Chiesa di San Carlo alle Mortelle

Storia
Chiesa di San Carlo alle MortelleLa Chiesa di San Carlo alle Mortelle si trova in Piazzetta San Carlo alle Mortelle.
La costruzione della chiesa cominciò nel 1616 su progetto del religioso barnabita Giovanni Ambrogio Mazenta, che affidò i lavori a all’architetto napoletano Giovanni Cola di Franco, già autore della Chiesa di Santa Maria la Nova, che rimase nel cantiere fino al 1921, quando fu sostituito da Bartolomeo Picchiatti. Il completamento, però, proseguì molto a rilento e nei tre anni successivi vennero aggiunti solo la sagrestia ed il presbiterio. Tra il 1632 e il 1638 vennero realizzati gli attigui ambienti del collegio, affrescati dal pittore Antonio De Bellis, vittima della peste del 1656. Nel 1646 iniziarono i lavori per il completamento del coro e del chiostro, che comportarono una modifica della struttura originaria con la riduzione del presbiterio.
Dopo la peste del 1656 il cantiere fu affidato al figlio del Picchiatti, Francesco Antonio, che ridimensionò il collegio. Altre modifiche si resero necessarie dopo il terremoto del 1688 con il restauro della sagrestia e, l’anno dopo, del presbiterio.
L’edificio di culto rimase con solo un abbozzo di facciata fino al 1728, anno in cui cominciò la sua costruzione grazie ad un progetto di Enrico Pini, che completò il primo ordine nel 1743 con decorazioni in stucco di Giuseppe Scarola e dello scultore Domenico Catuogno. Il secondo ordine venne aggiunto qualche anno più tardo, probabilmente su progetto di Luca Vecchione. Sempre nello stesso periodo, l’architetto Nicola Tagliacozzi Canale eseguì dei lavori di consolidamento in seguito ad alcuni dissesti che lo costrinsero a chiudere l’ingresso laterale e ad aggiungere dei sottarchi come rinforzo tra navata e presbiterio.
Il 23 settembre 2009 la chiesa fu pesantemente danneggiata dal crollo di una cavità tufacea nel sottosuolo che ha causato l’apertura di un’ampia voragine nel pavimento e crepe sulla facciata. Nel 2011 sono stati stanziati i fondi necessari per il restauro.
Descrizione
La facciata della chiesa, realizzata su due ordini in stile barocco, presenta tre nicchie in cui sono poste le statue di San Liborio, Sant’Alessandro e, al centro, San Carlo Borromeo. Nel secondo ordine spicca il rosone, abbellito da pregevoli decorazioni in stucco.
L’interno presenta una pianta a croce latina, con navata unica e tre cappelle laterali per lato, ognuna coperta con volta a botte, in cui quelle centrali risultano essere più ampie e più alte. Tra la navata e il presbiterio, invece, vennero inseriti due ingressi, uno che collega la chiesa al collegio e un’altro che la metteva in comunicazione con l’esterno (chiuso per motivi di stabilità strutturale a metà del XVIII secolo).
Nella prima cappella sinistra è posto il fondo battesimale, mentre la seconda è dedicata all’Immacolata Concezione; nella terza, infine, vi è conservato un dipinto raffigarante San Liborio attribuito a Luca Giordano.
Nella prima cappella destra, troviamo una stampa moderna raffigurante La Vergine del Rosario, con ai lati una statua in gesso di Sant’Antonio da Padova (anche questa realizzata in tempi moderni) e una di Santa Rita, realizzata in legno e stoffa nel XIX secolo; nella seconda cappella è conservato un crocifisso ligneo, mentre la terza è dedicata a Sant’Anna.
L’altare maggiore, realizzato tra il 1770 e il 1779 in marmi policromi, presenta un pregevole paliotto, opera di Marcello Zucca.
Alle pareti, sono poste tele che raffigurano episodi della vita di San Carlo Borromeo, opera prevalentemente di Antonio De Bellis, attivo a Napoli tra il 1630 e il 1660.
Infine, interni a destra e a sinistra della porta d’ingresso, troviamo due acquasantiere in marmi policromi del XVII secolo (1632-1635).
Dove si trova - mappa

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