Chiesa dei Santi Severino e Sossio – Interno

Storia e descrizione
interno chiesa santi severino e sossioL’interno presenta una pianta a croce latina, con abside quadrato, soffitto a volte e sette cappelle per lato più quelle del transetto. L’altare maggiore e la balaustra del presbiterio sono di Cosimo Fanzago (1640), mentre il pavimento è del 1697. L’altare venne poi rimaneggiato nel 1783 da Giacomo Mazzotti che ne modificò il paliotto.
Il pavimento, risalente al Cinquecento, ospita numerose lastre sepolcrali, tra le quali quella di Belisario Corenzio che morì propri in questo luogo, all’età di 80 anni, cadendo dai ponteggi mentre realizzava gli affreschi della volta, ormai andati perduti a causa del terremoto del 1731. Dello stesso artista, invece, possiamo ammirare la Trinità, sulla volta del transetto (1609), Storie del Vecchio Testamento e dell’ordine benedettino, sulla volta e sulle pareti dell’abside, e L’ascensione, sulla volta del transetto destro (1609). La cupola, invece, presenta un ciclo del pittore fiammingo Paul Schepers eseguito nel 1566.
Di Francesco De Mura, invece, sono: il Convito in casa del fariseo, posto all’ingresso principale (1740), gli affreschi sulla volta (in sostituzione di quelli del Corenzio andati distrutti) con la Visione di San Benedetto (1740, all’ingresso), l’Incontro tra il Santo e Totila il patriarca che accoglie Mauro e Placido, il ciclo di trenta dipinti tra le finestre raffiguranti i Pontefici dell’ordine benedettino (1745) e, ai lati del finestrone della facciata, San Severino e San Sossio.
Cappelle laterali
Nella prima cappella destra troviamo, sull’altare, la Natività di Maria, opera di Marco Pino datqbile intorno 1570, e una tavola raffigurante i santi Giorgio, Sebastiano e Stefano attribuita al Maestro della Pietà di Piedigrotta, attivo a Napoli tra il 1540 e il 1580.
Nella seconda cappella destra vi sono l’altare con cona in marmo di Giovanni Antonio Tenerello, databile introno al 1564, e, alle pareti laterali, i monumenti funebri della famiglia di Capua, di cui quello a sinistra sempre del Tenerello. La volta presenta decorazioni in stucco vianco con al centro il simbolo del Divino e ai lati gli Evangelisti.
Nella terza cappella destra è conservata l’Assunta (1571), opera di Marco Pino, mentre gli affreschi, raffiguranti L’Incontonazione della Vergine e Storie dell’Infanzia di Gesù sono di Giovannangelo Criscuolo (1570 ca). Sulla parete di sinistra, infine, sono poste alcune tombe della famiglia Gioradano.
Nella quarta cappella destra, era conservato il Polittico di San Severino, ora al Museo Nazionale di Capodimonte: l’opera, databile intorno al 1480, raffigura San Girolamo, San Paolo, la Madonna col Bambino San Pietro e San Gregorio in alto, mentre nella parte inferiore sono presenti San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista, San Severino vescovo in trono, San Severino monaco e San Sossio Martire. Sulla parete sinistra troviamo la Morte di San Giuseppe, opera di inizio ‘600 di Giovan Bernardo Azzolino, mentre su quella destra la Madonna del Purgatorio, di autore e data sconosciuti. La voltra fu affrescata da Giovannangelo Criscuolo introno al 1580.
Nella quinta cappella destra sono conservati affreschi di Belisario Corenzio, raffiguranti Eroine Bibliche e Storie dell’Apocalisse, e L’Annunciazione di Giovannangelo Criscuolo (1580 ca).
Nella sesta cappella destra, sono posti l’Adorazione dei Magi, opera del 1571 di Marco Pino, e, alle pareti laterali, i monumenti della famiglia Sanseverino Cimitile. La volota venne affrescata dallo stesso Marco Pino con la Natività e Storie del Nuovo Testamento.
Nella settima cappella destra, troviamo a sinistra un Adorazione dei Pastori, vicina allo stile di Andrea Lillo, e a destra una tela di fine ‘500 realizzata da Girolamo Imparato raffigurante la Madonna di Loreto.
Nella prima cappella sinistra, sull’altare, è posta una Natività di Marco Pino (1575-1680). Alla parete destra un Crocifisso Ligneo e una statua dell’Addolorata, entrambi databili introno al ‘700, e a quella di sinistra una busto di Sant’Antonio.
La seconda cappella sinistra custodisce il Polittico di Andrea Sabatini (1529), noto anche come Andrea da Salerno, diviso in due ordini, dove su quello superiore sono raffigurati San Benedetto, la Crocifissione e Santa Scolastica, su quello inferiore San Giovanni Battista, la Madonna col Bambino e Santa Giustina. L’opera proviene dalla chiesa inferiore, accessibile attraverso una porta tra le cappelle di destra, risalente al XV secolo ed opera di Giovanni Francesco Mormando, nella quale è possibile trovare la Cappella dei Santi Severino e Sossio e molte tombe del Seicento. Nella stessa cappella troviamo gli affreschi raffiguranti Storie di Mosè di Niccolò de Simone, pittore fiammingo attivo a Napoli tra il 1636 e il 1677. La volta è afferescata con Storie della Vita di Gesù.
Nella terza cappella sinistra, Giovanni Bernardo Lama dipinse su tela la Despozione.
Nella terza cappella sinistra troviamo la Deposizione, opera di Giovan Bernardo Lama datata intorno al 1580, e, alle pareti, affreschi raffiguranti angeli tra colonne. La volta presenta decorazioni in stucco e motivi floreali.
Nella quarta cappella sinistra, l’altare è sormontato da una tela raffigurante San Carlo Borromeo, opera della prima metà del ‘600 di autore ignoto. La volta presenta decorazioni in stucco e motivi geometrici.
Nella quinta cappella sinistra è conservata l’Immcolata, opera pittorica del 1582 di Antonio Stabile esposta sopra l’altare a mosaico di Oreste Mansagrati (1899).
Dello stesso anno sono i dipinti posti sulle pareti laterali, entrambi opera di Federico Maldarelli e raffiguranti La Presentazione di Maria al Tempio e La Visitazione.
Nella sesta cappella sinistra, sulle pareti laterali, sono conservate le opere raffiguranti la Madonna delle Grazie tra i Santi Scolastica, Caterina, Severino vescovo, Severino Abate, Sossio e Placido, di Decio Tramontano databile tra il 1574 e il 1588 (a destra), e i Sette Arcangeli, di Giovannangelo Criscuolo databile intorno al 1560 (a sinistra).
Nella settima cappella sinistra troviamo i dipinti raffigurate San Lorenzo, opera di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino (a sinistra), San Sebastiano, attribuito alla bottega del Ribera (a destra), e la Madonna col Bambino e Santi, opera del 1633 di Giuseppe Marullo (sull’altare).
Transetto
Nel transetto sinistro troviamo il monumento funebre di Vincenzo Carafa di Girolamo D’Auria e Michelangelo Naccherino (1611) mentre sul muro di sinistra è posto un olio su tavola del 1577 di Marco Pino raggigurante il Calvario.
Qui si apre anche la Cappella del guerriero Girolamo Gesualdo, realizzata tra il 1542 e il 1561, in cui si trovano una Crocefissione e una cona marmorea raffigurante la Pietà, i Santi Biagio e Antonio da Padova, entrambe di Giovanni Domenico d’Auria, e un’opera raffigurante l’Ascesa al Calvario di Marco da Siena.
Nel transetto destro, invece, troviamo una Crocefissione del pittore fiammingo Cornelis Smet, attivo a Napoli tra il 1574 e il 1592, e un bassoriliebo raffigurante l’Ultima Cena attribuito a Giovanni da Nola. Sulla parete destra è posta una Deposizione attribuita a Girolamo Imparato.
Nella parete di fondo si aprone la Cappella Sanseverino, realizzata tra il 1538 e il 1548 e dedicata al Corpo di Cristo, commissionata da Ippolita de Monti, moglie di Ugo e contessa di Saponara, per essere la cappella sepolcrale di famiglia. Qui troviamo i monumenti funebri dei tre fratelli Sanseverino, assassinati dallo zio per motivi ereditari. L’opera fu commissionata dalla madre (sepolta poi anch’essa nello stesso luogo) a Giovanni da Nola e alla sua bottega (comprendente Annibale Caccavello, Giovanni Domenico D’Auria, Antonio Tennerello e Giovan Battista de Luca): gli artisti, che vi lavorarono tra il 1539 e il 1545, raffigurarono i defunti seduti sulla propria tomba. A questi si unirono nel corso degli anni altri membri del casato come Alessandro de Monti (22 giugno 1622), Giulia de Monti (1715), Geronimo de Monti-Sanfelice duca di Lauriano (prima metà del Settecento) e Salvatore di Capua-Sanseverino, principe della Riccia e marchese di Raiano (1858).
Antisagrestia e Sagrestia
sagrestia chiesa santi severino e sossioDalla settima cappella destra è possibile accedere all’Antisagrestia dove, a destra, è posta una scala dalla quale si arriva ai chiostri e all’antica chiesa inferiore. Ai lati della scalinata sono posti i sepolcri di Giovan Battista Cicara (a destra), opera di Andrea Ferrucci da Fiesole, e di Andrea Bonifacio, opera realizzata tra il 1518 e il 1519 da Bartolomé Ordoñez. Entrambi presentano due epigrafi di Jacopo Sannazzaro.
Più avanti, nella sagrestia, è conervato un ciclo pittorico del 1651 di Onofrio de Lione, artista napoletano fratello del più noto Andrea e allievo di Belisario Corenzio, con scene del Vecchio Testamento e figure di santi benedettini sopra le finestre, e, in fondo, La Santissima Trinità di Belisario Corenzio, databile nella prima metà del ‘600.
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