Palazzo Albertini dei Principi di Cimitile
Storia e architettura
Il palazzo Albertini dei principi di Cimitile si trova in via Santa Teresa degli Scalzi 76, ma ha altri ingressi anche in vico Cimitile al 7/a e al 33.
La sua costruzione fu voluta dal Duca Rodolfo Acquaviva d’Atri, ma la data e l’autore dei lavori rimangono tuttora sconosciuti. Quello che è certo è che nel 1753, l’architetto Carlo Vanvitelli fu incaricato di restaurare l’edificio, con l’aiuto di Niccolò Carletti e Giuseppe Fulchignani. In questa occasione, oltre che gli interni, venne rifatta la scala interna, di pianta quadrata, che si innalza con un unico rampante, racchiusa tra pilastri a loro volta legati alle volte a crociera da fasce.
In seguito, il palazzo venne comprato dalla famiglia Albertini, principi di Cimitile, che, dopo averlo ristrutturato, vi instituì una grande biblioteca nella quale erano conservati anche numerosi testi rari. Inoltre, visto che il palazzo si trova in salita, fu necessario aprire altri ingressi e costruire un’altra strada per arrivare al palazzo; tutto ciò fu possibile grazie ad un accordo con il comune che nel 1814 autorizzò il proprietario del palazzo ad utilizzare lo spazio antistante l’ingresso principale.
In seguito, prima che il palazzo venisse adibito a condominio ed ogni ambiente venduto singolarmente, l’edificio appartenne anche al senatore Calabria.
La sua costruzione fu voluta dal Duca Rodolfo Acquaviva d’Atri, ma la data e l’autore dei lavori rimangono tuttora sconosciuti. Quello che è certo è che nel 1753, l’architetto Carlo Vanvitelli fu incaricato di restaurare l’edificio, con l’aiuto di Niccolò Carletti e Giuseppe Fulchignani. In questa occasione, oltre che gli interni, venne rifatta la scala interna, di pianta quadrata, che si innalza con un unico rampante, racchiusa tra pilastri a loro volta legati alle volte a crociera da fasce.
In seguito, il palazzo venne comprato dalla famiglia Albertini, principi di Cimitile, che, dopo averlo ristrutturato, vi instituì una grande biblioteca nella quale erano conservati anche numerosi testi rari. Inoltre, visto che il palazzo si trova in salita, fu necessario aprire altri ingressi e costruire un’altra strada per arrivare al palazzo; tutto ciò fu possibile grazie ad un accordo con il comune che nel 1814 autorizzò il proprietario del palazzo ad utilizzare lo spazio antistante l’ingresso principale.
In seguito, prima che il palazzo venisse adibito a condominio ed ogni ambiente venduto singolarmente, l’edificio appartenne anche al senatore Calabria.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa