Chiesa di San Giovanni a Mare
Storia e descrizione
La Chiesa di San Giovanni a Mare si trova in Via San Giovanni a Mare.
Le origini della chiesa partono dal XII secolo, quando in alcuni documenti del 1186 e del 1231 viene descritta come annessa ad un ospedale dell’Ordine dei Gerosolimitani (detto anche dei Giovanniti, antico ordine religioso cavalleresco, nato nel periodo delle crociate, che aveva il compito di raccogliere monaci e anche cavalieri di ritorno dalla Terra Santa), che rimase attivo fino al XIX secolo, quando un editto Napoleonico ne decretò la chiusura sancendo il passaggio dei beni allo stato.
Costruita con lo stile tipico delle chiese realizzate ai quei tempi dall’ordine, l’edificio attuale è il risultato di numerose modifiche, ristrutturazioni e aggiunte che si sono susseguite nel corso dei secoli. La chiesa risulta diversa dall’originale già nel 1383, quando ormai da tempo era stata aggiunta all’ambiente principale una nuova aula, coperta da una volta poggiante su pilastri, che, successivamente divenne il presbiterio. Risalente al XII secolo risulta l’inserimento di un’altra parte, con una volta a sesto acuto più alta di quella originaria, mentre sono del XV secolo le cinque cappelle laterali. Nello stesso secolo (1450), venne commissionata la costruzione del campanile e la Casa Professa dell’Ordine venne restaurata e ampliata.
Anche il presbiterio subì delle modifiche, con l’aggiunta di due cappelle laterali tra le quali, quella destra, dedicata a Santa Maria Avvocata, andò ad occupare quasi tutto il lato e, ancora oggi, conserva tracce di epoche passate, come l’antico portale in piperno grigio che un tempo collegava la chiesa agli ambienti riservati ai membri dell’Ordine.
A partire dal XVII secolo, cominciò a registrarsi una maggiore attenzione verso le decorazioni degli ambienti interni della chiesa, come nel 1739, anno in cui l’altare maggiore venne impreziosito dall’inserto di marmi commessi. Inoltre, a partire dal 1690, ogni anno venivano destinati dei soldi per abbellire la chiesa in occasione della festa di San Giovanni sebbene affreschi e dipinti vennero commissionati ad artisti sottopagati e di non alto livello.
La corsa agli abbellimenti se fermerà presto, con molte delle decorazioni aggiunte alla fine del XVII secolo che verranno rimosse durante i lavori di riammodernamento di metà Ottoncento.
Nel 1828 la chiesa venne affidata alla Diocesi di Napoli, ma durante il Risanamento a cavallo tra ‘800 e ‘900 il tessuto urbano della zona fu stravolto e l’intero complesso venne ridimensionato, relegando la chiesa ad essere soffocata tra i nuovi palazzi. Il luogo di culto venne progressivamente abbandonato, ma fino ai restauri post-bellici e a quelli per riparare i danni del terremoto del 1980, che riportarono la chiesa ad un aspetto simile a quello che aveva in epoca medievale
Accanto all’ingresso, oggi leggermente sotto il livello del piano stradale, è stata posta la copia di una statua di epoca ellenica (l’originale è sita in Palazzo San Giacomo) nei paraggi della chiesa, raffigurante una testa di e nota come “Donna Marianna ‘a cap’ ‘e Napule”. La scultura faceva parte di un gruppo più ampio che raffigurava la sirena Partenope che, però, durante i secoli fu più volte danneggiato dagli stessi napoletani, come nel 1799 quando, durante gli anni della Repubblica Napoletana, venne identificata come “Marianna” (da qui il nome), simbolo della repubblica francese.
Le origini della chiesa partono dal XII secolo, quando in alcuni documenti del 1186 e del 1231 viene descritta come annessa ad un ospedale dell’Ordine dei Gerosolimitani (detto anche dei Giovanniti, antico ordine religioso cavalleresco, nato nel periodo delle crociate, che aveva il compito di raccogliere monaci e anche cavalieri di ritorno dalla Terra Santa), che rimase attivo fino al XIX secolo, quando un editto Napoleonico ne decretò la chiusura sancendo il passaggio dei beni allo stato.
Costruita con lo stile tipico delle chiese realizzate ai quei tempi dall’ordine, l’edificio attuale è il risultato di numerose modifiche, ristrutturazioni e aggiunte che si sono susseguite nel corso dei secoli. La chiesa risulta diversa dall’originale già nel 1383, quando ormai da tempo era stata aggiunta all’ambiente principale una nuova aula, coperta da una volta poggiante su pilastri, che, successivamente divenne il presbiterio. Risalente al XII secolo risulta l’inserimento di un’altra parte, con una volta a sesto acuto più alta di quella originaria, mentre sono del XV secolo le cinque cappelle laterali. Nello stesso secolo (1450), venne commissionata la costruzione del campanile e la Casa Professa dell’Ordine venne restaurata e ampliata.
Anche il presbiterio subì delle modifiche, con l’aggiunta di due cappelle laterali tra le quali, quella destra, dedicata a Santa Maria Avvocata, andò ad occupare quasi tutto il lato e, ancora oggi, conserva tracce di epoche passate, come l’antico portale in piperno grigio che un tempo collegava la chiesa agli ambienti riservati ai membri dell’Ordine.
A partire dal XVII secolo, cominciò a registrarsi una maggiore attenzione verso le decorazioni degli ambienti interni della chiesa, come nel 1739, anno in cui l’altare maggiore venne impreziosito dall’inserto di marmi commessi. Inoltre, a partire dal 1690, ogni anno venivano destinati dei soldi per abbellire la chiesa in occasione della festa di San Giovanni sebbene affreschi e dipinti vennero commissionati ad artisti sottopagati e di non alto livello.
La corsa agli abbellimenti se fermerà presto, con molte delle decorazioni aggiunte alla fine del XVII secolo che verranno rimosse durante i lavori di riammodernamento di metà Ottoncento.
Nel 1828 la chiesa venne affidata alla Diocesi di Napoli, ma durante il Risanamento a cavallo tra ‘800 e ‘900 il tessuto urbano della zona fu stravolto e l’intero complesso venne ridimensionato, relegando la chiesa ad essere soffocata tra i nuovi palazzi. Il luogo di culto venne progressivamente abbandonato, ma fino ai restauri post-bellici e a quelli per riparare i danni del terremoto del 1980, che riportarono la chiesa ad un aspetto simile a quello che aveva in epoca medievale
Accanto all’ingresso, oggi leggermente sotto il livello del piano stradale, è stata posta la copia di una statua di epoca ellenica (l’originale è sita in Palazzo San Giacomo) nei paraggi della chiesa, raffigurante una testa di e nota come “Donna Marianna ‘a cap’ ‘e Napule”. La scultura faceva parte di un gruppo più ampio che raffigurava la sirena Partenope che, però, durante i secoli fu più volte danneggiato dagli stessi napoletani, come nel 1799 quando, durante gli anni della Repubblica Napoletana, venne identificata come “Marianna” (da qui il nome), simbolo della repubblica francese.
Interno
L’ingresso avviene lateralmente alle tre navate che compongono la chiesa, ognuna delle quali termina aprendosi in altrettante absidi. Nel transetto, come detto, è ancora visibile la struttura originaria del primo abside, su cui poggiano delle volte ogivali, segno degli interventi del XIV secolo.
Vista la gran quantità di restauri e rimaneggiamenti che la chiesa ha subito nei secoli, questa risulta una commistione di stili, dove è possibile identificare gli elementi in tufo come quelli risalenti alla fondazione. Successivamente, invece, è il marmo a farlo da padrone così come le decorazioni nelle cupole e negli archi di chiara origine bizantina. Differenze sono visibili anche all’interno delle cappelle laterali, aggiunte tra il XIV e il XV secolo, che presentano archi in piperno a tutto sesto o a sesto ribassato.
Dello stesso periodo è la volta, a crociera, che copri la copertura originaria, probabilmente realizzata a capriate lignee.
Nel pavimento, realizzato in basalto, trovano posto diverse lapidi dedicate ai vari cavalieri Ordine di Gerusalemme sepolti all’interno della chiesa, così come gli stemmi e le epigrafi poste alle pareti.
Vista la gran quantità di restauri e rimaneggiamenti che la chiesa ha subito nei secoli, questa risulta una commistione di stili, dove è possibile identificare gli elementi in tufo come quelli risalenti alla fondazione. Successivamente, invece, è il marmo a farlo da padrone così come le decorazioni nelle cupole e negli archi di chiara origine bizantina. Differenze sono visibili anche all’interno delle cappelle laterali, aggiunte tra il XIV e il XV secolo, che presentano archi in piperno a tutto sesto o a sesto ribassato.
Dello stesso periodo è la volta, a crociera, che copri la copertura originaria, probabilmente realizzata a capriate lignee.
Nel pavimento, realizzato in basalto, trovano posto diverse lapidi dedicate ai vari cavalieri Ordine di Gerusalemme sepolti all’interno della chiesa, così come gli stemmi e le epigrafi poste alle pareti.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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