Chiesa dell’Immacolata al Monte
Storia e descrizione
La Chiesa dell’Immacolata al Monte si trova in Corso Vittorio Emanuele, all’interno del Complesso Monastico di Suor Orsola Benincasa.
L’edificio è quello fondato nel 1580 da Suor Orsola Benincasa, anche se l’aspetto attuale è il frutto dei restauri del XVIII secolo, durante i quali fu anche aggiunto alla facciata il portico a tre arcate che sorregge il coro.
L’interno si presenta a navata unica con cappelle laterali, decorata da marmi e stucchi realizzati dall’architetto Rocco Doino, mentre la pavimentazione è opera di Ignazio Chiaiese. La volta, inoltre, presenta un ovale affrescato nel 1734 da Michele Foschini, allievo di Francesco Solimena, raffigurante l’Assunzione della Vergine; delle stesso artista sono quasi tutti gli affreschi della chiesa. Nel coro, invece, è custodito l’affresco di Pietro Bardellino del 1767 con L’Immacolata Concezione al cospetto della Trinità.
L’altare maggiore, in marmi policromi, risale al 1743 ed è sormontato da una cona in cui è custodita la statua lignea dell’Immacolata donata a Suor Orsola dall’abate Gregorio Navarro nel 1582; nelle nicchie laterali, invece, troviamo le statue di San Pietro e San Gregorio Magno. Tutte della stessa epoca, le sculture furono realizzate dalla scuola d’arte di Giovanni Conte, così come quella posta all’ingresso ritraente Il Padre Eterno Benedicente. sempre del XVII secolo è la tela posta alla destra dell’altare, raffigurante la Madonna di Costantinopoli con Santi, eseguita Giovan D’Angelo D’Amato da Maiori e restaurata nel 2014.
Sul primo altare a destra è custodita una tela raffigurante l’Adorazione dei Pastori, Michele Foschini.
Nella terza cappella destra troviamo un bell’altare seicentesco di scagliola e madreperla con l’immagine di San Nicola e sormontato da una tela raffigurante Sant’Andrea d’Avellino di Michele Foschini, una decorazione floreale e, sulla volta, un ciclo di affreschi attribuito alla bottega di Belisario Corenzio.
Sul secondo altare di sinistra è posta la statua lignea settecentesca raffigurante San Gaetano, quasi certamente opera dello scultore Gaetano Patalano.
Sul terzo altare di sinistra è collocata una tela raffigurante San Michele, di Michele Foschini. Dello stesso autore, sulla volta, troviamo affreschi con la Santissima Trinità, gli Evengelisti, nei peducci, e, nelle lunette, San Michele, Abramo e tre angeli.
Degno di nota alche il comunichino marmoreo di metà Cinquecento, decorato con un rilievo ritraente l’Eterno Padre fra gli Angeli di un seguace dello stile di Giovan Tommaso Malvito, che collega la Cappella del Crocifisso con la camera di Sant’Orsola, collocata proprio nella casa di campagna abitata in origine dalla religiosa. Nella stessa cappella, inoltre, è posta una lapide marmorea in ricordo della nipote della Benincasa, raffigurata in abiti monacali insieme al marito.
L’edificio è quello fondato nel 1580 da Suor Orsola Benincasa, anche se l’aspetto attuale è il frutto dei restauri del XVIII secolo, durante i quali fu anche aggiunto alla facciata il portico a tre arcate che sorregge il coro.
L’interno si presenta a navata unica con cappelle laterali, decorata da marmi e stucchi realizzati dall’architetto Rocco Doino, mentre la pavimentazione è opera di Ignazio Chiaiese. La volta, inoltre, presenta un ovale affrescato nel 1734 da Michele Foschini, allievo di Francesco Solimena, raffigurante l’Assunzione della Vergine; delle stesso artista sono quasi tutti gli affreschi della chiesa. Nel coro, invece, è custodito l’affresco di Pietro Bardellino del 1767 con L’Immacolata Concezione al cospetto della Trinità.
L’altare maggiore, in marmi policromi, risale al 1743 ed è sormontato da una cona in cui è custodita la statua lignea dell’Immacolata donata a Suor Orsola dall’abate Gregorio Navarro nel 1582; nelle nicchie laterali, invece, troviamo le statue di San Pietro e San Gregorio Magno. Tutte della stessa epoca, le sculture furono realizzate dalla scuola d’arte di Giovanni Conte, così come quella posta all’ingresso ritraente Il Padre Eterno Benedicente. sempre del XVII secolo è la tela posta alla destra dell’altare, raffigurante la Madonna di Costantinopoli con Santi, eseguita Giovan D’Angelo D’Amato da Maiori e restaurata nel 2014.
Sul primo altare a destra è custodita una tela raffigurante l’Adorazione dei Pastori, Michele Foschini.
Nella terza cappella destra troviamo un bell’altare seicentesco di scagliola e madreperla con l’immagine di San Nicola e sormontato da una tela raffigurante Sant’Andrea d’Avellino di Michele Foschini, una decorazione floreale e, sulla volta, un ciclo di affreschi attribuito alla bottega di Belisario Corenzio.
Sul secondo altare di sinistra è posta la statua lignea settecentesca raffigurante San Gaetano, quasi certamente opera dello scultore Gaetano Patalano.
Sul terzo altare di sinistra è collocata una tela raffigurante San Michele, di Michele Foschini. Dello stesso autore, sulla volta, troviamo affreschi con la Santissima Trinità, gli Evengelisti, nei peducci, e, nelle lunette, San Michele, Abramo e tre angeli.
Degno di nota alche il comunichino marmoreo di metà Cinquecento, decorato con un rilievo ritraente l’Eterno Padre fra gli Angeli di un seguace dello stile di Giovan Tommaso Malvito, che collega la Cappella del Crocifisso con la camera di Sant’Orsola, collocata proprio nella casa di campagna abitata in origine dalla religiosa. Nella stessa cappella, inoltre, è posta una lapide marmorea in ricordo della nipote della Benincasa, raffigurata in abiti monacali insieme al marito.
Cripta dell'Immacolata
La Cripta dell’Immacolata è un piccolo vano interrato, posto al di sotto della Cappella del Crocifisso, tra la chiesa e la stanza della casa di Suor Orsola dalla quale la mistica era solita seguire le celebrazioni. Al suo interno solo collocate due cassa di legno: una conserva le spoglie mortali di Suor Orsola Benincasa, mentre l’altra ne custodisce le reliquie.
Una lapide posta presso l’altare maggiore ricorda la presenza della tomba e l’apertura del 1753, quando il corpo fu trovato in perfetto stato di conservazione.
Una lapide posta presso l’altare maggiore ricorda la presenza della tomba e l’apertura del 1753, quando il corpo fu trovato in perfetto stato di conservazione.
Dove si trova - mappa
Foto
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