Chiesa di San Gennaro dei Cavalcanti

Storia e descrizione
La Chiesa di San Gennaro dei Cavalcanti si trovava in Piazzetta San Gennaro a Materdei.
La costruzione della chiesa cominciò nel 1750 per volontà di una congregazione di laici fondata dopo l’eruzione del Vesuvio del 1631 dal cardinale Francesco Boncompagni. che si occupava di accogliere ragazze povere e quelle rimaste orfane dopo la furia del vulcano. Quando lo spazio nella vecchia sede (prima la zona del sedile di Capuana e poi via Monteoliveto) cominciò a scarseggiare, si rese necessario il trasferimento in una nuova zona e la congrega comprò un terreno in zona Materdei, dove, nel 1752, inaugurò nuovo conservatorio e la chiesa. Il progetto del complesso è attribuito a Giuseppe Astarita che, oltre ad essere attivo nella zona, abitava proprio vicino all’edificio.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi utilizzarono la chiesa come deposito di armi, cosa che la rese un obiettivo sensibile durante i bombardamenti alleati del 1943. Nel dopoguerra l’edificio fu sconsacrato e, durante la ricostruzione, fu utilizzata da don Mario Borrelli come sede per un centro di accoglienza e aiuto ai bisognosi del rione, soprattutto bambini e ragazzi. Nacque così, nel 1950, la “Casa dello scugnizzo” che si ingrandì negli anni successivi e la chiesa fu abbattuta.
Al suo interno, l’edificio custodiva tele di Massimo Stanzione raffiguranti San Gennaro che protegge la città di Napoli dal Vesuvio (attribuito però anche al suo discepolo Giuseppe Marullo), sull’altare maggiore, e Sant’Emidio e una di Andrea Vaccaro con Cristo e le Tre Marie.
Dove si trovava - mappa

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