 2-0

25ª
GIORNATA

E’ Borriello l’anti-Napoli

Guadagna un rigore che non c’è e
affonda Reja con la 16ª rete

Serie A
mer
27/02/08

gol40’pt SculliammonizioneContini

GENOA

NAPOLI

stadio Marassi
41500
spettatori
genoa napoli
arbitro Gervasoni – 5
guardalinee Carrer – Carretta
quarto uomo Cavaterra

2

0

gol 30’st Borriello (r) ammonizione Grava
ammonizione Konko ammonizione Savini
ammonizione Calaiò
espulsione Domizzi
GENOA (3-5-1-1): Scarpi, Bovo, Santos (9’st De Rosa), Criscito,
Sculli, Konko, Paro (19’pt Juric), Milanetto, Fabiano (26’st Lucarelli),
Leon, Borriello.
Panchina: Lanza, Danilo, Di Vaio, Figueroa. Allenatore: Gasperini.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Grava, Domizzi, Contini, Mannini,
Blasi, Gargano (16’st Lavezzi), Hamsik (1’st Bogliacino), Savini, Sosa
(26’st Montervino), Calaiò. Panchina: Navarro, Rullo, Dalla Bona,
Capparella. Allenatore: Reja.

Prima Sculli poi Borriello su rigore hanno steso il Napoli incappato
nella più serata più difficile e sconclusionata del suo campionato.
Giusta e meritata la vittoria dell’armata di Gasperini che ha
catapultato il formidabile Borriello in cima alla classifica dei
cannonieri in splendida solitudine. Il bomber genoano (sedici i suoi
gol) ha scavalcato nientemeno che Trezeguet fermo a quota quindici, ma
soprattutto la vittoria di ieri ha permesso al Genoa di agguantare la
Sampdoria e di entrare a buon diritto nel cuore della zona Uefa.
Probabilmente il palo pieno preso da Leon su punizione nel cuore del
tempo (fallo di Contini su Juric) ha impaurito e disunito il Napoli che
da quel momento in avanti non è più riuscito a tenere il campo con la
stessa personalità manifestata nella prima parte. La squadra di Reja
aveva cominciato bene la partita: buona velocità e predisposizione a
ripartire malgrado il marchingegno tattico di Gasperini il quale,
proccupato soprattutto dalle potenzialità e dagli estri di Hamsik, aveva
chiamato Konko a raddoppiare sullo slovacco controllato in prima battuta
da Paro. Insomma, il Napoli per una mezzora buona non aveva rischiato
niente. Anzi, aveva ben tenuto campo, spazi e partita trovando qualche
problema soltanto in fase di finalizzazione: troppo evanescente Sosa,
servito male Calaiò. Fuori partita Hamsik.
Per colpo di paradosso, quando Paro è stato costretto a uscire per
infortunio sostituito da Juric, il Genoa ha dato l’impressione di trarne
beneficio perchè è riuscito a spostare in avanti l’asse del gioco, cosa
che ha assai disturbato il Napoli. Il palo pieno di Leon ha dato una
scossa negativa agli azzurri e probabilmente ha invece convinto il Genoa
a stringere la morsa. A cinque minuti dalla fine del tempo è arrivato
anche il gol di Sculli; bella azione genoana sull’asse
Boriello-Juric-Sculli, ma errore colossale di Savini e Contini che sono
riusciti a far girare l’ex juventino il quale, spalle alla porta, si è
prodotto in una rapida torsione dalla quale ha tirato fuori anche il
tiro vincente.
Il Napoli, appesantito dalla cattiva serata di Hamsik, Mannini e
Gargano, andava riveduto e corretto subito per metterlo in condizioni di
tentare il riequilibrio della contesa. Reja nella ripresa ha lasciato
giustamente fuori Hamsik (per Bogliacino) ridisegnando la sua truppa:
Blasi centrale, Gargano a destra e Bogliacino a sinistra con la conferma
di Mannini e Savini sulle corsie esterne. Ulteriore correzione dopo un
quarto d’ora di ripresa: fuori Gargano dentro Lavezzi poi fuori Sosa e
dentro Montervino. Il Napoli aveva appena dato l’impressione di aver
trovato quanto meno un maggiore equilibrio quando è arrivata la seconda
e definitiva mazzata della serata. Ma il fallo di Domizzi su Borriello è
nettamente fuori area, ci può stare l’espulsione del difensore ma non il
rigore, sarebbe soltanto punizione. Il bomber genoano (sedicesimo gol in
campionato) ha battuto Gianello dal dischetto e addio Napoli.

GIANELLO 6
GRAVA 5.5
DOMIZZI 4.5
CONTINI 5
MANNINI 5
BLASI 6
GARGANO 5 (16’st Lavezzi 6)
HAMSIK 5 (1’st Bogliacino 6)
SAVINI 5
CALAIO’ 5
SOSA 5.5 (26’st Montervino sv)

Napoli – Inter 1-0

26ª
GIORNATA

Julio Cesar sbaglia, Zalayeta
decisivo

Inter, prima sconfitta da un super
Napoli che spreca un rigore

Serie A
dom
02/03/08

gol
3’pt Zalayeta
ammonizioneChivu

NAPOLI

INTER

stadio San Paolo
53618
spettatori
napoli inter
arbitro Rizzoli – 4.5
guardalinee Maggiani – Pirondini
quarto uomo Palanca

1

0

ammonizione Santacroce ammonizione Julio Cesar
ammonizione Blasi ammonizione Rivas
ammonizione Mannini
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, Cannavaro, Contini, Mannini
(37’st Grava), Blasi, Gargano, Hamsik (48’st Bogliacino), Savini,
Lavezzi, Zalayeta.
Panchina: Navarro, Montervino, Rullo, Calaiò, Dalla Bona. All. Reja.
INTER (4-4-2): Julio Cesar, Maicon, Rivas, Materazzi, Chivu (7’st
Crespo), Figo (34’st Jimenez), Vieira, Pelè, Maniche (1’st J. Zanetti),
Balotelli, Suazo.
Panchina: Toldo, Solari, Fatic, Stankovic. All. Mancini.

Un grande Napoli stronca l’Inter e rimette in gioco il campionato.
Risolve l’enigma dopo appena 3’. Poi va più volte vicino a quel
raddoppio che avrebbe chiuso i giochi senza affanni. Alla fine la
vittoria è arrivata comunque. Netta, meritata. Perchè ha gestito meglio
l’intera partita. Non fatevi ingannare dalle apparenze. L’Inter, che ha
giocato l’intera gara sotto un’assordante colonna sonora di fischi, ha
goduto di un maggior possesso palla, dando così l’impressione di una
manovra sempre sul punto di sfociare in gol. Ma quando andate a guardare
i numeri, quelli non mentono mai, vi accorgerete che la verità è
un’altra. Quattro volte (rigore compreso) Julio Cesar è stato costretto
ad autentici miracoli, in altre due occasioni il Napoli ha fallito il
gol per colpe sue. Questo significa che nei 90′ i padroni di casa sono
stati capaci di mettere assieme sei occasioni da rete. Un’enormità.
Nella casella dell’Inter c’è una sola autentica palla-gol. Un po’ poco
per lasciare spazio alle recriminazioni.
Il Napoli ha avuto l’occasione più chiara di chiudere con netto anticipo
la partita al 28′ della ripresa quando Rizzoli, su suggerimento del
guardalinee Pirondini, gli ha concesso (sbagliando) un calcio di rigore.
Gargano era entrato in area, Julio Cesar in uscita aveva preso prima il
pallone e poi il giocatore del Napoli. Zalayeta ha toccato morbido e il
portiere dell’Inter è riuscito a deviare.
Ha giocato con concretezza il Napoli. Saldo in difesa, dove ha concesso
una sola possibilità all’Inter (grande Gianello su botta di Suazo),
consistente a centrocampo, ma soprattutto rapido nel ribaltare la
situazione, nel creare il pericolo dopo aver arginato la manovra
d’attacco interista. L’ha favorita, in questa interpretazione della
partita, la rapidità e la grande serata di Lavezzi. Punto di riferimento
sicuro per i centrocampisti, Blasi e Hamsik, capace di inserirsi nella
disinvolta difesa interista per creare pericoli a ripetizione. Li ha
fatti impazzire, dosando lampi di genio e tocchi di esperienza.
Mancini ha forse osato troppo, tenendo nel primo tempo in panchina anche
Zanetti. Ha affrontato il Napoli concentrato su quel che sarà, sul
Liverpool e la Champions. Sicuro di avere già in tasca il campionato. E
così ha affidato il ruolo di coordinatore della manovra a Maniche,
mentre Pelè doveva proteggere i compagni alle spalle, appena qualche
passo davanti alla difesa. Inefficace sugli esterni (Figo e Maniche
prima, Balotelli dopo, non sono stati mai pericolosi), inconsistente
nello sfondamento centrale.
Che sarebbe stata una serata difficile, l’Inter l’ha capito subito. Dopo
appena 3′ il Napoli era già a segno. Un lungo lancio di Gargano,
un’incertezza pagata cara da Julio Cesar che troppo tardi si era deciso
ad uscire e alla fine (pressato da Lavezzi) era riuscito solo a mettere
la palla sui piedi di Zalayeta che con un vellutato tocco di piatto
aveva punito lui e l’Inter. Ottavo gol del panterone che ha vissuto una
notte magica, tenendo in scacco l’intero reparto difensivo interista.
Ma il Napoli non si è accontentato. Si è chiuso a protezione del
vantaggio, restando però attivo per andare a pungere. E’ imbarazzante il
modo in cui Lavezzi è riuscito a far male alla capolista. Sia andando a
concludere da solo, che cercando la sponda dei compagni. Dietro l’Inter
ha barcollato, nel primo tempo l’ha tenuta in piedi Materazzi che in più
di un’occasione ha messo testa o piede ad evitare il raddoppio. Anche se
è stato proprio lui a creare il pericolo più grande, quando ha
svirgolato un tocco di Savini sfiorando l’autogol. Solo un eccezionale
Julio Cesar è riuscito a evitare il peggio.
Ha fatto blocco a centrocampo il Napoli, anche se sulla sinistra ha
sofferto qualche incertezza. Sono mancati i rientri di Hamsik e questo
ha a volte messo in difficoltà Savini e un po’ lo stesso Contini che,
forse per il superlavoro, si è lasciato andare a un gesto (gomitata su
Balotelli) che doveva essere punito col rosso diretto. Come avrebbe
dovuto esserlo un fallo di Figo su Santacroce. Rizzoli ha ignorato
entrambi. Una notte magica per un Napoli che ha giocato la sua miglior
gara dell’anno. Una partita perfetta, sottolineata da due autentici
mattatori. Con Lavezzi e Zalayeta così, si può sognare.

GIANELLO 6.5
SANTACROCE 8
CANNAVARO 7
CONTINI 7
MANNINI 6 (37’st Grava sv)
BLASI 7
GARGANO 6.5
HAMSIK 7 (48’st Bogliacino sv)
SAVINI 7
LAVEZZI 8.5
ZALAYETA 8

Napoli – Roma 0-2

27ª
GIORNATA

Grande Roma anche dopo il Real

Napoli battuto con Perrotta e Totti.
L’Inter resta a +6

Serie A
dom
09/03/08

ammonizioneManninigol2’pt Perrotta

NAPOLI

ROMA

stadio San Paolo
53618
spettatori
napoli roma
arbitro Saccani – 6
guardalinee Lion – Biasutto
quarto uomo Damato

0

2

ammonizione Blasi gol 5’st Totti (r)
ammonizione Domizzi
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce (35’st Garics), P.
Cannavaro, Contini, Mannini (18’st Calaiò), Blasi, Gargano, Hamsik
(33’st Bogliacino), Domizzi, Zalayeta, Lavezzi.
Panchina: Navarro, Grava, Montervino, Sosa. All. Reja.
ROMA (4-2-3-1): Doni, Panucci, Mexes (45’st Antunes sv), Juan,
Cicinho, De Rossi, Aquilani (26’st Pizarro), Taddei, Perrotta, Vucinic,
Totti.
Panchina: Curci, Esposito, Tonetto, Mancini. All. Spalletti.

La Roma replica, quattro giorni dopo Madrid. Tiene il passo dell’Inter
vincendo a Napoli cioè sullo stesso campo che aveva visto soccombere la
capolista. Il confron­to comparato per valutare lo stato di salute delle
due contendenti per lo scudetto è arrivato ieri: in questo momento la
squadra di Spalletti sta meglio di quella di Mancini. Il Napoli non ha
giocato male, forse non è riuscito a ripetere il capolavoro della scorsa
settimana, ma ha buttato in campo tutto quello che ha. Certo, Lavezzi è
stato meno spumeggiante del solito e Zalayeta meno efficace, ciò non
ridimensiona i meriti della Roma che ha sbandato solo nella parte
centrale della ripresa quando alcuni suoi uomini hanno avvertito la
fatica (in particolare Taddei e lo stesso Aquilani). In quella fase i
ragazzi di Reja sono riusciti anche a segnare due gol che Saccani ha
annullato, il primo (realizzato da Hamsik) per fuorigioco di Lavezzi, il
secondo perché il tocco di Domizzi era stato di mano e non di testa. Un
limite può essere imputato al Napoli: aver consentito alla Roma di far
girar palla e aver concesso spazi che i giallorossi hanno provveduto ad
ampliare con i soliti cambi di gioco. Errori in qualche misura
inevitabili considerato il diverso spessore qualitativo delle due
squadre.
Il successo del San Paolo, però, illustra con aritmetica precisione lo
stato di grazia ritrovato della Roma (per rendimento la migliore della
gestione Spalletti: cinquantotto punti, quattro in più delle due
precedenti). Cicinho, questa volta spostato a sinistra per far posto a
Panucci a destra, ha confermato quel che di buono ha fatto recentemente
vedere e nel finale, quando la squadra era un po’ sulle gambe, è stato
lui, con le sue accelerazioni, ad allungarla, a farla salire, a tenere
sotto costante pressione la difesa av­versaria (il rigore trasformato da
Totti lo ha procurato il brasiliano, facendosi strattonare in area da
Mannini). Vucinic non è stato «spietato » come a Madrid ma ha confermato
di essere ormai entrato pienamente in possesso del ruolo (esterno a
sinistra). De Rossi ha fatto quel che sa fare meglio, cioè l’adesivo
della squadra. Totti, stanchissimo anche lui, ha sciorinato il suo
repertorio: assist per il gol di Perrotta, un paio di conclusioni che
hanno esaltato Gianello, infine il rigore con il quale la Roma, in avvio
di ripresa, ha chiuso la gara. Un motivo di conforto per Spalletti è la
crescita di Perrotta che ha ripreso a correre come nei momenti migliori,
ha ritrovato gli inserimenti (con il primo, dopo appena ottanta secondi
dal fischio d’avvio, è andato in rete, non segnava dal 21 ottobre
scorso, dal derby; con il secondo, al 24′ del primo tempo, avrebbe
potuto chiudere la gara ma Gianello è stato bravo a respingere di piede
la conclusione ravvicinata).
Questa Roma rilanciata promette un finale di campionato pirotecnico, un
confronto a distanza, prolungato, con l’Inter. L’uscita dal campo,
proprio all’ultimo minuto di Mexes non è motivo di conforto per
Spalletti. Ci si poteva attendere una flessione evidente della squadra
giallorossa dopo Madrid, al contrario Totti e compagni hanno retto dal
punto di vista nervoso e hanno convinto da quello fisico visto che fatta
eccezione per l’ultima mezz’ora hanno governato la gara abbastanza
serenamente: un buon viatico per il Milan (archiviati rossoneri e derby,
la strada giallorossa sarà in discesa). Le qualità che il Napoli ha
mostrato nella sfida con l’Inter non possono essere annullate da questa
sconfitta. La classifica, per quelle che erano i progetti iniziali e le
potenzialità della squadra, continua a essere confortante e l’obiettivo
del consolidamento della categoria è a portata di mano. I «miracoli» non
si realizzano tutti i giorni altrimenti non sarebbero «miracoli». I
ragazzi di Reja ieri hanno trovato una squadra che in questo momento
gioca meglio dell’Inter. Ma il Napoli ha uomini e mezzi per superare
senza danni questo ciclo terribile che continuerà con la Juve (dovrà
fare a meno di Blasi e Mannini che saranno squalificati) e si concluderà
contro la Fiorentina.

GIANELLO 7
SANTACROCE 6 (35’st Garics sv)
CANNAVARO 5.5
CONTINI 5
MANNINI 5.5 (18’st Calaiò 5.5)
BLASI 5.5
GARGANO 6
HAMSIK 6.5 (33’st Bogliacino sv)
DOMIZZI 6
LAVEZZI 5.5
ZALAYETA 5

Juventus – Napoli 1-0

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28ª
GIORNATA

Iaquinta, un gol bello e che vale
oro per la champions

Napoli, che peccato perdere così nel
finale

Serie A
dom
16/03/08

gol44’st IaquintaammonizionePazienza

JUVENTUS

NAPOLI

stadio Olimpico
21095
spettatori
juventus napoli
arbitro Rocchi – 6
guardalinee Grilli – Rosi
quarto uomo Mazzoleni

1

0

ammonizione Trezeguet ammonizione Savini
ammonizione Santacroce
ammonizione Cannavaro
ammonizione Lavezzi
JUVENTUS (3-4-1-2): Buffon, Grygera, Stendardo, Chiellini,
Nocerino (14’st Molinaro), Sissoko, Tiago, Salihamidzic (14’st
Iaquinta), Nedved, Trezeguet (47’st Birindelli), Del Piero.
Panchina: Belardi, Ariaudo, Castiglia, Palladino. Allenatore: Ranieri.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, Cannavaro, Domizzi, Garics,
Pazienza, Gargano, Hamsik (18’st Bogliacino), Savini (36’st Contini),
Lavezzi, Calaiò (26’st Sosa).
Panchina: Navarro, Grava, Montervino, Dalla Bona. Allenatore: Reja.

La Juventus non ha perso l’occasione di tornare a 4 punti dalla
Fiorentina lasciando il Milan a distanza di sicurezza (8 punti), ma
questa vittoria sul Napoli, ottenuta a un minuto dalla fine con un gol
di Iaquinta (ottavo in campionato, il quinto in corsa nel finale) non
l’avrebbe meritata. I motivi: 1) gli errori tecnici e concettuali di
Ranieri, costretto a correggere le sue idee in corsa e appena in tempo,
la squadra di Reja li aveva sfruttati assai bene nella prima ora di
gioco arrivando più spesso degli avversari vicini al vantaggio; 2)
l’impegno, la foga, la concretezza, l’organizzazione degli azzurri
avevano messo in pesantissime difficoltà la bislacca truppa di Ranieri
che ha avuto però il merito di tornare sui suoi errori e di correggerli.
Appena in tempo e grazie al temperamento della «Juve che non finisce
mai».
A un Napoli organizzato e ben disposto a un intelligente contenimento
Ranieri ha opposto una Juve inedita, mai sperimentata: tre difensori e
quattro centrocampisti con Nedved trequartista a sostegno di Trezeguet e
Del Piero. Con Nocerino e Salihamidzic esterni, nel cuore del campo
agivano Tiago e Sissoko ma il peso della gara se l’è dovuto caricare
sulle spalle il franco-maliano perchè il portoghese ha prevalentemente
giocato a palletta senza mai tentare di concretizzare qualche idea o
qualche verticalizzazione. Insomma, la Juve ha faticato a far gioco e il
Napoli ha avuto il merito di rimanere comunque agganciato alla sua
strategia: controllare e azzardare qualche ripartenza.
Alla prova dei fatti è stata proprio la squadra di Reja a costruire i
maggiori pericoli: prima c’è voluta la gran classe di Buffon che ha
salvato con un intervento a terra un bel pallone di Hamsik poi è stato
Garics a trovarsi da solo davanti al portiere campione del mondo, ma ha
perso la grande occasione: l’austriaco avrebbe avuto la possibilità di
tirare in porta ma ha preferito un curioso assist a cucchiaio, delizioso
nell’esecuzione ma troppo lontano dall’immaginazione di Lavezzi che,
preso in controtempo, non è riuscito ad arrivare sul pallone. Buon
Napoli insomma almeno sul piano dell’ordine e della concretezza e una
Juventus che, al contrario, non aveva né capo né coda, paralizzata da un
modulo che non conosceva e nel quale non si è ritrovata.
Nella ripresa, dopo un’insidiosa punizione di Del Piero fuori misura, un
guasto all’auricolare di Rocchi che è stato subito riparato e una
iniziativa di Nedved sventata da Gianello, Ranieri si è deciso a
cambiare strategia: fuori Nocerino e Salihamidzic, dentro Molinaro e
Iaquinta per l’allestimento in corsa di un 4-3-3 che ha dato subito
fastidio al Napoli. Reja ha risposto togliendo Hamsik, che pure era
stato uno dei migliori, per dar spazio a Bogliacino maggiormente esperto
sul piano del contrasto e del contenimento.
La Juventus ha tratto ovviamente giovamento dal nuovo assetto tattico,
si è resa pericolosa con Del Piero e Iaquinta, ma ha trovato sulla sua
strada un Napoli deciso a lottare con il coltello tra i denti e a fare
quadrato in difesa di un pareggio che aveva ampiamente meritato. La
squadra bianconera, spesso protagonista di finali di partita roventi e
appassionanti, ha mantenuto fede alla sua tradizione trovando il gol
buono per vincere la sua contorta partita a un minuto dalla fine:
Molinaro conquista palla (intervenendo fallosamente su Lavezzi),
ripartenza bianconera sull’asse Nedved-Del Piero (delizioso assist) e
botta di Iaquinta che ha scacciato l’incubo. Che beffa per il Napoli.

GIANELLO 6.5
SANTACROCE 7
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6
GARICS 5
PAZIENZA 6
GARGANO 6.5
HAMSIK 6.5 (18’st Bogliacino 6)
SAVINI 6 (36’st Contini sv)
LAVEZZI 5.5
CALAIO’ 5 (26’st Sosa sv)

Napoli – Fiorentina 2-0

29ª
GIORNATA

Meraviglioso Lavezzi

L’argentino stende la fiorentina con
la seconda doppietta stagionale

Serie A
mer
19/03/08

gol
23’pt Lavezzi
ammonizioneOsvaldo

NAPOLI

FIORENTINA

stadio San Paolo
45000
spettatori
napoli fiorentina
arbitro Rosetti – 6
guardalinee Griselli – Calcagno
quarto uomo Velotto

2

0

gol
31’pt Lavezzi
ammonizione Kroldrup
ammonizione Blasi
ammonizione Savini
ammonizione Mannini
ammonizione Domizzi
ammonizione Cannavaro
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, P.Cannavaro, Domizzi,
Mannini, Blasi, Gargano, Hamsik (34’st Pazienza), Savini, Calaiò (23’st
Sosa), Lavezzi (43’st Bogliacino).
Panchina: Navarro, Grava, Montervino, Contini. All. Reja.
FIORENTINA (4-3-1-2): Frey, Ujfalusi, Dainelli (19’st Potenza),
Kroldrup, Pasqual, Donadel, Liverani (1’st Papa Waigo), Montolivo,
Kuzmanovic, Osvaldo (9’st Cacia), Mutu.
Panchina: Avramov, Pazzini, Diakhate, Da Costa.

Ezequiel Lupo azzanna la Fiorentina. Due bei morsi che hanno aperto
altrettante profonde ferite. La copiosa emorragia ha debilitato la
squadra viola. Perché ieri sul terreno di gioco del San Paolo si è vista
una squadra, il Napoli, in una condizione fisica scoppiettante e
un’altra squadra, la Fiorentina, affaticata probabilmente dai troppi
impegni stagionali e dalle molte assenze. Ezequiel Lavezzi non si è
fatto intenerire e l’ha battuta con la sua seconda doppietta stagionale
(la prima risaliva al 2 febbraio, contro l’Udinese). L’argentino è stato
per tutta la partita imprendibile: partendo largo o da lontano non
offriva punti di riferimento a una difesa sicuramente disattenta ma
anche esposta a tutte i rischi da un pressing molto blando e da un
centrocampo troppo friabile in fase di copertura.
L’argentino (sette gol in questo campionato) si è esaltato e ha fatto
esaltare il suo pubblico. Ma la straordinaria prova individuale è stata
la ciliegina sulla torta di una prestazione collettiva ineccepibile: un
centrocampo tosto e qualitativo e una difesa sicura. Sotto il peso dello
svantaggio nonostante le correzioni in corsa, la Fiorentina si è
sfilacciata, ha smarrito posizioni in campo e distanze tra i reparti.
Il Napoli, al contrario, è riuscito a rimanere sempre sufficientemente
corto e perfettamente organizzato grazie alla regia di Gargano. In un
paio di occasioni (due tiri di Mutu nel primo tempo) a togliere le
castagne dal fuoco ha provveduto Gianello; in un caso, invece, ha
risolto i problemi la buona sorte sotto forma di traversa (sempre Mutu,
di testa). Certo, la Fiorentina può recriminare per quel gol annullato
al suo attaccante rumeno al 25′ (fallo di Ujfalusi su Calaiò), cioè
sessanta secondi dopo il gol del primo vantaggio di Lavezzi. Ma nel
complesso la Fiorentina non è mai apparsa in partita. Ha molte
attenuanti (la stagione troppo ricca di impegni) ma ieri sera era lecito
attendersi di più, soprattutto sul piano dell’attenzione.
L’ultimo forfait Prandelli lo ha incassato poco prima dell’inizio della
partita: affaticamento muscolare per Pazzini che si è sistemato in
panchina obbligando il tecnico a stravolgere i piani sistemando la
squadra con due attaccanti e un rombo a centrocampo (vertice avanzato
Kuzmanovic e arretrato Liverani) che è apparso in difficoltà sin dalle
prime battute. E il Napoli ne ha approfittato sfoggiando logicità
tattica, aggressività e velocità, soprattutto sulle corsie esterne
diventate, proprio grazie al «rombo», riserva di caccia di Mannini (a
destra) e Savini a sinistra (che combinava con Hamsik molto
agevolmente).
Tanto era lenta e prevedibile la manovra viola, sviluppata con
ripetitivi passaggi in orizzontale, tanto era pratica quella napoletana.
I ragazzi di Prandelli dimenticavano di portare il pressing sul
portatore e Gargano e Blasi avevano la possibilità di organizzare a
piacimento la manovra (fluida e veloce). Ma erano soprattutto le corsie
esterne la nota dolente, soprattutto quella sinistra con un Pasqual
arruffone e disattento. Non a caso il primo gol di Lavezzi nasceva
proprio da una sua disattenzione (lasciava il pallone a Mannini che
poteva mettere in mezzo all’area piccola dove in scivolata arrivava
puntualmente l’argentino).
Le sofferenze non sfuggivano a Prandelli che all’inizio della ripresa
rinunciava a Liverani (poi anche a uno spento Osvaldo) per inserire Papa
Waigo che nel tridente si sistemava largo a destra. Ma le correzioni del
tecnico viola arrivavano quando la sua squadra aveva versato già un
consistente quantitativo di latte. Il bellissimo (e potente) diagonale
di Lavezzi intorno alla mezz’ora del primo tempo sorprendeva Frey che
veniva anche ingannato da un ravvicinato rimbalzo del pallone e metteva
in ginocchio la squadra viola che nella ripresa non riusciva a produrre
quello scatto d’orgoglio che si attendeva Prandelli.

GIANELLO 7
SANTACROCE 6.5
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6.5
MANNINI 7
BLASI 7
GARGANO 6.5
HAMSIK 6.5 (34’st Pazienza sv)
SAVINI 6.5
LAVEZZI 8 (43’st Bogliacino sv)
CALAIO’ 6 (23’st Sosa 6)

Reggina – Napoli 1-1

30ª
GIORNATA

Assist di Lavezzi (di petto) e Sosa
trova la zampata

Poi solita amnesia: Brienza acciuffa
il pari nel recupero

Serie A
sab
22/03/08

gol47’st Brienzagol31’st
Sosa

REGGINA

NAPOLI

stadio Granillo
13000
spettatori
reggina napoli
arbitro Damato – 6
guardalinee Ghiandai – Cini
quarto uomo Squillace

1

1

ammonizione Hallfredsson ammonizione Sosa
ammonizione Gargano
ammonizione Cannavaro
REGGINA (4-3-2-1): Campagnolo, Lanzaro, Cirillo, Valdez (37’st
Stuani), Aronica, Barreto, Tognozzi, Modesto (45’st Joelson),
Hallfredsson (18’st Cozza), Brienza, Amoruso.
Panchina: Novakovic, Costa, Cascione, Makinwa. All. Orlandi.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, Cannavaro, Contini, Garics,
Blasi, Gargano, Hamsik (42’st Pazienza), Grava, Lavezzi (35’st
Bogliacino), Sosa.
Panchina: Navarro, Rullo, Montervino, Calaiò, Dalla Bona. All. Reja.

E’ il secondo minuto di recupero ed il Napoli sta già accarezzando il
sogno di condurre in porto la seconda vittoria esterna del girone di
ritorno. Tra l’altro, Reja, alla vigilia si era raccomandato proprio
questo: prestare massima attenzione ai minuti finali dopo l’amara
esperienza in casa della Juve (gol di Iaquinta al 44’st). Quel vantaggio
di Sosa, ottenuto al 31’st grazie ad un assist di petto di Lavezzi, non
era che la dimostrazione di un Napoli più maturo di prima ed cinico
quanto basta.
Ma dall’altra parte c’è una Reggina ferita ancora nell’orgoglio,
preoccupata dal baratro che si stava aprendo davanti a sé ed anche
dall’infortunio di Modesto. Si lancia a testa bassa alla ricerca del
pari. S’avventa con tutta la sua irruenza nella metà campo del Napoli. E
al secondo minuto di recupero afferra il risultato per i capelli grazie
ad un diabolico diagonale di Brienza, lasciato inopinatamente solo dai
calciatori partenopei. Proprio lui, Brienza, il calciatore che grazie
alle sue quattro reti di fila e ai suoi guizzi sta regalando alla
Reggina la forza e i punti per sperare nell’ennesima salvezza.
L’ischitano ci teneva a dimostrare al Napoli che s’era sbagliato due
anni fa quando scelse di puntare su De Zerbi e non su di lui, in corsa
fino all’ultimo e per giunta grande tifoso del Napoli.
Il pareggio sembra il giusto epilogo di una gara giocata senza grandi
spunti e poche azioni da gol. La Reggina l’affronta con la paura di chi
sa non avere energie (e uomini) a sufficienza per avere la meglio su di
un avversario tranquillo e capace di tutto. Si sistema con Tognozzi
davanti alla linea di difesa a quattro e s’illude di creare grattacapi
al Napoli con Hallfredsson libero di agire nella zona di Gargano ed
affondare. Ne scaturiscono solo fiammate che mai impensieriscono
Gianello.
Piuttosto è il Napoli che di rimessa si fa insidioso con Garics che
tenta una sbilenca girata da comoda posizione. Sembra mancare la
convinzione di tentare il colpo del ko. E raramente Sosa e Lavezzi
ricevono la dovuta assistenza da Hamsik o dagli esterni dove operano due
difensori, di cui uno, Grava, adattato a sinistra.
Nella ripresa, la Reggina riesce finalmente a liberare al tiro Brienza
al 17′ ma il diagonale termina a lato d’un soffio. Sarebbe un campanello
d’allarme se non fosse che i padroni di casa non hanno più birra in
corpo. Orlandi inserisce Cozza per Hallfredsson ma la mossa serve ad
incoraggiare il Napoli che in una ripartenza perviene al gol: da Hamsik
a Lavezzi che di petto serve in area Sosa, tenace nel riprendere la
respinta di Campagnolo ed insaccare. Reja, intanto, toglie dalla contesa
Lavezzi (affaticato?) per inserire Bogliacino. Fa entrare anche
Pazienza. Ma nel convulso finale, la solita amnesia della difesa
partenopea ed il solito guizzo del sorprendente Brienza, colui che
regala ai tifosi della Reggina nuove speranze di salvezza ed una buona
Pasqua.

GIANELLO 6
SANTACROCE 6
CANNAVARO 6
CONTINI 6
GARICS 5
BLASI 6
GARGANO 5
HAMSIK 6
GRAVA 6
LAVEZZI 6 (35’st Bogliacino sv)
SOSA 6.5

Napoli – Palermo 1-0

31ª
GIORNATA

Napoli bella di notte

All’ultimo assalto Hamsik di “cresta”
strappa i 3 punti a un buon Palermo

Serie A
dom
30/03/08

gol
47’st Hamsik

NAPOLI

PALERMO

stadio San Paolo
50000
spettatori
napoli palermo
arbitro Banti – 6
guardalinee Cariolato – Ougiotto
quarto uomo Celi

1

0

ammonizione Domizzi
ammonizione Blasi
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Cannavaro, Contini, Domizzi, Grava
(15’st Garics), Pazienza, Blasi, Hamsik, Savini (15’st Bogliacino),
Lavezzi, Calaiò (26’st Sosa).
Panchina: Navarro, Rullo, Montervino, Dalla Bona. All. Reja.
PALERMO (4-2-3-1): Fontana, Cassani, Barazagli, Zaccardo (12’pt
Cossentino), Balzaretti, Guana, Migliaccio, Jankovic, Simplicio (25’st
Bresciano), Caserta (43’st Giov. Tedesco), Amauri.
Panchina:: Agliardi, Cani, Di Matteo, Romeo. All. Colantuono.

Anche il Napoli non finisce mai. Dopo una serie di cariche generose e
assatanate alla porta del Palermo, ha trovato il gol della settima
vittoria consecutiva in notturna al San Paolo grazie a un colpo di testa
di Hamsik magistralmente innescato da Lavezzi nel secondo dei quattro
minuti di recu­pero e pochi secondi dopo ha preso anche una traversa con
Sosa. I cinquantamila tifosi napoletani sono esplosi cantando “oje vita
mia” mentre il centrocampista slovacco veniva travolto dagli abbracci di
compagni, accompagnatori e uomini del servizio. E’ stata una grande
serata quella del San Paolo anche perchè il Palermo, molto ben
ricostruito da Colantuono al suo secondo debutto in rosanero, aveva reso
vita dura a Reja, comunque molto bravo nella ripresa a ridisegnare la
sua squadra per spedirla all’assalto di un avversario bene organizzato
crollato soltanto alla fine quando forse era anche all’estremo delle
forze.
La partita si è mantenuta a lungo su un livello di sostanziale
equilibrio, ma non ha prodotto né cattivo gioco né noia, A contrario,
Reja e Colantuono hanno scelto strategie diverse per consentire ai due
principi Lavezzi e Amauri di liberare i propri estri per metterli a
disposizione della causa. Il Napoli per una buona mezzora, forse per la
necessità di studiare l’avversario, ha dato l’impressione di lasciare la
partita al nuovo Palermo di­segnato da Colantuono con nuove idee e mosse
intriganti. Il tecnico rosanero ha rivoluzionato il “sistema di
Guidolin” tornando alla difesa a quattro con due incontristi (Guana e
Migliaccio) e tre centrocampisti offensivi (Jankovic, Simplicio,
Caserta) in appoggio ad Amauri. Il Napoli voleva vederci chiaro e allora
è rimasto molto attento e compatto per evitare brutte sorprese. I
siciliani hanno macinato più gioco cercando sempre il folletto Amauri, i
partenopei sono spesso ripartiti con i furori di Lavezzi verso Fontana
impegnato seriamente prima da Domizzi eppoi in rapida successione da
Pazienza e Savini dopo altrettante iniziative arrembanti dell’argentino.
Alle due occasioni napoletane hanno risposto prima Balzaretti con una
traversa poi Amauri con un paio di iniziative di gran classe che non
hanno trovato il conforto della buona misura.
Il Napoli ha un po’ sofferto a centrocampo perché, avendo tre uomini su
Amauri unico attaccante, avevano anche un uomo in meno a centrocampo, ma
non si sono persi d’animo badando a scavalcare spesso il reparto
avversario con lanci lunghi di Hamsik e Pazienza per Lavezzi sempre vivo
e presente. Dopo un quarto d’ora di ripresa e un gol sbagliato da
Lavezzi che ha preferito anticipare il tiro in corsa finito alto, Reja
ha corretto il Napoli cercando di riequilibrare il suo centrocampo:
fuori gli esterni Grava e Savini, dentro Garics e Bogliacino e squadra
con quattro difensori, tre centrocampisti, e Bogliacino in appoggio ai
due attaccanti. Dieci minuti più tardi contromossa di Colantuono: fuori
Simpicio per Bresciano.
Confortato dai cambi e illuminato da uno straordinario Hamsik che ha
avuto maggior sostegno per dedicarsi alla costruzione del gioco, il
Napoli è andato a caccia del gol con rinnovata energia e veementi
pressioni che hanno trascinato anche il pubblico. Pericolosissima una
iniziativa dello slovacco che non ha trovato un compagno alla deviazione
in rete, ma il Palermo è stato messo alle corde, costretto a subire i
furenti attacchi azzurri. Con attenzione, generosità e molte sofferenze,
la squadra siciliana era riuscita a contenere le iniziative del Napoli.
E’ crollata sul traguardo quando la partita sembrava chiusa, colpita da
una grande invenzione di Lavezzi che ha liberato Hamisk per il gol.
Magica la partita dell’argentino che ha vinto il duello con Amauri, Il
palermitano non ha demeritato, ha tenuto in allarme i difensori di Reja,
ma è stato costretto a lottare da solo come unico attaccante contro
l’agguerrita difesa napoletana.

GIANELLO 6
CONTINI 6.5
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6.5
GRAVA 6 (15’st Garics 6)
BLASI 6
PAZIENZA 6
HAMSIK 7
SAVINI 6 (15’st Bogliacino 6.5)
LAVEZZI 7
CALAIO’ 6 (26’st Sosa 6.5)