Chiesa di Santa Maria Maddalena delle Convertite Spagnole
Storia e descrizione
La Chiesa di Santa Maria Maddalena delle Convertite Spagnole si trova in Vico Maddalenella degli Spagnoli.
La chiesa, conosciuta anche con il nome di Maddalenella degli Spagnoli, fonda le sue origini nei primi anni del XVII secolo, quando, in un vicolo adiacente Via Toledo, venne eretto un complesso in cui la nobile Donna Isabella Alarcon y Mendoza accoglieva alcune donne convertite di nazionalità spagnola. L’opera fu poi continuata da Donna Catalina de la Cerda, duchessa di Lemos, e, poi, da donna Eleonora Guzman, viceregina di Napoli, che, grazie al suo interessamento, nel 1634 fece trasferire la congrega nell’attuale complesso, anno in cui fu aperta la chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena.
La facciata, disposta su due ordini, è scandita verticalmente da lesene di ordine dorico. In basso, il portale d’ingresso sormontato da un timpano spezzato, mentre nel secondo ordine si apre un grande finestrone decorato da stucchi. In alto, l’edificio si conclude con un timpano triangolare.
L’interno, a navata unica, risulta divisa in tre settori, di cui quello centrale è caratterizzato da due altari (aggiunti durante il restauro del 1894) e dalla cupola. Nella parte destra troviamo i due dipinti del 1886 di Ferdinamdo Marelli (membro della congregazione agostiniana che a quel tempo gestiva la chiesa) raffiguranti il Battesimo di Sant’Agostino (a destra) e Sant’Ambrogio coi santi Agostino e Monica (a sinistra). Sulla sinistra, invece, è posta una tatua lignea di gusto barocco, raffigurante la Madonna della Cintola, opera di Francesco Citarelli.
Ai lati dell’altare maggiore sono conservate due tele del XVII secolo, raffiguranti il Battesimo di Cristo e il Rosario, opere di Niccolò Russo, allievo di Luca Giordano.
Molte lapidi ricordano i restauri che, nel corso degli anni, hanno modificato l’aspetto della chiesa. Su tutti, da ricordare quello che, nel 1889, ha causato la rimozione della cantoria e del pulpito. Un altra iscrizione, (datata 1685), posta accanto all’ingresso, ricorda che nel complesso ha trascorso tutta la vita la benefattrice Anna Zevaglios, che prese il velo col nome di suor Angelica di San Giuseppe.
La chiesa, conosciuta anche con il nome di Maddalenella degli Spagnoli, fonda le sue origini nei primi anni del XVII secolo, quando, in un vicolo adiacente Via Toledo, venne eretto un complesso in cui la nobile Donna Isabella Alarcon y Mendoza accoglieva alcune donne convertite di nazionalità spagnola. L’opera fu poi continuata da Donna Catalina de la Cerda, duchessa di Lemos, e, poi, da donna Eleonora Guzman, viceregina di Napoli, che, grazie al suo interessamento, nel 1634 fece trasferire la congrega nell’attuale complesso, anno in cui fu aperta la chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena.
La facciata, disposta su due ordini, è scandita verticalmente da lesene di ordine dorico. In basso, il portale d’ingresso sormontato da un timpano spezzato, mentre nel secondo ordine si apre un grande finestrone decorato da stucchi. In alto, l’edificio si conclude con un timpano triangolare.
L’interno, a navata unica, risulta divisa in tre settori, di cui quello centrale è caratterizzato da due altari (aggiunti durante il restauro del 1894) e dalla cupola. Nella parte destra troviamo i due dipinti del 1886 di Ferdinamdo Marelli (membro della congregazione agostiniana che a quel tempo gestiva la chiesa) raffiguranti il Battesimo di Sant’Agostino (a destra) e Sant’Ambrogio coi santi Agostino e Monica (a sinistra). Sulla sinistra, invece, è posta una tatua lignea di gusto barocco, raffigurante la Madonna della Cintola, opera di Francesco Citarelli.
Ai lati dell’altare maggiore sono conservate due tele del XVII secolo, raffiguranti il Battesimo di Cristo e il Rosario, opere di Niccolò Russo, allievo di Luca Giordano.
Molte lapidi ricordano i restauri che, nel corso degli anni, hanno modificato l’aspetto della chiesa. Su tutti, da ricordare quello che, nel 1889, ha causato la rimozione della cantoria e del pulpito. Un altra iscrizione, (datata 1685), posta accanto all’ingresso, ricorda che nel complesso ha trascorso tutta la vita la benefattrice Anna Zevaglios, che prese il velo col nome di suor Angelica di San Giuseppe.
Dove si trova - mappa
Orario santa messa. Grazie