Chiesa di San Michele Arcangelo

Storia
facciata Chiesa di San Michele ArcangeloLa Chiesa di San Michele Arcangelo si trova in Piazza Dante.
La chiesa, detta anche di San Michele a Port’Alba o di Sant’Arcangelo al Mercatello, venne costruita nel 1620 con il nome di Santa Maria della Provvidenza, per poi essere rifatta nella prima metà del XVIII secolo da Domenico Antonio Vaccaro. Questi fu incaricato di modificare la chiesa preesistente dalla Congregazione dei Settantadue Sacerdoti dopo il 1729, anno in cui fu loro intimato di lasciare la parrocchia di San Gennaro all’Olmo che avevano fino ad allora utilizzato. L’architetto lavorò al progetto tra il 1729 e il 1735, occupandosi non solo della parte strutturale, ma anche delle decorazioni in stucco e di alcuni dipinti. Accanto alla chiesa venne realizzata anche una piccola sacrestia, mentre nel 1735 venne aperto l’ipogeo.
Successivamente, negli anni ’60 dello stesso secolo, la congrega espresse la necessità di ampliare la struttura e affidò il progetto a Giuseppe Astarita, allievo del Vaccaro, che allungò la navata arretrando l’altare, costruì la cupola e ampliò la sagrestia.
La chiesa venne pesantemente danneggiata in seguito a terremoto del 1980 e rimase chiusa fino al 2010, anno in cui fu riaperta dopo lunghi lavori di restauro.
Descrizione
La facciata, in stile rococò, è suddivisa in due ordini, scanditi verticalmente da due coppie di lesene nel primo e da due coppie di paraste rigonfiate nella parte inferiore nel secondo. In alto, al centro, si apre in finestra con balconcino, mentre più in basso è posto un finestrine curvilineo che sovrasta il portale d’ingresso, sopraelevato rispetto al livello stradale e raggiungibile percorrendo un piccola scalinata.
L’interno, a navata unica con cappelle laterali, presenta una pianta a croce greca (ma con bracci non uguali) con un’ampia area centrale coperta da una cupola ottagonale, sulla quale si aprono ampi finestroni. In fondo e all’inizio della navata si aprono due vani rettangolari, dove sono posti rispettivamente l’abside e l’atrio.
Di Domenico Antonio Vaccaro sono gli altari minori laterali e l’altare maggiore in marmi policromi e commessi, quest’ultimo incastonato tra le sfarzose decorazioni dell’abside, attribuite a Nicola Tagliacozzi Canale, che fu attivo nella chiesa tra il 1750 e il 1757. Qui troviamo, in basso, il dipinto di Giuseppe Marullo (XVII secolo), raffigurante San Michele Arcangelo che fa precipitare Lucifero sulla Terra, e, in alto, un quadro circolare con la Madonna e il Bambino, forse l’antica immagine della Madonna della Provvidenza presente nell’antica chiesa.
Ai lati del transetto, invece, sono sempre del Vaccaro i dipinti raffiguranti Sant’Irene che protegge Napoli (a sinistra) e Sant’Emidio (a destra). Sulla volta, invece, affreschi di Lucio Sabile (XIX secolo).
Nella sagrestia sono conservati arredi ottocenteschi e un lavabo in marmi policromi e commessi del 1580, realizzato da Gaspare Lamberti nel 1758 su progetto di Nicola Tagliacozzi Canale, l’altare dello stesso Canale (1768), due inginocchiatoi in noce di Nunzia Tancredi (1772), in cui sono incastonati degli ovali con l’Adorazione dei pastori e l’Adorazione dei Magi, e due dipinti raffiguranti la Sacra Famiglia con i Santi Antonio e Michele e Tobiolo e l’Angelo che, probabilmente, erano custodite nell’antica chiesa seicentesca.
Dove si trova - mappa
Foto
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Alcune foto sono tratte da: Wikipedia

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