Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Capodimonte
Storia e descrizione

La costruzione della chiesa cominciò nel 1871, anno in cui il cardinale Sisto Riario Sforza pose la prima pietra su un terreno appartenuto al Duca di Canzano, figura di spicco della nobiltà napoletana durante il “Decennio Francese”. Il progetto e i lavori furono affidati all’architetto Pasquale Angolia che terminò i lavori nel 1874, anno della consacrazione, come ricordato dalle lapidi poste ai lati dell’ingresso. Fu poi elevata a parrocchia nel 1914 dal cardinale Giuseppe Antonio Ermenegildo Prisco.
La facciata è caratterizzata da sei lesene ioniche, quattro delle quali poste ai lati del portale d’ingresso, a sua volta sormontato da un finestrone rettangolare. L’interno, con pianta centrale e absidi laterali, presente un insieme decorativo in stile neoclassico con volta a botte e una piccola cupola dipinta di azzurro.
Nella lunetta dell’abside di sinistra troviamo una tela semicircolare raffigurante la Morte di San Giuseppe, mentre a destra un’altra con Gesù nell’Orto del Getsemani. In due nicchie, inoltre, troviamo rispettivamente le statue raffiguranti il Cuore di Gesù e San Giuseppe.
Sulla volta dell’abside principale, invece, è custodito un affresco raffigurante la Trinità, mentre sui quattro pennacchi angeli glorificanti. Sulla controfacciata, accanto all’ingresso sono poste le tele con San Giovanni Battista (destra) e San Giovanni Evangelista (sinistra), entrambe opere di Vincenzo Galloppi, autore anche della decorazione del fonte battesimale con la raffigurazione dell’Agnello in un paesaggio agreste.
Sull’altare maggiore, infine, all’interno di un’edicola con timpano triangolare, è posta la tela raffigurante la Vergine del Soccorso, opera di Giuseppe Mancinelli del 1879.
Dove si trova - mappa