Storia del Regno di Napoli – Introduzione
Fin da tempi antichi il Regno di Napoli era un
punto di riferimento per tutto il Sud e per anni ricevette, come sotto il
dominio romano, le riunioni delle altre regioni meridionali, dopo che invano sia
longobardi che bizantini avevano tentato di creare un unico principato
indipendente del regno d'oriente. Il regno fu affidato a Roberto Guiscardo e al
conte Ruggiero e vi furono annesse le Calabrie, alle quali miravano anche i
sovrani di Sicilia. L'unità territoriale non fu mai infranta anche se i papi
miravano ad estendere i possedimenti della Chiesa ad un lembo di Campania,
Napoli inclusa.
Nel cinquecento i veneziani possedevano ancora territori nelle zone di Trani e
Brindisi, ma in seguito, ne entrarono in possesso francesi e spagnoli che nel
1500 divisero a metà il regno che però, con la vittoria di questi ultimi, fu
subito ricongiunto.
Le ragioni di questa unità sono dovute al fatto che sia ogni regione aveva un
suo ruolo economico (alcune regioni avevano sbocchi commerciali sul mare, altre
come l'Abruzzo erano dedite alla pastorizia e le Puglie al pascolo e allo
svernamento), sia che nessuna città o regione aveva interesse a staccarsi da
Napoli che era ormai un punto di riferimento. Infine, il paese chiuso in quei
confini è stato lungo i secoli, e fino ai nostri giorni, celebrato e invidiato
come ricchissimo per doni di natura, una terra promessa o un paradiso. Ora
invece viene spregiato e compassionato come uno dei più aridi e poveri anche se
la fertilità delle zone campane e della Puglia nasconde in parte questo
giudizio. L'unità territoriale non durò solo nel periodo normanno poiché
trasmisero all'Italia meridionale l'unità monarchica, nel senso di uno stato
governato con uguali istituzioni e leggi, magistrati e funzionari. Questa forma
durò sempre a parte l'eccezione della repubblica popolana del 1647-1648 o la
repubblica giacobina nel 1799. Questo tipo di governo procurava non poca
ammirazione in un Italia in cui gli altri territori sottostavano ancora ai
comuni, alle signorie patrizie. Il Regno di Napoli offriva in tutta Europa un
esempio di governo che la Francia fu la prima a seguire. Gli Angioini mantennero
la divisione per province, a ciascuna delle quali era preposto un giustiziere
che rappresentava l'autorità regia, curava l'ordine pubblico, giudicava le cause
penali e curava l'esazione dell'imposta fondiaria e una schiera di precettori
che avevano il compito di riscuotere tutte le altre tasse. I giustizieri e gli
impiegati finanziari facevano capo alla magna curia. Quello che però
destò meraviglia in tutta Italia è come il regno si aprì senza alcuna resistenza
alla conquista di Carlo VIII forse aiutato dai baroni che non difendevano il
popolo, ma contavano, con l'arrivo di un altro sovrano, di aumentare le proprie
ricchezze.
mi piace la vs sito web per saper e a recivere musica e brane scritte per diverse canzoni napolitane /Grazie, Sig. Triforo