Cappella Sansevero
Pudicizia - Antonio Corradini
La statua raffigurante la “Pudicizia” fu realizzata da Antonio Corradini nel 1752 (morto nello stesso anno) e dedicata da Raimondo Di Sangro alla madre Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, morta il 26 dicembre 1710 quando il principe non aveva ancora superato l’anno di vita.
L’opera è sicuramente una delle più riuscite dell’artista che riesce a ricreare un velo sottilissimo, lasciando trasparire le forme della donna e il suo sguardo che, insieme all’albero della vita e alla lapide spezzata diventano simboli di una morte prematura.
Il tema del contrasto tra vita e morte è esplicitato anche dal bassorilievo sul basamento, riferito all’episodio evangelico noto come “noli me tangere”, che ha ispirato numerosi artisti nel corso della storia, parole (tradotte con “non mi trattenere”) che Gesù, dopo la resurrezione, rivolge alla Maddalena che tentava di trattenerlo nel mondo dei vivi.
Anche a questa scultura è legata ud una leggenda e ad una interpretazione “massonica”. La donna coperta dal velo, infatti, potrebbe rappresentare l’allegoria della Sapienza, con riferimento a Iside, dea velata preferita dalla Massoneria. Inoltre, secondo la tradizione, sembra che la statua della Pudicizia sia stato collocata nel luogo in cui, nella Neapolis greca, sorgeva proprio la statua di Iside. Inoltre, è certo che lo stesso Corradini, autore dell’opera, fosse affiliato alla massoneria e che, quindi, conoscesse bene simboli e significati nascosti di quello che doveva realizzare.
L’opera è sicuramente una delle più riuscite dell’artista che riesce a ricreare un velo sottilissimo, lasciando trasparire le forme della donna e il suo sguardo che, insieme all’albero della vita e alla lapide spezzata diventano simboli di una morte prematura.
Il tema del contrasto tra vita e morte è esplicitato anche dal bassorilievo sul basamento, riferito all’episodio evangelico noto come “noli me tangere”, che ha ispirato numerosi artisti nel corso della storia, parole (tradotte con “non mi trattenere”) che Gesù, dopo la resurrezione, rivolge alla Maddalena che tentava di trattenerlo nel mondo dei vivi.
Anche a questa scultura è legata ud una leggenda e ad una interpretazione “massonica”. La donna coperta dal velo, infatti, potrebbe rappresentare l’allegoria della Sapienza, con riferimento a Iside, dea velata preferita dalla Massoneria. Inoltre, secondo la tradizione, sembra che la statua della Pudicizia sia stato collocata nel luogo in cui, nella Neapolis greca, sorgeva proprio la statua di Iside. Inoltre, è certo che lo stesso Corradini, autore dell’opera, fosse affiliato alla massoneria e che, quindi, conoscesse bene simboli e significati nascosti di quello che doveva realizzare.
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Come il cristo velato la pudicizia si vede un corpo umano sotto un velo trasparente è eccezionale