Palazzo Acquaviva duca d’Atri
Storia e architettura
Il palazzo Acquaviva duca d’Atri, è situato in Via d’Atri.
La sua costruzione risale al XVII secolo, ed era di proprietà della famiglia degli Acquaviva d’Aragona duchi d’Atri che, al suo interno, organizzavano sia incontri letterari, sia riunioni segrete per organizzare congiure di palazzo.
Degli elementi architettonici originali, spicca il portale, del quale rimangono i battenti lignei e la decorazione a raggiera che lo sormonta. Attraverso l’atrio si raggiunge il portico che presenta un’apertura centrale ad arco e le due laterali con un architrave. Di seguito, si arriva al giardino che, al centro, presenta ancora l’antico pozzo. Da qui è possibile accedere alla scala principale del palazzo, l’elemento architettonico di spicco di questa costruzione: i rampanti sono molto ampi, così come gli scalini in mattoni con ciglio in piperno, la cui altezza molto bassa permetteva agli abitanti della struttura di raggiungere gli alloggi direttamente in sella al proprio cavallo.
Nel XIX secolo, la proprietà del palazzo passo ai Winspeare, duchi di Salve, il cui stemma è dipinto nel soffitto del vestibolo. Alla fine del secolo, inoltre, i nuovi signori donarono alcuni locali all’istituto Silvio Pellico (poi dedicato a Giovanni Pontano). Infine, nel secolo successivo, per alcuni anni, quelle che un tempo erano le stalle vennero utilizzate dalla stamperia Giuseppe Golia.
La sua costruzione risale al XVII secolo, ed era di proprietà della famiglia degli Acquaviva d’Aragona duchi d’Atri che, al suo interno, organizzavano sia incontri letterari, sia riunioni segrete per organizzare congiure di palazzo.
Degli elementi architettonici originali, spicca il portale, del quale rimangono i battenti lignei e la decorazione a raggiera che lo sormonta. Attraverso l’atrio si raggiunge il portico che presenta un’apertura centrale ad arco e le due laterali con un architrave. Di seguito, si arriva al giardino che, al centro, presenta ancora l’antico pozzo. Da qui è possibile accedere alla scala principale del palazzo, l’elemento architettonico di spicco di questa costruzione: i rampanti sono molto ampi, così come gli scalini in mattoni con ciglio in piperno, la cui altezza molto bassa permetteva agli abitanti della struttura di raggiungere gli alloggi direttamente in sella al proprio cavallo.
Nel XIX secolo, la proprietà del palazzo passo ai Winspeare, duchi di Salve, il cui stemma è dipinto nel soffitto del vestibolo. Alla fine del secolo, inoltre, i nuovi signori donarono alcuni locali all’istituto Silvio Pellico (poi dedicato a Giovanni Pontano). Infine, nel secolo successivo, per alcuni anni, quelle che un tempo erano le stalle vennero utilizzate dalla stamperia Giuseppe Golia.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Si sa qualcosa degli interni dell’appartamento nobile?