Chiesa di Sant’Anna di Palazzo
Storia
La Chiesa di Sant’Anna di Palazzo si trova in Vico Rosario di Palazzo.
La chiesa, detta in origine Chiesa del Rosario di Palazzo, venne costruita e dedicata alla Madonna del Rosario, in un periodo in cui sorsero molti edifici religiosi intitolati alla stessa santa, acclamata come fautrice del successo nella battaglia di Lepanto contro la flotta dell’esercito ottomano (1571). Così, nel 1572, Michele Lauro (il cui stemma di famiglia è posto sul portale d’ingresso) donò ai padri Domenicani il terreno su cui edificare la chiesa e un convento.
La nuova denominazione venne attribuita al complesso nel 1819, quando vi fu trasferita la sede parrocchiale di Sant’Anna di Palazzo, luogo di culto poco distante che era a rischio demolizione a causa della sua instabilità strutturale. In seguito, però, un regio decreto salvò l’edificio che fu affidato ad una confraternita per la necessaria restaurazione; da quel momento, per indicare la vecchia chiesa venne utilizzato il nome di Sant’Anna vecchia, fino al 1958, anno in cui venne demolita.
Questo edificio di culto fu testimone di alcuni eventi storici importanti, tra cui il battesimo del pittore Luca Giordano e il matrimonio della rivoluzionaria Eleonora Pimentel Fonseca (febbraio 1778) che, poi, vi seppellì anche il figlio Francesco morto quando era ancora in fasce.
La chiesa, detta in origine Chiesa del Rosario di Palazzo, venne costruita e dedicata alla Madonna del Rosario, in un periodo in cui sorsero molti edifici religiosi intitolati alla stessa santa, acclamata come fautrice del successo nella battaglia di Lepanto contro la flotta dell’esercito ottomano (1571). Così, nel 1572, Michele Lauro (il cui stemma di famiglia è posto sul portale d’ingresso) donò ai padri Domenicani il terreno su cui edificare la chiesa e un convento.
La nuova denominazione venne attribuita al complesso nel 1819, quando vi fu trasferita la sede parrocchiale di Sant’Anna di Palazzo, luogo di culto poco distante che era a rischio demolizione a causa della sua instabilità strutturale. In seguito, però, un regio decreto salvò l’edificio che fu affidato ad una confraternita per la necessaria restaurazione; da quel momento, per indicare la vecchia chiesa venne utilizzato il nome di Sant’Anna vecchia, fino al 1958, anno in cui venne demolita.
Questo edificio di culto fu testimone di alcuni eventi storici importanti, tra cui il battesimo del pittore Luca Giordano e il matrimonio della rivoluzionaria Eleonora Pimentel Fonseca (febbraio 1778) che, poi, vi seppellì anche il figlio Francesco morto quando era ancora in fasce.
Descrizione
La facciata visibile oggi è il risultato degli interventi di Giambattista Nauclerio, attivo tra il 1706 e il 1711. L’Unico elemento originale è il portale del XVI secolo.
L’interno, invece, venne rimaneggiato tra il 1748 e il 1758 da Giovan Battista Massotti e dai sui figli che rivestirono di marmi policromi il primo ordine della navata centrale e aggiunsero le teste di angeli negli archi e i bassorilievi raffiguranti i quattro papi domenicani ai lati dell’arco trionfale, almeno due dei quali progettati da Domenico Antonio Vaccaro, a cui è attribuito anche il pregevole panneggio in stucco nella parte superiore.
L’altare maggiore, con alle spalle un grande organo a canne, venne progettato da Domenico Antonio Vaccaro nel 1729 e realizzato da dal marmoraro Giovan Battista Massotti e dallo scultore Matteo Bottigliero durante uno dei tanti rimaneggiamenti del XVIII secolo, andando a sostituire l’originale, realizzato da Andrea Malasomma nel 1654 e spostato nella cappella che si apre nel transetto destro, dove troviamo anche un dipinto raffigurante la Madonna del Rosario, opera di Giuseppe Bonito data introno al 1738. La sagrestia, visibile insieme al campanile da Piazzetta Rosario di Palazzo (dove si apre anche un ingresso secondario), venne realizzata in stile rococò da Michelangelo Porzio nel 1739.
Altri elementi all’interno della chiesa, come le due acquasantiere, il pulpito e il fonte battesimale (traslato dalla Chiesa di Sant’Anna Vecchia), vengono fatti risalire agli anni Sessanta del XVII secolo.
La volta venne quasi completamente distrutta dai bombardamenti del 1943 (che però risparmiarono la cupola maiolicata), cancellando l’antica copertura e i dipinta di Bernardino Fera e Giuseppe Simonelli.
L’interno, invece, venne rimaneggiato tra il 1748 e il 1758 da Giovan Battista Massotti e dai sui figli che rivestirono di marmi policromi il primo ordine della navata centrale e aggiunsero le teste di angeli negli archi e i bassorilievi raffiguranti i quattro papi domenicani ai lati dell’arco trionfale, almeno due dei quali progettati da Domenico Antonio Vaccaro, a cui è attribuito anche il pregevole panneggio in stucco nella parte superiore.
L’altare maggiore, con alle spalle un grande organo a canne, venne progettato da Domenico Antonio Vaccaro nel 1729 e realizzato da dal marmoraro Giovan Battista Massotti e dallo scultore Matteo Bottigliero durante uno dei tanti rimaneggiamenti del XVIII secolo, andando a sostituire l’originale, realizzato da Andrea Malasomma nel 1654 e spostato nella cappella che si apre nel transetto destro, dove troviamo anche un dipinto raffigurante la Madonna del Rosario, opera di Giuseppe Bonito data introno al 1738. La sagrestia, visibile insieme al campanile da Piazzetta Rosario di Palazzo (dove si apre anche un ingresso secondario), venne realizzata in stile rococò da Michelangelo Porzio nel 1739.
Altri elementi all’interno della chiesa, come le due acquasantiere, il pulpito e il fonte battesimale (traslato dalla Chiesa di Sant’Anna Vecchia), vengono fatti risalire agli anni Sessanta del XVII secolo.
La volta venne quasi completamente distrutta dai bombardamenti del 1943 (che però risparmiarono la cupola maiolicata), cancellando l’antica copertura e i dipinta di Bernardino Fera e Giuseppe Simonelli.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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