Inter – Napoli 3-1

5ª GIORNATA

Tornado Inter Il Napoli va ko

Uno-due lampo firmato Eto’o-Milito, Lucio fa tris. Gli azzurri ci provano ma solo Lavezzi fa centro

serieA
mer 23/09/09

INTER

NAPOLI

stadio San Siro
40000 spettatori
inter napoli  
arbitro Trefoloni – 6
guardalinee Copelli – Padovan
quarto uomo Valeri

3

1

 
     
gol 3’pt Eto’o gol 37’pt Lavezzi  
gol 5’pt Milito ammonizione Contini  
gol 32’pt Lucio ammonizione Bogliacino  
ammonizione Stankovic  
ammonizione Maicon  

NTER (4-1-2-1-2): Julio Cesar, Maicon, Lucio (44’st Cordoba), Samuel, Chivu, Cambiasso, J. Zanetti, Stankovic, Sneijder (1’st Muntari), Eto’o (45’st Mancini), Milito.
Panchina: Toldo, Santon, Vieira, Balotelli. Allenatore: Baresi (Mourinho squalificato).
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Santacroce (15’st Aronica), P. Cannavaro, Contini, Maggio (23’st Denis), Hamsik, Gargano, Bogliacino (40’st Pazienza), Zuniga, Lavezzi, Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Grava, Cigarini, Hoffer. Allenatore: Donadoni.

Alle 21,10 di mercoledì 23 settembre l’Inter è tornata da sola in testa al campionato. L’ha fatto da vera protagonista, giocando un tempo di calcio d’attacco, con punte di spettacolo, con tre gol e altre occasioni fallite di poco. Il Napoli l’ha favorita, con un atteggiamento di una superficialità folle, utile solo per prendere due gol nei primi 5′, incassarne 2 su 3 da calcio d’angolo. Ma i limiti e le colpe della squadra di Donadoni, pur evidenti, non rappresentano in pieno quel che è accaduto a San Siro. Ieri sera l’Inter ha lanciato il suo avvertimento, forte e chiaro, al campionato e soprattutto alla Juve. La sua partita è stata da applausi.
Chissà però dove aveva la testa il Napoli quando Trefoloni ha fischiato l’inizio. Di sicuro non a San Siro. In cinque minuti ha preso due gol, assistendo immobile e impotente al fantastico avvio dei campioni d’Italia. Chissà a cosa pensava quando Sneijder andava sulla bandierina a battere i calci d’angolo. Di sicuro non a difendersi, perchè dei 3 gol beccati in mezz’ora due sono arrivati proprio dai corner. Ed era già successo, tutto questo, al Napoli. Quelli sono stati gli errori imperdonabili che ne hanno decretato la fine anticipata. Sulla prima rete, la dormita è stata clamorosa. In area piccola, la palla smorzata di testa da Samuel, è rimasta un sacco di tempo, toccata da Milito, da Cambiasso, infine da Eto’o che l’ha messa in rete. C’era tutta la difesa napoletana al completo, nessuno che sia riuscito a intervenire. Sulla seconda rete, l’errore è stato di… Donadoni che chissà come aveva pensato di frenare Maicon, il più forte terzino destro del mondo, con quel fuscello di Zuniga (già fuori posizione a sinistra) e con l’appoggio di Hamsik che nei 5 di centrocampo aveva il ruolo di centrosinistra. Ma se per fermare Maicon ci vogliono le catene, come facevano quei due che non hanno nemmeno un filo di cotone? Il brasiliano è scattato, si è pappato Zuniga, ha fatto il suo «taglio» classico e ha messo la palla sul piede di Milito, che ha sfruttato l’errore del guardalinee Padovan (era in leggero fuorigioco), ha aspettato con una freddezza da killer che De Sanctis si mettesse seduto e l’ha battuto.
Era il 5′. Due gol così avrebbero steso anche un toro, ma il Napoli ha avuto il merito di non uscire dalla partita. Ha cominciato a pressare nel centrocampo dell’Inter, ha recuperato qualche pallone, è stato pericoloso con Bogliacino e Quagliarella, ma poi ha preso il terzo gol come il primo, da angolo. Stavolta è stato Lucio a saltare più alto di Santacroce e chiudere la partita. Ma non il conto, perchè il Napoli non ha smesso di attaccare e ha segnato con Lavezzi, dopo un angolo di Hamsik girato da Contini. Curioso che dei 4 gol, ben 3 siano arrivati su calcio d’angolo.
Non ha avuto fortuna il Napoli a imbattersi nell’Inter più bella della stagione, insieme a quella del derby. Con Mourinho squalificato e Baresi in panchina, la squadra ha giocato in scioltezza, raggiungendo punte di vero spettacolo quando attaccava Maicon, rifiniva Sneijder e concludevano Milito ed Eto’o, sempre più coppia, sempre più determinanti, in attacco ma anche nel recupero del pallone. Straordinario, in questo, il bomber-mediano Samuel Eto’o. E dietro il modo in cui difendeva Lucio era disarmante. I tre gol sono stati segnati da tre nuovi acquisti, a conferma delle buone scelte sul mercato. Non sapranno nemmeno come si chiamano i loro compagni (cfr Mourinho), ma se al posto del Barcellona c’è il Napoli sanno come trovarsi…
Nella ripresa, al Napoli è rimasto solo Lavezzi, unico a battersi, crederci, provarci. Nell’Inter era uscito Sneijder, infortunato, era entrato Muntari e Stankovic era diventato trequartista. Ma il ritmo è calato, i campioni d’Italia erano di nuovo da soli in testa alla classifica e poteva bastare. L’unica palla-gol è stata di Samuel (deviazione di De Sanctis), non da angolo, ma da punizione laterale…

 
DE SANCTIS 5.5
SANTACROCE 5 (15’st Aronica 5.5)
P. CANNAVARO 5
CONTINI 5
MAGGIO 5.5 (23’st Denis sv)
GARGANO 4.5
HAMSIK 4.5
BOGLIACINO 5 (40’st Pazineza sv)
ZUNIGA 5
QUAGLIARELLA 5.5
LAVEZZI 6
DONADONI 5

Napoli – Siena 2-1

6ª GIORNATA

La doppietta di Hamsik dà i tre punti ad un Napoli che non convince

Non basta al Siena il gol di Maccarone

serieA
dom 27/09/09

NAPOLI

SIENA

stadio San Paolo
25000 spettatori
napoli siena  
arbitro Valeri – 4.5
guardalinee Viazzi – Liberti
quarto uomo Velotto

2

1

 
     
gol 4’st Hamsik gol 11’st Maccarone  
gol 18’st Hamsik ammonizione Vergassola  
ammonizione Aronica ammonizione Terzi  
ammonizione Datolo ammonizione Fini  
ammonizione Brandao  

NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, P. Cannavaro, Contini, Aronica (1’st Rinaudo), Maggio, Gargano, Cigarini (22’st Pazienza), Hamsik, Datolo, Lavezzi (44’st Hoffer), Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Bogliacino, Zuniga, Denis. Allenatore: Donadoni.
SIENA (4-3-1-2): Curci, Rosi, Terzi, Brandao, Del Grosso, Vergassola, Codrea, Jajalo (18’st Calaiò), Fini (39’st Paolucci), Ghezzal (29’st Reginaldo), Maccarone.
Panchina: Pegolo, A. Rossi, Jarolim, Ekdal. Allentaore: Giampaolo.

Stavolta i fischi si colgono durante la partita, non alla fine; quando il Napoli cincischia, non riesce a verticalizzare, scarica in continuazione il pallone all’indietro. I tifosi brontolano, vorrebbero assistere a qualche azione d’attacco di Quagliarella e soci eppure sono costretti ad annoiarsi nonostante un gol annullato a Lavezzi in sospetto fuorigioco ed un rigore invocato per atterramento di Maggio lanciato a rete. Devono attendere il finale di tempo per registrare il primo tentativo degno di nota: tiro di Maggio e salvataggio sulla linea di Del Grosso. Il Napoli non va. Risente del clima che aleggia a Fuorigrotta. Soffre le tensioni scatenate da De Laurentiis alla vigilia. Patisce quella cronica deficienza di innescare Quagliarella e Lavezzi con un modulo che raramente viene interpretato con esterni capace di creare superiorità numerica e guadagnare il fondo campo. Ma nella ripresa arriva la vittoria e questo basta per evitare una contestazione che era lì, sul punto di esplodere. Dopo la brutta prestazione con l’Inter e le esternazioni del presidente si respirava aria da repulisti generale nello stadio. E la vittoria riporta un minimo di serenità. Forse si sarà convinto anche Donadoni che i tre punti valgono più dei tentativi, pur apprezzabili, di arrivare a rete tramite il fraseggio, il gioco corale, la manovra avvolgente. Nel calcio conta andare avanti, vincere, migliorare la classifica. Ed almeno per il momento, paga solo Marino, il responsabile dell’area tecnica. Donadoni, invece, si salva. O meglio, si sarebbe salvato dal momento che De Laurentiis ha rinviato la decisione di un cambio in panchina pur dichiarandosi poco soddisfatto dei progressi compiuti dall’organico sul piano del gioco. Aspetterà fino alla gara con la Roma all’Olimpico tra sette giorni. Chissà. Intanto la squadra manda Lavezzi in avanscoperta per far sapere al mondo che lo spogliatoio è dalla parte del tecnico. Sarà anche così ma in campo soltanto nella ripresa si è notata quella rabbia agonistica tanto sbandierata alla vigilia.

 
DE SANCTIS 6
CANNAVARO 5.5
CONTINI 6
ARONICA 5.5 (1’st Rinaudo 5)
MAGGIO 6
GARGANO 6
CIGARINI 5.5 (22’st Pazinenza sv)
HAMSIK 6.5
DATOLO 6.5
QUAGLIARELLA 5.5
LAVEZZI 6.5 (44’st Hoffer sv)
DONADONI 6

Roma – Napoli 2-1

7ª GIORNATA

Super Totti firma la vittoria della Roma sul Napoli

Inutile il vantaggio di Lavezzi

serieA
dom 04/10/09

ROMA

NAPOLI

stadio Olimpico
22119 spettatori
roma napoli  
arbitro Banti – 6.5
guardalinee De Luca – Cariolato
quarto uomo Damato

2

1

 
     
gol 37’pt Totti gol 25’pt Lavezzi  
gol 18’st Totti ammonizione Cannavaro  
ammonizione Vucinic ammonizione Rinaudo  
ammonizione Perrotta  

ROMA (4-4-2): Julio Sergio (21’pt Lobont), Motta (10’pt Cassetti), Andreolli, Burdisso, Riise, Cerci (1’st Faty), De Rossi, Pizarro, Perrotta, Totti, Vucinic.
Panchina: Guberti, Tonetto, Greco, Okaka. Allenatore: Ranieri.
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, P. Cannavaro (23’st Hoffer), Rinaudo, Contini, Maggio, Gargano, Cigarini (44’st Denis), Hamsik, Datolo (36’st Zuniga), Quagliarella, Lavezzi.
Panchina: Iezzo, Pazienza, Aronica, Bogliacino. Allenatore: Donadoni.

Totti col mal di schiena vale ancora mezza squadra se non di più e senza di lui la Roma questa partita non l’avrebbe mai vinta. Dopo aver timbrato il gol della vittoria, a dir poco spettacolare, il solito ginocchio si è bloccato e l’Olimpico è passato dall’euforia per la prodezza del suo capitano all’angoscia delle tac e delle risonanze magnetiche. Pur zoppicando, Totti ha ripreso a giocare e nel finale ha fatto pressing sui napoletani, dando l’esempio. Classe e cuore, fantastico, niente da dire. Se la Roma ha vinto grazie al suo capitano, lasciando insoluti i dubbi sulla sua presunta crescita, il Napoli mette tristezza per le sue condizioni attuali. Se non è riuscito a fare risultato con una Roma messa maluccio, sfortunata e che gli ha regalato un gol dopo 25 minuti, quando mai ce la farà? La Roma, infatti, ha perso subito Motta, poi il portiere, che non è un granché, ma che è stato sostituito da Lobont, saldo estivo, poverino, uno che non giocava da sei mesi. E’ bastata una mezza girata di Lavezzi, più un retropassaggio che un tiro, perchè Lobont si sdraiasse sull’erba, regalando al Napoli il vantaggio. Su questo gol più trovato che altro, il Napoli avrebbe dovuto costruire ben altra partita. E invece ha conservato il vantaggio solo per dodici minuti, poi non si è visto più o quasi. Squadra senza entusiasmo e senza grinta. Quasi assenti i suoi uomini migliori, a partire da Quagliarella. Mai esplosivo come ai bei tempi Lavezzi, anonimo Hamsik che pure se vuole ha l’argento vivo, a disagio anche se tosto Gargano, che rendeva più come perno centrale. Solo che al suo posto ora c’è Cigarini, uno che fa il compitino, ma niente di più. Si è salvato Datolo, ma nell’insieme il Napoli, salvo qualche spunto in avvio, ha attaccato male, senza idee, e si è difeso peggio, imbarcando soprattutto sul suo fianco destro, dove sono bastati un Vucinic a sprazzi e l’irruenza di Riise, per metterlo in ansia.
La Roma invece si è difesa meglio e con un portiere normale non avrebbe subìto gol. Bene, molto bene Burdisso che interpreta alla perfezione il calcio di Ranieri: sostanza, grinta, concentrazione, e il resto se viene. Bene anche Andreolli, che Spalletti non vedeva e che invece ha sostituito alla grande Juan nonché Mexes, entrambi infortunati. Bene Riise, che mazzola gambe e palloni senza pensarci su. Ma la squadra, quando attacca, come dice De Rossi non è ancora né carne e né pesce. Sfrutta poco gli out, forse per scelta, si accentra molto, addensandosi al limiti dell’area. E poi non si capisce bene perchè Ranieri abbia stravolto la posizione di De Rossi che non sta più dietro, a schermo della difesa, ma molto avanzato, a caccia del pallone. Nel primo tempo, col classico 4-4-2 ha fatto il centrocampista volante cercando avversari e pallone che gli venivano a tiro; nella ripresa, col rombo, ha coperto la fascia sinistra, adattandosi con grande umiltà. Ci sembra che De Rossi meriti di tornare una colonna della squadra, non un giocatore qualsiasi. Male la Roma sulle fasce perché Cerci ha sbagliato tutto, compresa la copertura in occasione del gol di Lavezzi, e Vucinic, che ha finito stremato, va ancora a sprazzi. Se non ci fosse stato Totti, buio o quasi.
Il Napoli è andato in vantaggio al 25’ su un invito di Datolo per Hamsik sulla sinistra. Cerci ha bucato il rinvio, Hamsik comodo al cross e Lavezzi, circondato da Cassetti e Pizarro, in mezza girata ha trovato la porta: Lobont, appena entrato, su quel pallone lentissimo, non ci è arrivato. Il pari della Roma al 37’: Vucinic ha affondato a sinistra, cross basso sul primo palo per Perrotta, che di prima ha tirato a botta sicura: De Sanctis ha deviato alla meglio, Totti a due passi ha messo il tap-in. Tutti in piedi per il capolavoro del capitano al 18’ della ripresa: Cassetti ha cercato Totti al limite, Contini ha sbagliato l’anticipo, Totti ha sferrato un destro basso nell’angolo opposto di rara bellezza. Una prodezza che gli è costato l’infortunio al solito ginocchio. E ora i romanisti sono col fiato sospeso.

 
DE SANCTIS 6
CANNAVARO 5.5 (23’st Hoffer 5)
RINAUDO 6
CONTINI 5
MAGGIO 5
GARGANO 6
CIGARINI 5.5 (44’st Denis sv)
HAMSIK 5.5
DATOLO 6 (36’st Zuniga sv)
QUAGLIARELLA 4.5
LAVEZZI 6
DONADONI 5

Napoli – Bologna 2-1

8ª GIORNATA

Mazzarri debutta con una rimonta vincente firmata Quagliarella-Maggio

serieA
dom 18/10/09

NAPOLI

BOLOGNA

stadio San Paolo
26407 spettatori
napoli bologna  
arbitro De Marco – 6
guardalinee Stefani – Faverani
quarto uomo Tozzi

2

1

 
     
gol 27’st Quagliarella gol 15’pt Adailton  
gol 46’st Maggio ammonizione Valiani  
ammonizione Contini ammonizione Mudingayi  
ammonizione Cannavaro ammonizione Britos  

NAPOLI (4-4-2): De Sanctis, Campagnaro (34’st Pià), P. Cannavaro, Contini, Aronica, Maggio, Hamsik, Gar­gano, Datolo (1’st Pazienza), Quagliarella, Lavezzi (47’st Rinaudo sv).
Panchina: Iezzo, Grava, Cigarini, Denis. Allenatore: Mazzarri.
BOLOGNA (4-3-2-1): Viviano, C. Zenoni, Portanova, Britos, Lanna, Mingazzini (23’st Mudingayi), Guana, Valiani (47’st Osvaldo), Adailton (10’st Gia. Tedesco), Zalayeta, Di Vaio.
Panchina: Colombo, Moras, Vigiani, Gimenez. Allenatore: Papadopulo.

Buona la prima ma in un mare di sofferenza perché il Napoli a poco più di un quarto d’ora dalla fine perdeva ancora. Rimonta vincente in 19’ per la disperazione dei tifosi del Bologna e di Papadopulo che rischia grosso. Non è mai stata solida la panchina del tecnico ma il colpo inflitto ieri da Mazzarri proprio nel momento in cui gli emiliani sembravano gestire meglio la partita potrebbe avere pesanti conseguenze, anche sull’autostima e la compattezza dello spogliatoio. Il Bologna oggettivamente ha perso quando stava meritando il pareggio, al contrario di quello che era avvenuto nel primo tempo quando il Napoli, pur in maniera un po’ disordinata, aveva cinto d’assedio l’area rossoblù. Significativo il fatto che al gol (su punizione dal limite di Adailton) il Bologna ci è giunto senza mai entrare in area per 45’. Stranezze del calcio.
Del nuovo Napoli di Mazzarri si è visto oggettivamente poco. Sicuramente la buona sorte che ha prima impedito a Di Vaio di realizzare il raddoppio (De Sanctis, pur agevolato dall’attaccante non particolarmente spietato nella conclusione, ha in parte riscattato la non ineccepibile performance offerta nel primo tempo in occasione della rete di Adailton) e poi di trovare, a tempo ufficiale scaduto da un minuto, il colpo del ko grazie a un vecchio allievo di Mazzarri ai tempi della Samp, cioè Maggio. Sicuramente si è vista un atteggiamento nuovo che ha consentito alla squadra di lottare e cercare il successo sino all’ultimo minuto. Per il resto, molti esperimenti. Tanto per cominciare il modulo iniziale, una sorta di 4-4-2 con Gargano che faceva il regista davanti alla difesa. Un assetto abbandonato all’inizio della ripresa quando Pazienza è subentrato a Datolo e Mazzarri ha provato a creare le condizioni per gli inserimenti un tempo molto proficui di Hamsik. Infine, un 3-4-3 finale, in qualche misura indice di una nuova mentalità: perduto Campagnaro, un difensore, Mazzarri ha inserito Pià, un giocatore offensivo.
E’ evidente, però, che il nuovo allenatore ha molto da lavorare. Tanto per cominciare deve rigenerare giocatori che sembrano un po’ spenti. Lavezzi, rientrato con qualche «incertezza» dal Sud America, ha regalato calcio di ottima fattura a sprazzi (il momento più alto, l’assist per Maggio; il «tradimento» più incredibile al 40′. un contropiede sviluppato in totale solitudine, con tiro, però, su Viviano in uscita); Hamsik non sembra essere quello dei tempi migliori e sugli esterni bisogna trovare ancora gli interpreti più efficaci (Datolo ha convinto poco). La squadra gioca poco senza palla e gli automatismi sono approssimativi e difettosi. Ma forse, dopo appena dieci giorni di lavoro con il nuovo tecnico, con tanti giocatori impegnati con le nazionali, di più non si poteva proprio vedere. Il risultato, in ogni caso, è una iniezione di fiducia e, come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera.
Papadopulo a Mazzarri non ha sicuramente fatto sconti. A dispetto delle tre punte, il tecnico bolognese ha predisposto la squadra per una partita difensiva. E la ciambella era quasi riuscita con il buco grazie al gol realizzato da Adailton su punizione dal limite dopo appena 15’. Pur subendo gli assalti del Napoli, gli emiliani non sono andati in affanno e nei momenti più critici hanno potuto contare sul positivo contributo di Viviano, portiere affidabile. Il Bologna migliore lo si è visto dopo il pari di Quagliarella (un altro che Mazzarri dovrà rigenerare) e, probabilmente, ha subìto il contraccolpo psicologico del raddoppio mancato da Di Vaio. Oggettivamente non si può dire che i ragazzi di Papadopulo si siano risparmiati o che abbiano demeritato. Alla resa dei conti hanno pagato la differenza di valori in campo. E se per Mazzarri ora comincia una settimana in discesa, per Papadopulo, probabilmente, ci saranno giorni di passione.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6 (34’st Pià sv)
CANNAVARO 6
CONTINI 5
ARONICA 6.5
MAGGIO 7
GARGANO 6.5
HAMSIK 5.5
DATOLO 5 (1’st Pazineza 6)
QUAGLIARELLA 6
LAVEZZI 6.5 (47’st Rinaudo sv)
MAZZARRI 6.5

Fiorentina – Napoli 0-1

9ª GIORNATA

Il Napoli rivince fuori casa dopo un anno

Non basta alla Fiorentina un Frey super (ipnotizzato Quagliarella), alla fine spunta Maggio

serieA
dom 25/10/09

FIORENTINA

NAPOLI

stadio A. Franchi
26773 spettatori
fiorentina napoli  
arbitro Morganti – 5
guardalinee Romagnoli – Nicoletti
quarto uomo Velotto

0

1

 
     
ammonizione Mutu gol 43’st Maggio  
ammonizione Zanetti ammonizione Grava  
ammonizione Gamberini ammonizione Aronica  
ammonizione Contini  
ammonizione Rinaudo  

FIORENTINA (4-2-3-1): S. Frey, De Silvestri, Gamberini, Natali (29’st Comotto), Gobbi, Montolivo, C. Zanetti, Santana (30’pt Jørgensen), Jovetic, Vargas, Mutu (1’st Gilardino).
Panchina: Avramov, Pasqual, Do­nadel, Castillo. Allenatore: Prandelli.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, Rinaudo, Contini, Maggio, Pazienza, Gargano, Aronica, Hamsik, Lavezzi (46’st Datolo), Quagliarella (42’st Denis).
Panchina: Iezzo, Rullo, Cigarini, Bogliacino, Pià. Allenatore: Mazzarri.

Un anno dopo per il Napoli in trasferta, la prima volta per Mazzarri contro Prandelli. E’ stata una domenica molto speciale per De Laurentiis e il suo nuovo allenatore. Due partite, sei punti, gli ultimi tre conquistati a Firenze, in fondo a una gara che il Napoli ha giocato con un’attenzione mai vista in questa stagione, sfruttando ogni errore dell’avversario, dopo averne inaridito la fonte di acqua chiara (il magnifico trio) con cui i viola avevano annegato formazioni come Liverpool e Debrecen in Champions, Lazio e Juve (quest’ultime sul piano del gioco) in campionato.
Jovetic-Mutu e poi Jovetic-Gilardino a secco, Lavezzi-Hamsik no. Se la Fiorentina era riuscita ad arrivare sullo 0-0 fino a due minuti dalla fine il merito era stato tutto di Sebastien Frey, capace di parare 4 palle-gol clamorose o quasi clamorose a Maggio (due), Lavezzi e Quagliarella e a deviare in angolo allo stesso centravanti azzurro un calcio di rigore, fischiato per una leggera trattenuta di Gobbi ad Hamsik. Un monumento era pronto per Frey negli spogliatoi. Anche Andrea Della Valle ci avrebbe messo volentieri una pennellata, onde evitare che al suo ritorno al Franchi la Fiorentina uscisse battuta sotto i suoi occhi.
Invece, sull’ultimo assalto, Denis (appena entrato proprio al posto dello stralunato Quagliarella), ha messo sul destro di Maggio una palla stupenda, l’ex viola l’ha toccata sotto e messa in rete sul palo coperto da Frey. Nelle due azioni più importanti ( rigore e gol), c’è stato il meglio del Napoli e il peggio della Fiorentina. La prima è iniziata con una «resa» di Jørgensen che non ha nemmeno provato a rincorrere Aronica dopo aver perso palla, da lì 6 passaggi (tre di Hamsik) senza che nessun viola riuscisse a intervenire, fino all’errore in area di Gobbi sullo slovacco. La seconda è partita da un tacco di Gargano, un altro spunto di Hamsik per Denis, lasciato solo a sinistra: assist e tocco sotto di Maggio dimenticato da Gamberini. Se si contano le occasioni da gol, il Napoli ha fatto più della Fiorentina. Che, dopo una stupenda galoppata durata quattro partite con bel gioco punti e gol, ha pagato tutto insieme la stanchezza del calendario strapieno. Ha tenuto nel primo tempo, grazie a Montolivo che ha cominciato davvero bene, poi ha rallentato e alla fine non è più riuscita a contenere Lavezzi e Hamsik, l’arte creativa del Napoli.
Prandelli aveva iniziato con Jovetic-Mutu in attacco, ma servendo soprattutto il rumeno con lanci lunghi ha permesso a Rinaudo di trascorrere un pomeriggio abbastanza semplice. La coppia dell’Est ha bisogno di palla a pelo d’erba, mica dei lancioni, ma il Napoli filtrava tutto e in attacco arrivava un gioco lento e scontato. I momenti migliori della Fiorentina sono nati in coincidenza con le accelerazioni di Vargas, forse l’unico a non risentire della stanchezza. A Mazzarri mancava quasi tutta la difesa titolare, però il sistema di protezione era ugualmente efficace. In movimento, ha concesso solo una buona occasione a Vargas nel primo tempo, con un diagonale fuori misura; su palla inattiva (angolo di Vargas) ha consentito a Gilardino di girare verso la porta (pronta la respinta di De Sanctis) e un istante dopo a Jørgensen di ribattere a rete (respinta sulla linea di Hamsik).
La produzione offensiva dei viola era tutta qui. Più corposa, come detto, quella del Napoli. Mazzarri aveva schierato il tridente con Hamsik a destra e Lavezzi a sinistra alle spalle di Quagliarella. Mentre i due trequartisti hanno segnato questa partita, Quagliarella è sembrato molto lontano dai movimenti della squadra. Lavezzi ha seminato per tutto il Franchi il suo calcio di qualità, sempre in movimento. Ha corso tanto e bene. Hamsik, che è sembrato un po’ emarginato (a destra dell’attacco) per 20 minuti, poi ha piegato con classe la partita a suo favore. Da ieri il 6 ° posto che De Laurentiis esige è solo a due punti.

 
DE SANCTIS 6.5
GRAVA 6.5
RINAUDO 6.5
CONTINI 6
MAGGIO 7
PAZIENZA 6
GARGANO 6.5
ARONICA 6
HAMSIK 7.5
QUAGLIARELLA 4.5 (42’st Denis 6)
LAVEZZI 7.5 (46’st Datolo sv)
MAZZARRI 7

Napoli – Milan 2-2

10ª GIORNATA

Pazzo Napoli, 3 minuti da urlo

In avvio di gara micidiale uno-due del Milan, a segno con Pippo Inzaghi e Pato. Gli azzurri non si arrendono, i gol nel finale di Cigarini e Denis tra il 45’ e il 47’

serieA
mer 28/10/09

NAPOLI

MILAN

stadio San Paolo
26773 spettatori
napoli milan  
arbitro Rizzoli – 5
guardalinee Giordano – Ghian­dai
quarto uomo Ciampi

2

2

 
     
gol 3’pt Inzaghi gol 45’st Cigarini  
gol 5’pt Pato gol 47’st Denis  
ammonizione Rinaudo ammonizioneammonizione 40’st Abate  
ammonizione Grava ammonizione Pirlo  
ammonizione Aronica  
ammonizione Campagnaro  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, Rinaudo, Campagnaro, (21’st Datolo), Maggio, Pazienza (19′ st Cigarini 7), Gargano, Aronica, Hamsik, Lavezzi, Quagliarella (26’st Denis).
Panchina: Iezzo, P. Cannavaro, Rullo, Pià. Allnenatore: Mazzarri.
MILAN (4-2-1-3): Dida, Abate, Nesta (8’pt Kaladze), Thiago Silva, Zambrotta, Ambrosini, Pirlo, Seedorf, Pato, F. Inzaghi (28’st Borriello), Ronaldinho (15’st Flamini).
Panchina: Roma, Antonini, Oddo, Huntelaar. All. Leonardo.

Come un thriller, con il finale che non ti aspetti. In tre minuti il Napoli agguanta il Milan andato in fuga già nei primi cinque minuti, con un uno-due che avrebbe steso anche un rinoceronte. Ma la squadra di Mazzarri che ha sbagliato molto in avvio e concesso ai rossoneri la partita ideale nel primo tempo (ritmi bassi, spazi, soprattutto alle spalle dei difensori, poco pressing sui portatori) si è riscattata nei cinque minuti finali, quelli di recupero concessi da un Rizzoli sul quale molto ci sarebbe da dire perché se, come dice Collina, agli arbitri bisogna voler bene, sarebbe anche opportuno che gli arbitri, da parte loro, questo affetto cominciassero a meritarselo e Rizzoli ieri ha arbitrato in maniera molto discutibile, anche al di là degli episodi che pure sul risultato finale pesano. Così come oggettivamente pesano gli errori sotto porta dei napoletani.
Il Milan ha gestito la gara con oculatezza riuscendo a riemergere dal momento più difficile, il primo quarto d’ora della ripresa, grazie ai miracoli di Dida (straordinario l’intervento su Maggio, ancor più straordinario la doppia parata su Gargano e Quagliarella nove minuti dopo all’11′). In qualche maniera i rossoneri sembravano aver fiaccato le velleità di rimonta dei napoletani. Poi Abate si è fato espellere dopo aver rimediato il secondo giallo e Leonardo non riusciva a riorganizzare la squadra. Lavezzi e compagni affondavano a piene mani nelle ultime riserve di energie trovando prima un «missile » di Cigarini al 45′ e poi una conclusione di testa di Denis al 47′. Il San Paolo, pieno come nelle migliori occasioni, liberava tutta la sua gioia. Il Milan delle tre vittorie consecutive, Champions compresa, si ferma qui, al San Paolo ma la squadra di Leonardo non è più quella malaticcia delle prime giornate. Il Napoli conferma di essere altra cosa, quanto meno da un punto di vista caratteriale: lotta sino all’ultimo, non si arrende e anche in una serata cominciata non in salita ma in arrampicata riesce a ottenere alla fine qualcosa di buono.
E’ evidente che quando si beccano due gol nei primi cinque minuti, cioè appena usciti dal sottopassaggio, qualsiasi partita si trasforma in qualcosa di diverso da quello che si è programmato e immaginato. E quel che viene dopo accade quasi per forza di inerzia. Per oltre mezz’ora, il Napoli ferito praticamente a morte da Filippo Inzaghi e da Pato, ha fatto tutto quello che non doveva fare. Ha pressato poco, ha tenuto i ritmi bassi, ha concesso spazi, contropiede ed errori individuali e di reparto come testimoniano proprio quei due gol presi in avvio, il primo nato da una palla persa di Hamsik con Inzaghi che si è infilato tra Rinaudo e Grava decisamente fermi, il secondo da un contropiede concesso con generosità eccessiva.
Le vittorie nel calcio sanano le ferite e il Milan è la conferma di questo banale principio: quelle su Roma, Real e Chievo hanno dato convinzione sia ai giocatori che al tecnico ormai determinato a insistere sulla strada di un modulo molto offensivo che non è propriamente un 4-2-4 ma qualcosa di simile, con Seedorf che galleggia tra i centrocampisti (Ambrosini e Pirlo) e i tre attaccanti (Pato, Inzaghi e Ronaldinho). In questa maniera il Milan evita che si perdano le distanze tra i reparti. L’andamento dei primi quarantacinque minuti di gioco, le occasioni sprecate inducevano a pensare che Mazzarri avrebbe incamerato la prima sconfitta della sua avventura napoletana. Poi, come in un film, in sequenza rapida l’espulsione di Abate, il gol di Cigarini e il pareggio di Denis. E il Napoli, ferito a morte, è improvvisamente e gioiosamente guarito.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 5.5
RINAUDO 5
CAMPAGNARO 5 (21’st Datolo 6)
MAGGIO 6.5
PAZIENZA 6 (19’st Cigarini 7)
GARGANO 6
ARONICA 6.5
HAMSIK 6
QUAGLIARELLA 5 (26’st Denis 7)
LAVEZZI 6
MAZZARRI

Juventus – Napoli 2-3

11ª GIORNATA

Uragano Napoli, la Juve crolla

Bianconeri avanti 2-0, ma nell’ultima mezz’ora si scatenano Hamsik (due gol) e Datolo: che show!

serieA
sab 31/10/09

JUVENTUS

NAPOLI

stadio Olimpico
22900 spettatori
juventus napoli  
arbitro Damato – 6
guardalinee Maggiani – Pirondini
quarto uomo Saccani

2

3

 
     
gol 35’pt Trezeguet gol 14’st Hamsik  
gol 9’st Giovinco gol 19’st Datolo  
espulsione 48’st Amauri gol 37’st Hamsik  
ammonizione Contini  
ammonizione Campagnaro  
ammonizione P. Cannavaro  

JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon, Grygera, F. Cannavaro, Chiellini, Grosso, Felipe Melo, Poulsen (32’st Amauri), Camoranesi (31’pt Tiago), Diego, Giovinco (39’st De Ceglie), Trezeguet.
Panchina: Manninger, Legrottaglie, Molinaro, De Ceglie, Immobile. Allenatore: Ferrara.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro (13’st Datolo), P. Cannavaro, Contini, Maggio, Cigarini, Gargano, Aronica, Hamsik, Lavezzi (41’st Pazien­za), Denis (24’st Quagliarella).
Panchina: Iezzo, Rinaudo, Grava, Pià. Allenatore: Mazzarri.

Fantastico Napoli. Rimonta due gol alla Juve in quattro minuti e nel finale arroventato stampa sul muso dei bianconeri anche il terzo gol, il secondo personale di Hamsik, sogno proibito del mercato di Blanc e Secco. La Juve va in caduta libera dopo la cinquina alla Sampdoria, ma il Napoli va in paradiso nel segno di Mazzarri: dieci punti in quattro partite, due vittorie in tarsferta. Il tecnico toscano si sta confermando l’uomo delle imprese impossibili. Ieri, sotto di due gol che la Juve non meritava (Trezeguet e Govinco), ha indovinato la mossa giusta mettendo in campo Datolo. L’argentino ha fatto a fette la squadra di Ferrara entrando in tutte e tre i gol: l’assist per la prima rete di Hamsik, il gol del 2-2 e il via all’azione che 32 di Hamsik. La Juve è rimasta a guardare impotente e senza forze. Brutta scoppola per i bianconeri che oggi rischiano di finire a sette punti dall’Inter.
Il Napoli è riuscito a costruire cinque palle gol nel corso del primo tempo e non solo. Perchè la squadra partenopea si è molto lamentata per una spinta di Cannavaro ai danni di Denis che, a causa della scorrettezza subìta, ha fallito un colpo di testa facile facile che avrebbe assicurato il vantaggio. La Juventus è stata spesso in balìa delle ripartenze del Napoli che ha prodotto, oltre alle occasioni sbagliate, un calcio elegante, efficace e bene organizzato. Ma siccome quando sbagli troppo il destino ti punisce, la squadra di Ferrara ha trovato il gol del vantaggio a una decina di minuti dalla fine del tempo: delizioso cross tagliato di Grygera sul quale Trezeguet si è inventato una torsione fantastica per la girata di testa che il portiere De Sanctis ha soltanto sfiorato.
Il Napoli ha trovato sulla sua strada anche uno straordinario Buffon ancora una volta decisivo: il portiere campione del mondo ha salvato su Aronica quando le contendenti erano sul pareggio e su Gargano (punizione) quando David aveva già portato in vantaggio la Juve. Il Napoli è piaciuto per l’ordine e l’intelligenza con cui ha tenuto il campo e per la mentalità. Mai gli azzurri si sono mai persi d’animo. Al contrario hanno cercato di raddrizzare le sorti della partita ogni volta che hanno avuto l’opportunità di farlo. Insomma l’impresa era nell’aria.
Di fronte a un avversario così determinato e convincente, la Juve non è sembrata sempre lucida e ispirata ma non ha perso spirito e carattere, le armi che non le fanno mai difetto, Ciro dopo mezzora aveva perso Camoranesi, in questo momento il suo uomo più importante e decisivo insieme a Buffon, e pure questo ha avuto peso nel gioco e nella tenuta di campo dei bianconeri. La partita si è infiammata nel primo quarto d’ora della ripresa. La Juventus ha trovato un gol incredibile dopo un errore di Contini (“assist” a Giovinco da solo davanti al portiere!) e Mazzarri un minuto dopo ha avuto l’idea giusta: fuori Campagnaro e dentro Datolo. Mossa devastante: l’argentino ha messo la Juventus in ginocchio infilandola da tutte le parti. Uno spettacolo. Nel giro di quattro minuti il Napoli è arrivato al pareggio: prima l’assist di Datolo per il gol di Hamsik poi il gol dello stesso argentino in mischia. Inarrestabile Napoli e Juve in braghe di tela.
Il Napoli ha capito che quello era il momento di colpire e ha colpito per la terza volta ancora con lo scatenato Datolo in prima linea: l’argentino si è inventato l’ennesima ripartenza furente e ha messo in mezzo. Fatale l’errore di Tiago, puntuale il gol di Hamsik. Che bello il Napoli. Meno bello il comportamento di Amauri, che nel finale si è fatto espellere per una dura entrata in scivolata su De Sanctis.

 
DE SANCTIS 6.5
CAMPAGNARO 6 (13’st Datolo 8)
P. CANNAVARO 7
CONTINI 5.5
MAGGIO 7
CIGARINI 7
GARGANO 7.5
ARONICA 7
HAMSIK 8
DEINIS 6.5 (24’st Quagliarella 7)
LAVEZZI 7 (41’st Pazienza sv)
MAZZARRI 8

Catania – Napoli 0-0

12ª GIORNATA

Che Catania. Napoli resiste

Morimoto e Lavezzi si mangiano un gol fatto

serieA
sab 07/11/09

CATANIA

NAPOLI

stadio Massimino
20000 spettatori
catania napoli  
arbitro Rosetti – 6
guardalinee Ayroldi – Calcagno
quarto uomo Valeri

0

0

 
     
ammonizione Bellusci ammonizione Contini  
ammonizione Augustyn ammonizione Aronica  
ammonizione Terlizzi  

CATANIA (3-5-1-1): Andujar, Bellusci (40’pt Augustyn), Terlizzi, Potenza, Izco, Biagianti (42’st Pesce), Carboni, Llama (21’st Plasmati), Alvarez, Mascara, Morimoto.
Panchina: Kosicky, Spolli, Ledesma, Ricchiuti. Allenatore: Atzori.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, Cannavaro, Contini, Maggio, Cigarini (27’st Datolo), Gargano (33’pt Pazienza), Aronica, Hamsik, Lavezzi, Quagliarella (39’st Denis).
Panchina: Iezzo, Zuniga, Rinaudo, Pià. Allenatore: Mazzarri.

Se la posta in palio era vitale per il Catania, per il Napoli sarebbe stato troppo importante proseguire la striscia positiva iniziata con Mazzarri. E così anche lo scialbo zero a zero di ieri sera viene accolto con soddisfazione da entrambe. In parità, le occasioni gol e gli infortunati, gli errori e le buone giocate. Restano, però, ancora impresse nella mente le due ghiotte palle-gol divorate da entrambe. La prima di Morimoto in finale di tempo: è più di un calcio di rigore quello che capita al giapponese, appena rientrato dopo lo stop Firenze. Pescato da Mascara al centro dell’area si lascia neutralizzare il tiro a colpo sicuro da un attentissimo De Sanctis. Ancora più eclatante l’occasione fallita da Lavezzi ad inizio di ripresa: l’argentino imbeccato da Quagliarella si lascia, invece, ipnotizzare dal compagno di nazionale Andujar. Sono gli unici due sussulti di una gara vissuta sempre sul filo dell’equilibrio, senza acuti degni di nota.
Imbottito di ricambi e senza un paio di pedine fondamentali, la formazione di Atzori fa dell’umiltà la sua arma migliore. Non allarga mai più di tanto le maglie difensive (spesso la linea arretrata disposta a cinque) e quando può scatena Llama sulla fascia sinistra a scaraventare al centro palloni tagliati che creano più di un brivido a De Sanctis e soci.
Il Napoli, invece, vive dei ricordi della vittoria sulla Juve. Vorrebbe anche distendersi in avanti attraverso il fraseggio ma non riesce mai a trovare spazio ed idee per impensierire la retroguardia etnea. Dopo mezzora circa, Mazzarri perde anche Gargano per infortunio ed entra Pazienza che non è proprio l’omologo dell’uruguagio anche se ci mette tanta volontà. E’ in cabina di regia che gli ospiti incontrano le maggiori difficoltà per far ripartire la propria azione. Ed il baricentro rimane basso anche perché Quagliarella non ha le attitudini (e la forma fisica) per proteggere il pallone e far salire la squadra e Maggio sugli esterni raramente riesce a superare Alvarez e guadagnare il fondo del campo.
Verso il finale del primo tempo, anche il Catania perde una pedina per infortunio: esce Bellusci che stava tenendo bene Lavezzi ed entra Augustyn. Ma le cose non cambiano. Gli etnei reggono bene in retrovia e con le loro fiammate tentano un colpo grosso che ormai manca da troppo tempo. Ci provano Mascara e soprattutto un incontenibile Llama (chi avrebbe dovuto contrastarlo?) ma è Morimoto a sciupare l’incredibile con De Sanctis in serata di grazia pronto a sventare altre minacce nel corso della gara.
Ad inizio di ripresa, il Napoli prova a spingere sull’acceleratore ma dopo aver fallito con Lavezzi la palla del possibile vantaggio neanche con l’ingresso di Dàtolo e quello di Denis (peraltro tardivo) riesce a spostare gli equilibri. S’arrabbia Quagliarella al momento della sostituzione ma è un nervosismo comprensibile: in questo modulo soffre abbastanza ed ancora di più se non sta al massimo della condizione. Se poi si aggiunge che l’intesa con Hamsik e Lavezzi è ancora da perfezionare, il quadro è completo. A Mazzarri, ad ogni modo, serve come il pane un altro centrocampista che possa rimpiazzare Gargano (o Cigarini) e che abbia anche qualità tecniche e fisiche messe insieme. Altrimenti, la squadra resterà una bella incompiuta. Confortanti, invece, i segnali arrivati dalla difesa: il reparto regge anche in assenza di Campagnaro e Santacroce e resiste sul piano temperamentale.
Preziosa, infine, la boccata d’ossigeno strappata da un Catania che riesce a stringere i denti in un momento difficile, ad evitare il tracollo e ad insidiare in un paio di occasioni il gasato-Napoli.

 
DE SANCTIS 7
GRAVA 6
P. CANNAVARO 6
CONTINI 6
MAGGIO 5.5
CIGARINI 5.5 (27’st Datolo 6.5)
GARGANO 5.5 (33’pt Pazienza 6)
ARONICA 6.5
HAMSIK 5.5
QUAGLIARELLA 5 (39’st Denis sv)
LAVEZZI 6
MAZZARRI 6

Napoli – Lazio 0-0

13ª GIORNATA

Ballardini chiude la Lazio e il Napoli non trova spazi

Gara brutta e noiosa con un solo brivido

serieA
dom 22/11/09

NAPOLI

LAZIO

stadio San Paolo
46524 spettatori
napoli lazio  
arbitro Saccani – 5
guardalinee Nicoletti – Roma­gnoli
quarto uomo Celi

0

0

 
     
ammonizione Pazienza ammonizione Mauri  
ammonizione Gargano ammonizione Cruz  
ammonizione P.Cannavaro ammonizione Radu  
ammonizione Cruz  

NAPOLI (3-4-3): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Rinaudo, Maggio, Gargano, Pazienza (25’st Denis), Zuniga (13’st Datolo), Hamsik, Quagliarella (30’st Cigarini), Lavezzi.
Panchina: Gianello, Grava, Contini, Pià. Allenatore: Mazzarri.
LAZIO (5-2-3): Muslera, Brocchi, Cribari (25’st Diakitè), Stendardo, Radu, Kolarov, Baronio, Mauri, Foggia (11’st Lichtsteiner), Cruz, Zarate.
Panchina: Berni, Del Nero, Eliseu, Meghni, Rocchi. Allenatore: Ballardini.

Una tra le più brutte partite della stagione (in assoluto) regala un po’ di ossigeno a Ballardini. Ma il pareggio della Lazio a Napoli non rappresenta, soprattutto dal punto di vista del gioco, una inversione di tendenza. Il tecnico romagnolo cercava un punto per rimpannucciarsi. Ha raggiunto l’obiettivo facilitato dal suo collega, Walter Mazzarri. Perché se la paura di Ballardini era comprensibile, la mancanza di coraggio del napoletano è risultata decisamente fuori luogo. Davanti a una Lazio preoccupata e timorosa, il Napoli ha deciso di regalare la fascia sinistra inserendo un giocatore, Zuniga, che da quella parte manifesta più di un imbarazzo e di rinunciare alla qualità a centrocampo. Risultato: niente gioco, una sola vera occasione in tutta la gara (dopo appena otto minuti con Muslera che ha sbrogliato in uscita su Maggio una situazione complicata) e tanta, tanta noia. Troppo tardi sono arrivati i ripensamenti di Mazzarri. Ballardini incassa e ringrazia. La situazione di classifica della Lazio non è certo migliorata ma una sconfitta a Napoli avrebbe probabilmente aperto una crisi dagli sviluppi imprevedibili e forse drammatici. Così il romagnolo almeno galleggia: una consolazione di poco conto considerate le attese iniziali e i risultati giunti dagli altri campi. Il romagnolo ha impostato la squadra in chiave quasi esclusivamente difensiva. Molti allenatori sostengono che il calcio non è sintetizzabile nei numeri che qualificano i moduli di gioco. Hanno ragione: a volte questi numeri ingannano. Ieri la Lazio ha praticamente allestito una difesa a cinque con Brocchi che arretrava sulla linea dei difensori, da vero e proprio terzino destro e Foggia che si abbassava sulla linea mediana. Decidete voi come chiamarlo. La realtà è che l’unico obiettivo era quello di creare densità, evitare gli inserimenti da dietro, in poche parole limitare i danni. E se si fa eccezione per quella parata di Muslera e per il finale un po’ concitato (l’ingresso di Datolo ha rianimato un po’ il Napoli), la Lazio ha limitato i danni al minimo e portato a casa un «brodino» tiepido. Bisogna vedere quali contraccolpi avrà questa piccola boccata di ossigeno sul morale della squadra. Ma una cosa è certa: la strada è lunga e molto in salita.
Poi alcune scelte appaiono decisamente poco condivisibili. Cruz è apparso impalpabile: non si capisce perché per far posto a lui bisogna sacrificare Rocchi. Il pari ha il pregio di bloccare una deriva pericolosa. A livello difensivo la squadra ha mostrato di esserci ancora, di non essersi sfaldata sotto il peso dei risultati negativi (la vittoria manca dal 30 agosto, sei punti appena in appena undici partite), ma mancano gli elementi per intravedere e interpretare il futuro, il terzultimo posto (insieme ad altre tre) fa venire i brividi e nemmeno la scadente partita del Napoli ha convinto Ballardini a provare qualcosa in fase offensiva.
Anche se va detto che da un punto di vista offensivo è mancato soprattutto il Napoli, squadra capace di esaltarsi negli spazi, ma molto meno capace di aprirli, di scardinare difese molto chiuse. Quagliarella per trovare qualche pallone deve arretrare a metà campo e la rinuncia alla qualità in mezzo non aiuta certo a dare un senso compiuto alla manovra. La brutta prestazione di Catania è stata in qualche misura replicata allontanando il Napoli dal quarto posto (ora i punti di distacco sono cinque). Ci sono equivoci da chiarire (Lavezzi che finisce per girare troppo alla larga dalle zone in cui può fare male, Hamsik che non riesce a trovare la posizione giusta) e una rotta da ritrovare insieme alla continuità perché le partite non sempre si cambiano e si stravolgono negli ultimi minuti.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6
P. CANNAVARO 6
RINAUDO 6
MAGGIO 5.5
GARGANO 5.5
PAZINEZA 5.5 (25’st Denis 5.5)
ZUNIGA 5 (13’st Datolo 6)
HAMSIK 5.5
QUAGLIARELLA 5.5 (30’st Cigarini sv)
LAVEZZI 6
MAZZARRI 5

Parma – Napoli 1-1

14ª GIORNATA

Denis illude il Napoli

Grande primo tempo, sbaglia il colpo del ko e poi si fa raggiungere dal Parma

serieA
dom 29/11/09

PARMA

NAPOLI

stadio Tardini
21097 spettatori
parma napoli  
arbitro Trefoloni – 5
guardalinee Galloni – Marzaloni
quarto uomo Stefanini

1

1

 
     
gol 40’st Amoruso (r) gol 32’pt Denis  
ammonizione Zaccardo espulsione 40’st Contini  
ammonizione Panucci ammonizione P.Cannavaro  
ammonizione Lunardini ammonizione Pazienza  

PARMA (3-5-2): Mirante, Dellafiore, Panucci, A. Lucarelli, Zaccardo, Morrone, Lunardini (26’st Antonelli),Dzemaili, Castellini (8’st Biabiany), Lanzafame (48’st Paci), Amoruso.
Panchina: Pavarini, D. Zenoni, Budel, Cordova. Allenatore: Guidolin.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Contini, Maggio, Pazienza (37’st Ciga­rini), Gargano, Aronica, Hamsik, Quagliarella (44’st Grava), Denis (20’st Bogliacino).
Panchina: Iezzo, Zuniga, Pià, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.

Paradossalmente, senza Lavezzi, il Napoli va ugualmente bene tanto da strappare il settimo risultato utile consecutivo della gestione- Mazzarri (l’ottavo con la Coppa Italia). Va così bene da portarsi in vantaggio per la prima volta nel primo tempo e pensare di poter vivere sugli allori fino al termine della partita. Napoli bello e sciupone; frizzante quanto narcisista; avvincente, nonchè ingenuo. S’infiamma anche il telecronista di Rai Trade, Robert Hatch. In inglese, urla: «Fantastic, again Naples, again Hamsik». Annota tutte le ripartenze di una squadra così compatta, puntuale, devastante. Lo ascoltano in tutto il mondo: da Los Angeles, a Sidney.
Il Parma, invece, fatica a contenere quelle furie rosse, come il colore delle maglie che nell’occasione sostituiscono quelle azzurre. A Guidolin mancano pezzi importanti, soprattutto a centrocampo (Galloppa e Mariga, oltre a Boijnov in attacco). Il tre- cinque- due, impostato su Panucci centrale, si trasforma presto in un cinque- tredue. Ma come fermare quell’Hamsik che si sposta da sinistra al centro? Come neutralizzare quell’indemoniato di Denis che s’incolla la palla al piede e punta sempre la porta? E quel dannato di Gargano, come annullarlo? Guidolin prova a stringere le maglie. Chiede a Lunardini di non muoversi davanti alla difesa; a Morrone di disturbare a più non posso Hamsik o Gargano; a Dzemaili di «aggredire» Pazienza.
Per larghi tratti, è una sfida impari: il Napoli è decisamente più tonico, esplosivo. Sfiora il vantaggio in tre occasioni in meno di mezzora: al 10′, con Denis di testa (parata d’istinto di Mirante); al 24′, con un tiro sottomisura sempre di Denis e al 27′ con Maggio che entra in area e chiama in causa di nuovo mirante. Il Parma arranca. Presenta crepe sul suo fianco sinistro ma anche per vie centrali. E quando prova a presentarsi dalle parti di De Sanctis trova sulla strada un muro o quasi: Campagnaro, Cannavaro e Contini non hanno problemi a neutralizzare Amoruso e Lanzafame che quasi mai ricevono sostegno dai centrocampisti.
Senza Lavezzi, i partenopei, sostenuti da oltre tremila tifosi giunti dalla Campania e da tutto il Nord, danno l’impressione di voler dimostrare di essere altrettanto temibili. E vi riescono a meraviglia: condizione atletica invidiabile, controfughe sempre con più di tre uomini, un pressing in ogni zona del campo. Nel Napoli, prevale il collettivo, il gioco è corale ed il Parma che non è quello visto a Firenze va in tilt con il suo dispositivo difensivo. Non riesce ad impensierire più di tanto quell’avversario così spavaldo. Ed al 32′, ecco il gol che ormai era nell’aria: Maggio riparte di nuovo sulla destra (Castellini lo perde per l’ennesima volt), cross teso al centro dove accorre il tanque Denis che devia in gol con un diagonale imprendibile per Mirante.
Nella ripresa, il Parma prova a metterci più vivacità. Guidolin ordina di alzare il baricentro, dopo otto minuti sostituisce anche Castellini con Babiany. Ci crede. Vuole provarci. Anche perchè il Napoli comincia a giocare al piccolo trotto. Si guarda nello specchio e manca il colpo del kappaò in due occasioni clamorose: al 25′ con Quagliarella che tenta la soluzione meno efficace e Mirante vi arriva; al 28′ con Hamsik (Lucarelli è sulla traiettoria). Ed ancora al 33′ con Quagliarella (Lucarelli devia con il gomito). In dieci minuti gli ospiti mandano all’aria l’opportunità di mettere a tappeto il Parma e portare a casa il terzo colpaccio della gestione Mazzarri. E’ a questo punto, allorchè cala di tenuta Denis e cala anche Pazienza che viene fuori il Parma. Un arrembaggio più casuale che ragionato. Guidolin s’accorge che è ancora possibile il “miracolo”. Ed ordina ai suoi di riversarsi nella metà campo del Napoli. E da una palla da fermo calciata da Panucci a spiovere in area, Aronica e Lanzafame si strattonano in area ma Trefoloni indica subito il dischetto vedendo nel napoletano il maggiore colpevole. Il Napoli non ci sta ed in particolare Contini che dice qualcosa di troppo al direttore di gare e viene espulso.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6
P. CANNAVARO 6.5
CONTINI 5.5
MAGGIO 6
PAZIENZA 6 (37’st Cigarini sv)
GARGANO 7
ARONICA 6
HAMSIK 7
QUAGLIARELLA 6 (44’st Grava sv)
DENIS 7 (20’st Bogliacino 6)
MAZZARRI 6.5