Chiesa di San Giuseppe Maggiore dei Falegnami
Storia
La Chiesa di San Giuseppe Maggiore dei Falegnami (o Chiesa della Sacra Famiglia) si trova in Via Carlo Bussola.
Le sue origini risalgono agli inizi del XVI secolo quando fu dedicata alla Sacra Famiglia. Cambiò denominazione negli anni Trenta del Novecento, quando per volontà del cardinale Alessio Ascalesi fu ricostruita e arricchita con gli arredi e i marmi della Chiesa di San Giuseppe Maggiore, demolita nel 1934 per lasciare spazio alla costruzione dei nuovi palazzi intorno a Piazza Giacomo Matteotti.
Il progetto venne affidato all’architetto Roberto Siano che pose la prima pietra il 5 febbraio del 1934. La cerimonia di consacrazione del nuovo luogo di culto avvenne tre anni dopo, il 29 ottobre 1937, con i lavori quasi del tutto terminati.
Il Principe Umberto di Savoia, molto legato alla vecchia chiesa di San Giuseppe Maggiore, donò i candelabri da posizionare sull’altare maggiore, copia in bronzo dorato di quelli presenti nella Cappella Palatina di Palazzo Reale. La nuova struttura si presentava leggermente più grande della precedente, con in più la facciata in stile settecentesco, elementi decorativi in piperno e il rivestimento di piastrelle maiolicate sulla cupola.
La chiesa venne danneggiata dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale durante i quali si registrò la distruzione totale dei preziosi affreschi settecenteschi della volta e delle vetrate, di San Giovanni nel battistero e della Sacra Famiglia nella sacrestia. Durante gli anni di chiusura in attesa della ricostruzione, sparirono altre opere tra cui quella raffigurante il Calvario, di Alessandro D’Anna, la Purità, del Palombino, il cancelletto in ferro battuto del 700 e la porticina del tabernacolo, anch’essa del XVIII secolo.
Negli anni ’50 del Novecento, al posto della tela del D’Anna, fu posto un crocifisso ligneo della Val Gardena, luogo da cui proviene anche la statua di San Giuseppe. Dieci anni dopo vennero realizzate due nicchie per ospitare quest’ultima statua e una nuova, in gesso, raffigurante l’Immacolata, mentre furono ricostruiti il cancelletto in bronzo dorato e la porticina del tabernacolo, simili a quelli trafugati anni prima.
Negli anni ’80 del XX secolo, la chiesa venne danneggiata dal terremoto che ne causò la chiusura per svariati anni, durante i quali vennero sottratte le acquasantiere settecentesca in marmo.
Le sue origini risalgono agli inizi del XVI secolo quando fu dedicata alla Sacra Famiglia. Cambiò denominazione negli anni Trenta del Novecento, quando per volontà del cardinale Alessio Ascalesi fu ricostruita e arricchita con gli arredi e i marmi della Chiesa di San Giuseppe Maggiore, demolita nel 1934 per lasciare spazio alla costruzione dei nuovi palazzi intorno a Piazza Giacomo Matteotti.
Il progetto venne affidato all’architetto Roberto Siano che pose la prima pietra il 5 febbraio del 1934. La cerimonia di consacrazione del nuovo luogo di culto avvenne tre anni dopo, il 29 ottobre 1937, con i lavori quasi del tutto terminati.
Il Principe Umberto di Savoia, molto legato alla vecchia chiesa di San Giuseppe Maggiore, donò i candelabri da posizionare sull’altare maggiore, copia in bronzo dorato di quelli presenti nella Cappella Palatina di Palazzo Reale. La nuova struttura si presentava leggermente più grande della precedente, con in più la facciata in stile settecentesco, elementi decorativi in piperno e il rivestimento di piastrelle maiolicate sulla cupola.
La chiesa venne danneggiata dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale durante i quali si registrò la distruzione totale dei preziosi affreschi settecenteschi della volta e delle vetrate, di San Giovanni nel battistero e della Sacra Famiglia nella sacrestia. Durante gli anni di chiusura in attesa della ricostruzione, sparirono altre opere tra cui quella raffigurante il Calvario, di Alessandro D’Anna, la Purità, del Palombino, il cancelletto in ferro battuto del 700 e la porticina del tabernacolo, anch’essa del XVIII secolo.
Negli anni ’50 del Novecento, al posto della tela del D’Anna, fu posto un crocifisso ligneo della Val Gardena, luogo da cui proviene anche la statua di San Giuseppe. Dieci anni dopo vennero realizzate due nicchie per ospitare quest’ultima statua e una nuova, in gesso, raffigurante l’Immacolata, mentre furono ricostruiti il cancelletto in bronzo dorato e la porticina del tabernacolo, simili a quelli trafugati anni prima.
Negli anni ’80 del XX secolo, la chiesa venne danneggiata dal terremoto che ne causò la chiusura per svariati anni, durante i quali vennero sottratte le acquasantiere settecentesca in marmo.
Descrizione
La facciata, molto imponente, è incorniciata da due coppie di lesene corinzie. Al centro, il portale in piperno sormontato da un grande finestrone. In alto il timpano triangolare con al centro un medaglione ornamentale.
L’interno si presenta a croce latina, con quattro nicchie che si aprono ai lati della navata. Come detto, l’edificio conserva arredi e opere dell’antica Chiesa di San Giuseppe Maggiore, tra cui gli Angeli di Anglo Viva, il Padre Eterno di Giuseppe Sanmartino, l’altare maggiore di Gaetano Barba e e tele del XVII e XVIII secolo tra cui la Madonna del Carmine di Girolamo Imparato il Transito di San Giuseppe di Francesco Solimena e lo Sposalizio di San Giuseppe del Palombino, la Vergine del Rosario di Andrea Vaccaro e l’Epifania di Guelfo da Pistoia (1623), esposta nella prima arcata di sinistra.
L’interno si presenta a croce latina, con quattro nicchie che si aprono ai lati della navata. Come detto, l’edificio conserva arredi e opere dell’antica Chiesa di San Giuseppe Maggiore, tra cui gli Angeli di Anglo Viva, il Padre Eterno di Giuseppe Sanmartino, l’altare maggiore di Gaetano Barba e e tele del XVII e XVIII secolo tra cui la Madonna del Carmine di Girolamo Imparato il Transito di San Giuseppe di Francesco Solimena e lo Sposalizio di San Giuseppe del Palombino, la Vergine del Rosario di Andrea Vaccaro e l’Epifania di Guelfo da Pistoia (1623), esposta nella prima arcata di sinistra.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia e da Sacarafamiglia.na
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