Palazzo Carafa di Nocera o Falanga-Montuori
Storia e architettura
Il palazzo Carafa di Nocera si trova in via Medina 5.
L’edificio venne costruito agli inizi del XVII secolo, su progetto dell’architetto Gabriele d’Angelo, per la famiglia dei Duchi di Nocera, appartenente alla casa dei Carafa. In seguito, la proprietà passò ai Costanzo, nobile esponente del Sedile di Portanova, che ne modificò in parte l’aspetto originario. Successivamente, dopo un periodo di abbandono, nel 1806, i francesi che in quel momento regnavano su Napoli lo adibirono a sede della Prefettura. Nello stesso secolo fu comprato dai mercanti Falanga e Montuori che, nel 1858, affidarono all’architetto De Leva la ristrutturazione dell’edificio.
La facciata si innalza su cinque piani, divisi in due ordini, più un’aggiunta eseguita nell’Ottocento. Il basamento, sul quale si aprono finestre a sesto ribassato, presenta un portale d’ingresso incorniciato tra due colonne che sorreggono il balcone superiore che, come tutte le altre aperture del palazzo, è separato dalle altre con lesene. Ai piani superiori altre lesene a capitello composito decorano la facciata che si conclude con un cornicione a dentelli e mensole. All’interno, invece, rimane una scala a doppia rampa con finestre centinate, anch’esse intervallate da lesene con capitelli di ordine tuscanico, ionico e corinzio.
L’edificio venne costruito agli inizi del XVII secolo, su progetto dell’architetto Gabriele d’Angelo, per la famiglia dei Duchi di Nocera, appartenente alla casa dei Carafa. In seguito, la proprietà passò ai Costanzo, nobile esponente del Sedile di Portanova, che ne modificò in parte l’aspetto originario. Successivamente, dopo un periodo di abbandono, nel 1806, i francesi che in quel momento regnavano su Napoli lo adibirono a sede della Prefettura. Nello stesso secolo fu comprato dai mercanti Falanga e Montuori che, nel 1858, affidarono all’architetto De Leva la ristrutturazione dell’edificio.
La facciata si innalza su cinque piani, divisi in due ordini, più un’aggiunta eseguita nell’Ottocento. Il basamento, sul quale si aprono finestre a sesto ribassato, presenta un portale d’ingresso incorniciato tra due colonne che sorreggono il balcone superiore che, come tutte le altre aperture del palazzo, è separato dalle altre con lesene. Ai piani superiori altre lesene a capitello composito decorano la facciata che si conclude con un cornicione a dentelli e mensole. All’interno, invece, rimane una scala a doppia rampa con finestre centinate, anch’esse intervallate da lesene con capitelli di ordine tuscanico, ionico e corinzio.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
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