Cimitero delle 366 Fosse

Storia
Cimitero delle 366 FosseIl Cimitero delle 366 Fosse si trova in Via Fontanelle al Trivio, accanto al Cimitero dei Colerosi.
Il campo santo fu costruito nel 1762 grazie a Ferdinando IV di Borbone, che si fece portavoce della proposta dell’Ospedale di Santa Maria degli Incurabili affinchè, per la prima volta, si destinasse un’area della città alla sepoltura dei poveri. Fino ad allora, infatti, chi non poteva permettersi una degna sepoltura, veniva tumulato in fosse comuni al di sotto delle chiese o dello stesso ospedale. Luoghi che ormai, viste le carestie, le epidemie e le guerre degli anni precedenti, erano quasi del tutto saturi. Il sovrano, molto attento alle esigenze delle classi meno abbienti, affidò il progetto a Ferdinando Fuga, lo stesso architetto che il re volle per la realizzazione del Real Albergo dei Poveri.
Il cimitero fu chiuso nel 1890 e, negli anni ’60 del XX secolo, ormai cessato l’uso delle fosse, furono costruiti i loculi lungo il muro perimetrale.
Descrizione
interno Cimitero delle 366 FosseIl cimitero è raggiungibile grazie ad una rampa che giunge al portale d’ingresso, sormontato da un timpano in cui sono raffigurati un teschio e delle ossa incrociate, affiancato da due lapidi scritte da Alessio Simmaco Mazzocchi per ricordare la costruzione voluta dal re.
Il cimitero, formato da un vasto cortile, era suddiviso in 366 fosse disposte in 19 righe e 19 file, a cui si aggiungevano le 6 disposte nell’atrio dell’edificio rettangolare, scomparse probabilmente dopo i lavori di ampliamento del 1871. Di queste, la fossa centrale era utilizzata solo per raccogliere le acque piovane. Ogni fossa era profonda 7 metri ed apriva nel terreno uno spazio quadrato con 4,2 metri di lato. Ad ognuna era assegnato un numero progressivo, corrispondente al giorno dell’anno in cui doveva essere utilizzata (la numero 366 corrispondeva al 29 febbraio.
Il sistema utilizzato in questo cimitero, infatti, era studiato per gestire con meno sforzi possibili le sepolture durante tutto il corso dell’anno che, partendo dalla prima a sinistra e procedendo in ordine bustrofedico, consentiva di ridurre al minimo gli spostamenti del delicato macchinario utilizzato per sollevare le pesanti lapidi. Ogni giorno, infatti, veniva aperta la fossa designata che, di sera, veniva richiusa e sigillata per passare alla successiva.
Il macchinario fu donato nel 1875 da una baronessa inglese che, avendo perso la figlia a causa del colera, volle rendere più “umana” la sepoltura dei corpi che, fino ad allora, venivano gettati nella fossa. Lo strumento in questione, infatti, è dotato di una cassa con apertura sul fondo che, una volta calata nella cavità, permette di adagiare la salma nel luogo predisposto la tumulazione.
Questo metodo, a differenza della indiscriminata tumulazione nelle fosse comuni, consentiva ai parenti di sapere con precisione il luogo in cui il proprio caro veniva sepolto e di avere così un luogo su cui pregare.
Dove si trova - mappa
Foto
[foldergallery folder=”wp-content/../monumenti/cimiteri/366fosse/foto” title=”Gallery title”] Le foto sono tratte da:
viaggiandonelmondo.it

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