Chiesa di San Sebastiano
Storia e architettura
La chiesa di San Sebastiano venne edificata nel cortile dell’omonimo monastero, nell’area delimitata dal Decumano inferiore e da Via San Sebastiano.
La fondazione della chiesa, com’era sostenuto da un’epigrafe posta all’interno, dovrebbe risalire al V secolo, quando venne costruito un luogo di culto in onore dei santi Sebastiano, Ciriaco, Ermete e Pancrazio, al quale venne annesso anche un convento nel quale si insediarono monaci basiliani. Nel corso dei secoli il complesso fu occupato da vari ordini, ma cadde via via in decadenza finchè non vi rimase solo un frate. Così, qualche secolo, la regina Giovanna II decise di impegnarsi per recuperare la struttura, così che nel 1425-26 papa Martino V assegnò il monastero alle monache domenicane di San Pietro a Castello e la chiesa venne quindi dedicata ai Santi Pietro e Sebastiano. Successivamente, Francesca Orsini duchessa di Sessa entrò in convento da vedova nel 1456 e ne promosse l’ampliamento, per poi morire nel 1464. I lavori di ampliamento si susseguirono anche nel secolo successivo quando venne aggiunto un nuovo chiostro in stile rinascimentale nel lato nord, mentre nel XVII secolo la chiesa viene riammodernata secondo il gusto barocco. Al progetto lavorò Fra’ Giuseppe Nuvolo che conferì al luogo di culto una pianta ellittica con una bellissima cupola maiolicata.
Le monache rimasero nel convento fino al 1807, anno in cui vennero cacciate dai francesi. Da qui il complesso cambiò funzione più volte: prima venne utilizzato come conservatorio musicale (poi trasferitosi a San Pietro a Majella), dal 1820 ospitò il parlamento, dal 1826 vi si insediò liceo del Salvatore (detto poi dal 1928 Collegio dei Nobili) affidato ai gesuiti e, infine, dal 1861 il liceo classico Vittorio Emanuele con annesso Convitto, in cui la chiesa venne adibita ad aula magna.
Purtroppo, tra il 5 e il 6 maggio 1941 la cupola crollò e la chiesa non fu mai più ricostruita. Le macerie vennero rimosse tra gli anni ’50 e ’60 del ‘900, mentre del complesso originario, solo il chiostro rimane pressochè uguale.
L’interno della chiesa era a pianta ellittica, con cupola e sei cappelle laterali. In essa erano custodite alcune statue (quattro delle quali, raffiguranti Santa Caterina da Siena, Santa Agnese da Montepulciano, Santa Rosa e Santa Caterina de’ Ricci) traslate nel chiostro di San Domenico Maggiore) e alcuni quadri di Giuseppe Marullo. L’altare maggiore, invece, fu smontato e rimontato, insieme a sedici lesene, nella Chiesa di Santa Maria della Stella.
La fondazione della chiesa, com’era sostenuto da un’epigrafe posta all’interno, dovrebbe risalire al V secolo, quando venne costruito un luogo di culto in onore dei santi Sebastiano, Ciriaco, Ermete e Pancrazio, al quale venne annesso anche un convento nel quale si insediarono monaci basiliani. Nel corso dei secoli il complesso fu occupato da vari ordini, ma cadde via via in decadenza finchè non vi rimase solo un frate. Così, qualche secolo, la regina Giovanna II decise di impegnarsi per recuperare la struttura, così che nel 1425-26 papa Martino V assegnò il monastero alle monache domenicane di San Pietro a Castello e la chiesa venne quindi dedicata ai Santi Pietro e Sebastiano. Successivamente, Francesca Orsini duchessa di Sessa entrò in convento da vedova nel 1456 e ne promosse l’ampliamento, per poi morire nel 1464. I lavori di ampliamento si susseguirono anche nel secolo successivo quando venne aggiunto un nuovo chiostro in stile rinascimentale nel lato nord, mentre nel XVII secolo la chiesa viene riammodernata secondo il gusto barocco. Al progetto lavorò Fra’ Giuseppe Nuvolo che conferì al luogo di culto una pianta ellittica con una bellissima cupola maiolicata.
Le monache rimasero nel convento fino al 1807, anno in cui vennero cacciate dai francesi. Da qui il complesso cambiò funzione più volte: prima venne utilizzato come conservatorio musicale (poi trasferitosi a San Pietro a Majella), dal 1820 ospitò il parlamento, dal 1826 vi si insediò liceo del Salvatore (detto poi dal 1928 Collegio dei Nobili) affidato ai gesuiti e, infine, dal 1861 il liceo classico Vittorio Emanuele con annesso Convitto, in cui la chiesa venne adibita ad aula magna.
Purtroppo, tra il 5 e il 6 maggio 1941 la cupola crollò e la chiesa non fu mai più ricostruita. Le macerie vennero rimosse tra gli anni ’50 e ’60 del ‘900, mentre del complesso originario, solo il chiostro rimane pressochè uguale.
L’interno della chiesa era a pianta ellittica, con cupola e sei cappelle laterali. In essa erano custodite alcune statue (quattro delle quali, raffiguranti Santa Caterina da Siena, Santa Agnese da Montepulciano, Santa Rosa e Santa Caterina de’ Ricci) traslate nel chiostro di San Domenico Maggiore) e alcuni quadri di Giuseppe Marullo. L’altare maggiore, invece, fu smontato e rimontato, insieme a sedici lesene, nella Chiesa di Santa Maria della Stella.
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