Palazzo Caracciolo d’Oppido
Storia e architettura
Palazzo Caracciolo d’Oppido si trova in via San Giovanni a Carbonara 31.
L’edificio venne costruito nel XV secolo dalla famiglia Caracciolo d’Oppido che ne rimase la proprietaria fino al secolo successivo, quando proprietario dell’epoca, non avendo eredi, donò tutta la struttura alla Casa dell’Annunziata, con l’unica condizione che ogni anno venissero elargiti 3000 ducati alle ragazze povere di cognome Caracciolo e, ogni mese, ogni uomo con lo stesso cognome doveva ricevere 6 scudi. Nonostante l’opposizione dell’intero casato, la donazione andò comunque a buon fine e i beneficiari effettuarono i lavori necessari per trasformare la struttura nel Conservatorio dei SS. Cuori di Gesù e Maria.
Dal 1630, il convento venne affidato ai padri Somaschi che lo abitarono fino al decennio francese, in cui molti ordini religiosi vennero soppressi. In seguito il palazzo venne utilizzato dalle suore del SS. Cuore che, nel 1870, furono anch’esse espulse.
L’edificio non presenta elementi decorativi di particolare interesse, ma conserva ancora oggi elementi antichi con il bugnato del basamento, il potale d’ingresso e la corte a doppia arcata.
L’edificio venne costruito nel XV secolo dalla famiglia Caracciolo d’Oppido che ne rimase la proprietaria fino al secolo successivo, quando proprietario dell’epoca, non avendo eredi, donò tutta la struttura alla Casa dell’Annunziata, con l’unica condizione che ogni anno venissero elargiti 3000 ducati alle ragazze povere di cognome Caracciolo e, ogni mese, ogni uomo con lo stesso cognome doveva ricevere 6 scudi. Nonostante l’opposizione dell’intero casato, la donazione andò comunque a buon fine e i beneficiari effettuarono i lavori necessari per trasformare la struttura nel Conservatorio dei SS. Cuori di Gesù e Maria.
Dal 1630, il convento venne affidato ai padri Somaschi che lo abitarono fino al decennio francese, in cui molti ordini religiosi vennero soppressi. In seguito il palazzo venne utilizzato dalle suore del SS. Cuore che, nel 1870, furono anch’esse espulse.
L’edificio non presenta elementi decorativi di particolare interesse, ma conserva ancora oggi elementi antichi con il bugnato del basamento, il potale d’ingresso e la corte a doppia arcata.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa