Cappella Sansevero
Cavea sotterranea e Macchine Anatomiche
La cavea sotterranea è un piccolo ambiente, situato per metà al di sotto del livello della pavimentazione della navata principale. Nel progetto originario del principe, che non fu però mai portato a termine, quest’area sarebbe dovuta diventare un’area sepolcrale riservata ai suoi discendenti e, soprattutto, ospitare il Cristo Velato, illuminato da alcune due lampade perpetue di invenzione dello stesso Raimondo di Sangro. Oggi, invece, in questo ambiente, oltre ad essere conservata un’ampia porzione della pavimentazione settecentesca, sono custodite le cosiddette macchine anatomiche.
Esse rappresentano gli scheletri di un uomo e una donna con il sistema venoso e arterioso quasi del tutto integro. La loro realizzazione risale al periodo tra il 1763 e il 1764, periodo nel quale Raimondo Di Sangro si avvalse della collaborazione del medico palermitano Giuseppe Salerno. Ancora oggi non si sa con esattezza quale procedimento sia stato utilizzato per realizzare una così fedele riproduzione del sistema vascolare umano, in cui sono visibili anche i più piccoli capillari. Inoltre, fino a quando non furono rubati, ai piedi dello scheletro di donna era possibile vedere anche i resti di un feto e della placenta.
Una guida settecentesca accenna al fatto che il medico abbia iniettato nei due cadaveri una sostanza creata dal principe, in grado di permettere la conservazione nel tempo dei vasi sanguigni. Un’altra ipotesi è che il sistema circolatorio sia stato “costruito” successivamente utilizzando altri materiali come la c’era d’api e coloranti.
Accanto a queste opere misteriose, nacque la leggenda secondo la quale gli scheletri appartenessero a due servi del Principe, che il Di Sangro fece uccidere per imbalsamarne i corpi in modo da ottenere l’effetto di “marmorizzare” i vasi sanguigni.
Molto più probabilmente, i due scheletri furono realizzati in modo che potessero essere utilizzati come oggetto di studi medici, uno dei tanti campi d’interesse in cui si cimentava il Di Sangro. Da non sottovalutare, poi, il fatto che il Principe fosse solito realizzare creazioni stupefacenti solo per il gusto di meravigliare gli osservatori del tempo, a cui si aggiunge la sua attenzione a simbolismi e suggestioni. Infatti, inizialmente, le macchine anatomiche si trovavano all’interno del Palazzo, nell’appartamento della Fenice, chiaro riferimento alla resurrezione e all’immortalità.
Esse rappresentano gli scheletri di un uomo e una donna con il sistema venoso e arterioso quasi del tutto integro. La loro realizzazione risale al periodo tra il 1763 e il 1764, periodo nel quale Raimondo Di Sangro si avvalse della collaborazione del medico palermitano Giuseppe Salerno. Ancora oggi non si sa con esattezza quale procedimento sia stato utilizzato per realizzare una così fedele riproduzione del sistema vascolare umano, in cui sono visibili anche i più piccoli capillari. Inoltre, fino a quando non furono rubati, ai piedi dello scheletro di donna era possibile vedere anche i resti di un feto e della placenta.
Una guida settecentesca accenna al fatto che il medico abbia iniettato nei due cadaveri una sostanza creata dal principe, in grado di permettere la conservazione nel tempo dei vasi sanguigni. Un’altra ipotesi è che il sistema circolatorio sia stato “costruito” successivamente utilizzando altri materiali come la c’era d’api e coloranti.
Accanto a queste opere misteriose, nacque la leggenda secondo la quale gli scheletri appartenessero a due servi del Principe, che il Di Sangro fece uccidere per imbalsamarne i corpi in modo da ottenere l’effetto di “marmorizzare” i vasi sanguigni.
Molto più probabilmente, i due scheletri furono realizzati in modo che potessero essere utilizzati come oggetto di studi medici, uno dei tanti campi d’interesse in cui si cimentava il Di Sangro. Da non sottovalutare, poi, il fatto che il Principe fosse solito realizzare creazioni stupefacenti solo per il gusto di meravigliare gli osservatori del tempo, a cui si aggiunge la sua attenzione a simbolismi e suggestioni. Infatti, inizialmente, le macchine anatomiche si trovavano all’interno del Palazzo, nell’appartamento della Fenice, chiaro riferimento alla resurrezione e all’immortalità.
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