Napoli – Bari 3-2

15ª GIORNATA

Una partitissima tra Napoli e Bari

Ed è il ritrovato Quagliarella a far piangere i pugliesi

serieA
dom 06/12/09

NAPOLI

BARI

stadio San Paolo
29547 spettatori
napoli bari  
arbitro Romeo – 5.5
guardalinee Alessandroni – D’Agostini
quarto uomo Ciampi

3

2

 
     
gol 10’st Quagliarella gol 4’st Barreto  
gol 27’st Maggio gol 18’st Ranocchia  
gol 44’st Quagliarella ammonizioneammonizione 22’st Parisi  
ammonizione Grava espulsione 48’st Ranocchia  
ammonizione Quagliarella ammonizione Meggiorini  
ammonizione Stellini  
ammonizione Gillet  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro (28’st Bogliacino), P. Cannavaro, Grava, Maggio, Pazienza (11’st Lavezzi), Gargano (23’st Cigarini), Aronica, Hamsik, Quagliarella, Denis.
Panchina: Iezzo, Zuniga, Rullo, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.
BARI (4-4-2): Gillet, A. Masiello, Ranocchia, Bonucci, Parisi, Alvarez, Almiron, Donati Koman (40’st Antonelli), Meggiorini (35’st Kamata), Barreto (23’st Stellini).
Panchina: Padelli, De Vezze, Allegretti, Greco. Allenatore: Ventura.

Il coraggio di Mazzarri, l’abilità di Ventura, la doppietta di Quagliarella, i guizzi di Barreto e Ranocchia, l’infallibilità di Maggio. C’è di tutto in Napoli-Bari, una sfida vissuta con grande pathos. Peccato solo per le due espulsioni che la formazione pugliese non riesce a mandar giù, soprattutto quella di Parisi, ritenuta eccessiva, giunta sul risultato di due a uno per il Bari. Per il resto si assiste ad un secondo tempo vibrante, ricco di colpi di scena. Ed il Napoli si conferma squadra indomabile, capace di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, di agguantare un altro risultato nei minuti di recupero (era successo anche con il Milan), di esaltare la folla del San Paolo all’inverosimile. E di scavalcare l’irriducibile Bari in classifica proiettandosi nelle zone nobili della classifica. Cantano alla fine i tifosi del Napoli. Hanno sofferto ma si sono divertiti. La squadra di Mazzarri cresce in personalità e con-vinzione, non si scoraggia quando incassa a sorpresa il primo gol di Barreto e neanche quando Ranocchia riporta il Bari in vantaggio. Attacca a testa bassa, entra anche Lavezzi formando un tridente con Denis e Quagliarella, affonda con Maggio ed Hamsik che pure sono offensivi. Cerca a tutti i costi la vittoria seppure l’avversario riesce a resistere con un uomo in meno (l’altra espulsione arriva a tempo quasi scaduto). L’ottiene con il suo bomber più chiacchierato, quel Quagliarella che si propone al taglio su invito di Lavezzi depositando il pallone nell’angolo più lontano da Gillet. Manca un minuto al termine della gara. Ma il Napoli rigenerato da Mazzarri è capace di questi acuti. Difficilmente s’arrende come accadeva prima. Lotta con il coltello tra i denti perchè crede nelle proprie possibilità, sa di contare su un bomber ritrovato, nei guizzi di Lavezzi, nella puntualità di Maggio e nelle giocate magistrali di Hamsik.
Già nel primo tempo, a differenza di altre volte, il Napoli mette alle corde l’avversario. Il Bari, ben disegnato da Ventura, fatica a ripartire. Non trova spazi, viene costretto ad indietreggiare rischiando di prendere gol prima con Maggio, servito al bacio da Gargano, poi con Quagliarella (salvataggio a porta vuota di Ranocchia). In entrambe le occasioni, gli errori degli avversari graziano Gillet. Mai, però, Barreto e soci riescono ad impensierire De Sanctis. E’ un monologo dei padroni di casa che hanno Lavezzi in panchina a scopo precauzionale.
Ma il Bari è vivo, voglioso di far vedere che non si trova per caso nella parte sinistra della classifica, pronto a colpire. Ed appena inizia la ripresa, al primo vero affondo pugliese, arriva il gol: lancio preciso di Bonucci, Barreto evita Cannavaro e deposita alle spalle di De Sanctis. Ma al Napoli occorrono 5’ per pareggiare il conto: cross di Gargano per la testa di Quagliarella che colpisce di precisione e spedisce alle spalle del portiere. Ed è qui che Mazzarri mostra tutta la sua audacia: toglie Pazienza ed inserisce Lavezzi. Mai visto un Napoli così spinto, un 3-4-3 insolito ma che piace tanto alla gente.
Ventura prende subito le contromisure ma la caparbietà del Bari è illimitata: da un’azione di angolo, Ranocchia riprende una respinta di De Sanctis ed ottiene il due a uno. La partita s’infiamma, Parisi però si fa cogliere con il gomito alto su Maggio e viene espulso per doppia ammonizione. Il Bari resta in dieci ma tiene duro. Dalla panchina Stellini rileva Barreto per arginare le sfuriate di Lavezzi sulla destra. Ma non basta. Da un’invenzione del ritrovato Quagliarella nasce il gol di Maggio. E da un passaggio filtrante di Lavezzi arriva la pesantissima rete del bomber di Castellammare. Sugli spal-ti è il tripudio mentre Ranocchia sfiora Lavezzi in corsa e guadagna un cartellino rosso estratto con troppa severità da Romeo che, visto il clima della vigilia, ha diretto senza evidenti condizionamenti.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6 (28’st Bogliacino 6)
P. CANNAVARO 6
GRAVA 6
MAGGIO 7
PAZIENZA 6 (11’st Lavezzi 6.5)
GARGANO 6 (23’st Cigarini 6)
ARONICA 6
HAMSIK 6.5
QUAGLIARELLA 7.5
DENIS 6
MAZZARRI 7

Cagliari – Napoli 3-3

16ª GIORNATA

Cagliari show, ma che Napoli

I sardi dallo 0-2 al 3-2, poi pari di Bogliacino al 97′

serieA
sab 12/12/09

CAGLIARI

NAPOLI

stadio Sant’Elia
18000 spettatori
cagliari napoli  
arbitro Pierpaoli – 5
guardalinee Manganelli – Barbirati
quarto uomo Tozzi

3

3

 
     
gol 30’st Larrivey gol 21’pt Lavezzi  
gol 34’st Matri gol 20’st Pazienza  
gol 44’st Jeda gol 52’st Bogliacino  
ammonizione Matri espulsione 49’st Lavezzi  
ammonizione Nenè ammonizione Maggio  
ammonizione Aronica  
ammonizione Zuniga  
ammonizione Pazienza  

CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti, Pisano (21’st Dessena), Lopez, Canini, Agostini, Biondini, Parola, Lazzari, Cossu (44’st Jeda), Matri, Nené (13’st Larrivey).
Panchina: Vigorito, Astori, Sivakov, Barone. Allenatore: Allegri.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, P. Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano, Pazienza (46’st Bogliacino), Zuniga (41’st Dàtolo), Hamsik, Lavezzi, Quagliarella (36’st Denis).
Panchina: Gianello, Rullo, Cigarini, Pià. Allenatore: Mazzarri.

Il finale thrilling, con ribaltamento del risultato da una parte e dall’altra, espulsioni, fasi così concitate, lascia intuire in quale clima si è giocato al «Sant’Elia». A bollori spenti, però, il pari soddisfa entrambe: il Cagliari che riesce a recuperare una gara che sembrava compromessa ed il Napoli che centra il nono risultato utile consecutivo pur senza Lavezzi espulso per aver scagliato il pallone verso la panchina avversaria in seguito ad una provocazione ricevuta. Però, quanto pathos in quel secondo tempo. E quante emozioni. Nel quarto d’ora finale succede davvero di tutto: il Cagliari, in svantaggio di due gol, riesce ad accorciare con Larrivey, a pareggiare con Matri ed a portarsi persino in vantaggio con Jeda. Ma non aveva fatto i conti con le rimonte del Napoli, con la rabbia di una squadra ormai specializzatasi nel far gol fino ai minuti di recupero (chiedere al Milan, alla Juve, allo stesso Bari): così, a tempo quasi scaduto, su uno spio-vente nell’area sarda s’avventa prima Denis, Marchetti respinge ma spunta ancora la testa di un azzurro, Bogliacino (entrato da poco) ed è il tre a tre. L’incredulità dei padroni di casa è pari alla gioia degli ospiti. Neanche il tempo di mettere palla al centro che Pierpaoli, travolto anche lui dal parapiglia, fischia la fine.
In pochi si sarebbero aspettato una reazione simile da parte del Cagliari, ormai preda dell’avversario per un’ora abbondante; e nessuno mai poteva immaginare il tre a tre dei partenopei quando il cronometro stava per scandire gli ultimi secondi. Sfida palpitante, affrontata senza risparmio di energie, con una capar-bietà fuori del comune da tutti i contendenti. Recrimina il Napoli per non aver saputo reggere all’assalto finale di Matri e soci; respira, invece, il Cagliari, a cui è bastato un quarto d’ora da Cagliari per mettere in difficoltà l’avversario e sfiorare la vittoria.
Il primo tempo è letteralmente dominato dalla formazione di Mazzarri. Pur privo di tanti difensori (che alla distanza pagherà), il Napoli riesce a seminare il panico nella trequarti cagliaritana grazie agli slalom di Lavezzi a tutto campo, alle intuizioni di Hamsik, alla tempestività di Gargano di andare a chiudere ed a proporre il rilancio dell’azione. Pazienza, intanto, s’incolla a Cossù e ne limita le invenzioni per Matri e Ne-nè agevolmente bloccati dalla retroguardia azzurra.
Il Cagliari è sotto di un gol dopo venti minuti. Paga oltremisura l’assenza di Daniele Conti in cabina di regia. Va in tilt. Nè Biondini, nè Lazzari riescono mai a proporre controfughe importanti. Ed il Napoli diventa così padrone del campo.
Nella ripresa, memori di quanto successo a Parma, i ragazzi di Mazzarri spingono sull’acceleratore: in ben due occasioni, Marchetti deve sventare un paio di fucilate di Hamsik dalla distanza. Ed al ventesimo arriva il raddoppio con Pazienza che insacca su azione d’angolo.
Sembra al sicuro il terzo colpaccio della gestione Mazzarri. Il Napoli molla un po’ le redini, qualcuno accusa la fatica, viene meno la diga a centrocampo ed il Cagliari ne approfitta. Larrivey lanciato nella mischia da Allegri al posto di Nené regala muscoli e centimetri alla manovra offensiva. Matri sfonda a destra. Crescono in maniera esponenziale Lazzari e Biondini. Ed il Napoli in quattro minuti incassa due gol. Poi dopo un salvataggio di Larrivey a portiere battuto arriva anche il gol di Jedà da poco mandato in campo da Allegri ( 44′). Non è finita. C’è l’espulsione di Lavezzi che reagisce in malo modo ad una istigazione dalla panchina sarda e poi l’arrembaggio finale che culmina con la doppia incornata, prima di Denis e poi di Bogliacino per un pareggio che andava stretto al Napoli fino alla mezzora del secondo tempo.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 5.5 (28’st Bogliacino 6)
P. CANNAVARO 6
ARONICA 5.5
MAGGIO 5.5
GARGANO 6.5
PAZIENZA 6.5 (46’st Bogliacino 6.5)
ZUNIGA 5.5 (41’st Datolo sv)
HAMSIK 6.5
LAVEZZI 5
QUAGLIARELLA 6 (36’st Denis sv)
MAZZARRI 6

Napoli – Chievo 2-0

17ª GIORNATA

Un Napoli pragmatico batte un ottimo Chievo

Hamsik e Quagliarella portano Mazzarri a un punto dalla Champions

serieA
dom 20/12/09

NAPOLI

CHIEVO

stadio San Paolo
35000 spettatori
napoli chievo  
arbitro Bergonzi – 6
guardalinee Bianchi – Ponziani
quarto uomo Calvarese

2

0

 
     
gol 7’pt Hamsik ammonizione Sorrentino  
gol 42’st Quagliarella ammonizione Rigoni  
ammonizione Aronica ammonizione Ariatti  
ammonizione Quagliarella  
ammonizione Campagnaro  
ammonizione Cannavaro  
ammonizione Contini  

NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis, Campagnaro (44’st Rinaudo), P. Cannavaro, Aronica, Maggio, Pazienza, Gargano, Zuniga (1’st Contini), Hamsik, Denis (23’st Bogliacino), Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Cigarini, Dàtolo, Pià. Allenatore: Mazzarri.
CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino, Sardo, Morero, Yepes, Mantovani, Luciano, Rigoni, Marcolini (36’st Ariatti), Pinzi (20’st Bentivoglio), Abbruscato (20’st Granoche), Pellissier.
Panchina: Squizzi, Mandelli, Malagò, Bogdani. Allenatore: Di Carlo.

Il regalo chiesto da De Laurentiis arriva dopo dopo una sofferenza immane. Ma mai regalo è stato così gra-dito come questo. Il Napoli riesce a vincere, dimostrando di saper anche soffrire; si porta per la prima volta in zona Europa League, stringendo i denti fino all’inverosimile; infila il decimo risultato utile consecutivo della gestione Mazzarri (il precedente risaliva al ‘74-‘75 con Vinicio) subendo l’avversario per larghi tratti della gara. E nessuno si fa scrupoli se stavolta mancano lo spettacolo; se il Chievo Verona gioca molto meglio; se le emozioni si riducono al gol realizzato da Hamsik in avvio, al raddoppio di Quagliarella giunto a pochi minuti dal termine e ad una occasionissima divorata dallo slovacco. Contava vincere. Ed il Napoli, privo di Lavezzi, vi riesce con grande pragmatismo. Per Mazzarri va bene anche così: meglio vincere storcendo il naso, piuttosto che raccogliere complimenti e lasciare punti per strada. Stentano i partenopei a trovare la contromisure ad un Chievo Verona super-organizzato ed in condizione atletica smagliante. Pensano di aver vita facile dopo aver sbloccato il risultato a sette minuti dal fischio d’inizio. Ma così non sarà. La formazione di Di Carlo prende il sopravvento a centrocampo, si fa minacciosa sugli esterni laddove Zuniga, schierato a sinistra sembra un pesce fuor d’acqua e Maggio a destra in evidente calo di forma; tiene bene in retrovia con Yepes a svettare su tutti i palloni. Una sola pecca per i veneti che inciampano dopo tre vittorie di fila: la scarsa incisività in zona gol. Il rigore da cui scaturisce il gol di Hamsik, all’ottavo centro stagionale, nasce poi dall’unica ingenuità accusata dai veneti nella prima frazione: percus-sione di Gargano per vie centrali, incursione di Denis in area di rigore, atterramento netto di Sorrentino.
Nella ripresa, invece, di rallentare il Chievo accelera addirittura. Di Carlo prova a dare nerbo in attacco inserendo Granoche e Bentivoglio. Niente da fare. Il Napoli che nel frattempo ha rimpiazzato Zuniga (colto da malore a fine partita) con Contini dopo aver riportato Aronica a centrocampo, sbuffa ma tiene. Ed allora Mazzarri se ne inventa un’altra delle sue: toglie Denis per inserire Bogliacino, sposta Quagliarella al centro mentre Hamsik va a posizionarsi alto a sinistra. E mentre Hamsik sciupa il raddoppio, proprio dai piedi di Bogliacino nasce il lancio lungo per Quagliarella che lascia sul posto Morero e di sinistro trafigge Sorrentino. La vittoria è al sicuro ma sembra anche troppo per un Chievo che ancora nel recupero si trova nella metà campo del Napoli. Ma nel calcio va così: chi riesce a capitalizzare le uniche occasioni-gol che crea, la spunta. Ed Hamsik e Quagliarella, 14 gol in due, non si sono lasciati pregare: il regalo di Natale è salvo.

 
DE SANCTIS 7
CAMPAGNARO 6 (44’st Rinaudo sv)
P. CANNAVARO 7
ARONICA 6
MAGGIO 5.5
GARGANO 6
PAZIENZA 6.5
ZUNIGA 5 (1’st Contini 6)
HAMSIK 6.5
DENIS 6 (23’st Bogliacino 6.5)
QUAGLIARELLA 7
MAZZARRI 6.5

Atalanta – Napoli 0-2

18ª GIORNATA

Un altro capolavoro di Quagliarella lancia il Napoli in alto

Pazienza lo tiene in orbita

serieA
mer 06/01/10

ATALANTA

NAPOLI

stadio Atleti Azzurri d’Italia
11061 spettatori
atalanta napoli  
arbitro Rosetti – 5.5
guardalinee Copelli – Petrella
quarto uomo De Marco

0

2

 
     
ammonizione Bianco gol 7’pt Quagliarella  
ammonizione Tiribocchi gol 13’st Pazineza  
ammonizione Padoin ammonizione Aronica  
ammonizione Peluso  
ammonizione Valdes  
ammonizione Doni  

ATALANTA (4-4-2): Coppola, Garics (22’st Valdes), Bianco, Manfredini (21’pt Peluso), Bellini, Ceravolo, De Ascentis, Guarente, Padoin, Acquafresca (22’st Doni), Tiribocchi.
Panchina: Consigli, Talamonti, Caserta, Chevanton. Allenatore: Conte.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, Rinaudo (8’st Zuniga), Grava, Maggio, Pazienza, Gargano, Aronica, Hamsik (18’st Cigarini), Lavezzi (35’st Datolo), Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Hoffer, Rullo. Allenatore: Mazzarri.

Gira, gira, gira: ma che gol ha fatto? L’alba del nuovo anno, così simile al finale del vecchio, è una parabola che conduce il Napoli dall’altra parte della luna e la zona Champions, quella terra promessa sognata ad occhi spalancati, ora è lì, nel vortice di una traiettoria maestosamente bella che Fabio Quagliarella disegna per gli esteti del calcio da 25-30 metri. L’Atalanta è in ginocchio ancora prima di cominciare e al settimo minuto d’una Epifania dolorosissima, scopre cenere nella calza e avverte che l’aria gelida ha prodotto effetti devastanti, anestetizzando i muscoli e la testa e lasciando ben poco alla propria fantasia. Il colpo basso che squarcia la sfida e l’indirizza verso uno 0-2 comodo-comodo per il terzo blitz esterno del Napoli rimesso in vita da Mazzarri è un inno alla dolcezza balistica, una prodezza d’uno scugnizzo che sa d’avere tra le pieghe del proprio talento effetti specialissimi ma quel che resta di Bergamo, dell’undicesimo risultato utile consecutivo, è l’acquisita padronanza di se stesso d’una squadra che ha deciso di stupire. Atalanta-Napoli è impari tecnicamente, tatticamente e soprattutto – psicologicamente e non c’è verso di raschiare il fondo del 4-4-2 per Conte, di partire con Ceravolo a destra e Padoin a sinistra, di tener palla bassa senza andare allo scavalcamento o di riprovare andando a poggiare su Acquafresca che rantola e Tiribocchi che deve combattere in solitudine: il Napoli ha altra consistenza, ha capacità di corsa, ha equilibrio in mezzo con un Pazienza enorme nell’ombra della mediana e un Gargano millepiedi ed ha persino la possibilità di concedere ad Hamsik e Lavezzi mezza giornata di riposo.
Atalanta-Napoli è un crocevia di depressione e di euforia e tale resta al 7′, quando la lampada di Quagliarella sprigiona perfida precisione e il bacio della sfera all’incrocio dei pali pare una concessione degli dei per chi ha necessità di spettacolo. Ottantrè minuti ancora, con la percezione netta che sia tutto inutile, che a Mazzarri sia sufficiente occupare gli spazi e senza indietreggiare, tenendosi coperto con Maggio e Aronica sostenitori esterni della difesa a tre e poi di sfruttare la capacità di fare elastico dei centrocampisti e di quei tre che vanno sempre a cercare Quagliarella, l’ondeggiante taglierino della burrosa difesa nerazzurra. E allora, senza strafare, è dominio: sinistro di Aronica (14′) azzerato dalla reazione di Coppola; stacco imperioso del solito Quagliarella (17′) che atterra a un niente dal montante; contropiede di Hamsik ( 39′) azzoppato in area da Peluso per un rigore visibile a occhio nudo; colpo di reni da applausi di Coppola (43′) sulla punizione a girare di Gargano. L’Atalanta è in un destro di Tiribocchi che fa il solletico a De Sanctis e poi nient’altro.
Lo spogliatoio rimanda in scena l’identico copione e l’illusione d’una decina di minuti di apparente supremazia bergamasca è nebbiolina assoluta, perché intanto Coppola (3′) s’è dovuto superare nel faccia a faccia con Quagliarella, perché la capocciata di Pazienza (13′) ha dilatato il divario e prodotto uno 0-2 che sa di sentenza. Il Brumana è un vociare che fa vacillare Conte per la prima volta con un dissenso breve ma collettivo, con Mazzarri che non avendo più neanche reazioni nervose con cui combattere il freddo può tranquillamente coprirsi e indossare un robusto giaccone. Il declino nerazzurro è in quel vortice che assorbe cambi senza strappi (dentro Doni e Valdes, fuori il fantasma Acquafresca e Garics) e nella inconsistenza d’una reazione che produce – forse – qualche appoggio a De Sanctis. Ma il fuoco che arde è dall’altra parte, in quel Napoli che gestisce con padronanza, s’accartoccia e va alla ricerca della profondità attraverso il palleggio: e se a tratti ci scappano un compiaciuto palleggio e briciole di narcisismo, l’indul-genza è garantita dallo specchio della classifica. Un quarto (posto) di nobiltà che torna nel calcio.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6.5
RINAUDO 6.5 (8’st Zuniga 6)
GRAVA 7
MAGGIO 6
GARGANO 7
PAZIENZA 7
ARONICA 6.5
HAMSIK 6.5 (18’st Cigarini 6)
LAVEZZI 6 (35’st Datolo sv)
QUAGLIARELLA 7.5
MAZZARRI 7

Napoli – Sampdoria 1-0

19ª GIORNATA

Il carrarmato Denis travolge Fiorillo e la Sampdoria

Il Napoli aggancia la Juve al terzo posto

serieA
dom 10/01/10

NAPOLI

SAMPDORIA

stadio San Paolo
45000 spettatori
napoli sampdoria  
arbitro Rizzoli – 6
guardalinee Cariolato – De Lu­ca
quarto uomo Celi

1

0

 
     
gol 26’st Denis ammonizione Zauri  
ammonizione Campganaro ammonizione Ziegler  
ammonizione Gargano  

NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Maggio, Gargano, Pazienza, Hamsik, Aronica, Lavezzi (20’pt Denis), Quagliarella (45’st Ci­garini).
Panchina: Iezzo, Rinaudo, Zuniga, Contini, Datolo. Allenatore: Mazzarri.
SAMPDORIA (4-4-2): Castellazzi (4’st Fiorillo), Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler, Semioli (33’st Pozzi), Palombo, Poli, Mannini (35’st Padalino), Pazzini, Cassano.
Panchina: Bellucci, Accardi, Tissone, Marco Rossi. Allenatore: Del Neri.

Tre metri sotto il cielo, alla soglia del Paradiso, c’è un uomo che va a bussare alla porta della nobiltà e, sfidando l’impossibile e le leggi di gravità, scardina i luoghi comuni e demolisce ogni inibizione: su, più su, ancora più su e laddove non arrivano le mani incerte di Vincenzino Fiorillo, approda quel ciclone di German Denis, un carrarmato senza cingoli e con le ali che sistema Napoli-Sampdoria, dà un colpo di gas alle ambizioni sue e del San Paolo tutto e fa sentire alle grandi che precedono l’ombra lunga d’una squadra viva. Il dodicesimo risultato utile consecutivo, con aggancio della Juve al terzo posto, è la fotografia che sintetizza l’escalation d’un indomabile gruppo d’uomini veri ma il Napoli che prende a spallate la Samp è anche calcio ragionato, ritmato e sorretto dagli schemi, oltreché dal cuore; è organizzazione difensiva (nessuna opportunità agli avversari, solo ciabattate dalla distanza nella disperazione dello scadere); è capacità di girar palla a centrocampo; è varietà offensiva (quattro palle-gol, Maggio che va sui cambi di campo, Aronica che fa lo stesso, Hamsik che danza negli spazi e Gargano-Pazienza che s’alternano ad andare e a restare); è tenuta mentale pur nel disagio.
Diciannove minuti appena ed un campanello che s’accende, perché è chiaro immediatamente che Lavezzi deve mollare, che qualcosa s’è incrinato nella sua muscolatura: dentro Denis, via ogni velo di tristezza e pure le catene. La Samp s’ingegna, s’aggrappa alla corazza, sta dietro la linea del pallone e per 45′ resta poco di cui bearsi, se non un’illuminazione, quasi un gioco di prestigio di Gargano, che trova 40 metri per sparigliare, sistemando Maggio in accelerazione davanti a Castellazzi: l’ingordigia e lo slancio tradiscono l’esterno, che non trova la battuta letale, che non s’accorge di Denis alle spalle, che deve solo ricominciare.
La sette giorni di full immersion (mercoledì scorso l’Atalanta, poi la Samp e
mercoledì la Juventus) spinge Mazzarri a lasciare invariato il Napoli di Bergamo (dentro solo Cannavaro, rientrato dalla squalifica, per Rinaudo) per godersene lo stato di grazia; ma le tossine s’avvertono, Hamsik incide relativamente e la Sampdoria non lascia centimetri d’erba. E’ corpo a corpo sugli esterni con preponderanza partenopea (Maggio a destra e Aronica a sinistra su Mannini e Semioli), in mezzo (tanto Pazienza e un bel Poli, tanto Gargano e un Palombo in meditazione), ovunque, sono schermaglie che concedono parecchio equilibrio ed alcuna emozione. E poi, senza il Pocho!
Lo stanzone è salvifico, concede al Napoli la possibilità di rileggersi, lascia ondeggiare Hamsik con maggior convinzione sul centro-destra e sposta l’asse, complice la staticità della Sampdoria che è soprattutto in Poli, un po’ nella guardia di Palombo e qualcosina nella generosità (mai accompagnata dagli esterni) di Pazzini e Cassano. Il Napoli è un rullo compressore, pardon un tanque, un carrarmato: ideuzza niente male di Quagliarella, stop, piatto e gol di Denis (5′) ma in fuorigioco per un alluce. La reazione doriana rimane nelle intenzioni, la fa abortire Pazienza (12′) miracolo su Poli, liberato dinnanzi a De Sanctis da Zauri ma anticipato dal mediano; poi è monologo partenopeo, è calcio ch’entusiasma, diventa quarantamila contro undici, perché il San Paolo s’appassiona e spinge Aronica (19′) irrorato da Gargano: il cross è una palombella che Maggio fa esplodere a mezzo metro dalla porta sguarnita. E quando sbaglia il Napoli, Fiorillo, che ha preso i pali dell’acciaccato Castellazzi, è reattivo: ancora su Maggio (21′), dopo nuova geniale apertura di Gargano. Il rettangolo è un ring e la Sampdoria è all’angolo: si accartoccia su stessa, rincula, soffre e finisce giù, sempre più (sei sconfitte consecutive in trasferta, una sola vittoria nelle ultime undici giornate) sullo stacco di Denis che rilancia il Napoli oltre la Roma, che affossa i blucerchiati e quel vago senso di brillantezza emerso dalle conclusioni di Cassano e Palombo, di Palombo e Poli. Palle che si spengono nel nulla espresso in precedenza. Mentre tutt’intorno è un festival che sa d’Europa, di zona-Champions. Tre metri sopra, il cielo è dipinto d’azzurro.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 7
P. CANNAVARO 7
GRAVA 7
MAGGIO 6.5
GARGANO 6.5
PAZIENZA 7
HAMSIK 6.5
ARONICA 6.5
LAVEZZI sv (20’pt Denis 7)
QUAGLIARELLA 6.5 (45’st Cigarini sv)
MAZZARRI 7

Napoli – Palermo 0-0

20ª GIORNATA

De Sanctis ipnotizza Miccoli dal dischetto

Poi è più Napoli che Palermo, ma i rosanero tengono bene in difesa

serieA
dom 17/01/10

NAPOLI

PALERMO

stadio San Paolo
60000 spettatori
napoli palermo  
arbitro Orsato 5.5
guardalinee Romagnoli – Di Liberatore
quarto uomo Gava

0

0

 
     
ammonizione Rinaudo ammonizione Nocerino  
ammonizione De Sanctis ammonizione Nocerino  
ammonizione Quagliarella ammonizione Migliaccio  
ammonizione Bovo  
ammonizione Cavani  
ammonizione Simplicio  

NAPOLI (3-4-3): De Sanctis, Grava, P. Cannavaro, Rinaudo, Maggio, Pazienza (40’st Cigarini), Gargano, Aronica (18’st Dossena), Hamsik, Denis (35’st Hoffer), Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Zuniga, Contini, Bogliacino. Allenatore: Mazzarri.
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu, Cassani, Goian, Bovo, Balzaretti, Migliaccio, Nocerino, Bresciano, Simplicio, Cavani (34’st Budan), Miccoli (13’st Pastore).
Panchina: Brichetto, Melinte, Bertolo, Blasi, Hernandez. Allenatore: D. Rossi.

Se qualcuno dicesse che quella del San Paolo è stata una sfida indimenticabile, direbbe probabilmente una bugia. E’ stata una partita bella a tratti: per una ventina di minuti nel primo tempo se l’è giocata meglio il Palermo che ha, però, il grave torto di aver gettato alle ortiche l’occasione di un calcio di rigore; ha avuto un quarto d’ora arrembante nella ripresa il Napoli. Complessivamente si sono viste all’opera due squadre che si temevano guidate da due tecnici che si rispettano (l’ultima volta si sono affrontati nella finale di Coppa Italia e Rossi aveva avuto la meglio su Mazzarri). Per giunta le fatiche infrasettimanali a cui nessuna delle due formazioni è abituata hanno, inevitabilmente condizionato la prestazione complessiva e il finale è stato una sorta di gigantesco «tira a campare» nell’attesa del fischio conclusivo di Orsato (non totalmente convincente, per la sua parte). Napoli e Palermo alla fine lasciano l’impressione di aver espresso solo parzialmente ieri sera il proprio potenziale, anche a causa di assenze importanti come quelle di Lavezzi e Liverani.
I risultati del pomeriggio obbligavano il Napoli a dare l’assalto all’intera posta per ritrovare il terzo posto ai danni della Roma. Impresa non semplice visto che il Palermo di Delio Rossi, Coppa Italia a parte, ha prodotto nelle ultime giornate ottimo calcio e trovato un positivo equilibrio. Semmai le ore che hanno preceduto la partita hanno portato al tecnico rosanero una brutta notizia: un attacco febbrile che ha impedito a Liverani di essere in campo. Perdita rilevante perché il regista è prezioso nella ricucitura del gioco, con la sua nota capacità di far girar palla. Al suo posto Rossi ha messo Nocerino che pur non avendo le stesse caratteristiche, ha svolto i compiti con buon profitto.
Che Mazzarri volesse la vittoria lo si è capito dalla maniera in cui ha sistemato il Napoli, con due attaccanti laterali, a destra Hamsik e a sinistra Quagliarella, e con una punta centrale, Denis. Una scelta forzata ovviamente anche dall’assenza di Lavezzi. Ma proprio la posizione di Hamsik e Quagliarella ha indotto Balzaretti e Cassani a un atteggiamento più prudente. Per giunta, l’errore di Bovo (per il resto inappuntabile dovendo fare da balia a Goian che sostituiva l’assente Kjaer) dopo appena sette minuti con la palla consegnata ad Hamsik (la conclusione dello slovacco finiva a lato di qualche centimetro), faceva aumentare preoccupazioni e prudenze. Con la conseguenza che sino al 20′ si è vista una partita segnata da molti errori in fase di palleggio e squadre cortissime che facevano grande densità in mezzo al campo per non dare spazi sfruttabili agli avversari.
Nel calcio gli episodi, però, possono cambiare l’andamento di una gara. L’episodio è stato il fallo si Rinaudo su Cavani che ha indotto l’arbitro Orsato a concedere (un po’ generosamente) il rigore al Palermo. De Sanctis riusciva a compiere due miracoli: prima respingeva la battuta di Miccoli, poi impediva la ribattuta di Bresciano. Di lì la gara è decollata: le squadre si sono leggermente allungate e gli spazi sono aumentati. Il palo, il salvataggio sulla linea di Hamsik evitavano al Napoli seri guai. La gara, che prometteva di essere tattica, diventava un po’ più spettacolare. Il Palermo allargando Cavani e Miccoli teneva sotto pressione gli esterni del Napoli e apriva lo spazio centrale per gli inserimenti di Simplicio (che partiva subito in pressione sul portatore avversario). Molto meglio la squadra di Mazzarri faceva invertendo le zone di Hamsik e Quagliarella (l’inizio della ripresa, con una intervento prodigioso di Sirigu sullo slovacco ne era la conferma), anche perché soprattutto il secondo accentrandosi consentiva a Maggio con le sue accelerazioni di dare profondità.
Come si temeva, gli impegni di Coppa Italia alla distanza hanno condizionato la prestazione delle due squadre. Ne ha patito il gioco diventato negli ultimi venti minuti sempre più disordinato e frammentario. E il pari ha consentito a tutte e due le squadre di continuare ad alimentare le ambizioni evitando di correre eccessivi rischi.

 
DE SANCTIS 7
GRAVA 6
P. CANNAVARO 6
RINAUDO 5.5
MAGGIO 6
PAZIENZA 6 (40’st Cigarini sv)
GARGANO 6.5
ARONICA 5.5 (15’st Dossena 5.5)
HAMSIK 5.5
DENIS 5.5 (35’st Hoffer sv)
QUAGLIARELLA 5.5
MAZZARRI 6

Livorno – Napoli 0-2

21ª GIORNATA

Un Napoli scatenato passeggia a Livorno

Maggio “Van Basten” e Cigarini firmano l’addio di Cosmi

serieA
dom 24/01/10

LIVORNO

NAPOLI

stadio A. Picchi
9703 spettatori
livorno napoli  
arbitro Mazzoleni 5.5
guardalinee Maggiani – Pirondini
quarto uomo Celi

0

2

 
     
espulsione 43’st De Lucia gol 46’pt Maggio  
ammonizione Raimondi gol 45’st Cigarini  
ammonizione Esposito ammonizione Cannavaro  
ammonizione Mozart ammonizione Gargano  
ammonizione A. Filippini ammonizione Pazienza  
ammonizione De Sanctis  

LIVORNO (3-5-2): De Lucia, Perticone, N. Rivas, A. Esposito (16’st Tavano), Raimondi, Pulzetti (33’st Marchini), Mozart (1’st A. Filippini), Moro, Bergvold, Bellucci, C. Lucarelli.
Panchina: Benussi, Bernardini, Vitale, Danilevicius. Allenatore: Cosmi.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Maggio, Pazienza, Gargano, Aronica (23’st Dossena), Cigarini, Hamsik (36’st Zuniga), Denis (49’st Insigne).
Panchina: Iezzo, Contini, Rullo, Maiello. Allenatore: Mazzarri.

La sfrontatezza del Napoli, la sua imprevedibilità, quel suo modo di andare a bersaglio anche quando è privo di Lavezzi e Quagliarella coglie di sorpresa tutti, scatenando le dimissioni di Cosmi che già covavano sotto la cenere. Il tecnico del Livorno, avvilito, a fine gara annuncia il suo distacco dagli amaranto motivandolo con divergenze con Spinelli (cessione di Cadreva e non solo). In realtà, è anche la sconfitta ad accelerare quel divorzio in atto, lo rende traumatico, provoca uno shock negli spogliatoi. Anche se, come confesserà poco dopo Cristiano Lucarelli, già giovedì scorso il tecnico aveva confessato a lui e ad altri tre senatori amaranto, la sua intenzione di mollare la panchina del Livorno.
Cosmi sperava solo di poter far qualcosa in più al cospetto di questo Napoli privo di titolari importanti. Non aveva fatto i conti con una squadra che voleva assolutamente centrare il quattordicesimo risultato utile consecutivo, non subire gol per la quinta partita di fila, dimostrare di poter fare a meno anche di un paio di big. Una squadra, peraltro, anche baciata di quel pizzico fortuna se persino quando gli fischiano rigori contro, si ritrova con un De Sanctis paratutto: due tiri dal dischetto sventati nel giro di sette giorni, il primo a Miccoli, il secondo Lucarelli, da uno dei portieri della nazionale. Evidentemente più trascorrono le giornate e più il Napoli trasformato da Mazzarri acquista convinzione nei propri mezzi, affronta gli avversari con determinazione, va a cercare il risultato pieno. Ieri i partenopei hanno offerto una prova maiuscola sotto il profilo della concretezza e della sagacia tattica: pochi pericoli corsi in retrovia, tante controfughe non concluse in gol per un nonnulla.
Cosmi, forse, sperava in una boccata d’ossigeno, in un risultato che potesse far scattare qualche scintilla in Spinelli ed intervenire in maniera appropriata al calcio mercato. Così non è stato e non poteva essere. Si nota fin dalle prime battute di gioco il divario tecnico tra le due formazioni. Né gli innesti di Bellucci ed Esposito riescono a produrre quel salto di qualità tanto sperato. Il Livorno non punge. Non a caso gli amaranto hanno il peggiore attacco del girone. Tra l’altro, per dare spazio a Bellucci rimane in panchina Tavano. Implacabile, invece, il Napoli. Come lo era stato a Bergamo nell’ultima trasferta. E Maggio prova ad imitare Quagliarella inventandosi un gol alla Van Basten allo scadere della prima frazione di gioco: tiro a volo di prima intenzione su assist di Aronica. Spietato, poi quando nel finale con De Lucia appena espulso e Marchini sistematosi tra i pali, Cigarini su punizione indovina l’angolo giusto.
Il Livorno si rende minaccioso solo verso la prima mezzora quando Pulzetti si sposta sulla sinistra e comincia a dialogare un po’ in più con Bellucci e Lucarelli verticalizzare. E poi ad inizio di ripresa quando si procura il rigore con Bergvold, appena sfiorato da Pazienza, che De Sanctis sventerà su tiro di Lucarelli. Per il resto è una squadra in preda alle scorribande del Napoli che scopre in Cigarini un rifinitore straordinario; in Denis, un attaccante svelto ed intelligente; in Cannavaro, un corazziere onnipresente. Mai una sbavatura in difesa, sempre pronti a rilanciare l’azione. E mai con lanci lunghi a caso, sempre con palla a terra ed in controfuga. Persino Hamsik che in avvio di gara ha fallito due ghiotte occasioni di gol si dà fare, corre, contrasta. Non potevano arrivare segnali migliori a Mazzarri. A Livorno, il Napoli dimostra di essere diventato un gruppo solido, con ricambi eccellenti, con una personalità sempre più spiccata. E con questi propositi nulla è proibito. Avanti con il prossimo, che sarà il Genoa sabato sera. Ormai la truppa di Mazzarri non intende togliere il piede dall’acceleratore.

 
DE SANCTIS 7.5
GRAVA 6.5
P. CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 6
MAGGIO 7.5
PAZIENZA 6.5
GARGANO 6
ARONICA 6.5 (23’st Dossena sv)
CIGARINI 7
HAMSIK 5.5 (36’st Zuniga sv)
DENIS 6.5 (49’st Insigne sv)
MAZZARRI 7

Napoli – Genoa 0-0

22ª GIORNATA

Il Napoli domina, il Genoa regge

Tante occasioni (Cannavaro-traversa), è mancato il gol

serieA
sab 30/01/10

NAPOLI

GENOA

stadio San Paolo
55000 spettatori
napoli genoa  
arbitro Morganti 5.5
guardalinee Niccolai – Papi
quarto uomo Giannoccaro

0

0

 
     
ammonizione Esposito ammonizione Cannavaro  
ammonizione Aronica ammonizione Suazo  
ammonizione Quagliarella ammonizione Acquafresca  
ammonizione Dossena ammonizione Criscito  
ammonizione Cannavaro  
ammonizione Campagnaro  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Grava (15’st Dossena), Maggio (5’st Zuniga), Gargano, Cigarini, Aronica, Quagliarella, Hamsik, Denis (35’st Bogliacino).
Panchina: Iezzo, Rinaudo, Rullo, Insigne. Allenatore: Mazzarri.
GENOA (4-3-3): Amelia, Papastathopoulos, Biava, Dainelli, Moretti, M. Rossi, Milanetto, Criscito, Mesto (28’st Juric), Suazo (11’st Sculli), Palacio (11’st Acquafresca).
Panchina: Scarpi, Bocchetti, Zapater, Palladino. Allenatore: Gasperini.

L’allungamento della striscia positiva, quindici risultati utili di fila, cancella l’amaro in bocca che resta per il secondo pari interno consecutivo. La folla del San Paolo applaude ugualmente i propri beniamini. Il Napoli ce l’ha messa tutta per superare un coriaceo Genoa. Resta il rimpianto per un paio di occasioni mancate da Denis. Ma la formazione di Gasperini che non coglieva un punto in trasferta dal lontano primo novembre (a Palermo, identico risultato) pur lanciando a gara in corsa il neo acquisto Acquafresca chiude tutti i varchi, bada a tenere la propria porta inviolata e di uscire imbattuto dal San Paolo. Serve a fare morale più che classifica. Al Genoa va bene così. E va bene anche al Napoli che comunque può proseguire la marcia e restare nelle zone nobili della classifica.
Tra due allenatori che ne sanno una più del diavolo, facile prevedere la sorpresa dell’ultimo momento e qualche mossa in corsa. Comincia Gasperini. Rinuncia ad un centrocampista, Juric, lanciando nella mischia un difensore, Papastathopoulos, un difensore. Non solo, lo sguinzaglia sulle piste di Hamsik, una marcatura asfissiante e spietata, quasi a uomo. Cambia così l’atteggiamento tattico solito ma non certo la vocazione che resta offensiva quando i liguri entrano in possesso palla. Chiaro l’intento di invertire rotta fuori casa.
Mazzarri, invece, non cambia in avvio, presentando Cigarini al posto di Pazienza con Aronica preferito a Dossena sulla sinistra. Il Napoli stenta nella fase d’impostazione, soffre oltremisura il pressing azionato dagli avversari, non riesce a sfondare per vie esterne. Manca chi dà ordine alla manovra, chi ispira l’azione, chi detta l’ultimo passaggio. Cigarini avverte troppa responsabilità e si smarrisce nei meandri del centrocampo; Hamsik è guardato a vista per brillare di luce propria. Ma dispone di anima e cuore, sospinto com’è da oltre cinquantamila tifosi entusiasti. Così, il Napoli pur nell’estemporaneità, sa trovare lampi improvvisi di gioco che mettono a dura prova la difesa ligure (a volte disposta anche a cinque), con Maggio che coglie il palo al 4′ o con Cannavaro che al 43′ s’invola fino al limite dell’area avversaria centrando la traversa. Il Genoa, però, non sta a guardare e nei ribaltamenti di fronte crea sempre qualche apprensione a De Sanctis anche se la più seria giunge su calcio da fermo battuto da Criscito al 20′. Vivo e reattivo, comunque, il Napoli che sciupa una ghiotta occasione gol con Denis al 25′; attento e volitivo il Genoa che con Suazo tiene sempre in allarme uno straordinario Cannavaro e soci.
Il Napoli fiuta la grande occasione di fare bottino pieno e portarsi al secondo posto seppure momentaneamente. Il Genoa, invece, vuole invertire il trend negativo nelle partite esterne badando più al sodo che al calcio- champagne. E per Morganti non è facile tenere in pugno la gara, anzi irretisce più i padroni di casa che gli ospiti.
Nella ripresa, ecco Mazzarri e Gasperini muovere di nuovo gli uomini come fossero scacchi: nel Genoa entrano il neo acquisto Acquafresca e Sculli insieme; poco dopo anche Juric. Ma è il Napoli a fare la partita. Al 2′, ben servito da Hamsik, Denis indirizza a colpo sicuro su Amelia ma il portiere è bravo a neutralizzare la più netta occasione da gol capitata al Napoli. Mazzarri fa entrare Zuniga al posto di Maggio a disagio su Criscito. E poi anche Bogliacino, che punta non è, per un esausto Denis. Ammirevole la girata di testa di Quagliarella al 32′. A quel punto, per il Genoa diventa agevole controllare la partita mentre il Napoli tenta l’ultimo assalto con Cigarini.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 6 (15’st Dossena 5.5)
P. CANNAVARO 7
CAMPAGNARO 6.5
MAGGIO 5 (5’st Zuniga 5.5)
CIGARINI 6
GARGANO 6.5
ARONICA 6.5
HAMSIK 5.5
QUAGLIARELLA 6
DENIS 5 (35’st Bogliacino sv)
MAZZARRI 7

Udinese – Napoli 3-1

23ª GIORNATA

Il Napoli scivola davanti a Di Natale, ma solo nel finale

Napoli in dieci uomini colpisce due pali

serieA
dom 07/02/10

UDINESE

NAPOLI

stadio Friuli
20000 spettatori
udinese napoli  
arbitro D’Amato 4.5
guardalinee Stefani – Faverani
quarto uomo Gallione

3

1

 
     
gol 7’pt Di Natale (r) gol 22’pt Maggio  
gol 46’st Di Natale ammonizioneammonizione 45’pt Maggio  
gol 47’st Di Natale ammonizione P. Cannavaro  
ammonizione Lukovic ammonizione Pazienza  
ammonizione Pasquale  
ammonizione Inler  

UDINESE (4-4-2): Handanovic, Isla, Coda, Lukovic, Pasquale, Pepe (29’st Geijo), Inler, D’Agostino (21’st Sammarco), Asamoah (36’st Lodi), Floro Flores, Di Natale.
Panchina: Belardi, Cuadrado, Siqueira, Zimling. Allenatore: De Biasi.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Maggio, Pazienza, Gargano, Dossena, Hamsik (35’st Cigarini), Quagliarella, Denis (26’st Bogliacino).
Panchina: A disp: Iezzo, Rinaudo, Rullo, Zuniga, Maiello. Allenatore: Mazzarri.

Prima o poi doveva arrivare. Ma la prima battuta d’arresto della gestione Mazzarri, dopo quindici risultati utili consecutivi, giunge in modo davvero rocambolesco, tra mille recriminazioni, con un uomo in meno per l’intero secondo tempo (espulso di Maggio per una simulazione inesistente), dopo aver centrato una traversa con Quagliarella sull’uno a uno e un palo a due minuti dal termine con Pazienza, sempre sul risultato di parità. Insomma, una sconfitta che lascia tanto amaro in bocca, maturata per mano di due napoletani (punizione di Lodi, girata di Di Natale al gol del 2 a 1) ma che non offusca il buon momento della formazione di Mazzarri.
Il Napoli fa tremare una vivace Udinese anche in dieci uomini. Gioca a viso aperto dal momento dello svantaggio in poi, scaturito peraltro dopo il terzo rigore sventato da De Sanctis; raggiunge il pari con Maggio e poi va vicinissimo al raddoppio in altre due circostanze, quando prima Quagliarella e poi Pazienza incocciano i legni della porta difesa da Handanovic. Insomma, un Napoli tonico, caratterialmente forte, che riesce a controllare i nervi persino quando Damato s’accanisce con decisioni che lasciano tanti, troppi dubbi.
Sarà stato anche male assistito ma le prime due sviste condizionano decisamente la gara: un attimo prima di fischiare il rigore, il pallone era terminato abbondantemente al di la della linea laterale e lui lascia correre; ed in occasione della seconda ammonizione a Maggio non si tratta di simulazione bensì di un aggancio subito in area. L’Udinese profitta della situazione ed allontana la crisi tornando alla vittoria dopo due mesi di astinenza. Sugli scudi Totò Di Natale, contrastato a fatica da Campagnaro fin dalle battute iniziali. Il capocannoniere vola in testa alla classifica dei bomber grazie al suo spiccato fiuto del gol sotto porta: riprende il rigore respinto da De Sanctis, poi si fa trovare pronto nei minuti di recupero deviando in porta una deviazione aerea di Pazienza, infine completa la tripletta, tenuto in gioco da Grava che stava soccorrendo Floro Flores a terra per crampi. Ai friulani il merito di averci creduto fino alla fine, di aver resistito anche con un po’ di fortuna ad un Napoli stoico, arrembante anche in dieci uomini, volitivo e concreto, uscito dal Friuli con la consapevolezza di essere diventata una squadra degna di occupare posizioni di vertice. Ed oggi rientra anche Lavezzi.

 
DE SANCTIS 7
GRAVA 6.5
P. CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 5
MAGGIO 6
PAZIENZA 6
GARGANO 6
DOSSENA 5.5
HAMSIK 5.5 (35’st Cigarini 6)
QUAGLIARELLA 6.5
DENIS 5.5 (26’st Bogliacino 6)
MAZZARRI 6

Napoli – Inter 0-0

24ª GIORNATA

Due legni a uno per il Napoli, ma alla fine è pareggio senza gol

Julio Cesar, che parata! Denis, che gol fallito!

serieA
dom 14/02/10

NAPOLI

INTER

stadio San Paolo
56311 spettatori
napoli inter  
arbitro Rosetti 6
guardalinee Calcagno – Ayrol­di
quarto uomo Brighi

0

0

 
     
ammonizione Pazienza ammonizione Muntari  
ammonizione Zuniga ammonizione Sneijder  
ammonizione Gargano ammonizione Maicon  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Zuniga (36’st Cigarini), Pazienza, Gargano, Aronica, Hamsik, Quagliarella, Denis.
Panchina: Iezzo, Rinaudo, Rullo, Dossena, Bogliacino, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.
INTER (4-1-2-1-2): Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Santon, Cambiasso, J. Zanetti, Muntari (1’st Mariga), Sneijder, Milito, Pandev (25’st Eto’o).
Panchina: Toldo, Cordoba, Thiago Motta, Quaresma, Krhin. Allenatore: Mourinho.

Manca solo il gol. Le emozioni, invece, no. Una traversa ed un palo colpiti dal Napoli con Hamsik prima e Quagliarella poi; una traversa per l’Inter con Muntari. E poi, uno straordinario intervento di Julio Cesar su Denis ed un altro altrettanto decisivo di De Sanctis su Pandev. Il Napoli gioca una gara quasi perfetta. E l’Inter, sorpresa nel primo tempo, riordina le fila e prova a giocare da Inter. Risultato che soddisfa i sessantamila del San Paolo mentre Rosetti riesce a dirigere senza alcun condizionamento psicologico.
Già privo di Lavezzi e Maggio, Mazzarri all’ultimo momento deve rinunciare anche a Dossena, colpito da sintomi influenzali in nottata. Nessun imbarazzo nelle scelte, quindi: dentro Aronica a sinistra e via libera a Zuniga a destra. Ecco la prima sorpresa: il colombiano entra subito in partita, riuscendo a saltare l’uomo in dribbling e non sulla corsa (l’abilità di Maggio) e creando grattacapi a Muntari in prima battuta ed a Santon in seconda. Ma la sorpresa più interessante la regala sempre il Napoli: i movimenti continui di Hamsik e Gargano, nonchè la puntualità di Aronica di farsi trovare libero per i cambi di gioco, fanno saltare il rombo creato da Mourinho a centrocampo. Sneijder si smarrisce tra le linee, mentre Cambiasso non riesce mai a dialogare con Zanetti a destra e Muntari a sinistra. E’ un Napoli attento ed incisivo, lucido ed agile, intenso nelle ripartenze tanto da centrare una traversa con Hamsik (10′) e arrivare vicino al gol con Denis (19′): bravissimo Julio Cesar nel deviare la correzione area del’argentino ben servito dallo slovacco.
L’Inter, così, fatica non poco soprattutto a ripartire dal momento che viene pressata in tutte le zone, non trova campo, affonda per inerzia più che convinzione. Eppure al 12′ reclama un penalty per fallo di mani di Aronica su cross di Maicon ed al 30′ pareggia il conto dei legni con la traversa colpita da Muntari su azione di angolo. Neanche Mourinho, forse, s’aspettava un Napoli così reattivo, preciso nelle giocate, pungente ad ogni occasione. La sua Inter soffre il ritmo imposto dall’avversario, non riesce a prendere le misure ad un mobilissimo Hamsik, barcolla quando viene presa in velocità.
Mourinho lascia nello spogliatoio Muntari per un più vivace Mariga dirottando Zanetti dalle parti di Zuniga. Avrà anche fatto la voce grossa perchè l’Inter entra in campo meno timorosa e più bilanciata. Sale di tono la partita. E le emozioni non mancano. Dopo aver reclamato un rigore per presunto fallo di Grava su Milito, la capolista arriva vicinissima al gol con Pandev (17′), liberato in area da un colpo di genio dell’argentino. Come se fosse un tiro dal dischetto. E De Sanctis compie l’ennesimo miracolo. Un minuto dopo si ripete su Milito. Ma il Napoli non molla e colpisce il secondo legno: fucilata di Quagliarella, il pallone sbatte sul palo alla destra di Julio Cesar, riprende Denis (sbilanciato) ed a porta sguarnita spedisce alto. I sessantamila del San Paolo passano dalla paura, al sogno. Gara vibrante ed aperta, fino ai minuti di recupero. E’ mancato solo il gol.

 
DE SANCTIS 7
GRAVA 7
P. CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 6
ZUNIGA 6.5 (36’st Cigarini sv)
PAZIENZA 6.5
GARGANO 6.5
ARONICA 6.5
HAMSIK 6.5
QUAGLIARELLA 6.5
DENIS 6
MAZZARRI 7