Chiostro di San Lorenzo Maggiore
Storia e architettura
Il chiostro e il convento di San Lorenzo Maggiore si trovano in Piazza San Gaetano, accanto alla Basilica di San Lorenzo Maggiore.
Il chiostro attuale, il cui aspetto è frutto degli ultimi interventi settecenteschi, venne costruito e modificato nel corso dei secoli partendo dal primitivo impianto trecentesco, in stile gotico, di cui rimangono pochissimi indizi. L’entrata al chiostro e al convento è posta alla sinistra del campanile della basilica. Sull’architrave è posta un’incisione che testimonia un intervento del XV secolo voluto da Carlo Miroballo, mentre più in alto, nel XIX secolo, furono apposti gli stemmi della città e dei sedili cittadini che si riunivano nella sala capitolare della struttura. Questa, collocata sul lato orientale, è un ambiente lungo 40 metri, sovrastato da volte a vole e affrescato da dipinti di Luigi Rodriguez nei quali viene raffigurato l’Albero francescano. All’ingresso, nella lunetta, si trovava l'affresco (ora staccato e custodito nel museo del convento) raffigurante San Francesco che consegna la Regola ai frati e alle clarisse. Ai lati del portale si aprono due quadrifore gotiche in tufo, larghe più di 5 metri e alte 1,8 metri, con 4 archi a tutto sesto ciascuna. In fondo al chiostro si apre un’altra sala, detta “Sala Sisto V” che, come la Sala Capitolare, è decarata da affreschi Seicenteschi di Luigi Rodriguez.
In fondo all’ala sinistra del chiostro, sulla lunetta del portale che conduce alla basilica, è conservato l’affresco raffigurante la Madonna con Bambino e devoto di Montano d’Arezzo e, nei pressi, il sepolcro di Errico Puderico, realizzato dal figlio Francesco nel 1647 e decorata con le armi del defunto sorrette da amorini, probabilmente opera di Giovanni da Nola. Di fronte, si trova l'ingresso che porta alla cappella dell'Arciconfraternita di Sant'Antonio. Sul lato opposto troviamo la Cappella dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio che, secondo la tradizione, venne creata per volere del vicerè di Napoli nel 1623 a cui il santo apparve in sogno. Inizialmente, l’associazione, dedita ad attività connesse al culto, al mutuo soccorso, alle esequie e alla sepoltura dei defunti, era formata da avvocati ed era solita riunirsi nella chiesa, in una delle cappelle dietro l’altare. Poi, nel XVII secolo fu concesso l’utilizzo di questo luogo. Sull’altare dell’Arciconfraternita è conservato un dipinto raffigurante la Gloria di Sant’Antonio da Padova, attribuito a Filippo Vitale e Pacecco De Rosa.
Sul lato nord, invece, si trovano un monumento dedicato a Giuseppe Bondola e il cenotafio di Francesco Palmieri, entrambi in marmo.
Infine, al centro, campeggia il pozzo realizzato nel Settecento da Cosimo Fanzago, con puteale in marmo e piperno, sormontato dalla statua di San Lorenzo.
La struttura è famosa, inoltre, per aver ospitato nel 1344 Francesco Petrarca.
Il chiostro attuale, il cui aspetto è frutto degli ultimi interventi settecenteschi, venne costruito e modificato nel corso dei secoli partendo dal primitivo impianto trecentesco, in stile gotico, di cui rimangono pochissimi indizi. L’entrata al chiostro e al convento è posta alla sinistra del campanile della basilica. Sull’architrave è posta un’incisione che testimonia un intervento del XV secolo voluto da Carlo Miroballo, mentre più in alto, nel XIX secolo, furono apposti gli stemmi della città e dei sedili cittadini che si riunivano nella sala capitolare della struttura. Questa, collocata sul lato orientale, è un ambiente lungo 40 metri, sovrastato da volte a vole e affrescato da dipinti di Luigi Rodriguez nei quali viene raffigurato l’Albero francescano. All’ingresso, nella lunetta, si trovava l'affresco (ora staccato e custodito nel museo del convento) raffigurante San Francesco che consegna la Regola ai frati e alle clarisse. Ai lati del portale si aprono due quadrifore gotiche in tufo, larghe più di 5 metri e alte 1,8 metri, con 4 archi a tutto sesto ciascuna. In fondo al chiostro si apre un’altra sala, detta “Sala Sisto V” che, come la Sala Capitolare, è decarata da affreschi Seicenteschi di Luigi Rodriguez.
In fondo all’ala sinistra del chiostro, sulla lunetta del portale che conduce alla basilica, è conservato l’affresco raffigurante la Madonna con Bambino e devoto di Montano d’Arezzo e, nei pressi, il sepolcro di Errico Puderico, realizzato dal figlio Francesco nel 1647 e decorata con le armi del defunto sorrette da amorini, probabilmente opera di Giovanni da Nola. Di fronte, si trova l'ingresso che porta alla cappella dell'Arciconfraternita di Sant'Antonio. Sul lato opposto troviamo la Cappella dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio che, secondo la tradizione, venne creata per volere del vicerè di Napoli nel 1623 a cui il santo apparve in sogno. Inizialmente, l’associazione, dedita ad attività connesse al culto, al mutuo soccorso, alle esequie e alla sepoltura dei defunti, era formata da avvocati ed era solita riunirsi nella chiesa, in una delle cappelle dietro l’altare. Poi, nel XVII secolo fu concesso l’utilizzo di questo luogo. Sull’altare dell’Arciconfraternita è conservato un dipinto raffigurante la Gloria di Sant’Antonio da Padova, attribuito a Filippo Vitale e Pacecco De Rosa.
Sul lato nord, invece, si trovano un monumento dedicato a Giuseppe Bondola e il cenotafio di Francesco Palmieri, entrambi in marmo.
Infine, al centro, campeggia il pozzo realizzato nel Settecento da Cosimo Fanzago, con puteale in marmo e piperno, sormontato dalla statua di San Lorenzo.
La struttura è famosa, inoltre, per aver ospitato nel 1344 Francesco Petrarca.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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