Monastero di Sant’Eframo Vecchio
Storia e architettura
Il Monastero di Sant’Eframo Vecchio si trova in Via Macedonia.
Il convento, la cui fondazione risale al XVI secolo, fu fondato nel luogo in cui sorgeva un precedente luogo di culto posto su di un’antica catacomba del V secolo nella quale venne sepolto Sant’Efebo (poi corrotto in Eframo), vescovo di Napoli, insieme a San Massimo e San Fortunato (santi a cui è dedicata la chiesa insieme a Sant’Eframo). Il complesso, inoltre, viene identificato con il nome “vecchio” per distinguerlo dal convento di Sant’Eframo Nuovo presso la Chiesa dell’Immacolata Concezione a Salvator Rosa.
L’edificio venne donato nel 1530 ai Frati Minori Cappuccini dal vescovo di Napoli Vincenzo Carafa, per permettere loro di continuare le attività caritatevoli che portavano avanti con successo aiutando l’Ospedale degli Incurabili. A quel tempo la chiesa, già dedicata a Sant’Eframo, si presentava come un piccolo tempietto ricavato nel tufo con accanto una piccola casa.
Sin da subito, nel 1531, cominciarono i lavori di costruzione del convento che, nel 1540, portarono alla luce anche l’antica catacomba cristiana. Successivamente, nella seconda metà del XVI secolo, varie donazione permisero ai religiosi di ampliare le proprie strutture, trovando lo spazio anche per l’orto e per i giardini. Nel 1725, a causa di alcuni problemi strutturali, si resero necessari profondi lavori di ristrutturazione e di consolidamento che durarono quindici anni. Fu aggiunta anche la biblioteca e, nel 1745, vennero rifatti i muri perimetrali danneggiati dalle alluvioni.
L’ordine venne soppresso nel 1865 e il complesso acquistato da un privato. Questi lo rivendette nel 1887 alle Monache delle Trentatrè che lo ridonarono ai frati cappuccini, permettendo loro di ritornare all’inizio del XX secolo.
All’interno del convento, da segnalare il refettorio che, oltre ad essere arredato con tavoli e panche in noce, custodisce un quadro del secolo XX del pittore Grasso, rappresentante la Cena dei discepoli di Emmaus. In altri locali sono conservati altri quadri degni di nota raffiguranti San Francesco in Estasi, la Natività e la Deposizione.
Il convento, la cui fondazione risale al XVI secolo, fu fondato nel luogo in cui sorgeva un precedente luogo di culto posto su di un’antica catacomba del V secolo nella quale venne sepolto Sant’Efebo (poi corrotto in Eframo), vescovo di Napoli, insieme a San Massimo e San Fortunato (santi a cui è dedicata la chiesa insieme a Sant’Eframo). Il complesso, inoltre, viene identificato con il nome “vecchio” per distinguerlo dal convento di Sant’Eframo Nuovo presso la Chiesa dell’Immacolata Concezione a Salvator Rosa.
L’edificio venne donato nel 1530 ai Frati Minori Cappuccini dal vescovo di Napoli Vincenzo Carafa, per permettere loro di continuare le attività caritatevoli che portavano avanti con successo aiutando l’Ospedale degli Incurabili. A quel tempo la chiesa, già dedicata a Sant’Eframo, si presentava come un piccolo tempietto ricavato nel tufo con accanto una piccola casa.
Sin da subito, nel 1531, cominciarono i lavori di costruzione del convento che, nel 1540, portarono alla luce anche l’antica catacomba cristiana. Successivamente, nella seconda metà del XVI secolo, varie donazione permisero ai religiosi di ampliare le proprie strutture, trovando lo spazio anche per l’orto e per i giardini. Nel 1725, a causa di alcuni problemi strutturali, si resero necessari profondi lavori di ristrutturazione e di consolidamento che durarono quindici anni. Fu aggiunta anche la biblioteca e, nel 1745, vennero rifatti i muri perimetrali danneggiati dalle alluvioni.
L’ordine venne soppresso nel 1865 e il complesso acquistato da un privato. Questi lo rivendette nel 1887 alle Monache delle Trentatrè che lo ridonarono ai frati cappuccini, permettendo loro di ritornare all’inizio del XX secolo.
All’interno del convento, da segnalare il refettorio che, oltre ad essere arredato con tavoli e panche in noce, custodisce un quadro del secolo XX del pittore Grasso, rappresentante la Cena dei discepoli di Emmaus. In altri locali sono conservati altri quadri degni di nota raffiguranti San Francesco in Estasi, la Natività e la Deposizione.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Francescani Sant’Eframo
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