Chiesa di Sant’Antonio a Tarsia
Storia
La Chiesa di Sant’Antonio a Tarsia si trova in Piazzetta Sant’Alfonso e Sant’Antonio a Tarsia.
La chiesa venne costruita nel 1550, su di un terreno donata da Evangelista Perrone al capitolo di San Giovanni in Laterano affinché fosse costruito un luogo di culto da dedicare a Santissima Maria del Soccorso. Successivamente, la struttura e il suolo circostante venne ceduto all’Ordine dei Frati Minori Conventuali residenti a San Lorenzo ai Tribunali che, nel 1559, vi costruirono un convento e una nuova chiesa, dedicata questa allo Spirito Santo. La chiesa venne dapprima soprannominata “Chiesa dello Spiritosantiello” per distinguerla dalla vicina Basilica dello Spirito Santo, e, poi, l’immagine di Sant’Antonio indusse l’attribuzione odierna.
La chiesa subì sostanziali rimaneggiamenti nella prima metà del XVIII secolo e, successivamente, qualche secolo dopo (1809), i frati vennero cacciati durante la soppressione degli Ordini Religiosi voluta durante il cosiddetto “Decennio Francese”. In questo periodo la struttura venne utilizzata come laboratorio per l’estrazione dello zucchero dalle castagne, fino al 1815, quando venne affidato ai Padri Liguorini che, tra il 1862 e il 1894, utilizzarono il convento come reclusorio femminile.
La chiesa venne costruita nel 1550, su di un terreno donata da Evangelista Perrone al capitolo di San Giovanni in Laterano affinché fosse costruito un luogo di culto da dedicare a Santissima Maria del Soccorso. Successivamente, la struttura e il suolo circostante venne ceduto all’Ordine dei Frati Minori Conventuali residenti a San Lorenzo ai Tribunali che, nel 1559, vi costruirono un convento e una nuova chiesa, dedicata questa allo Spirito Santo. La chiesa venne dapprima soprannominata “Chiesa dello Spiritosantiello” per distinguerla dalla vicina Basilica dello Spirito Santo, e, poi, l’immagine di Sant’Antonio indusse l’attribuzione odierna.
La chiesa subì sostanziali rimaneggiamenti nella prima metà del XVIII secolo e, successivamente, qualche secolo dopo (1809), i frati vennero cacciati durante la soppressione degli Ordini Religiosi voluta durante il cosiddetto “Decennio Francese”. In questo periodo la struttura venne utilizzata come laboratorio per l’estrazione dello zucchero dalle castagne, fino al 1815, quando venne affidato ai Padri Liguorini che, tra il 1862 e il 1894, utilizzarono il convento come reclusorio femminile.
Descrizione
La facciata, anticipata da una scalinata a doppia rampa in piperno e marmo bianco di Carrara, è decorata da pregevoli stucchi di Angelo Viva e scandita verticalmente da sei lesene. Il portale, in piperno, è sormontato da un timpano curvo spezzato e da un tondo in marmo in cui è scolpito Sant’Antonio col Bambino, opera attribuita a Francesco Pagano.
L’interno è a navata unica, con quattro cappelle per lato, e un pavimento maiolicato del 1739 opera di Donato Massa. Sulla volta sono dipinte scene della vita di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (che spesso si ritirava in preghiera in questa chiesa) tra cui la Gloria di Sant’Alfonso, Il Santo coi padri missionari e le monache di clausura, e La Nascita di Sant’Alfonso. Nella sacrestia sono conservati i dipinti raffiguranti La Sacra Famiglia, di Andrea Vaccaro, e La Pentecoste, di Andrea Miglionico.
L’interno è a navata unica, con quattro cappelle per lato, e un pavimento maiolicato del 1739 opera di Donato Massa. Sulla volta sono dipinte scene della vita di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (che spesso si ritirava in preghiera in questa chiesa) tra cui la Gloria di Sant’Alfonso, Il Santo coi padri missionari e le monache di clausura, e La Nascita di Sant’Alfonso. Nella sacrestia sono conservati i dipinti raffiguranti La Sacra Famiglia, di Andrea Vaccaro, e La Pentecoste, di Andrea Miglionico.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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