Chiostri di Santa Caterina a Formiello

Storia e descrizione
chiostro chiesa santa caterina a formelloI Chiostri di Santa Caterina a Formiello si trovano in Via Carbonara, accanto alla Chiesa di Santa Caterina a Formiello.
La costruizione del chiostro è documentata intorno al 1514, per opera dell’achitetto Antonio Fiorentina da Cava, chiamato già a partire dal 1501 per ampliare l’antica chiesa. La struttura era formata da due ordini di arcate in piperno, sorrette da colonne con capitelli in stile ionico, e venne successivamente affrescato (1593) per volontà del frate Angelo Taberna con un ciclo pittorico dedicato a Santa Caterina Benincasa, di cui solo alcuni episodi, quelli posti nelle lunette dal lato della sagrestia della chiesa, sono giunti intatti. Nel primo dipinto, diviso in due episodi, si vede Cristo che si presenta alla Santa nelle spoglie di un mendicante a cui lei offre un mantello e, successivamente, Cristo che ritorna in cielo mentre le restituisce il dono; nel successivo trovaimo la Santa che riceve le stimmate nella Chiesa di Santa Caterina a Pisa; nel terzo affresco è rappresentata la Santa durante la comunione con Cristo che appare accanto al sacerdote per porgerle l’ostia; segue l’incontro tra Santa Caterina e il papa per convincerlo a ripristinare a Roma la sede pontificia. Rimangono invece poche tracce dei dipinti successivi dove si scorgono alcuni paesaggi e minime parti degli episodi a chiusura del ciclo.
Oltre agli affreschi il chiostro custodisce alcuni sepolcri provenienti da antich cappelle della chiesa. Quello di Jacopo Guidazzo, commissionato dalla moglie Ippolita Carmignano, risale ad un periodo compreso tra il 1520 e il 1532, mentre è del 1539 circa quello di Giovanni Raviniano e Lucrezia Forma. Dal chiostro è anche possibile accedere alla Congrega del Rosario, in cui è custodita un tavola del 1574 raffigurante il Rosario, opera dello sconosciuto pittore Scipione d’Angelo Muto.
Durante nuovi lavori di ampliamento, avvenuti tra il 1611 e il 1617, nell’area corrispondente all’attuale Chiostro Piccolo furono relizzate nuove ali del convento, destinate a biblioteca e museo. Quest’ultimo, il primo a Napoli, fu fortemente voluto da Padre Maurizio De Gregorio ed era considerato tra i più importanti dell’epoca; al suo interno era possibile ammirare una nutrita collezione di minerali, reperti archeologici greci e normanni e testimonianze dell’arte sacra e della storia napoletana.
Nel 1809 il monastero venne soppresso per volere di Gioacchino Murat che ne destinò l’uso a lanificio militare, causando l’alterazione e il danneggiamento delle antiche strutture. Nel secolo successivo, l’area del Chiostro Grande venne trasformata in parcheggio per auto e abitazioni civili, dove rimangono visibili solo alcuni accenni delle antiche arcate. Il Chiostro Piccolo, invece, restaurato nel 2016, è accessibile attraverso la sagrestia della chiesa.
Tratto da: Maria Rosaria Costa, I chiostri di Napoli, Roma, Newton & Compton, 1996
Dove si trovano - mappa
Foto
[foldergallery folder=”wp-content/../monumenti/chiostri/caterinaFormiello/foto” title=”Gallery title”] Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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