Napoli – Treviso 4-2

Sabato 09/09/2006 – Prima giornata –
 

Napoli, è una festa.
Il tridente d'attacco fa sfracelli e il
San Paolo si diverte.

 

NAPOLI – TREVISO 4 – 2 (45000
spettatori)

Arbitro: Dondarini di Finale Emilia.
Guardalinee: Papi e Sacco.

NAPOLI (4-3-1-2): Iezzo, Grava, Cannavaro, Domizzi, Savini,
Amodio, Bogliacino, Dalla Bona, De Zerbi (41'st Maldonado), Bucchi
(47'st Capparella), Calaiò (29'st Pià).
Panchina: Gianello, Giubilato, Gatti, Sosa. All. Reja.
TREVISO (4-4-2): Avramov, Valdez, Viali, Cottafava, Giubilato,
Vascak, Quadrini (16'st Russotto), Baseggio, Gissi, Acquafesca,
Beghetto.
Panchina: Montrsor, Moro, Boumsong, Mallus, Bradaschia, Fabris. All.
Bortoluzzi.

MARCATORI: 29'pt Bucchi,
42'pt Grava
,
11'st Bucchi (r), 32'st Beghetto, 33'st
Domizzi (aut),
34'st Dalla Bona.

Benvenuti a Napolilandia, la giostra è a porte aperte. Dopo gli squilli
in Coppa Italia, la macchina da gol messa in pista da Reja si conferma
in campionato. Quattro gol al volenteroso Treviso e la prima che conta è
già un biglietto da visi­ta autorevole. Il Napoli c’è, vuole esserci,
probabilmente ci sarà nelle zone alte della classifica. Si presenta
subito all’appun­tamento il re dei bomber, l’ex cannoniere della B,
Cristian Bucchi: due reti, una in spaccata, l’altra dal dischetto, e i
concorrenti alla speciale graduatoria sono avvertiti. Ma strappano
applausi a scena aperta anche Calaiò, a cui è mancato solo il gol, e De
Zerbi, inesauribile nell’illuminare la manovra offensiva dei suoi. Con
un tridente simile puoi anche concederti qualche pausa, prima o poi il
gol ci scappa. E puoi anche distrarti un paio di minuti, il tempo che il
Treviso nella ripresa si porta sul tre a due, che Dalla Bona, un
centrocampista, con una fucilata a volo ripristina subito le distanze.
Non andava a bersaglio dai tempi del Lecce di Zeman, in quel 3-3
chiacchierato con il Parma.
Il popolo del San Paolo applaude, si diverte come non gli capitava da
tempo. Di questo Napoli che in zona gol mette i brividi piace
soprattutto la voglia di attaccare sempre, di contrastare l’avversario
in tutte le zone del campo, di non mollare di un centimetro. E a
Fuorigrotta ora sì che non ci si annoia più, si può andare con la
convinzione di poter esultare primo o poi, di gioire e magari anche
cantare il coro che ha accompagnato l’Italia ai Mondiali oltre che a "‘O
surdato ‘ nnammurato". Una squadra famelica, per dirla alla Reja e
soprattutto frizzante. Certo, adesso si aspetta un riscontro lontano da
questo stadio che coinvolge come da poche altre parti d’Italia. Finora,
infatti, il "branco" partenopeo si è esibito solo in casa. Ma le
premesse sembrano più che rosee. Ad ogni modo il calendario arriva a
proposito: il Napoli è atteso da due trasferte con­secutive ( Piacenza
ed Arezzo) ed allora sapremo.
Il Treviso commette l’errore di avvertire troppa soggezione
dell’avversario. Imposta la gara prevalentemente sulla difensiva.
Marcature a uomo su Bucchi e Calaiò ma anche su De Zerbi e Dalla Bona. E
per mezzora, profittando dell’eccessiva tensione (e frenesia) dei
partenopei, i veneti riescono a reggere, affacciandosi sporadicamente
anche dalla parti di Iezzo. Poi al 29' capitolano. Grava e De Zerbi
duettano sull’out destro, il fantasista serve al centro per Bucchi che
anticipa tutti e non perdona. La reazione degli ospiti è blanda: un paio
di tiri dalla distanza di Baseggio. Al 42' il raddoppio. Merito della
tenacia di Grava che va a rincorrere un pallone perso, inserisce il
piede tra Giuliatto ed Avramov e colpisce la sfera che passa tra le
gambe del portiere e rotola in porta.
Nella ripresa passano dieci minuti ed ecco l’ennesimo numero di Calaiò:
stop al volo con il sinistro, Cottafava saltato in tronco ma questi lo
stende in area. Rigore. Calaiò vorrebbe tirarlo, anche lo stadio invoca
il suo nome ma Bucchi eletto primo rigorista alla vigilia, dice di no,
va lui sul dischetto e trasforma. Sul tre a zero, il Napoli spinge
ancora sull’acceleratore. Ma è il Treviso che tenta il tutto per tutto.
Accorcia con Beghetto di testa e poi si porta sul tre a due grazie ad
un’autorete di Domizzi. Ma nel giro di cinquanta secondi, Dalla Bona con
una fucilata chiude la partita e un pomeriggio da sbornia.

 
IEZZO 6
GRAVA 7
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6
SAVINI 6
AMODIO 6
BOGLIACINO 6
DALLA BONA 6
DE ZERBI 7 (41'st Maldonado sv)
BUCCHI 7.5 (47'st Capparella sv)
CALAIO' 7 (29'st Pià sv)

Piacenza – Napoli 2-1

Sabato 16/09/2006 – Seconda giornata –
 

Calaiò c'è, il Napoli no.
Nocerino e Riccio, due napoletani,
affondano Reja.

 

PIACENZA – NAPOLI 2 – 1 (6000
spettatori)

Arbitro: Ayroldi di Molfetta.
Guardalinee: Padovan e Peri.

PIACENZA (4-3-2-1): Coppola, Nef, Miglionico, Gemiti, Riccio,
Patrascu, Nocerino (38'st Gobatto), Padalino (18'st Stamilla), Rantier
(23'st Degano), Simon.
Panchina: Capodici, Abbate, Pellicori, Anaclerio. All. Iachini.
NAPOLI (4-3-1-2): Iezzo, Grava, Cannavaro, Domizzi, Savini,
Montervino (36'st Capparella), Bogliacino, Dalla Bona, De Zerbi (42'st
Sosa), Bucchi, Calaiò (20'st Pià).
Panchina: Gianello, Garics, Giubilato, Amodio. All. Reja.

MARCATORI: 25'pt Npcerino, 33'pt Calaiò, 34'st
Riccio.

Anche il Napoli, come la Juve, scopre presto la vera faccia della B,
quella che appena ti volti rimani fulminato. Agli uomini di Reja basta
mettere il naso fuori della porta di casa per precipitare giù dalle
scale. Due napoletani, uno verace di Santa Lucia, Antonio Nocerino,
classe ’85, e l’altro dell’hinterland (di Marano), Riccio, classe ’77,
la mandano giù in maniera spietata e cinica. I due, uno nazionale Under
21, l’altro emigrante in Scozia insieme con Gattuso anni fa, non
esultano per rispetto. In fondo, loro simpatizzano anche per il Napoli
ma il destino ha voluto che andassero a giocare altrove. Anche Nando
Coppola ci mette del suo neutralizzando prima una deviazione di Calaiò
nel primo tempo e poi una fucilata di Dalla Bona nella ripresa. Ma è
soprattutto Iezzo, con due interventi miracolosi su Simon, ad impedire
che la sconfitta assuma proporzioni più ampie.
Una sconfitta che brucia anche perché gli azzurri non perdevano dal 19
febbraio scorso (3 a 1 in casa della Juve Stabia) e si trovava in serie
positiva da ben diciassette gare tra campionato di C1, supercoppa di C,
Coppa Italia e campionato di B. Eppure in campo i valori tecnici
appaiono presto evidenti: il Napoli dà più confidenza alla sfera, mette
in vetrina numeri apprezzabili mentre gli avversari compensano il gap
con l’aggressività e il dinamismo. E’ bravo Iachini nel dirottare
Nocerino nella zona di Montervino, spostare Patrascu al centro per
impegnare Bogliacino ed affidare a Riccio il compito di tamponare sul
centro destra. Sempre Iachini sorprende tutti rinunciando sia a
Pellicori (in panchina) che a Cacia. Gioca solo con il giovane argentino
Simon in avanti, sicuramente sgusciante ma sciupone fino
all’inverosimile (divora tre ghiotte palle gol). Ed alla fine ha ragione
il Piacenza. Sicuramente più concreto, più reattivo, pronto a
catapultarsi nell’area avversaria appena si intravedono spazi e deciso
nel prendere di sorpresa il portiere Iezzo prima con un diagonale dalla
sinistra e poi con una precisa deviazione di Riccio dalla breve
distanza.
Il Napoli per mezzora resta a guardare. Vorrebbe tenere l’avversario
lontano dalla propria area di rigore ma vi riesce a malapena: al 14'
Simon già sfiora la segnatura su cross dalla sinistra di Randier. Al
25', invece, su traversone dalla destra di Nef, la sfera carambola su
Domizzi e finisce a Nocerino che tutto solo piazza il diagonale alla
sinistra di Iezzo. La reazione del Napoli non si fa attendere: De Zerbi
pesca al taglio Calaiò che attende l’uscita di Coppola, lo evita e
deposita in rete. A questo punto gli ospiti sembrano più sicuri ma
sciupano il raddoppio con Montervino. E finiscono puntualmente nella
trappola del fuorigioco. Ieri si è avvertita l’assenza di un
centrocampista che sapesse gestire palla e servire le punte per eludere
l’off side. E ieri si è anche capito che il Napoli per diventare una
squadra importante ha bisogno di lavorare ancora tanto: la difesa non fa
ancora reparto, il centrocampo non ce la fa a conservare le distanze,
l’attacco sembra un corpo estraneo. Il Piacenza, con il suo mordi e
fuggi, trova il raddoppio al 34': Patrascu si invola sulla sinistra,
porge al centro per Riccio ed è ko per il Napoli.

 
IEZZO 6.5
GRAVA 5.5
CANNAVARO 5.5
DOMIZZI 5.5
SAVINI 5.5
MONTERVINO 5 (36'st Capparella sv)
BOGLIACINO 5
DALLA BONA 6
DE ZERBI 6 (42'st Sosa sv)
BUCCHI 5
CALAIO' 6 (20'st Pià 5.5)

Arezzo – Napoli 0-0

Martedì 19/09/2006 – Terza giornata –
 

Iezzo salva il Napoli.
Il tridente di Reja non punge, decisivo il
portiere su Floro Flores e Vigna.

 

AREZZO – NAPOLI 0 – 0 (7152
spettatori)

Arbitro: Rosetti di Torino.
Guardalinee: Viazzi e Costa.

AREZZO (4-3-2-1): Bremec, Galeoto, Terra, Conte, Lombardi,
Bricca, Di Donato, Roselli (29'st Chiappara), Bondi (24'st Simonetta),
Croce (20'st Vigna). Floro Flores.
Panchina.: Marconato, Barbagli, Goretti, Panocchia. All. Conte.
NAPOLI (4-3-1-2): Iezzo, Grava, Cannavaro, Giubilato, Savini,
Montervino (34'st Trotta),Amodio, Dalla Bona, De Zerbi, Bucchi (11'st
Sosa), Calaiò (38'st Capparella).
Panchina: Gianello, Maldonado, Garics, Gatti. All. Reja.

Soltanto nella ripresa Arezzo e Napoli decidono di darsi battaglia. Ed
allora deve erigersi Iezzo a protezione dei partenopei mentre dall’altra
parte prima Dalla Bona e poi De Zerbi sciupano due favorevoli occasioni.
Un pareggio che forse non serve a nessuna delle due ma fa tanto morale
sia per i toscani che per i partenopei. Prosegue così la rimonta
dell’Arezzo e si rialza seppure a malapena la formazione di Reja dopo il
ko di Piacenza.
Pretendere anche lo spettacolo sarebbe stato troppo. Arezzo e Napoli
vanno in campo con una tensione tale da potersi tagliare a fette.
Motivo? L’importanza del risultato che già assume un significato
notevole sia per l’una che per l’altra, pur essendo appena la terza di
campionato: l’Arezzo deve provare ad annullare l’handicap in classifica
e non può assolutamente distrarsi; il Napoli, invece, dopo la batosta di
Piacenza deve rialzare il capo per evitare di mettere in discussione un
intero progetto tecnico. E’ ovvio che il nervosismo prende il
sopravvento sul tentativo di giocare a calcio. Così in avvio, Arezzo e
Napoli stanno molto più attenti a non subire che ad offendere. E per i
settemila e più accorsi al Comunale per assistere alla prima sfida in un
campionato tra le due squadre non è un bel vedere. Rosetti deve
fischiare in continuazione (ben quaranta volte nel primo tempo) ed
ammonire tanto per cercare di frenare gli ardori in campo (ben cinque
cartellini gialli nella prima frazione).
Antonio Conte conferma la stessa formazione schierata a Frosinone. Si
fida evidentemente. Cambia solo la posizione di qualche pedina in campo:
Di Donato centrale. Ma affida al solo Floro Flores il compito di
disturbare la difesa partenopea. Troppo poco, considerata l’evanescenza
di Bondi sulla destra e la verve, spesso fine a se stessa di Croce sulla
sinistra. Nel Napoli c’è la novità Amodio a centrocampo ed anche quella
Giubilato in difesa. Ma è soprattutto la prima ad incuriosire. Amodio
rimpiazza il connazionale Bogliacino, tanto discusso per la sua scarsa
attitudine al ruolo. Ebbene il neo entrato riesce perlomeno a tenere in
piedi una squadra ancora attanagliata da problemi squisitamente tattici.
Amodio cattura decine di palloni, si presta in chiusure tempestive,
riesce anche a distribuire gioco. Ma quando deve proporsi, il trio delle
meraviglie non c’è. De Zerbi si defila troppo sulla sinistra per poter
incidere come dovrebbe. E quando la partita sale di tono
agonisticamente, si smarrisce. Viene anche innervosito dal pubblico che
lo fischia in continuazione per i suoi trascorsi da ex. Per quel poco
che può, invece, l’Arezzo tenta qualche accelerazione più spontanea che
convinta. Al 19' Croce non profitta di uno svarione di Cannavaro e
indirizza senza convinzione verso Iezzo. Poi ancora Croce ci prova dalla
distanza. Ma nel primo tempo non si registra un tiro in porta che sia
degno di essere chiamato tale. Ed il Napoli solo al 38' con Dalla Bona
fa finta di voler impensierire Bremec.
Cambiano le cose nella ripresa. Arezzo e Napoli si liberano dai freni
psicologici e provano a sfidarsi a viso aperto. Ed allora si assiste ad
un’altra partita. Al 9' Cannavaro salva in extremis, poi è De Zerbi a
sciupare una ghiotta palla gol (Bremec si distende e neutralizza),
infine due interventi salva risultati di Iezzo su tiri di Floro Flores e
Vigna. L’Arezzo è decisamente più frizzante del Napoli che pur denotando
ancora problemi sfiora il colpaccio con De Zerbi allo scadere.

 
IEZZO 7.5
GRAVA 5.5
CANNAVARO 6
GIUBILATO 6.5
SAVINI 6
MONTERVINO 5.5 (34'st Trotta sv)
AMODIO 6.5
DALLA BONA 5.5
DE ZERBI 5.5
BUCCHI 5 (11'st Sosa 5.5)
CALAIO' 5.5 (38'st Capparella sv)

Napoli – Crotone 1-0

Sabato 21/10/2006 – Ottava giornata –
 

Calaiò, l'oro di Napoli.
La punta si conferma. La squadra esce tra
i fischi ma è seconda.

 

NAPOLI – CROTONE 1 – 0 (27000
spettatori)

Arbitro: Ciampi di Roma.
Guardalinee: Fiore e Fittante.

NAPOLI (3-4-1-2): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Garics,
Dalla Bona (42'st Amodio), Bogliacino (32'st Montervino), Grava, De
Zerbi, Bucchi (17'st Pià), Calaiò.
Panchina: Gianello, Giubilato, Trotta, Sosa. All. Reja.
CROTONE (4-4-1-1): Soviero, Borghetti. Alioui, Rossi, Bonomi,
Cariello (12'st Plasmati), Cardinale, Gentile, Galardo (37'pt Petrilli),
Palmieri, Lopez (21'st Vallone).
Panchina: Padelli, Figliomeni, Piocelle, Fumasoli. All. Gustinetti.

MARCATORI: 9'pt Calaiò.

Questione di testa, forse anche di gambe, non certo solo di modulo.
Neanche con il nuovo sistema di gioco dettato da Reja (il 3­4-1-2) il
Napoli riesce a brillare. Ed anche contro un avversario superdecimato
qual è il Crotone, i partenopei non sanno arrivare in gol come
dovrebbero e potrebbero. Ed alla fine piovono fischi. Fischi eccessivi
vista la classifica: il Napoli è secondo ed in casa non fallisce un
colpo da due anni. Ma il tifoso del San Paolo non resiste davanti al
solito spettacolo incolore e sconcertante. Stanco e sfiduciato, esprime
il proprio malumore in maniera così plateale ma civile. Fischiare una
squadra che è seconda in classifica è perlomeno singolare.
Evidentemente, la pazienza del pubblico di Napoli avrà superato il
limite. E meno male che all’ultimo momento ha dato forfait De
Laurentiis. Chissà cosa avrebbe detto il presidente che dalla partita
con la Coppa Italia con la Juventus non ha visto più il Napoli giocare a
calcio con la stessa spensieratezza e spregiudicatezza.
Eppure i partenopei sanno capitalizzare al massimo quei pochi gol che
realizzano. Dieci punti nelle ultime quattro partite a fronte di quattro
bersagli centrati: a La Spezia, con il Rimini, a Vicenza e ieri. E
Calaiò per la seconda gara consecutiva torna sugli scudi. Merito suo se
il Napoli porta a casa la vittoria sul Crotone: cross di De Zerbi dalla
sinistra, la difesa avversaria si dimentica dell’attaccante e Calaiò di
testa ha tutto il tempo per mirare l’angolo e fare centro. Per ora è
lui, l’unica certezza del Napoli. Uno della vecchia guardia. Uno che si
danna l’anima, prova la giocata individuale e che sembra predicare nel
deserto.
Sono trascorsi nove minuti appena dal gol di Calaiò. Ed è come se si
fosse spenta la luce in casa del Napoli. Da quel momento in poi
raramente la squadra di casa si rende pericolosa se non al 35' quando
Bucchi devia di testa per la facile parata di Soviero. Lentamente prende
coraggio il Crotone, privo di sei titolari, e soprattutto di Giampaolo e
Sedivec. Pur perdendo Galardo per infortunio, la formazione di
Gustinetti prova ad insidiare il Napoli spesso e volentieri. Ma manca
della determinazione in zona gol.
Nella ripresa, Reja toglie Bucchi, fa entrare Pià ma cambia poco.
Rifornimenti dalle retrovie, zero. Affondi sugli esterni, idem. E al 29'
da una combinazione con Calaiò, Pià avrebbe l’occasione del raddoppio ma
spara nelle braccia di Soviero. Ed dagli spalti piovono fischi anche se
la classifica sorride al Napoli. Neanche con il nuovo modulo, la squadra
va. E quei fischi sono sinonimo di forte preoccupazione per il futuro.

 
IEZZO 6
GARICS 5.5
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6
MALDONADO 6
DALLA BONA 5.5 (42'st Amodio sv)
BOGLIACINO 5.5 (32'st Montervino sv)
GRAVA 6
DE ZERBI 5
BUCCHI 5 (17'st Pià 5)
CALAIO' 6.5

Albinoleffe – Napoli 1-0

Sabato 28/10/2006 – Nona giornata –
 

Il Napoli non c'è.
Squadra spenta, trafitta da un rigore di
Cellini. Contestato il dg Marino.

 

ALBINOLEFFE – NAPOLI 1 – 0 (3000
spettatori)

Arbitro: De Marco di Chiavari.
Guardalinee: Costa e Rosi.

ALBINOLEFFE (3-5-2): Acerbis, Innocenti, Dal Canto, Santos, Gori,
Poloni, Del Prato, Previtali (5'st Garlini), Colombo (38'st Rabito),
Joelson, Cellini (18'st Bonazzi).
Panchina: Marchetti, Belingheri, Cristiano, Caremi. All. Mondonico.
NAPOLI (3-4-1-2): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Garics
(17'st Trotta), Montervino, Dalla Bona, Grava, Bogliacino (1'st De
Zerbi), Bucchi, (29'st Pià), Calaiò.
Panchina: Gianello, Giubilato, Gatti, Amodio. All. Reja.

MARCATORI: 45'pt Cellini (r).

Di peggio, non si sarebbe potuto fare: il Napoli con l’Albinoleffe offre
una prestazione a dir poco sconcertante, indecifrabile, e l’avversario,
che finora non aveva ancora vinto una gara sul proprio campo, nè
realizzato lo straccio di un gol, riesce nell’impresa di cogliere un
successo insperato (il secondo di fila) e di mandare a rete, seppure su
rigore, quel Cellini alla sua prima gara da titolare. Lo stesso Cellini
che quando indossava la maglia del Perugia lo scorso campionato,
inflisse la prima sconfitta della gestione Reja. E quando era a Foggia
diede del filo da torcere agli azzurri.
Ma a Bergamo succede dell’incredibile. Tutto l’Albinoleffe è costato
molto meno di quanto il Napoli ha investito al calciomercato di agosto.
E l’Albinoleffe si aggiudica con merito la vittoria perché si procura e
trasforma un rigore ma anche perché nella ripresa non corre alcun
pericolo, anzi va ad insidiare Iezzo con un paio di controfughe.
Mondonico vince ampiamente la sfida a distanza con Reja. Manda in campo
una squadra reattiva, con due punte invece di una (Cellini accanto a
Joelson), ed adatta i suoi all’avversario come fosse un sarto d’altri
tempi. Ma ben presto si scoprirà che il Napoli è solo fumo: poche idee,
poca esplosività, poca determinazione. E l’Albinoleffe gradatamente
prende confidenza, coraggio, convinzione fino a trovare il gol con un
taglio in verticale di Previtali per Cellini, difesa partenopea colta
impreparata (addirittura con Montervino fermo ad allacciarsi una
scarpa), e Garics intervenendo in ritardo commette fallo da rigore con
una ingenuità disarmante. Cellini trasforma e quella rete, forse,
resterà nella storia del campionato del piccolo club bergamasco perché
oltre ad essere pesante per la classifica rappresenta anche il secondo
successo a spese dei partenopei (il primo lo siglò Possanzini nel
2003-2004). Non sortisce, invece, granchè l’ennesima mossa di Reja
(Bogliacino al posto di De Zerbi). Nè in fase offensiva, nè in quella
difensiva. Il Napoli nel primo tempo produce una sola palla gol (cross
di Calaiò al 21' e Bucchi di testa sciupa un gol già fatto). Non solo,
quando l’avversario prova ad attaccare, i partenopei mostrano anche
qualche crepa perchè gli uomini di Mondonico corrono di più, si fiondano
negli spazi, sono abili nel mordi e fuggi. E vengono premiati con
quell’azione che produce il rigore e il gol.
Nella ripresa, Reja toglie Bogliacino ed inserisce De Zerbi. Non cambia
molto. Poi toglie l’acerbo Garics per Trotta e qualcosa cambia perché
l’ex riminese fornisce una buona quantità di palloni al centro. Ma ad un
certo punto esce anche Bucchi per Pià che di quei cross non ne prende
uno. Ed allora va in onda un forsennato festival degli errori ed orrori.
Senza un tiro verso la porta di Acerbis. Napoli nervoso (sei ammoniti
tra cui Cannavaro che salterà la sfida con la Juve), confuso nella testa
e tatticamente, e non fosse per Iezzo subirebbe anche il colpo del ko
(parata sul neo entrato Bonazzi al 30 st). Non è crisi ma quasi. Al di
là della sconfitta, il Napoli ha palesato limiti fisici e tattici
preoccupanti. Neanche quel chiarimento con l’allenatore è bastato a far
voltare pagina. E, dopo aver fischiato Bucchi al momento della
sostituzione, i napoletani presenti in tribuna se la prendono anche con
il dg Marino: «Li mandi a casa tutti. Siamo stanchi di subire
mortificazioni simili». E quei trentamila che hanno già acquistato il
biglietto con la Juve ora si staranno chiedendo: ma ne valeva la pena?

 
IEZZO 6
GARICS 5 (17'st Trotta 5.5)
CANNAVARO 5
DOMIZZI 5.5
MALDONADO 6
MONTERVINO 5
DALLA BONA 5
GRAVA 6
BOGLIACINO 5 (1'st De Zerbi 5)
BUCCHI 5 (29'st Pià sv)
CALAIO' 6

Napoli – Juventus 1-1

Lunedì 06/11/2006 – Posticipo decima
giornata –
 

Del Piero show, grinta Napoli.
Segna Alex (giunto a quota 203 gol) su
punizione, risponde Bogliacino. Alla fine il pareggio è giusto.

 

NAPOLI – JUVENTUS 1 – 1 (65000
spettatori)

Arbitro: Rizzoli di Bologna.
Guardalinee: Romagnoli e Nicoletti.

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Maldonado, Giubilato, Domizzi, Montervino
(26'st De Zerbi), Trotta, Amodio, Bogliacino, Grava, Bucchi (1'st Sosa
5,5), Calaiò.
Panchina: Gianello, Garics, Dalla Bona, Capparella, Pià. All. Reja.
JUVENTUS (4-3-2-1): Buffon, Birindelli, Legrottaglie (10'st De
Ceglie), Chiellini, Balzaretti, Zanetti, Paro, Marchisio, Camoranesi,
Del Piero, Zalayeta.
Panchina: Mirante, Zebina, Urbano, Guzman, Palladino, Bojinov. All.
Deschamps.

MARCATORI: 22'st Del Piero, 26'st Bogliacino.

Un lampo di Del Piero ha acceso la partita, meno la Juve. Perchè questa
volta il gol numero 203 di Alex non le basta per continuare a vincere.
Se vogliamo è questa la notizia, la Juve ingoia il secondo pari di
questa sua poderosa cavalcata verso la serie A. Il Napoli sperava in
qualcosa di più, cercava un colpo d’ala per placare malumori e dare una
svolta alla sua stagione un po’ in bilico. Non ci è riuscito e forse
qualche rimpianto se lo porta dentro. Intanto perchè la Juve è arrivata
senza sei titolari, alcuni capaci di fare la differenza come Trezeguet e
Nedved, e dunque l’occasione era propizia; e poi perchè ha avuto il
torto di osare poco. Anzi, di non osare per almeno un’ora. Il Napoli si
è acceso solo quando si è accesa anche la partita, e cioè dopo il gol di
Del Piero, arrivato a metà ripresa, sulla solita, imprendibile punizione
dal limite.
Il Napoli sino a quel momento ha badato solo a non correre troppi
rischi, frenato dalla paura ma anche da un assetto scelto da Reja
apparso discutibile. Montervino è stato costretto a fare il terzino su
Del Piero che partiva sempre dall’out sinistro, Trotta che è un esterno
ha fatto il centrocampista e Grava che è un destro ha giocato a
sinistra. In questo modo il Napoli ha fatto una fatica tremenda nel
creare gioco, affidandosi solo a qualche iniziativa di Bogliacino.
Troppo poco e troppo poco anche dalla Juve che si è limitata a rompere
il gioco del Napoli e a cercare sempre Del Piero, l’unico capace di
illuminare una partita troppo nervosa e modesta. Reja nella ripresa ha
inserito Sosa per avere un ariete capace di far salire la squadra e di
raccogliere i lanci lunghi, tema preferito per scavalcare il centrocampo
juventino. Dopo il gol di Del Piero ha finalmente inserito anche De
Zerbi, un fantasista che gli sarebbe servito anche prima, e che ha
confezionato l’assist del pari. La Juve fatto il gol con Del Piero,
perso anche Legrottaglie, ha sofferto la reazione del Napoli e dopo una
prodezza di Buffon, ha dovuto ingoiare il pari firmato da Bogliacino.
Pari che non frena la Juve (che, sullo 0-0, ha reclamato un rigore per
un doppio contatto in area Domizzi-Legrottaglie e Giubilato-Chiellini) e
che non risolve qualche problemuccio del Napoli.
Nel primo tempo non è successo quasi niente. Il Napoli, troppo
contratto, ha pensato più a non correre rischi, che a crearli alla Juve.
Molto attento in difesa, ma a disagio nel costruire la sua partita, con
centrocampisti poco ispirati e Bucchi cancellato da Chiellini e
Legrottaglie. Anche la Juve non ha mai osato più di tanto, lasciando a
Del Piero il compito di tenere sotto tiro i napoletani, con Zalayeta
inesistente. Buffon e Iezzo sono rimasti del tutto inoperosi e l’unico
brivido è arrivato al 33, quando su un angolo da sinistra di Del Piero,
Camoranesi ha incornato da pochi metri, ma troppo alto. Poi qualche
corrida a centrocampo, qualche eccesso agonistico di Montervino su Del
Piero e basta. Troppo poco, in verità.
Reja ha cercato di dare più peso davanti, sostituendo uno spento Bucchi
con Sosa, nella speranza di dare alla squadra un punto di riferimento e
un buon colpitore di testa. Deschamps invece ha dovuto buttare dentro De
Ceglie perchè Legrottaglie si è infortunato in una mischia furiosa
nell’area napoletana. La partita si è accesa timidamente, la Juve ha
cercato di alzare i ritmi, il Napoli ha risposto a tono. Ma al 22 Del
Piero, a suo modo, ha rotto l’equilibrio. E’ partito in contropiede,
imbeccato da Zalayeta e Maldonado l’ ha steso al limite, beccandosi
anche l’inevitabile ammonizione. Punizione quasi dal vertice, Iezzo è
rimasto impalato mentre il pallone è entrato sul primo palo. Immediata
la risposta del Napoli, solo che Buffon è Buffon e infatti su un colpo
di testa ravvicinato di Calaiò ha compiuto la solita prodezza. Ma al 28
è arrivato il pari, meritatissimo, del Napoli. De Zerbi ha messo un
cross teso da destra verso il secondo palo dove Bogliacino da pochi
passi ha scaraventato in rete. Finale caldo, molti falli, ma poche
emozioni per un pari giusto.

 
IEZZO 6
MALDONADO 6.5
GIUBILATO 6
DOMIZZI 6
MONTERVINO 5.5 (26'st De Zerbi 6)
TROTTA 6
AMODIO 6
BOGLIACINO 6.5
GRAVA 6
BUCCHI 5 (1'st Sosa 5.5)
CALAIO' 6

Bari – Napoli 0-1

Lunedì 13/11/2006 – Posticipo undicesima
giornata –
 

Calaiò accende il Napoli.
Magia da quarto posto. Palo di Di Vicino.
Bari reclama un rigore.

 

BARI – NAPOLI 0 – 1 (25000
spettatori)

Arbitro: Farina di Roma.
Guardalinee: Petrella e Di Fiore.

BARI (4-4-2): Gillet, Bellavista (37'st Di Vicino), Esposito,
Micolucci, Mora, Tabbiani (19'st Fusani), Carrus, Gazzi, Scaglia (11'st
Vantaggiato), Ganci, Santoruvo.
Panchina: Aldegani, Belmonte, La Vista, Rajcic. All. Maran.
NAPOLI (3-4-2-1): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava,
Amodio, Bogliacino, Savini, De Zerbi (30'st Sosa), Pià 6 (19'st Trotta),
Calaiò (46'st Gatti).
Panchina.: Gianello, Giubilato, Dalla Bona, Bucchi. All. Reja.

MARCATORI: 43'pt Calaiò.

Con un gran gol di Calaiò in finale di tempo, il Napoli espugna il San
Nicola, inviolato fino a ieri. Alla tenace prestazione degli ospiti fa
riscontro una generosa ripresa del Bari che a tre minuti dal termine
centra il palo con Di Vicino. Meritati gli applausi finali del pubblico.
La formazione di Maran si batte con orgoglio ma deve arrendersi solo
alla maggiore esperienza del Napoli.
Reja l’aveva annunciato: «Aspettatevi sorprese per Bari». Ma non era
solo l’esclusione di Bucchi, la prima in undici giornate, bensì anche
quella di Dalla Bona, un altro degli acquisti del mercato estivo. Un
bomber da trenta gol e un centrocampista dai settepolmoni. Due nuovi su
cinque in panchina. Dentro Pià e De Zerbi. Non solo, anche una leggera
variazione al modulo: due seconde punte a ridosso di Calaiò che va ad
occupare così la posizione di terminale offensivo come già capitatogli a
Pescara nella stagione delle ventuno reti. Gioca d’azzardo, Reja.
Rischia, sapendo di poter rischiare dal momento che dispone di ben
cinque difensori cinque: i tre centrali oltre a Grava e Savini a
presidio delle zone laterali.
Il Bari viene così attirato nella trappola. Già privo di Pianu e
Gervasoni, Maran non può fare altro che suggerire ai suoi di restare in
guardia e tentare sortite per vie esterne appena si aprono gli spazi. Ma
i disagi balzano agli occhi fin dalle prime battute. I ventimila del San
Nicola incoraggiano i propri beniamini in maniera encomiabile, come non
accadeva da tempo. Prova Carrus, appena gliene dà la possibilità
Bogliacino, ad innescare Ganci e Santoruvo peraltro ben controllati da
Cannavaro e Domizzi. E’ invece il Napoli a far prevalere la sua evidente
superiorità sul piano tecnico con un fraseggio mai evidenziato in
precedenza. Eppure manca la lucidità ed il tempismo nell’azionare quei
tre levrieri schierati da Reja in avanti. Come se i partenopei fossero
staccati in due tronconi: da una parte sette uomini incaricati della
fase difensiva, dall’altra i tre in attacco di cui solo Calaiò capace di
fare movimento senza palla e smarcarsi a ripetizione.
Ne approfitta così il Bari che cerca di rendersi pericoloso a fiammate
sulle corsie esterne. Prima Mora a sinistra e poi Bellavista a destra,
provano ad andare a raddoppio su Scaglia e Tabbiani nel tentativo di
guadagnare il fondo e servire palloni al centro per i compagni. Lo scopo
di Maran sarebbe quello di obbligare De Zerbi e Pià a ripiegare quando
il Bari entra in possesso del pallone. Esperimento riuscito solo in
parte perchè il Napoli tiene in difesa ed affonda con insolita
puntualità: per vie centrali, o anche sulle fasce. Il clichè della gara
sempre chiaro fin dalle battute iniziali: chi è più in grado di
offendere avrà la meglio. Ed il Napoli pur mancando della necessaria
determinazione negli ultimi venti metri ci prova finchè non trova il
gol, e che gol: al 43', Savini, riprendendo una rimessa laterale, serve
al centro per Calaiò. Numero da manuale: stop di petto e pallone colpito
di sinistro prima che battesse a terra. Per Gillet niente da fare. Per
Calaiò, la quarta rete nelle ultime cinque gare.
Nella ripresa, Maran sfrutta la carta Vantaggiato cercando con le tre
punte di impegnare un po’ in più la difesa partenopea. Dopo qualche
minuto inserisce Fusani per Tabbiani disegnando un 4-3­3 marcato.
Qualche effetto si nota. Il Bari stavolta si presenta minaccioso dalle
parti di Iezzo. E Reja non esita a tirare fuori Pià (una punta) per
Trotta (un centrocampista) passando così al 4-4-2. E dopo un po' anche
Sosa (una roccia) al posto di De Zerbi (affaticato). Il Bari azzarda la
mossa della disperazione: in campo anche Di Vicino e proprio lui centra
il palo su punizione a 3' dal termine. Poi il giallo: Maldonado
intercetta un pallone in area napoletana, il Bari chiede il rigore per
fallo di mano, Farina dice che è solo calcio d’angolo. E il Napoli
festeggia.

 
IEZZO 6
MALDONADO 6.5
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6
GRAVA 6
AMODIO 6
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 6.5
DE ZERBI 6.5 (30'st Sosa sv)
PIA' 6 (19'st Trotta 6)
CALAIO' 7.5 (46'st Gatti sv)

Napoli – Bologna 1-0

Sabato 18/11/2006 – Dodicesima giornata –
 

E lassù c'è il Napoli.
Rigore di Calaiò, Bologna battuto, primo
posto

 

NAPOLI – BOLOGNA 1 – 0 (36083
spettatori)

Arbitro: Rosetti di Torino.
Guardalinee: Copelli e Alessandroni.

NAPOLI (3-4-2-1): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava,
Amodio, Bogliacino, Savini, Capparella (1'st Trotta), Pià (16'st
Bucchi), Calaiò (41'st Montervino).
Panchina: Gianello, Giubilato, Gatti, Sosa. All. Reja.
BOLOGNA (4-3-1-2): Antonioli, Brioschi (23'st Nervo), M.
Castellini, Costa, T. Manfredini (32'st Smit), E. Filippini, Mingazzini,
Amoroso, Zauli, Marazzina (30'st Della Rocca) Bellucci.
Panchina: Colombo, Torrisi, Vincenzi, Morosini: All. Ulivieri.

MARCATORI: 38'pt Calaiò.

Il Napoli se la gode: primo in classifica. Per essere una squadra ancora
largamente perfettibile, questa situazione è decisamente di ottimo
auspicio. Nelle ultime tre partite gli allievi di Reja hanno messo
insieme sette punti. Punti conquistati contro vere e proprie grandi, la
Juve, il Bari e ieri il Bologna. Un successo sofferto, propiziato da un
rigore costruito e trasformato da Calaiò (il migliore in campo) e
difeso, nel secondo tempo, con il cuore e con i denti. Perché gli
emiliani hanno avuto una bella reazione, orgogliosa, a tratti
determinata che acuisce in Ulivieri il rimpianto di aver affrontato
troppo mollemente i primi quarantacinque minuti. E se nel primo tempo il
Napoli ha sostanzialmente fatto la partita, nella ripresa gli allievi di
Reja sono riusciti a far correre solo un brivido sulla schiena di
Antonioli (con Bucchi al 47': punizione fermata solo dal palo).
E’ evidente che si parlerà a lungo del rigore assegnato al Napoli, non
tanto per la legittimità della sanzione (ci può stare) quanto per il
fatto che a deciderlo non sia stato Rosetti che ha avuto un lungo attimo
di esitazione nel corso del quale il San Paolo ha trattenuto il fiato,
ma il suo primo assistente, Copelli, finito nelle cronache di Calciopoli
per il famoso «sequestro» della terna (Paparesta in testa) avvenuto
nello spogliatoio del Granillo in occasione di Reggina-Juventus di due
anni fa. Materia utile per alimentare il sempiterno dibattito sulla
qualità attuale della classe arbitrale. Ma al di là degli aspetti di
contorno, a quel rigore si è giunti dopo una abbondante mezz’ora in cui
il Napoli ha fatto la partita e il Bologna l’ha sostanzialmente
guardata. Bellucci forse «ammorbidito» dai festeggiamenti riservatigli
dai tifosi partenopei, si è difilato sulla sinistra, veleggiando ai
margini della gara; Zauli ha provato a lavorare qualche pallone con
perizia e sagacia ma nel complesso la squadra di Ulivieri è apparsa solo
la parente lontana di quella che nelle precedenti cinque partite aveva
ottenuto ben quattro vittorie (non consecutive, chiaramente).
Nel confronto tattico, Reja è parso vincente con Capparella al posto
dell’indisponibile De Zerbi e Savini all’ultimo momento preferito a
Montervino, con Dalla Bona spedito sorprendentemente in tribuna e Bucchi
ancora una volta in panchina. Anche ieri nell’assetto del Napoli si sono
viste solo flebili tracce del mercato esito visto che per nove
undicesimi la squadra era composta di giocatori che lo scorso anno hanno
vinto il campionato di C1. Il Bologna, tornato a difendersi a quattro
per via dell’assenza di Terzi, è apparso balbettante dal punto di vista
dell’approccio alla partita, intimidito da un San Paolo pieno come nelle
migliori occasioni e carico di entusiasmo, che ha voluto salutare con un
lunghissimo applauso Mario Merola, vero idolo popolare. Il Napoli che
dal pari con la Juve e dalla vittoria di Bari ha ricavato motivazioni
non è stato generosissimo dal punto di vista dello spettacolo, ma è
stato concreto e ordinato, trascinato da un Calaiò molto attivo
soprattutto nel primo tempo.
Il problema di Reja, però, è che questa squadra dura quarantacinque
minuti tanto è vero che nella ripresa è stato sufficiente che Bellucci
abbandonasse la sua posizione troppo defilata (ed emarginata) per creare
allarmi a Iezzo (bravo a mettere sulla traversa un tiro dell’ex
napoletano, meno bravo a battezzare fuori un’altra conclusione dell’ex
arrestatasi, per sua fortuna, sulla base del palo). Le titubanze
partenopee hanno convinto Ulivieri ad accentuare la proiezione offensiva
del Bologna con la rinuncia a Brioschi, l’arretramento sulla linea dei
difensori di Emanuele Filippini e l’inserimento di Nervo. Ma la difesa
del Napoli ha retto aggrappandosi agli ottimi Paolo Cannavaro, Maldonado
e Domizzi. In conclusione, serata trionfale e una classifica da prendere
come un segno del destino.

 
IEZZO 6
MALDONADO 6.5
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6.5
GRAVA 6
AMODIO 6.5
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 6
CAPPARELLA 6 (1'st Trotta 6)
PIA' 5.5 (16'st Bucchi 5)
CALAIO' 7.5 (41'st Montervino sv)

Pescara – Napoli 0-1

Sabato 25/11/2006 – Tredicesima giornata –
 

Il Napoli saluta e se ne va.
Terzo 1-0 consecutivo, la stessa firma
(Calaiò). Primato in solitudine.

 

PESCARA – NAPOLI 0 – 1 (7000
spettatori)

Arbitro: Pierpaoli di Firenze.
Guardalinee: Grilli e Bianchi.

PESCARA (4-4-2): Spadavecchia, De Martis, Olivieri, Delli Carri,
De Falco, Rigoni, Papini (36'st Carozza), Moscardi (21'st Aquilanti),
Antonelli, Martini, Ferrante (33'pt Zoppetti).
Panchina: Tardioli, Gautieri, Felci, Avantaggiato. All. Ammazzalorso.
NAPOLI (3-4-3): Iezzo 7, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava,
Amodio, Bogliacino, Savin (1'st Trotta), De Zerbi, Calaiò (36'st
Montervino) Pià (29'st Sosa).
Panchina: Gianello, Gatti, Giubilato, Bucchi. All. Reja.

MARCATORI: 11'st Calaiò.

Non bello ma cinico, persino spietato, così il Napoli centra la terza
vittoria di fila balzando da solo al comando della classifica. In gol,
il solito Calaiò, con il solito rigore e con la stessa ritualità
registrata con il Bologna: il primo assistente che segnala all’arbitro
la trat­tenuta di De Martis su Pià. E poi uno strepitoso Iezzo che nega
per ben due volte a Martini la possibilità del pari: prima di piede
(31'st) e poi di testa uscendo fuori dalla propria area (34'st).
Nonostante fosse in superiorità numerica già alla mezzora del primo
tempo (espulsione di Olivieri per gioco violento), il Napoli fatica a
domare un inaspettato Pescara. Riesce a trovare il gol solo su penalty e
poi come successo già altre volte lo difende a denti stretti, lo
ottimizza al massimo, mostrando poi agli esteti del calcio la classifica
al termine della gara: squadra prima da sola, seconda vittoria in
trasferta consecutiva, nove punti nelle ultime tre uscite. Come a dire:
criticate pure, meravigliatevi che Bucchi va ancora in panchina, che
Dalla Bona ritorna in tribuna, che Iezzo deve sfoderare due-tre
interventi salva-risultato, tanto il Napoli è lassù e chi se ne importa.
Il gioco può attendere.
Al generoso Pescara, invece, non resta che abbassare la testa e
riconoscere il cinismo (ma anche la fortuna) di un avversario che appena
si porta in vantaggio serra ancora di più le fila trasformandosi in
corazza impenetrabile. Gli uomini di Ammazzaloroso, però, ce la mettono
tutta per fermare i partenopei: giocano con grande intelligenza e più
intensità sia a parità di forze che in inferiorità numerica, scaldano le
mani a Iezzo già nel primo tempo con De Falco e poi sprecano
un’occasionissima con Martini (41' pt). S’accorgono che il Napoli
disegnato da Reja è compassato e lo puntano con fiammate improvvise.
Soltanto ad inizio di ripresa quando Reja fa entrare Trotta per Savini,
gli ospiti mostrano qualcosa di interessante arrivando fino all’azione
che determina il penalty: De Zerbi (non più defilato a destra bensì a
ridosso delle punte) pesca in corridoio Pià che viene strattonato da De
Martis in area. L’arbitro ha un attimo di indecisione, ma il suo
collaboratore di destra fa cenno che è rigore e per Calaiò è altra manna
piovuta dal cielo. Trasforma ed esulta nello stadio che fino a due anni
fa lo osannava. Ma non per mancanza di rispetto, bensì per la gioia di
aver realizzato per la terza gara consecutiva una rete pesante. Quel
quarto d’ora della ripresa resta l’unico momento positivo del Napoli: la
squadra si presenta per quattro volte di fila davanti a Spadavecchia nel
giro di otto minuti. Poi trovato il gol, si riabbassa la saracinesca.

 
IEZZO 7
MALDONADO 6
CANNAVARO 6
DOMIZZI 5.5
GRAVA 6
AMODIO 6
BOGLIACINO 5.5
SAVINI 5.5 (1'st Trotta 6)
CAPPARELLA 6
PIA' 5.5 (29'st Sosa sv)
CALAIO' 6.5 (36'st Montervino sv)

Napoli – Frosinone 1-1

Sabato 02/12/2006 – Quattordicesima
giornata –
 

Napoli, primato da brividi.
Petardi, gara sospesa due volte. Poi
Frosinone in gol: e il pari in 10.

 

NAPOLI – FROSINONE 1 – 1 (30000
spettatori)

Arbitro: Orsato di Schio.
Guardalinee: Cariolato e Bernardoni.

NAPOLI (3-4-3): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava,
Amodio, Bogliacino, Vitale, (32'st Trotta), De Zerbi (1'st Bucchi),
Calaiò, Pià (16'st Dalla Bona).
Panchina: Gianello, Giubilato, Montervino, Sosa. All. Reja.
FROSINONE (4-4-1-1): Zappino, Perra, Cannarsa, Pagani, Antonioli,
Galasso (45'st Bellè), Anaclerio, D’Antoni, Fialdini (35'st Di
Venanzio), Lodi, Castillo (41'st Mastronunzio).
Panchina: Chiodini, Rimoldi, Ischia, Lacrimini. All. Iaconi.

MARCATORI: 34'st Lodi (r), 43'st Bogliacino.

In un solo pomeriggio, il Napoli vede sfumare la possibilità di fuga in
classifica, interrompere la serie di vittorie consecutive, infrangere
l’imbattibilità di Iezzo che durava da oltre trecento minuti e, cosa più
grave, perde anche la faccia. Per colpa di pochi ignoti che lanciano
petardi scientificamente con lo scopo di intralciare il progetto di De
Laurentiis, la gara viene interrotta per due volte dall’arbitro Orsato.
E senza l’intervento provvidenziale del presidente e del dg Marino,
nonchè dei funzionari delle forze dell’ordine presenti allo stadio, che
rassicurano il direttore di gara la partita rischia di interrompersi
definitivamente al al ventiduesimo della ripresa.
Svanisce così nel peggiore dei modi, la chance dei partenopei di
consolidare il primato in classifica. Un Napoli, spento nelle idee e
molle sulle gambe, nonchè modellato male da Reja che manda Savini in
tribuna preferendogli il giovane Vitale, finisce facile preda di un
volitivo Frosinone. Iaconi profitta con astuzia delle debolezze della
capolista: sistema l’eclettico Lodi tra le linee invitando Galasso ad
affondare anche lui sulla destra per dare man forte a Castillo. Fin
dalle prime battute s’intuisce che per il Napoli sarà difficile trovare
la via del gol. Ci vorrebbe l’illuminazione di De Zerbi per sperare di
infrangere il dispositivo difensivo degli ospiti. Ma l’ex catanese,
defilato sulla destra, termina nelle grinfie di Antonioli e per i
padroni di casa diventa notte fonda.
E’ il Frosinone, invece, a portare minacce piuttosto serie verso la
porta di Iezzo costretto ad uscire di piede prima per fermare
un’incursione di Castillo (14') e poi per neutralizzare un felice
inserimento di Fialdini. Soffre più del solito il Napoli schierato con
il giovanissimo Vitale a sinistra e un centrocampo spesso preda degli
avversari, diligenti nel fraseggio quanto tenaci nel pressing. Si danna
l’anima soltanto Grava, un difensore, l’unico a tentare di vivacizzare
le ripartenze. L’unico sussulto arriva alla mezzora: punizione di De
Zerbi dalla sinistra, deviazione aerea di Calaiò ed il portiere Zappino
che si salva con l’aiuto del palo. Iaconi, però, non assiste
passivamente ed inverte gli esterni in modo da costringere il Napoli (e
Grava) a stare più sulla difensiva: Galasso passa così a sinistra (nella
zona di Grava) mentre Fialdini va a destra.
Nella ripresa, Reja inserisce Bucchi per De Zerbi ma il cambio produce
ben poco. Anzi è Lodi a divorare una ghiotta palla gol. Poi la seconda
interruzione ed il vantaggio del Frosinone: Maldonado per rimediare ad
un’incertezza di Domizzi atterra Castillo: rigore ed espulsione. Dal
dischetto va Lodi che realizza. Intanto Trotta, subentrato a Vitale,
vivacizza la manovra e da una sua accelerazione nasce il pari grazie
alla deviazione aerea di Bogliacino. Il Napoli salva l’imbattibilità
interna ma lascia il campo tra le perplessità dei tifosi: un’involuzione
preoccupante per il futuro.

 
IEZZO 6.5
MALDONADO 5
CANNAVARO 6
DOMIZZI 5
GRAVA 7
AMODIO 6
BOGLIACINO 6
VITALE 5.5 (32'st Trotta sv)
DE ZERBI 5 (1'st Bucchi 5.5)
PIA' 5.5 (16'st Dalla Bona 5)
CALAIO' 6