Basilica di San Lorenzo Maggiore – Interno
Le cappelle laterali
La
pianta della basilica è a croce latina, con alcune cappelle laterali che
affacciano sull’unica navata coperta, così come il transetto, da un soffitto a
capriate. Al suo interno sono conservate numerose opere d'arte.
Già nei pressi dell'ingresso troviamo la tomba di Giambattista Della Porta,
illustre personalità culturale della città tra XVI e XVII secolo. Tra la prima e
la seconda cappella, invece, troviamo il monumento funebre di Ludovico
Almodorisco, sorretto da due cariatidi (rappresentanti i figli), scolpito da
Antonio Baboccio.
Tra le cappelle che meritano una citazione, troviamo la terza a destra, decorata
in stile barocco da Cosimo Fanzago tra il 1642 e il 1646, contenente le tombe
della famiglia Cacace, alcuni busti e statue di Andrea Bolgi e la Madonna del
Rosario, dipinto di Massimo Stanzione, la quarta a destra, in cui è conservato un
polittico rinascimentale in terracotta, la quinta a destra, decorata da Luigi
Rodriguez, che era di proprietà del marchese di Villa Giambattista Manso ivi
sepolto, e il Cappellone di Sant’Antonio. In quest’ultimo locale, anch’esso
decorato da Cosimo Fanzago a partire dal 1638, sono conservati due dipinti di
Mattia Preti (1660), Santa Chiara e Crocifisso di San Francesco. Inoltre, qui
era collocato anche il dipinto di Simone Martini raffigurante San Ludovico
d’Angiò che incorona il fratello Roberto re di Napoli, ora spostato al Museo di
Capodimonte.
A sinistra, di fronte alla seconda cappella, è conservato il dipinto Sante
Francescane, opera di Mattia Preti, autore anche della Madonna col Bambino.
pianta della basilica è a croce latina, con alcune cappelle laterali che
affacciano sull’unica navata coperta, così come il transetto, da un soffitto a
capriate. Al suo interno sono conservate numerose opere d'arte.
Già nei pressi dell'ingresso troviamo la tomba di Giambattista Della Porta,
illustre personalità culturale della città tra XVI e XVII secolo. Tra la prima e
la seconda cappella, invece, troviamo il monumento funebre di Ludovico
Almodorisco, sorretto da due cariatidi (rappresentanti i figli), scolpito da
Antonio Baboccio.
Tra le cappelle che meritano una citazione, troviamo la terza a destra, decorata
in stile barocco da Cosimo Fanzago tra il 1642 e il 1646, contenente le tombe
della famiglia Cacace, alcuni busti e statue di Andrea Bolgi e la Madonna del
Rosario, dipinto di Massimo Stanzione, la quarta a destra, in cui è conservato un
polittico rinascimentale in terracotta, la quinta a destra, decorata da Luigi
Rodriguez, che era di proprietà del marchese di Villa Giambattista Manso ivi
sepolto, e il Cappellone di Sant’Antonio. In quest’ultimo locale, anch’esso
decorato da Cosimo Fanzago a partire dal 1638, sono conservati due dipinti di
Mattia Preti (1660), Santa Chiara e Crocifisso di San Francesco. Inoltre, qui
era collocato anche il dipinto di Simone Martini raffigurante San Ludovico
d’Angiò che incorona il fratello Roberto re di Napoli, ora spostato al Museo di
Capodimonte.
A sinistra, di fronte alla seconda cappella, è conservato il dipinto Sante
Francescane, opera di Mattia Preti, autore anche della Madonna col Bambino.
Il transetto
Nel transetto sinistro è posto il cenotafio di Carlo di Durazzo, giustiziato nel
1348 per ordine del re Luigi d’Ungheria (l’iscrizione di fronte al sarcofago
riporta erroneamente come data il 1347), e quelli di Roberto d'Artois e Giovanna
di Durazzo. Inoltre, possiamo ammirare anche la pala di Colantonio (1444),
raffigurante San Francesco che consegna la regola agli ordini francescani,
alcuni affreschi di Montano d'Arezzo (1300) che hanno come soggetto a Natività e
la Morte della Vergine, e un bassorilievo di Giovanni da Nola con Madonna,
Bambino e angeli.
1348 per ordine del re Luigi d’Ungheria (l’iscrizione di fronte al sarcofago
riporta erroneamente come data il 1347), e quelli di Roberto d'Artois e Giovanna
di Durazzo. Inoltre, possiamo ammirare anche la pala di Colantonio (1444),
raffigurante San Francesco che consegna la regola agli ordini francescani,
alcuni affreschi di Montano d'Arezzo (1300) che hanno come soggetto a Natività e
la Morte della Vergine, e un bassorilievo di Giovanni da Nola con Madonna,
Bambino e angeli.
L'abside
L’abside,
come detto, rappresenta una delle più importanti testimonianze in Italia del
gotico francese. Secondo alcune fonti, l’autore di quest’opera sarebbe Nicola
Pisano, mentre altre la attribuiscono a Arnolfo di Cambio. Secondo altri,
invece, chi realizzò l’abside fu proprio lo stesso architetto francese che
l’aveva progettata.
Nel deambulatorio, sotto la prima arcata, è conservato il cenotafio di Caterina
d’Austria, probabilmente prima opera napoletana di Tino da Camaino; presenta un
tabernacolo sorretto da quatto colonne sorrette da dei leoni, mentre il
sarcofago è sorretto dalle statue raffiguranti la Speranza e la Carità.
Sotto la sesta arcata, invece, sono conservati affreschi della bottega di Giotto
raffiguranti Storie della Vergine. L’altare maggiore è di epoca rinascimentale,
opera di Giovanni da Nola. Su di esso sono collocate le statue di San Lorenzo,
San Francesco e Sant’Antonio, mentre in basso è raffigurato il Martirio di San
Lorenzo, San Francesco con il lupo di Gubbio e Sant’Antonio che parla ai pesci;
tutte e tre queste opere hanno come sfondo la città di Napoli in età
rinascimentale.
come detto, rappresenta una delle più importanti testimonianze in Italia del
gotico francese. Secondo alcune fonti, l’autore di quest’opera sarebbe Nicola
Pisano, mentre altre la attribuiscono a Arnolfo di Cambio. Secondo altri,
invece, chi realizzò l’abside fu proprio lo stesso architetto francese che
l’aveva progettata.
Nel deambulatorio, sotto la prima arcata, è conservato il cenotafio di Caterina
d’Austria, probabilmente prima opera napoletana di Tino da Camaino; presenta un
tabernacolo sorretto da quatto colonne sorrette da dei leoni, mentre il
sarcofago è sorretto dalle statue raffiguranti la Speranza e la Carità.
Sotto la sesta arcata, invece, sono conservati affreschi della bottega di Giotto
raffiguranti Storie della Vergine. L’altare maggiore è di epoca rinascimentale,
opera di Giovanni da Nola. Su di esso sono collocate le statue di San Lorenzo,
San Francesco e Sant’Antonio, mentre in basso è raffigurato il Martirio di San
Lorenzo, San Francesco con il lupo di Gubbio e Sant’Antonio che parla ai pesci;
tutte e tre queste opere hanno come sfondo la città di Napoli in età
rinascimentale.
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