Fontana della Sellaria
Storia e architettura
La Fontana della Sellaria si trova in Piazzetta Grande Archivio.
Venne costruita tra il 1649 e il 1653, nell’allora Piazza della Sellaria (poi scomparsa in seguito ai lavori di Risanamento, in una zona vicina all’attuale Piazza Nicola Amore), sede del Poggio del Popolo, per volontà del vicerè Iñigo Veléz De Guévara, conte di Oñate, come testimoniato dall’iscrizione posta sull’architrave, su iniziativa dell’Eletto del Popolo Felice Basile in seguito all’abbattimento di alcune case di proprietà di un certo Orazio De Rosa, capo carceriere della Vicaria durante la rivoluzione di Masaniello. Così, alla fine della rivoluzione, la politica repressiva del vicerè colpì anche il De Rosa che fu condannato a morte, mentre le sue proprietà e quelle di altri complici distrutte. La realizzazione, però, venne finanziata totalmente dai proprietari delle case circostanze che, secondo le prime ricostruzioni, affidarono i lavori a Cosimo Fanzago. Studi più recenti e affidabili, però, attribuiscono l’opera al marmoraro Onofrio Calvano, con la supervisione dell’ingegnere Onofrio Antonio Gisolfo, insieme al fabbricatore Leonardo De Mayo, il fabbro Salvatore Daniele e lo scalpellino Domenico Pacifico.
La fontana è composta da un vasca di forma poligonale in marmo bianco e piperno, incastonata tra due piedritti, esternamente decorati da due mascheroni. Nella parte interna, invece, altre due piccole vasche sorrette da volute raccolgono l’acqua proveniente dalla bocca di altri due mascheroni. I piedritti sorreggono l’arco a tutto sesto, mentre alcune colonne (due per lato) con capitello composito sorreggono la trabeazione. Sul lato principale, è possibile ammirare lo stemma reale, con ai lati quelli del vicerà e della città. In entrambi i lati, sugli archi, sono poste due lapidi, una con il motto “molo mori quam fodari”, l’altra, posta nel 1906 dopo il trasferimento che recita “Innalzata dal Vicerè Conte di Ognat nella Piazza della Sellaria e rimossa dopo CCXL anni dal pristino luogo per risanamento edilizio della città venne ad ornare nel MCMIII questa piazzetta”. Ai lati della fontana, troviamo un’urna e, sul lato esterno dei piedritti un mascherone decorativo dai, quali, un tempo, usciva dell’acqua. Accanto alle urne, infatti, si trovavano due vaschette per lato che raccoglievano l’acqua che vi fuoriusciva, ma questi elementi sono andati probabilmente perduti durante lo spostamento della fontana.
Venne costruita tra il 1649 e il 1653, nell’allora Piazza della Sellaria (poi scomparsa in seguito ai lavori di Risanamento, in una zona vicina all’attuale Piazza Nicola Amore), sede del Poggio del Popolo, per volontà del vicerè Iñigo Veléz De Guévara, conte di Oñate, come testimoniato dall’iscrizione posta sull’architrave, su iniziativa dell’Eletto del Popolo Felice Basile in seguito all’abbattimento di alcune case di proprietà di un certo Orazio De Rosa, capo carceriere della Vicaria durante la rivoluzione di Masaniello. Così, alla fine della rivoluzione, la politica repressiva del vicerè colpì anche il De Rosa che fu condannato a morte, mentre le sue proprietà e quelle di altri complici distrutte. La realizzazione, però, venne finanziata totalmente dai proprietari delle case circostanze che, secondo le prime ricostruzioni, affidarono i lavori a Cosimo Fanzago. Studi più recenti e affidabili, però, attribuiscono l’opera al marmoraro Onofrio Calvano, con la supervisione dell’ingegnere Onofrio Antonio Gisolfo, insieme al fabbricatore Leonardo De Mayo, il fabbro Salvatore Daniele e lo scalpellino Domenico Pacifico.
La fontana è composta da un vasca di forma poligonale in marmo bianco e piperno, incastonata tra due piedritti, esternamente decorati da due mascheroni. Nella parte interna, invece, altre due piccole vasche sorrette da volute raccolgono l’acqua proveniente dalla bocca di altri due mascheroni. I piedritti sorreggono l’arco a tutto sesto, mentre alcune colonne (due per lato) con capitello composito sorreggono la trabeazione. Sul lato principale, è possibile ammirare lo stemma reale, con ai lati quelli del vicerà e della città. In entrambi i lati, sugli archi, sono poste due lapidi, una con il motto “molo mori quam fodari”, l’altra, posta nel 1906 dopo il trasferimento che recita “Innalzata dal Vicerè Conte di Ognat nella Piazza della Sellaria e rimossa dopo CCXL anni dal pristino luogo per risanamento edilizio della città venne ad ornare nel MCMIII questa piazzetta”. Ai lati della fontana, troviamo un’urna e, sul lato esterno dei piedritti un mascherone decorativo dai, quali, un tempo, usciva dell’acqua. Accanto alle urne, infatti, si trovavano due vaschette per lato che raccoglievano l’acqua che vi fuoriusciva, ma questi elementi sono andati probabilmente perduti durante lo spostamento della fontana.
Tratto da: Aurelio De Rose, Le fontane di Napoli, Ed. Newton&Compton Roma Prima Ed. 1994, Tascabili Economici Newton, 1994
Dove si trova - mappa
Foto
[foldergallery folder=”wp-content/../monumenti/fontane/sellaria/foto” title=”Gallery title”]