Basilica di Santa Maria della Neve – Interno

Descrizione
All’ingresso, i fedeli sono accolti dalle acquasantiere settecentesche in marmo a forma di conchiglia.
La chiesa presenta tre navate, separate tra loro da alcuni pilastri, dove quella principale è lunga 22,5 metri e larga 9,3. Gli stessi pilastri determinano cinque passaggi per lato verso la navata centrale, ognuno dei quali sormontato da archi a tutto sesto. Sopra i pilastri troviamo le lesene con capitelli in stucco e basi in marmo bianco. Sugli archi, invece, si può notare una trabeazione in stucco su cui poggia la volta a botte, decorata con riquadri e rosoni in stucco, in completo accordo con lo stile neoclassico.
In occasione del restauro del 1924, Luigi Tammaro dipinse al di sopra dell’arco trionfale la scena che racconta la leggenda della costruzione della chiesa di Santa Maria della Neve a Roma, con papa Liberio sul colle Esquilino. Lo stesso artista realizzò i quattro evangelisti nei pennacchi della cupola, deterioratisi a causa dell’umidità.
Il pulpito
pulpitoSul
terzo pilastro di sinistra è collocato il pulpito, inaugurato nel 1914, realizzato in marmo bianco e colorato da Mossuti e Martucci su progetto dell’architetto Filomeno Botta. L’accesso è possibile attraverso una scaletta ricavata all’interno del pilastro. La struttura è sostenuta da alcune colonnine in granito scuro, con basi e capitelli bianchi, che si concludono con otto mensole, anch’esse in marmo decorato a fogliame. Presenta delle sculture che raffigurano San Pietro, San Paolo e Gesù, mentre quelle i quattro evangelisti sono realizzati in bronzo. Il pulpito, inoltre, è sormontato da un baldacchino.
Il presbiterio
tronoIl presbiterio, rialzato rispetto alla navata centrale, è sormontato da una cupola di 5,6 metri di diametro, sulla quale sono posti quattro finestroni ovali (due sono finti). L’intradosso è decorato con opere di Carmine Adamo realizzate nel 1969: l’Annunciazione, la Natività, le Nozze di Cana e la Discesa dello Spirito Santo.
Nei pennacchi troviamo dipinti a tempera di Luigi Franciosa e, in sostituzione degli Evangelisti di Luigi Tammaro andati perduti, ne sono stati dipinti degli altri nel 1946; nella conca, invece, sono dipinti degli angeli, opera di Luigi Tammaro, Luigi Franciosa e Carmine Adamo.
Al centro, troviamo l’altare maggiore, costruito durante i lavori di restauro dopo la seconda guerra mondiale, utilizzando i marmi di quello precedente, risalente al 1733.
Sempre nella zona absidale, è possibile ammirare il Trono della Madonna della Neve, in stucco liscio, con colonnine in marmo fregi e frontone con varie decorazioni. Fu progettato dall’architetto Filippo Botta nel 1870, che sostituì la precedente nicchia costruita tra il 1743 e il 1759. Fu restaurato nel 1968 per permettere all’altare di essere rivolto verso il popolo e, per questo, fu leggermente spostato in avanti. Il basamento è in buona parte realizzato con gli elementi marmorei dell’antico altare maggiore.
Le navate laterali
Ognuna delle navate laterali, lunghe 22,5 metri e larghe 3,4, è coperta da cupolette ellittiche in corrispondenza delle varie cappelle laterali. Il tutto è decorato con elementi di stucco a rilevo (fasce, cornici e stelle), mentre il basamento dei pilastri presenta una zoccolatura in marmo bianco e bardiglio.
La prima cappella di destra è dedicata a San Vincenzo Ferreri.
La seconda cappella di destra è quella della Confraternita dell’Immacolata Concezione del Vulgo Sant’Anna (fondata nel 1591), composta da un’unica navata con volta a botte lunettata e da un presbiterio con cupola e lanternino. L’ambiente, databile intorno al 1687, fu ampliato nella zona presbiteriale nella seconda metà del XIX secolo. Sulla parete di fondo è posto un quadro raffigurante la Natività di Maria e datato 13 dicembre 1687.
La terza cappella di destra è dedicata all’Immacolata, costruito nel XIX secolo ampliando una cappella più antica. Qui troviamo una volta a botte decorata con stucchi e cartapesta dorati, un pavimento in marmo bianco e una balaustra (all’ingresso) in marmo policromo.
La quarta cappella di destra appartiene alla Confraternita del SS. Rosario, ambiente ad un unica navata, con volta a botte e abside sormontato da una cupola con tre finestre. Da qui, si accede alla sagrestia, restaurata nel 1952, quando fu costruito un solaio in ferro per rinforzare la volta più antica.
La quinta cappella di destra, collocata accanto all’abside, è dedicata a San Gennaro che, come la corrispondente sull’altro lato si presenta a pianta quadrata con cupola.
A sinistra troviamo le cappelle dedicate a Sant’Antonio Abate, San Raffaele, Santa Teresa d’Avila, Sant’Antonio da Padova e Santa Lucia Vergine e Martire.
La sesta cappella di sinistra, posta accanto all’abside, è dedicata al Crocefisso. L’ambiente è a pianta quadrata, con pennacchi affrescati e cupola decorata da stucchi a forma di stella, su cui si aprono quattro finestre di cui due cieche.
L'organo
organoAll’ingresso, sorretta da alcune colonne, troviamo la cantoria, con parapetto e pavimento in legno, in cui è conservato il grande organo costruito nel 1870 dall’organaro Marcellino Abbate di Airola che, a causa di ammodernamenti successivi, fu inaugurato il 31 luglio 1932. Il funzionamento è a sistema tubolare con mantici ad aria alternati, azionato da due tastiere e da una pedaliera. La struttura è racchiusa in una mostra in legno intagliato settecentesco che presenta coronamenti, festoni e angeli, opera dell’architetto Filippo Botta, dell’intagliatore Gabriele Matania e dello scultore Pasquale Carbone.
<< Storia e foto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *