Eremo dei Camaldoli

Storia e architettura
Complesso dell'Eremo dei CamaldoliL’Eremo dei Camaldoli si trova in Via dell’Eremo.
La storia della struttura comincia intorno al 1585, quando Giovanni Battista Crispo si interessò ad una piccola chiesetta in rovina, dedicata alla Trasfigurazione, fondata nel 489 da San Gaudioso, vescovo africano fuggito dalle persecuzioni di Genserico.
Con l’aiuto dei Conti d’Avalos, nelle figure di Carlo e Giovanni, fu costruito un complesso monastico (al tempo denominato “Santa Maria Scala Coeli”, su progetto dell’architetto Domenico Fontana, che fu affidato alla gestione dei benedettini Camaldolesi. L’antica chiesa, ormai in rovina, fu ricostruita e dedicata al Santissimo Salvatore.
Il complesso, soprattutto grazie a donazioni di nobili e fedeli, diventò sempre più grande e, nel 1792, fu pesantemente restaurato insieme alla chiesa. Furono utilizzati come spunto i vecchi progetti dell’architetto Domenico Fontana dai quali, nonostante lo stile tardo-rinascimentale degli edifici, se ne ricavarono numerosi spunti ed elementi barocchi.
L’ingresso avviene attraverso un grande arco, sormontato dallo stemma dei camaldolesi. Da qui si arriva alla chiesa, alla cui destra si sviluppa una sorta di chiostro, adibito a giardino, i cui viali sono affiancate dalle celle per i monaci. Il giardino continua anche alla sinistra dell’edificio religioso, mentre alle sue spalle si trovano le officine, il refettorio e aree dedicate alla ricreazione; in una di queste è posta anche una lapide in ricordo dell’incontro tra l’imperatore di Germania Guglielmo II e Guglielmo Sanfelice, cardinale e vescovo di Napoli. Tra gli altri ambienti troviamo anche una ricca biblioteca, una foresteria con 20 camere, una sala convegni, una sala per la lettura e una farmacia. Infine, al limitare del chiostro, sul lato destro, troviamo il belvedere che permette una suggestiva vista sulla città e sul golfo di Napoli.
Durante la sua storia, il monastero fu soppresso due volte. La prima, per volere di Napoleone nel 1807 e la seconda per volere dei Savoia nel 1866. Nel 1885, i monaci Benedettini Camaldolesi si insediarono nuovamente nel complesso che, dal 1998, è gestito dalle suore brigidine dell’ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida.
Dove si trova - mappa
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