19ª GIORNATA

Il carrarmato Denis travolge Fiorillo e la Sampdoria

Il Napoli aggancia la Juve al terzo posto

serieA
dom 10/01/10

NAPOLI

SAMPDORIA

stadio San Paolo
45000 spettatori
napoli sampdoria  
arbitro Rizzoli – 6
guardalinee Cariolato – De Lu­ca
quarto uomo Celi

1

0

 
     
gol 26’st Denis ammonizione Zauri  
ammonizione Campganaro ammonizione Ziegler  
ammonizione Gargano  

NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Maggio, Gargano, Pazienza, Hamsik, Aronica, Lavezzi (20’pt Denis), Quagliarella (45’st Ci­garini).
Panchina: Iezzo, Rinaudo, Zuniga, Contini, Datolo. Allenatore: Mazzarri.
SAMPDORIA (4-4-2): Castellazzi (4’st Fiorillo), Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler, Semioli (33’st Pozzi), Palombo, Poli, Mannini (35’st Padalino), Pazzini, Cassano.
Panchina: Bellucci, Accardi, Tissone, Marco Rossi. Allenatore: Del Neri.

Tre metri sotto il cielo, alla soglia del Paradiso, c’è un uomo che va a bussare alla porta della nobiltà e, sfidando l’impossibile e le leggi di gravità, scardina i luoghi comuni e demolisce ogni inibizione: su, più su, ancora più su e laddove non arrivano le mani incerte di Vincenzino Fiorillo, approda quel ciclone di German Denis, un carrarmato senza cingoli e con le ali che sistema Napoli-Sampdoria, dà un colpo di gas alle ambizioni sue e del San Paolo tutto e fa sentire alle grandi che precedono l’ombra lunga d’una squadra viva. Il dodicesimo risultato utile consecutivo, con aggancio della Juve al terzo posto, è la fotografia che sintetizza l’escalation d’un indomabile gruppo d’uomini veri ma il Napoli che prende a spallate la Samp è anche calcio ragionato, ritmato e sorretto dagli schemi, oltreché dal cuore; è organizzazione difensiva (nessuna opportunità agli avversari, solo ciabattate dalla distanza nella disperazione dello scadere); è capacità di girar palla a centrocampo; è varietà offensiva (quattro palle-gol, Maggio che va sui cambi di campo, Aronica che fa lo stesso, Hamsik che danza negli spazi e Gargano-Pazienza che s’alternano ad andare e a restare); è tenuta mentale pur nel disagio.
Diciannove minuti appena ed un campanello che s’accende, perché è chiaro immediatamente che Lavezzi deve mollare, che qualcosa s’è incrinato nella sua muscolatura: dentro Denis, via ogni velo di tristezza e pure le catene. La Samp s’ingegna, s’aggrappa alla corazza, sta dietro la linea del pallone e per 45′ resta poco di cui bearsi, se non un’illuminazione, quasi un gioco di prestigio di Gargano, che trova 40 metri per sparigliare, sistemando Maggio in accelerazione davanti a Castellazzi: l’ingordigia e lo slancio tradiscono l’esterno, che non trova la battuta letale, che non s’accorge di Denis alle spalle, che deve solo ricominciare.
La sette giorni di full immersion (mercoledì scorso l’Atalanta, poi la Samp e
mercoledì la Juventus) spinge Mazzarri a lasciare invariato il Napoli di Bergamo (dentro solo Cannavaro, rientrato dalla squalifica, per Rinaudo) per godersene lo stato di grazia; ma le tossine s’avvertono, Hamsik incide relativamente e la Sampdoria non lascia centimetri d’erba. E’ corpo a corpo sugli esterni con preponderanza partenopea (Maggio a destra e Aronica a sinistra su Mannini e Semioli), in mezzo (tanto Pazienza e un bel Poli, tanto Gargano e un Palombo in meditazione), ovunque, sono schermaglie che concedono parecchio equilibrio ed alcuna emozione. E poi, senza il Pocho!
Lo stanzone è salvifico, concede al Napoli la possibilità di rileggersi, lascia ondeggiare Hamsik con maggior convinzione sul centro-destra e sposta l’asse, complice la staticità della Sampdoria che è soprattutto in Poli, un po’ nella guardia di Palombo e qualcosina nella generosità (mai accompagnata dagli esterni) di Pazzini e Cassano. Il Napoli è un rullo compressore, pardon un tanque, un carrarmato: ideuzza niente male di Quagliarella, stop, piatto e gol di Denis (5′) ma in fuorigioco per un alluce. La reazione doriana rimane nelle intenzioni, la fa abortire Pazienza (12′) miracolo su Poli, liberato dinnanzi a De Sanctis da Zauri ma anticipato dal mediano; poi è monologo partenopeo, è calcio ch’entusiasma, diventa quarantamila contro undici, perché il San Paolo s’appassiona e spinge Aronica (19′) irrorato da Gargano: il cross è una palombella che Maggio fa esplodere a mezzo metro dalla porta sguarnita. E quando sbaglia il Napoli, Fiorillo, che ha preso i pali dell’acciaccato Castellazzi, è reattivo: ancora su Maggio (21′), dopo nuova geniale apertura di Gargano. Il rettangolo è un ring e la Sampdoria è all’angolo: si accartoccia su stessa, rincula, soffre e finisce giù, sempre più (sei sconfitte consecutive in trasferta, una sola vittoria nelle ultime undici giornate) sullo stacco di Denis che rilancia il Napoli oltre la Roma, che affossa i blucerchiati e quel vago senso di brillantezza emerso dalle conclusioni di Cassano e Palombo, di Palombo e Poli. Palle che si spengono nel nulla espresso in precedenza. Mentre tutt’intorno è un festival che sa d’Europa, di zona-Champions. Tre metri sopra, il cielo è dipinto d’azzurro.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 7
P. CANNAVARO 7
GRAVA 7
MAGGIO 6.5
GARGANO 6.5
PAZIENZA 7
HAMSIK 6.5
ARONICA 6.5
LAVEZZI sv (20’pt Denis 7)
QUAGLIARELLA 6.5 (45’st Cigarini sv)
MAZZARRI 7

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