Fontana del Formello o del Formiello
Storia e architettura
La Fontana del Formello di trova in piazza Enrico De Nicola.
La sua costruzione sembra risalire al 1573, anche se alcune fonti ne documentano la presenza già alla fine del XIV secolo. Ciò trova conferma da una concessione fatta dall’allora Regina Giovanna I alle monache del monastero di Santa Maria Maddalena, le quali necessitavano di acqua per il mulino da prelevare dalla vicina Fontana del Formello. All’epoca, la costruzione era situata al di fuori delle mura cittadine ed era identificata con il nome di “Fontana reale con abeveratora”. A partire dal 1519, prende la denominazione attuale di Fontana del Formello, poiché si trovava vicino al canale (o formale) dell’acquedotto della Bolla, che si alimentava dal fiume Sebeto. In seguito, a causa dei continui allagamenti a cui era sottoposta la zona (la valle ad oriente di Castel Capuano), i Deputati del Tribunale delle acque decisero di indire un bando per ricostruire la fontana in un altro luogo.
Così, nel 1573, i lavori furono affidati al marmoraro Michele De Guido, che la ampliò e la ricostruì addossandola al muro orientale di Castelcapuano, scolpendovi gli stemmi e lo scudo con le armi degli Asburgo, i mascheroni dei capitelli, i medaglioni con due volti maschili e due femminili in bassorilievo (raffiguranti le quattro stagioni) e le tre teste di leone dalle quali fuoriesce l’acqua che termina nella vasca rettangolare sottostante, poggiata su una base in pietra lavica. Inoltre, per volere del vicerè don Pedro Tèllez Giron, duca d’Ossuna, al centro della struttura fu posta la lapide con l’iscrizione che celebra il re Filippo II d’Asburgo, sul trono da 1544 al 1598: “Philippo regnante. Siste viator aquas fontis venerare Philippo Sebethus regis quas rigat amne parens. Hic chorus Aonidum, Parnassis haec fluminis unda. Hoc tibi Melpomene fonte ministrat aquas. Parthenope regis tanti crateris aura refert. MDLXXXIII (Regnante Filippo. Fermati viandante a venerare le acque della fonte che l’illustre padre Sebeto fa scorrere per Filippo. Qui il coro delle Aonidi, qui l’onda del fiume Parnaso. Qui per te regala dalla fonte Melpomene. E l’aria canta le opere del re. 1583).
Successivamente, nel 1671, il vicerè don Pedro Antonio d’Aragona, decise di abbellirla inserendovi la statua di Filippo IV, ma fu subito eliminata perché, secondo i detrattori dell’epoca, non sarebbe stato opportuno collocare una raffigurazione di un monarca in un luogo tanto umile e degradato della città.
La sua costruzione sembra risalire al 1573, anche se alcune fonti ne documentano la presenza già alla fine del XIV secolo. Ciò trova conferma da una concessione fatta dall’allora Regina Giovanna I alle monache del monastero di Santa Maria Maddalena, le quali necessitavano di acqua per il mulino da prelevare dalla vicina Fontana del Formello. All’epoca, la costruzione era situata al di fuori delle mura cittadine ed era identificata con il nome di “Fontana reale con abeveratora”. A partire dal 1519, prende la denominazione attuale di Fontana del Formello, poiché si trovava vicino al canale (o formale) dell’acquedotto della Bolla, che si alimentava dal fiume Sebeto. In seguito, a causa dei continui allagamenti a cui era sottoposta la zona (la valle ad oriente di Castel Capuano), i Deputati del Tribunale delle acque decisero di indire un bando per ricostruire la fontana in un altro luogo.
Così, nel 1573, i lavori furono affidati al marmoraro Michele De Guido, che la ampliò e la ricostruì addossandola al muro orientale di Castelcapuano, scolpendovi gli stemmi e lo scudo con le armi degli Asburgo, i mascheroni dei capitelli, i medaglioni con due volti maschili e due femminili in bassorilievo (raffiguranti le quattro stagioni) e le tre teste di leone dalle quali fuoriesce l’acqua che termina nella vasca rettangolare sottostante, poggiata su una base in pietra lavica. Inoltre, per volere del vicerè don Pedro Tèllez Giron, duca d’Ossuna, al centro della struttura fu posta la lapide con l’iscrizione che celebra il re Filippo II d’Asburgo, sul trono da 1544 al 1598: “Philippo regnante. Siste viator aquas fontis venerare Philippo Sebethus regis quas rigat amne parens. Hic chorus Aonidum, Parnassis haec fluminis unda. Hoc tibi Melpomene fonte ministrat aquas. Parthenope regis tanti crateris aura refert. MDLXXXIII (Regnante Filippo. Fermati viandante a venerare le acque della fonte che l’illustre padre Sebeto fa scorrere per Filippo. Qui il coro delle Aonidi, qui l’onda del fiume Parnaso. Qui per te regala dalla fonte Melpomene. E l’aria canta le opere del re. 1583).
Successivamente, nel 1671, il vicerè don Pedro Antonio d’Aragona, decise di abbellirla inserendovi la statua di Filippo IV, ma fu subito eliminata perché, secondo i detrattori dell’epoca, non sarebbe stato opportuno collocare una raffigurazione di un monarca in un luogo tanto umile e degradato della città.
Tratto da: Aurelio De Rose, Le fontane di Napoli, Ed. Newton&Compton Roma Prima Ed. 1994, Tascabili Economici Newton, 1994
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