Cesena – Napoli 1-1

Lunedì 11/12/2006 – Posticipo della
quindicesima giornata –
 

Il Napoli piace, il pari no.
Segna Calaiò (espulso all’83’), pari di
Papa Waigo. Poi due traverse.

 

CESENA – NAPOLI 1 – 1 (15000
spettatori)

Arbitro: Dondarini di Finale Emilia.
Guardalinee: Taglietti e Angrisani.

CESENA (4-3-3): Turci, Biserni, Vignati, Lauro, Ferrini (1'st
Zaninelli), De Feudis (40'st Virdis), Pestrin, Salvetti, Papa Waigo,
Pellè, Lazzari (21'st Piccoli).
Panchina: Sarti, Bova, Mezavilla, Bracaletti. All. Castori.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cannavaro, Giubilato, Domizzi, Trotta,
Dalla Bona, Amodio, Bogliacino, Grava, Calaiò, Pià (31'st Sosa).
Panchina: Gianello, Montervino, Gatti, Garics, Capparella, Bucchi. All.
Reja.

MARCATORI: 18’pt Calaiò, 21’pt Papa Waigo.

Un gol (di Calaiò) e due traverse (con Sosa e Domizzi) non bastano al
Napoli (che finisce in dieci per l’espulsione di Calaiò) per
riappropriarsi del primo posto in classifica ma resta una delle migliori
prestazioni della stagione al cospetto di un Cesena spigliato, volitivo,
pericoloso soprattutto con Papa Waigo.
Con De Zerbi infortunato, Maldonado squalificato e Savini che non
gradisce esibirsi a centrocampo, Reja ne studia un’altra delle sue: in
difesa rilancia Giubilato, a centrocampo piazza Trotta a destra (era
ora), Grava passa invece a sinistra mentre in cabina di regia si
sistemano tre giocatori che sanno miscelare qualità e quantità, Dalla
Bona­Amodio-Bogliacino. Per Bucchi, di nuovo panchina. Il nuovo assetto
del Napoli, se da una parte crea problemi al quattro-tre-tre del Cesena,
dall’altro va in difficoltà quando viene aggredito sugli esterni
dall’avversario. Tutto prevedibile. Si sapeva dal giorno prima che Grava
e Trotta, in ripiegamento, avrebbero incontrato difficoltà a contrastare
Papa Waigo e Lazzari, due autentiche frecce. Ma i due esterni di Reja
stringono i denti caricandosi di tutti i rischi che comporta fare i
pendolari di fascia. Encomiabile Grava, ammirevole Trotta. Castori punta
tutto sulla rapidità dei suoi e su un modulo decisamente a trazione
anteriore.
La partita rispetta così in pieno le premesse della vigilia. Cesena e
Napoli si sfidano a viso aperto, senza ostruzionismi di sorta. Ne viene
fuori una gara ben giocata, a tratti anche divertente e dai buoni
contenuti tecnici. Non s’era mai vista finora la formazione di Reja
affrontare l’avversario in maniera così determinata e volitiva. La
superiorità a centrocampo consente di rilanciare l’azione d’attacco fin
dalle prime battute. Trotta ogniqualvolta entra in possesso del pallone
si premura di cercare la testa di un proprio compagno in area di rigore.
E al 18', il Napoli passa in vantaggio: l’ex riminese crossa sul palo
più lontano dove è appostato Calaiò. L’attaccante palermitano arriva in
cielo e di testa disegna una traiettoria deliziosa che termina la sua
corsa alle spalle di Turci. Settimo sigillo per lui, quinto bersaglio in
trasferta. Ma il Napoli di Cesena non è solo Calaiò. Stavolta si vede
anche Pià e per la difesa romagnola si preannunciano gli straordinari.
Il vantaggio dei partenopei dura però appena tre minuti. Dopo l’uno a
zero, il Napoli innalza inopinatamente la barriera difensiva. Cannavaro
e compagni si sistemano quasi sulla linea del centrocampo e da un lancio
al bacio di Pestrin nasce il pareggio: Papa Waigo elude la guardia di
Grava, s’invola verso Iezzo che gli va incontro fino al limite dell’area
ma nulla può fare per impedire la frittata.
Ma i partenopei non si demoralizzano e ripartono all’attacco. In pochi
minuti confezionano altre tre palle gol entrambe sciupate da Pià
regalando peraltro alla platea una combinazione da serie superiore: da
Calaiò a Pià, ancora Calaiò e il diagonale termina di un soffio a lato.
Il Cesena non ci sta a subire di tanto e riparte al contrattacco. Al
35', Iezzo si salva su Papa Waigo, servito da Lazzari, aiutandosi con il
palo alla sua sinistra. Preme il Cesena sugli esterni e il Napoli mostra
qualche affanno. Ma non cede. Anzi replica con Domizzi al 37' che di
testa sfiora il raddoppio.
Frizzante anche la ripresa. Il Napoli riparte a testa bassa, vorrebbe
riprendersi il primo posto soffiatogli sabato scorso da Juve e Bologna e
impegna Turci con Dalla Bona che ci prova due volte dalla distanza.
Intanto Castori inserisce Piccoli per Lazzari provando a innescare
sempre quel Papa Waigo, una mina vagante nell’area del Napoli. Reja
invece manda in campo Sosa che centra la traversa. Poi lo imita anche
Domizzi allo scadere mentre gli azzurri sono rimasti in dieci per
l’inopinata espulsione di Calaiò.

 
IEZZO 5.5
GIUBILATO 6
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6.5
TROTTA 6.5
DALLA BONA 6.5
AMODIO 6.5
BOGLIACINO 6
GRAVA 5.5
PIA' 6 (31'st Sosa sv)
CALAIO' 6

Napoli – Mantova 0-0

Sabato 16/12/2006 – Sedicesima giornata –
 

Il Napoli non sa pungere.
Poche occasioni, azzurri bloccati dal
Mantova sul neutro di Perugia.

 

NAPOLI – MANTOVA 0 – 0 (A Perugia a
porte chiuse, San Paolo squalificato)

Arbitro: Celi di Campobasso.
Guardalinee: Cini e Pascariello.

NAPOLI (3-4-1-2): Iezzo, P. Cannavaro, Maldonado, Do­mizzi,
Trotta, Dalla Bona (39'st Montervino), Amodio, Grava, Bogliacino (26'st
Gatti), Bucchi, Pià (31'st Sosa).
Panchina: Gianello, Savini, De Zerbi, Giubilato. All. Reja.
MANTOVA (4-4-1-1): Brivio, Sacchetti, Notari, Cristante,
Mezzanotti, Sommese (30'st Altinier), Spinale, Doga, Tarana, Caridi
(44'st Mondini), Bernacci (38'st Graziani).
Panchina: Bellodi, Brambilla, Rizzi, Di Cesare. All. Di Carlo.

Quattro pallegol vere, compresa la traversa di Bogliacino. La noia
compagna di viaggio: il silenzio del «Curi » zittisce tutti, soprattutto
gli attori (poco) protagonisti. Il Napoli si incarta, va avanti con il
solito pilota automatico: cross banali, mai uno spunto sul breve,
tangenziali intasate come nella notte di San Silvestro. Morale: pareggio
scritto sui muri. Non è il caso di drammatizzare, la classifica resta
buona anche se non buonissima: Napoli a braccetto con Genoa e Juve (che
deve recuperare una partita) sul terzo gradino, ma scavalcato dal
Rimini, mentre il Bologna se ne va. Tuttavia, a metà dicembre, non è
l’ora dei bilanci.
Il titolo del film: senza Calaiò, il Napoli non vede la porta. Adesso ci
chiederete di Cristian Bucchi, attesissimo come se in un pomeriggio
dovesse cancellare le streghe. No, non è giusto pensare che Bucchi si
ritrovi con un colpo di bacchetta. Bucchi e il Napoli, sinceramente,
sembra una storia finita: perché Bucchi non può dare al Napoli quanto
Reja chiede (movimenti, pressione, sponde) per il semplice motivo che
tanta panchina ha inevitabilmente creato lo strappo. E il disagio
psicologico. La partita di Bucchi? Un contatto con Mezzanotti (38'), ma
è troppo poco per parlare di sospetto di rigore; un colpo di testa
telefonato al 40'st; un arrembaggio sventato da Brivio in uscita.
Rifornimenti zero virgola zero: un po’ meglio quando, nell’ultimo quarto
d’ora, Reja sgancia Sosa e scarta Pià, giocandosela con il doppio
centravanti. Peccato che le sostituzioni precedenti non aiutino la buona
riuscita del progetto: Gatti per Bogliacino, scelta incomprensibile.
Perché no De Zerbi? Perché sta male, dicono. E allora tanto vale non
portarlo in panchina. Il Napoli ha poco dagli esterni: maluccio Trotta,
peggio Grava. E lo stesso Bogliacino, spesso segnalato tra le linee,
vede la luce soltanto al 26': botta dai 22 metri, Spinale sporca,
traversa piena e sulla sponda Cristante è decisivo sull’irruzione aerea
di Pià. Primo e unico tiro in porta di un certo spessore: ve ne diamo
conferma dopo aver ribaltato il taccuino più volte, senza trovare
tracce.
Il Mantova è quello che tutti conoscono: organizzato sempre. Malgrado
l’assenza di un asso di briscola come Grauso, il padrone del
centrocampo. Privo di Noselli, il perfezionista Di Carlo se la gioca
dall’alto di un imprevedibile 4-4-1-1: due esterni veri (Sommese e
Tarana), un altro mascherato da trequartista (Caridi), lo sveglio Doga
in mezzo. Peccato che Bernacci sia il cugino del Bernacci vero: aiuta
poco, non partecipa, quasi inutile e dannoso. Il Mantova non va in
asfissia perché sa come proteggersi e ripartire, ma se andasse in
asfissia con questo Napoli in seconda marcia sarebbe gravissimo. Il
Mantova, quando si affaccia, è velenoso. E qui bisogna posizionare
l’applausometro e riservarlo in esclusiva a Gennaro Iezzo, il miglior
portiere della B dopo Buffon. Già, perché Iezzo si presenta al 12'
quando Tarana, pescato da Caridi, gli manda un messaggio velenoso da
posizione decentrata, Gennarino è allertato. Il capolavoro di Iezzo al
29' st: Sommese al millimetro per attivare Caridi a sinistra, controllo
e diagonale bellissimi, ma il balzo del portierone vale l’aumento dello
stipendio. Oppure una tredicesima più robusta.
Il Napoli martedì torna al San Paolo, è una buona notizia. Non si
preoccupi troppo del terzo posto in condominio, è più importante
risolvere i problemi offensivi. Blindare Bucchi a ogni costo non
conviene nè a Reja nè al diretto interessato, sarebbe una convivenza
difficile. Ridisegnare a gennaio può essere una soluzione, alla larga
dalle polemiche. Perché il Napoli ha tutto per centrare la promozione
diretta, a patto che risolva gli equivoci tattici senza ulteriori
rinvii.

 
IEZZO 7
MALDONADO 6
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6
TROTTA 5.5
DALLA BONA 5.5 (39'st Montervino sv)
AMODIO 6
GRAVA 5
BOGLIACINO 5.5 (26'st Gatti 5.5)
PIA' 5 (31'st Sosa sv)
BUCCHI 5.5

Napoli – Brescia 3-1

Martedì 19/12/2006 – Diciassettesima
giornata –
 

Napoli-Bucchi: che festa.
Apre Dalla Bona, poi il guizzo di
Christian e Bogliacino. Reja è 1°.

 

NAPOLI – BRESCIA 3 – 1 (25543
spettatori)

Arbitro: Damato di Barletta.
Guardalinee: Ricci e Petrella.

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, P. Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava,
Dalla Bona, (35'st Montervino), Gatti, Bogliacino, Sa­vini, Bucchi
(44'st Capparella), De Zerbi (25'st Sosa).
Panchina: Gianello, Giubilato, Garics, Pià. All. Reja.
BRESCIA (4-3-3): Viviano, Zambelli, Santacroce, Stankevicius,
Cortellini (29'st Colombo), Hamsik, Zambrella, Del Nero (20'st
Piangerelli), Cerci (35'st Maccam), Jadid, Possanzini.
Panchina: Ambrosio, Serafini, De Maio, Mustacchio. All. Somma.

MARACATORI: 4’pt Dalla Bona,
5’st Bucchi, 19’st Hamsik,
24’st Bogliacino.

Sarà contento, De Laurentiis: questo è un Napoli bello, efficace e
spettacolare. Tra­scinato, per giunta da Bucchi, l’acquisto più
controverso dell’estate. Ma l’attaccante è un grandissimo patrimonio e
in questa categoria può fare la differenza. Basta mettergli le palle
nella zona che lui predilige, cioè gli ultimi sedici metri. Bucchi sa
fare quello, cioè segnare e non è poco. La sua gioia dopo il gol del
raddoppio è apparsa un moto di liberazione (non segnava dal 23
settembre): ha gioito sotto la curva, abbracciato tutti i compagni ed è
passato dalla panchina a raccogliere elogi e pacche sulle spalle.
E’ lui, in qualche maniera, l’uomo nuovo emerso dal freddo serale del
San Paolo perché Dalla Bona (un gol, un assist e una prova
straordinaria) è da tempo protagonista in questa squadra; Bogliacino
autore di un gol al volo bellissimo (sep­pur con la collaborazione
inconsapevole della schiena di Paolo Cannavaro) è protagonista dallo
scorso anno. Bucchi no, Bucchi era ancora un personaggio in cerca
d’autore. E questa ricerca è probabilmente finita ieri sera: Reja per
consacrarlo lo ha richiamato qualche minuto prima della fine per
assicurargli un’ovazione personalizzata. Tre gol e anche un palo (di De
Zerbi) sono il segno di una superiorità indiscussa.
Riabilitati e rilanciati. Reja preoccupato dagli straordinari che dovrà
fare la sua squadra in vista della sosta natalizia (venerdì sera di
nuovo in campo a Modena) ha provveduto a un turn over ampio che ha
consentito anche il «recupero» di alcuni giocatori in questi mesi un po’
scomparsi. Savini, ad esempio, è riapparso nel ruolo che aveva rifiutato
e che gli era costato un dirottamento in tribuna, cioè esterno a
sinistra. Gatti, dopo un paio di mesi trascorsi nel dimenticatoio, ha
ritrovato la sua posizione in mezzo al campo (in appoggio ai difensori
per ricevere palla e riavviare l’azione). Bucchi è stato sistemato
da­vanti con De Zerbi (anche lui rilanciato dopo un paio di assenze) a
sostegno.
Complicata dalle assenze la situazione del Brescia. Somma ha scelto di
puntare su un trio d’attacco molto mobile ma privo di una vera e propria
prima punta, con Jadid terminale più centrale e Cerci e Possanzini a
girargli attorno. Quella di Somma è una squadra interessante,
soprattutto in alcuni elementi giovani come Hamsik. Semmai i lombardi
manifestano più di una amnesia difensiva (il gol di Dalla Bona, su
assist in profondità di De Zerbi è anche l’espressione di qualche
dimenticanza). Il Napoli attuale appare, comunque, ispirato e in ottime
condizioni. I cinque centrocampisti consentono di avere in mezzo al
campo una robusta superiorità numerica anche se l’assenza di esterni di
ruolo impedisce alla squadra di sviluppare un gioco più congeniale a
quelle che sono le caratteristiche di Bucchi. Nel primo tempo, per un
quarto d’ora, nella parte centrale, i ragazzi di Reja sono stati padroni
del gioco. Peccato che negli ultimi sedici metri qualcosa sia mancato. E
meno male, per il Napoli, che proprio in avvio, al 4', Dalla Bona ha
trovato l’inserimento giusto (tocco di Bucchi per De Zerbi, assist e gol
dell’ex milanista con Viviano in uscita).
I ragazzi di Reja hanno un po’ sofferto in difesa le ripartenze veloci
(in particolare una di Jadid nel primo tempo e una di Cerci nel secondo)
anche perché i tre centrali non sono dei fulmini di guerra. Ma
oggettivamente il divario certificato dalla classifica (dieci punti) è
emerso ieri sera piuttosto chiaramente e le sofferenze del Napoli
sarebbero state anche più contenute se il signor Damato non avesse
scambiato un fallo in area di Cortellini per una simulazione di Bucchi
(ma se così era, perché non ha ammonito il napoletano?). Il raddoppio di
Bucchi (al 5' della ripresa: cross rasoterra di Dalla Bona per
l’attaccante che inserendosi in area da dietro è stato colpevolmente
perso dai centrali bresciani) ha messo la gara ulteriormente (e
giustamente) in discesa. Hamsik, giovane talento, ha provato a riaprirla
ma dopo appena cinque minuti Bogliacino l’ha richiusa con un tiro al
volo bellissimo (palla che usciva da una mischia, colpita dal
centrocampista, schizzava lievemente sulla schiena di Paolo Cannavaro e
finiva in rete). E alla fine gloria per tutti.

 
IEZZO 6
MALDONADO 7
CANNAVARO 7
DOMIZZI 6.5
GRAVA 6
DALLA BONA 7.5 (35'st Montervino sv)
GATTI 6.5
BOGLIACINO 7.5
SAVINI 6.5
DE ZERBI 7 (25'st Sosa sv)
BUCCHI 7.5 (44'st Capparella 5.5)

Modena – Napoli 0-0

Venerdì 22/12/2006 – Diciottesima giornata
 

 

MODENA – NAPOLI 0 – 0 (12343
spettatori)

Arbitro: Pieri di Lucca.
Guardalinee: Fiore e Di Fiore.

MODENA (4-3-3): Frezzolini, Antonazzo, Ungari, Centurioni,
Tamburini, Campedelli (44'st Bentivoglio), Luisi, Tisci, Abate,
Colacone, Gilioli (32'st Baldo).
Panchina: Narciso, Ricchi, Troiano, Lazzari, Sforzini. All. Zoratto.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava,
Gatti, Dalla Bona (25'st De Zerbi), Savini (5'st Giubilato), Amodio,
Bucchi, Calaiò (36'st Inacio Pià).
Panchina: Gianello, Montervino, Trotta, Sosa. All. Reja.

 
IEZZO 7
MALDONADO 6
CANNAVARO 5
DOMIZZI 5.5
GRAVA 6
GATTI 6.5
DALLA BONA 5.5 (25'st De Zerbi 6)
SAVINI 6 (5'st Giubilato 6.5)
AMODIO 6.5
BUCCHI 6
CALAIO' 6 (36'st Pià sv)

Napoli – Verona 1-0

Sabato 13/01/2007 – Diciannovesima
giornata –
 

Napoli, primo e da solo
Bucchi trasforma il rigore decisivo e
manda ko il Verona.

 

NAPOLI – VERONA 1 – 0 (35000
spettatori)

Arbitro: Stefanini di Prato.
Guardalinee: Giglioni e Battaglia.

NAPOLI (3-5-2): Iezzo,  Maldonado, Giubilato, Domizzi, Trotta
(28'st Capparella), Dalla Bona (19'st De Zerbi), Gatti 5,5 (34'st Sosa),
Bogliacino, Savini, Calaiò, Bucchi.
Panchina: Gianello, Montervino, Garics, Amodio. All. Reja.
VERONA ( 4-4-2): Pegolo, Pedrelli (13'st Cutolo), Sibilano,
Perticone, Magliocchetti, Ferrrarese, Pulzetti, Mazzola, Guarente,
Iunco, W. Da Silva (42'st Anaclerio).
Panchina: Loschi, Comazzi, Dianda, Kovassi, Smania. All. Ventura.

MARACATORI: 37’st Bucchi.

Un’altra vittoria ottenuta per il rotto della cuffia, la terza strappata
grazie ad un rigore, e il Napoli riassapora di nuovo l’ebbrezza della
testa della classifica. Al popolo del San Paolo va bene lo stesso anche
se per tutto il primo tempo è costretto ad annoiarsi come già successo
in altre occasioni. Va bene perché dopo mezzora il Napoli si ritrova in
dieci uomini per l’espulsione di Calaiò, colto in un fallo di gioco a
centrocampo, misto di ingenuità e istintività. Va bene anche perché
dall’altra parte c’è il Verona targato Ventura affatto arrendevole, ben
disposto in campo seppure imbottito di giovani e privo di Teodorani
(influenzato), Greco e Mancinelli (squalificati) e di Sartor (il cui
tesseramento non è stato perfezionato in tempo). C’è però Ferrarese,
l’ex di turno che si dà un gran da fare e basta questo per creare dei
problemi al solito Napoli: lento, impacciato, privo di idee, nonché
prevedibile su quei lanci lunghi dalla difesa. La formazione di Reja non
riesce mai a cambiare marcia, fa poco movimento senza palla, non è
capace di interpretare la fase offensiva come dovrebbe. Anno nuovo,
soliti problemi. Ma intanto i risultati strizzano lo stesso l’occhio ai
partenopei e tutto diventa relativo. Poche le emozioni da segnalare
nella prima parte della gara se non un paio di ripartenze degli ospiti
concluse con ecces­siva precipitazione da Ferrarese, Iunco e Da Silva.
Nella ripresa, Reja, nonostante l’uomo in meno ordina ai suoi di
attaccare affiancando Bogliacino e Trotta all’unico attaccante rimasto
in campo, Bucchi. Il Napoli si dispone con un insolito tre-tre-tre ma ci
mette più determinazione e il Verona comincia a barcollare paurosamente
davanti alle incursioni di Bucchi prima e Bogliacino poi. Determinante,
invece, l’intervento di Pegolo su Maldonado al 16'. Intanto la gara sale
di tono agonisticamente. E al 25', Iezzo compie un autentico miracolo
neutralizzando un tiro di Da Silva che sarebbe stato difficile non
indirizzare in porta. Al 30', in campo viene ristabilita la parità
numerica: Iunco nel tentativo di restituire un’entrata poco ortodossa da
parte di Domizzi allarga il braccio, colpisce l’avversario ed il
guardalinee di sinistra indica all’arbitro il gesto scorretto.
Cartellino rosso anche per lui. Ma il Verona non ci sta. E due minuti
dopo porta ancora una minaccia seria alla difesa del Napoli. Ma
Ferrarese, tutto solo, al momento del tiro non trova energie necessarie
per battere a rete e Iezzo tira il secondo sospiro di sollievo. A questo
punto si scuo­tono gli azzurri: De Zerbi ci prova di testa ma Pegolo è
attento nel deviare in angolo. Al 36', l’episodio del rigore: il giovane
Magliocchetti, adattato a sinistra, tenta di stoppare il pallone in
area, lo svirgola, sulla sfera si avventa Bogliacino che viene
atterrato. L’arbitro non ha esitazione e indica il dischetto. Se ne
occupa Bucchi mentre tutto lo stadio resta a guardare con il fiato
sospeso: passettini e tiro imprendibile alla sinistra di Pegolo. I
trentacinquemila esultano. E quando sanno che il Napoli è
temporaneamente primo in classifica dimenticano anche quel primo tempo
da sbadigli, lasciando lo stadio ugualmente soddisfatti e contenti.

 
IEZZO 7
MALDONADO 6.5
GIUBILATO 6
DOMIZZI 5.5
TROTTA 6 (32'st Capparella sv)
GATTI 5.5 (34'st Sosa sv)
DALLA BONA 6 (19'st De Zerbi 6)
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 5.5
BUCCHI 6
CALAIO' 4

Lecce – Napoli 1-1

Sabato 20/01/2007 – Ventesima giornata –
 

Napoli, il gol era buono.
De Zerbi show: una rete e un’altra
(regolare) annullata. Lecce vivo.

 

LECCE – NAPOLI 1 – 1 (9000
spettatori)

Arbitro: Girardi di San Donà di Piave.
Guardalinee: Biasutto e Fittante.

LECCE (4-3-2-1): Patarini, Diamoutene, Schiavi, Polenghi (33'st
Petras), Rullo, Juliano, Mingozzi (12'st Ca­morani), Vives, Giacomazzi
(22' Herzano), Valdes, Tiribocchi.
Panchina: Posati, Tulli, Babù, Camisa. All. Papadopulo.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi 6, Grava
(26'st Trot­ta), Dalla Bona, Gatti (38'st Amodio), Bogliacino, Savini,
De Zerbi, Bucchi(40'st Sosa sv).
Panchina.: Gianello, Giubilato, Montervino, Capparella. All. Reja.

MARACATORI: 13’pt Polenghi, 24'pt De Zerbi.

Il gol più bello del pomeriggio viene annullato su segnalazione di un
precipitoso guardalinee (Biasutto, ndr): cross di Savini dalla destra,
sinistro a volo di De Zerbi con il pallone va depositarsi nell’angolo
più lontano. Un gran gol. In quel momento, il risultato era in parità,
uno a uno. Ma l’arbitro Girardi annulla, ritenendo in fuorigioco
Domizzi, posizione del tutto passiva. Tant’è. Stavolta il Napoli ci
rimette due punti preziosissimi, passando in un pomeriggio solo da un
pragmatismo esasperato, ad uno sciupio senza fine. Nella partita in cui
i partenopei riescono finalmente a creare una serie di occasioni gol
sono costretti a tornare a casa con un punto solo che serve ad allungare
la serie positiva (undici risultati di fila), non certo a conservare il
primato in classifica. Chissà quanto Reja rimpiangerà quelle gare in cui
con una “misera” rete si era ritrovato con tre punti in carniere.
Gol annullato a parte, il Napoli grazia ripetutamente il Lecce nella
ripresa: al 2' con Bucchi; al 19' quando il pallone calciato da
Bogliacino si stampa prima sul palo di destra, poi su quello di
sinistra, infine sui corpi di Pavarini e Schiavi quando l’uruguagio
riprende e calcia a colpo di sicuro; al 21' quando De Zerbi evita due
avversari e tira con la porta spalancata davanti a se e al 46' quando
sempre De Zerbi si vede parare da Pavarini l’ultimo tentativo per
vincere la partita.
S’intuisce dai protagonisti delle occasioni-gol che il Napoli è stato
sospinto dal suo fantasista. Imperioso ieri De Zerbi, autore peraltro
del gol del pari, anche questo da manuale: sinistro a spiazzare il
portiere proteso dall’altra parte. Un De Zerbi così è impensabile
lasciarlo ancora in disparte. Intanto ci ha pensato l’arbitro a tenerlo
fuori per la partita con il Genoa: il cartellino giallo rimediato per un
contrasto a metà campo gli comporta la squalifica perché già in diffida.
Il Lecce, ridisegnato da Papadopulo, si lascia apprezzare solo in avvio
di gara. Fulminea la partenza di Valdes e soci che mettono a dura prova
la resistenza del Napoli sulle corsie esterne. Nei primi dieci minuti,
con le sue sovrapposizioni, la squadra di casa crea più di una
preoccupazione a Cannavaro e soci. Soffrono la rapidità degli avversari,
i partenopei. E al 13' capitolano su azione da angolo: calcia Juliano,
Polenghi sfugge a Domizzi e Iezzo nulla può fare su quella incornata sul
palo peraltro protetto da Gatti. Il Napoli non si scoraggia. Intuita la
lezione, comincia a prendere le misure al Lecce: alza la linea di
difesa, ordina agli esterni di badare di più alla fase difensiva,
suggerisce ai centrocampisti di servire con frequenza De Zerbi. Ed al
24' arriva il pareggio: ripartenza di Bogliacino, palla a Bucchi che
smista subito al bresciano, impeccabile nel trafiggere Pavarini che pure
riesce a toccare la sfera. Il Lecce, poco presente a centrocampo, si
sfilaccia gradata­mente non prima di aver creato un altro grattacapo con
Valdes fermato in extremis da Domizzi.
Nella ripresa, monologo del Napoli. Anche piacevole da vedere in alcune
circostanze. Determinato, geometrico, ma a volte iellato e
nell’occasione del gol annullato, anche impotente davanti a quella
decisione dell’arbitro. Meglio giocare bene e pareggiare, o il contrario
e tornare a casa con i tre punti? Ieri sera se lo chiedevano anche quei
duemila arrivati fino a Lecce, stavolta senza petardi.

 
IEZZO 6
MALDONADO 7
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6
GRAVA 6.5 (26'st Trotta sv)
GATTI 6 (38'st Amodio sv)
DALLA BONA 6
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 6
DE ZERBI 7
BUCCHI 6 (40'st Sosa sv)

Napoli – Genoa 1-1

Lunedì 29/01/2007 – Ventunesima giornata –
 

Napoli sogna per 3’.
Calaiò segna su rigore al 38’ della
ripresa, Leon firma l’1-1 al 41’.

 

NAPOLI – GENOA 1 – 1 (50000
spettatori)

Arbitro: Paparesta di Bari.
Guardalinee: Griselli e Calcagno.

NAPOLI (3- 5- 2): Iezzo, P. Cannavaro, Maldonado, Savini, Grava,
Dalla Bona (47'st Montervino) Gatti, Bogliacino, Rullo (17'st Trotta),
Bucchi (26'st Sosa), Calaiò.
Panchina: Gianello, Giubilato, Pià, Cupi. All. Reja.
GENOA (3-5-2): Rubino, Bega, De Rosa, Criscito, M. Rossi (30'st
Stellini), M. Coppola, Milanetto, Juric, Botta (6'st Leon), Adailton
(11'st Greco), Di Vaio.
Panchina: Scarpi, Carobbio, Fabiano, Masiello. All. Gasperini.

MARACATORI: 38’st Calaiò (r), 41’st Leon.

Con un bel secondo tempo (dopo un primo privo di emozioni e con troppi
errori di palleggio) Napoli e Genoa rendono onore al loro ruolo di
protagoniste in questo torneo. E se Reja ha provato ad aggrapparsi a un
suo vecchio salvagente, Calaiò, per cercare la vittoria, Gasperini ha
toccato con mano l’utilità di uno dei suoi nuovi acquisti, Leon, entrato
nella ripresa: con una prodezza su punizione l’ex reggino ha rimesso il
risultato in equilibrio nel giro di appena 180 secondi. Un risultato
giusto tra due squadre che dovranno contendere alla Juve sino alla fine
i tre posti validi per la promozione in A. Una sfida per quarantacinque
minuti ben giocata a conferma che quest’anno la qualità della B è
veramente molto elevata.
Il Genoa ama giocare, produce calcio offensivo e diverte. Ma ieri
Gasperini, temendo gli avversari, ha aggiornato un po’ il copione e se
da un lato ha mandato in campo il neoacquisto Di Vaio, dall’altro ha
organizzato un centrocampo in qualche maniera simile a quello del
Napoli. Simile ma non uguale. Perché se da un lato Gatti faceva il
regista arretrato, dall’altro Milanetto faceva il regista avanzato
muovendosi ampiamente più avanti di Coppola e Juric (quest’ultimo, in
possesso di palla, si allargava consentendo a Botta di avanzare di
qualche metro per riformare, seppur a singhiozzo, il tridente
d’attacco).
Al pari del collega ligure, anche Reja ha deciso di dar fuoco alle nuove
polveri mandando in campo il neo-acquisto Rullo: l’ex leccese, seppur
disordinato, ha comunque tenuto sotto pressione Marco Rossi che dà il
meglio di sé soprattutto in fase offensiva. Dal punto di vista della
manovra, il Napoli è apparso un po’ disorganico, con Bogliacino per
lunghi tratti della gara ai margini del gioco e con Gatti non sempre
pronto a offrirsi ai compagni come punto di riferimento per il riavvio
della manovra. Conseguenza: spesso è toccato ai difensori (in
particolare Paolo Cannavaro e Maldonado) costruire gioco nell’unica
maniera che conoscono, cioè il lancio lungo a scavalcare il centrocampo.
Le caratteristiche delle due squadre promettevano una partita
spettacolare. Con una sonora fischiata alla fine del primo tempo il
pubblico ha manifestato la propria delusione per le attese tradite. Solo
in un paio di occasioni i due portieri si sono visti all’opera: al 31'
quando Rubinho ha con qualche difficoltà alzato sulla traversa una
punizione battuta da Bogliacino e al 37' quando Di Vaio dopo un elegante
palleggio al limite ha scagliato una «sassata» verso la porta avversaria
che Iezzo ha mandato prudentemente in angolo.
Insoddisfatto, Gasperini ha cambiato in avvio di ripresa lo spartito,
abbandonando le prudenze. Greco è subentrato ad Adailton sostituendolo
anche nel ruolo; Leon ha rilevato Botta sistemandosi nella posizione di
purissimo trequartista. Stimolato dalla chiara voglia di vincere del
collega genoano, Reja ha deciso di mandare in campo un centrocampista
esterno, Trotta (si è sistemato a destra con spostamento a sinistra di
Grava) al posto del più difensivo Rullo. E la gara si è infiammata:
prima una buona parata di Rubinho su Dalla Bona, poi un miracolo di
Iezzo su Di vaio, quindi una conclusione al fil di palo dalla media
distanza di Bucchi, infine un gol letteralmente divorato da Di Vaio
messo davanti al portiere da Greco. Il tutto nel giro di sei minuti, dal
20' al 25'. Una gara diventata improvvisamente bella non poteva restare
sen­za gol. E al 38' provvedeva Rubinho a colmare la lacuna con una
uscita scomposta su Bogliacino: rigore che Calaiò trasformava firmando
il suo ottavo gol. Tre minuti e Leon rispondeva: punizione da circa
venticinque metri, palla all’incrocio, imprendibile. Ancora tre minuti e
Rubinho evitava con una stra­biliante deviazione un nuovo ko su
sforbiciata plastica di Calaiò; quattro minuti e sul fischio di
Paparesta, Stellini colpiva di testa la traversa. Fine delle montagne
russe di emozioni.

 
IEZZO 6.5
MALDONADO 6
CANNAVARO 6
SAVINI 6
GRAVA 6
GATTI 6
DALLA BONA 6.5 (47'st Montervino sv)
BOGLIACINO 6
RULLO 5.5 (17'st Trotta 6)
BUCCHI 5.5 (26'st Sosa sv)
CALAIO' 7

Treviso – Napoli 0-3

Martedì 17/04/2007 – Recupero Ventiduesima
giornata –
 

1-2-3: sinfonia Napoli.
Reja non sbaglia una mossa. Gol di Pià,
Calaiò e Montervino.

 

TREVISO – NAPOLI 0 – 3 (5000
spettatori)

Arbitro: Farina di Novi Ligure.
Guardalinee: Di Liberatore e Battaglia.

TREVISO (3-4-1-2): Avramov, Petras, Viali, Mezzano, Camorani,
Fietta (1'st Russotto), Gissi, Anderson (16'st Quadrini), Guigou,
Acquafresca (13'st Fava), Beghetto.
Panchina: Cordaz, Lorenzi, Music, Moro. All. E.Rossi.
NAPOLI (3-4-2-1): Iezzo, Maldonado, Cannavaro, Domizzi, Grava,
Dalla Bona, Bogliacino, Savini (30'st Rullo), De Zerbi (6'st
Montervino), Pià 7, Calaiò(16'st Sosa).
Panchina: Gianello, Garics, Giubilato, Bucchi. All. Reja.

MARCATORI: 3’pt Pià, 10’st
Calaiò
,
44’st Montervino.

Dai fischi con il Pescara, alle ovazioni di Treviso. Il Napoli dimostra
co­me sia facile passare in tre giorni da una prestazione incerta a
un’altra esaltante. Basta puntare sugli uomini giusti, cercare il
fraseggio piuttosto che i lanci lunghi e scendere in campo con
determinazione e personalità.
Il nuovo Napoli disegnato da Reja manda tre cartoline di saluti al Genoa
e al campionato: altro che squadra stanca, altro che sparagnina, altro
che arrendevole. Il malcapitato Treviso è costretto ad arrendersi sotto
i colpi di un rinato Pià, le giocate-super di Calaiò e la rabbia
agonistica di un gregario di lusso, Montervino. E quando Ezio Rossi si
decide finalmente a lanciare nella mischia anche Russotto, Fava Passaro
e Quadrini, ecco salire sugli scudi un gigantesco Iezzo: il portierone
vola a deviare in angolo persino un rigore di Beghetto e poi nega a Fava
Passaro la soddisfazione del gol della bandiera.
Tre gol in trasferta. Non è la prima volta che succede. Al Napoli era
già riuscito a Trieste e a Bologna, dimostrazione che quando i ragazzi
di Reja decidono di inserire le marce alte non c’è avversario che tenga,
Juve a parte. Un segnale di forza anche di un organico alquanto nutrito.
Stavolta l’allenatore rinuncia a Gatti (affaticato), Amodio
(squalificato) e a Sosa dall’inizio senza che gli equilibri ne
risentano. Anzi, il nuovo schema, a mo’ di albero di Natale, risulta
efficace come lo era stato a Bari e a Pescara quando De Zerbi e Pià si
sistemarono alle spalle di Calaiò. Tre vittorie esterne, con tre
attaccanti o presunti tali. Per la volata finale, un assetto da tenere
presente.
Quando Reja comunica la formazione sono in pochi a nutrire dubbi. Anzi,
c’è chi si lascia andare persino ad un’esclamazione, “Finalmente”. De
Zerbi-Calaiò e Pià insieme dal primo minuto. E alle loro spalle, due
centrali pronti a portare la croce e cantare (Dalla Bona e Bogliacino) e
due esterni pronti a tappare buchi più che ad affondare. Il Treviso,
schierato con Guigou alle spalle di Beghetto ed Acquafresca, non ha
neanche il tempo di prendere le contromisure: al 4' viene fulminato da
Pià. Il brasiliano lascia sul posto Petras ed inventa un tiro a girare
di destro che lascia di stucco Avramov. Per il Napoli è un gol che
trasmette adrenalina pura. Non si assiste più ai lanci lunghi dalle
retrovie bensì a triangolazioni continue e tentativi di fraseggio ad
ogni ripartenza. E’ ovvio che viene fuori il tasso tecnico dei
partenopei al cospetto di un Treviso impacciato e slegato. Mai Guigou
riesce a sfuggire alla guardia di Bogliacino. E mai Beghetto ed
Acquafresca riescono ad impensierire Cannavaro e soci. Napoli padrone
del campo e sicuro di se.
Appena il Treviso si presenta con Russotto al posto di Fietta e Quadrini
per Anderson, il Napoli va in difficoltà. Iezzo al 4' deve intervenire
su una deviazione aerea di Beghetto. Ma Reja è pronto con la
contromossa: dentro Montervino, fuori De Zerbi, encomiabile per impegno
ma non ancora lui. E al 10' giunge anche il raddoppio: assist di Savini
per Calaiò e la girata di testa è da manuale. Il Treviso sembra
tramortito, eppure tenta il tutto per tutto inserendo anche Fava ma
riesce a strappare un rigore (trattenuta di Domizzi su Beghetto) che lo
stesso Beghetto si lascia parare da Iezzo e poi al 44' Montervino con un
tiro deviato da Mezzano centra il tris del rilancio non solo nel
risultato ma anche nel gioco e nel morale. Il Napoli stavolta esce tra
squilli di trombe dalla tana di Treviso.

 
IEZZO 7
MALDONADO 6.5
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6
GRAVA 6
DALLA BONA 6
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 6.5 (30'st Rullo sv)
DE ZERBI 6 (6'st Montervino 6.5)
PIA' 7
CALAIO' 7 (16'st Sosa 6)

Napoli – Piacenza 1-0

Sabato 10/02/2007 – Ventitreesima giornata
 

Napoli primo con Sosa.
S.Paolo vuoto: gol del Pampa, Reja
aggancia la Juve. Espulso Calaiò.

 

NAPOLI – PIACENZA 1 – 0 (a porte
chiuse)

Arbitro: Marelli di Como.
Guardalinee: Nicoletti e Romagnoli.

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi,
Grava, Dalla Bona (29'st Trotta) Gatti (1'st Sosa), Bogliacino, Savini,
De Zerbi, Calaiò (39'st Montervino).
Panchina: Gianello, Giubilato, Rullo, Amodio. All. Reja.
PIACENZA (4-3-3): Coppola, Nef, Campanaro, Iorio, Anaclerio,
Riccio, Patrascu, Nocerino, Stamilla (38'st Degano), Simon (20'st
Cacia), Rantier (33'st Lazzari).
Panchina: Cassano, Olivi, Gemiti, Gobatto. All. Inchini.

MARCATORI: 38’st Sosa.

Che pomeriggio strano al San Paolo: in un clima spettrale il Napoli
riesce a trovare il guizzo per domare un tenace Piacenza ma non può
gustarsi appieno il primo posto in classifica. Sugli spalti, infatti, si
coglie la desolazione di un impianto vuoto, senza calore e colori, senza
quella cornice che rende lo stadio di Napoli una perenne Piedigrotta.
Esultano così solo i calciatori in campo e si colgono a malapena gli
applausi di quei pochi eletti ammessi nella lista presentata alle forze
di Polizia, una settantina di persone in tutto (dirigenti e parenti dei
giocatori). Pomeriggio reso ancora più strano dal giallo scoppiato
durante l’intervallo. A Reja fanno notare in tempo che Bucchi non è
nella lista consegnata all’arbitro, entra così Sosa che oltre ad
impedire la sconfitta a tavolino risolve anche la partita e regala un
primo posto che fa gioire e fa rabbia al tempo stesso. Fa gioire i
milioni di napoletani che hanno visto la loro squadra agguantare la Juve
in cima alla classifica ma fa arrabbiare i ventimila abbonati che si
sono visti privare di un loro diritto, coloro che avrebbero voluto
assistere dal vivo alla gara, lo stesso De Laurentiis rimasto lontano
dal San Paolo per solidarietà con i tifosi ingiustamente penalizzati. E
la rabbia è aumentata per quell’espulsione di Calaiò rimediata ad un
minuto dal termine per un maledetto equivoco. La frase ingiuriosa
sarebbe stata rivolta ad un avversario entrato duramente su un compagno
e non verso l’arbitro. Probabilmente con gli spalti pieni, non si
sarebbe neanche sentito quello sfogo. L’attaccante salterà ora
l’ennesima partita per squalifica. Si danna l’anima, invece, il
Piacenza. Domina il Napoli per tutto il primo tempo. Divora almeno tre
nitide occasioni da gol: una con Campagnaro, un’altra con Riccio,
un’altra ancora con Rantier. Si salva poi grazie a Coppola su una
incursione di Calaiò ma nulla può fare quando Grava va in
sovrapposizione a Trotta, serve al centro per la testa di Sosa che
realizza un gol che vale oro.
Il Napoli dà una dimostrazione di carattere proprio nel giorno in cui
deve fare a meno dell’apporto del suo pubblico. Gioca a rit­mo blando
nella prima parte, soffre il pressing del Piacenza, non riesce a trovare
la concentrazione per tentare l’affondo. De Zerbi e Calaiò cascano
puntualmente nella trappola del fuorigioco, nè dalle retrovie parte
l’inseri­mento opportuno. Nella ripresa, Reja ha l’umiltà di cambiare
pelle ai suoi: sposta Domizzi in cabina di regia, inserisce Sosa tra De
Zerbi e Calaiò, arretra Grava e Savini sulla li­nea di difesa. Dispone
il Napoli in maniera speculare all’avversario. Poi fa entrare anche
Trotta. Ed al 36', nell’unica sovrapposizione della gara, nell’unica
verticalizzazione degna di nota, sblocca il risultato. Appellarsi alla
fortuna sembra riduttivo per una squadra che nonostante la mancanza di
incitamento del proprio pubblico ce l’ha messa tutta per far sua la
gara.
Nel pomeriggio strano del San Paolo, il Napoli ha anche sfatato un tabù:
mai gli era riuscito di vincere giocando a porte chiuse nella sua
storia. Ma immaginare un altro pomeriggio simile è impensabile:
Fuorigrotta senza pubblico ha regalato un senso di vuoto anche ai
calciatori.

 
IEZZO 6.5
MALDONADO 6
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6
GRAVA 6.5
DALLA BONA 6 (29'st Trotta sv)
GATTI 5.5 (1'st Sosa 6.5)
BOGLIACINO 6 (30'st Rullo sv)
SAVINI 6
DE ZERBI 6
CALAIO' 6 (39'st Montervino sv)

Napoli – Arezzo 2-2

Domenica 18/02/2007 – Ventiquattresima
giornata –
 

Napoli, beffa nel finale.
Bucchi si sblocca. Squadra sbilanciata e
raggiunta nel recupero.

 

NAPOLI – AREZZO 2 – 2 (a porte
chiuse)

Arbitro: Orsato di Schio.
Guardalinee: Comito e Giachero.

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cannavaro (35'st Sosa), Giubilato,
Maldonado, Grava, Gatti (20'st Pià), Dalla Bona (1'st Montervino),
Bogliacino, Savini, De Zerbi, Bucchi.
Panchina: Gianello, Rullo, Trotta, Amodio. All. Reja.
AREZZO (4-4-2): Bremec, Capelli, Ranocchia, Terra, Barbagli,
Vigna, Bricca (41' st Volpato), Di Donato, Bondi, Floro Flores (47'st
Roselli), Martinetti (22'st Goretti).
Panchina: Lanza, Cavagna, Sussi, Togni. All. Sarri.

MARCATORI: 13’pt Bucchi, 10’st Bondi,
38’st Sosa, 47’st Volpato.

E’ stata la partita delle contraddizioni. L’ha buttata via il Napoli,
facendosi rimontare due volte. La seconda in maniera assurda. Al 35'
della ripresa Eddy Reja, per vincere la sfida contro l’ultima in
classifica, ha deciso di avventurarsi in un 4-2-4 che scopriva il
centrocampo e prevedeva una difesa saldamente bloccata. E’ accaduto
invece che, sul 2-1 per i partenopei, Maldonado e Savini si siano
lanciati in avanti su un calcio d’angolo in loro favore. Peccato mortale
pagato col pareggio di Volpato, lasciato tutto solo in mezzo all’area
napoletana. Un pari nato in contropiede, in una situazione tattica
difficile da capire. Contraddizioni, dicevamo. L’Arezzo in trasferta
aveva segnato la miseria di quattro gol (due alla Juventus, rimontata
dallo 0-2 fino al pareggio). Il Napoli era, in solitudine fino a ieri,
la miglior difesa del campionato. Due gol in casa li aveva presi solo
contro il Treviso.
Ma niente nasce per caso. Ben messi in campo, padroni del gioco, per 45'
i napoletani hanno avuto in mano la gara. Sono andati in gol con Bucchi,
tornato a segnare su azione dopo un paio di mesi ed hanno tenuto sotto
pressione i rivali. L’Arezzo ha avuto un unico spunto, grazie a Floro
Flores. Il guizzante attaccante del rione Traiano, a due passi dallo
stadio San Paolo, risulterà alla fine il migliore in campo. Sua l’azione
(scarto su Cannavaro e grande destro) conclusa con uno spettacolare
palo. Suo il dribbling ubriacante su Giubilato nella ripresa, chiuso con
un cross preciso al millimetro per la testa di Volpato che siglerà il
pari. Napoli padrone per un tempo. Poi sono cominciate le sostituzioni.
Montervino al posto di Dalla Bona. Un centrocampista di contenimento, di
quantità, al posto di un cursore che era riuscito a rendersi pericoloso
anche in fase offensiva (suo il cross per la testa di Bucchi da cui era
nato il primo vantaggio). Raggiunto su punizione (un sinistro dipinto da
Bondi all’incrocio dei pali, da 25 metri), Reja non ha resistito alla
voglia di osare. Dentro prima Pià, poi Sosa. Lasciando in campo sia
Bucchi che De Zerbi. Un’esagerazione che faceva perdere equilibrio al
centrocampo e avrebbe dovuto consigliare estrema prudenza alla difesa.
Si esaltava il Napoli con Sosa che siglava il centesimo gol della
carriera, appena 180 secondi dopo esser entrato in campo. Su cross di De
Zerbi, El Pampa saltava in controtempo e rimaneva in aria per
un’eternità, beffando tutti. Sembrava fatta. Anche perché per qualche
minuto, galvanizzato e pieno di adrenalina, Sosa andava addirittura a
fare il centrale di difesa. Non c’era più ordine tattico nella manovra,
ma i minuti scorrevano via veloci. Fino al secondo dei tre di recupero.
Angolo per il Napoli e tutti avanti, come si faceva da ragazzini. Bremec
parava e rinviava lungo per Floro Flores. Difesa napoletana in affanno
con Giubilato che andava a chiudere sulla fascia sinistra dei padroni di
casa. Ma l’altro era un autentico diavoletto. Primo, secondo, terzo
dribbling. Fino a quando non trovava lo spiraglio giusto e crossava.
Solo al centro dell’area, a meno di 60 secondi dalla fine, Volpato
(scuola Juve, in prestito ad Arezzo) metteva dentro di testa. Era
entrato sei minuti prima.
Adesso il Napoli insegue. Lascia due punti pesanti sul campo, ne ha
altrettanti di distacco dalla Juventus e il Mantova è dietro a una sola
lunghezza. E pensare che lo stop è arrivato proprio nella partita in cui
il Napoli aveva rivoluzionato il suo modo di proporsi. Ci aveva abituati
a lasciar sfogare i rivali nel primo tempo, per poi trafiggerli nella
ripresa. Ieri non è andata così. E’ stata proprio la partita delle
contraddizioni.

 
IEZZO 6.5
MALDONADO 6
CANNAVARO 5.5 (35'st Sosa 7)
GIUBILATO 6
GRAVA 6
DALLA BONA 6.5 (1'st Montervino 5)
GATTI 5 (20'st Pià 5)
BOGLIACINO 6
SAVINI 6
DE ZERBI 6
BUCCHI 6