Palazzo delle Congregazioni
Storia e architettura
Il palazzo delle Congregazioni si trova in piazza del Gesù Nuovo.
L’edificio, posto sul lato sinistro della Chiesa del Gesù Nuovo, venne costruito a partire dal 1592 per ospitare varie congregazioni laiche gestite dai Gesuiti: l’oratorio dei Nobili o dei Cavalieri, l’oratorio dei Ragazzi nobili, l’oratorio degli Artigiani (poi detto delle Dame), l’oratorio dei Dottori e dei Mercanti e l’oratorio dei Borghesi.
Fino alla fine del XIX secolo, il palazzo era costituito da un solo piano e da una facciata piuttosto semplice. Durante il successivo ampliamento, fu quindi aggiunto un livello e delle decorazioni neoromaniche. Le modifiche interessarono anche i due portali, dai quali vennero eliminati i timpani che li sormontavano.
Oggi, dall’ingresso di sinistra si accede al Liceo Classico Genovesi, che occupa gran parte dell’edificio, mentre da quello di destra si arriva ad un cortile, su cui si affaccia il transetto sinistro della Chiesa del Gesù Nuovo, dal quale si arriva alla scuola media Ugo Foscolo e all’antico Oratiorio dei Mercanti, tutt’ora di proprietà dei Gesuiti.
Ma è all’interno del liceo che sono rimaste le maggiori testimonianze storiche del Palazzo delle Congregazioni.
Il primo ambiente che si incontra dopo l’ingresso è la Sacrestia dell’oratorio dei Nobili, oggi utilizzata come androne, che conserva le decorazioni in stucco realizzate nel 1682 da Simone Mano su disegno di Giovan Domenico Vinaccia, che progettò anche i busti di Cristo, Maria e gli apostoli. Sulla parete sinistra troviamo il busto raffigurante Antonio Genovesi (1905) e una targa in bronzo del periodo fascista con il cosiddetto bollettino della vittoria del generale Armando Diaz durante la prima guerra mondiale. A destra, invece, la lapide di commemorazione di Giuseppe Orsi e Giuseppe Fiorentino, eroi della guerra italo-turca ed ex-alunni del liceo.
Il secondo ambiente, invece, è l’antico Oratorio dei Nobili, oggi aula maga, che conserva gli affreschi realizza di da Giovanni Lanfranco nel 1646, raffiguranti l’Annunciazione e i santi Pietro e Paolo, Gennaro, Nicola, Maria Maddalena e Maria Egiziaca. Al centro del soffitto, inoltre, è posto l’affresco raffigurante la Natività di Maria, eseguito da Battistello Caracciolo tra il 1625 e il 1630, attorniato da figure allegoriche.
L’attuale biblioteca è l’antico Oratorio delle Dame, anch’esso decorato da affreschi realizzati intorno al 1640 da Belisario Corenzio e raffiguranti la Vergine Maria: i più grandi rappresentano la Natività, l’Incoronazione e l’Immacolate, mentre nelle lunette sono dipinte alcune scene della vita della Madonna. Inoltre, i putti inseriti nei medaglioni e le figure simboliche esaltano le Virtù di Maria.
Infine, lungo la tromba delle scale, è collocato un monumento ai caduti dell Prima Guerra Mondiale dedicato ai soldati che hanno studiato nel liceo, tra cui lo scrittore Enzo Petraccone e l’aviere Ugo Niutta (al quale è stato intitolato l’aeroporto di Capodichino), decorato da fucile ed elmetti dell’epoca.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
L’edificio, posto sul lato sinistro della Chiesa del Gesù Nuovo, venne costruito a partire dal 1592 per ospitare varie congregazioni laiche gestite dai Gesuiti: l’oratorio dei Nobili o dei Cavalieri, l’oratorio dei Ragazzi nobili, l’oratorio degli Artigiani (poi detto delle Dame), l’oratorio dei Dottori e dei Mercanti e l’oratorio dei Borghesi.
Fino alla fine del XIX secolo, il palazzo era costituito da un solo piano e da una facciata piuttosto semplice. Durante il successivo ampliamento, fu quindi aggiunto un livello e delle decorazioni neoromaniche. Le modifiche interessarono anche i due portali, dai quali vennero eliminati i timpani che li sormontavano.
Oggi, dall’ingresso di sinistra si accede al Liceo Classico Genovesi, che occupa gran parte dell’edificio, mentre da quello di destra si arriva ad un cortile, su cui si affaccia il transetto sinistro della Chiesa del Gesù Nuovo, dal quale si arriva alla scuola media Ugo Foscolo e all’antico Oratiorio dei Mercanti, tutt’ora di proprietà dei Gesuiti.
Ma è all’interno del liceo che sono rimaste le maggiori testimonianze storiche del Palazzo delle Congregazioni.
Il primo ambiente che si incontra dopo l’ingresso è la Sacrestia dell’oratorio dei Nobili, oggi utilizzata come androne, che conserva le decorazioni in stucco realizzate nel 1682 da Simone Mano su disegno di Giovan Domenico Vinaccia, che progettò anche i busti di Cristo, Maria e gli apostoli. Sulla parete sinistra troviamo il busto raffigurante Antonio Genovesi (1905) e una targa in bronzo del periodo fascista con il cosiddetto bollettino della vittoria del generale Armando Diaz durante la prima guerra mondiale. A destra, invece, la lapide di commemorazione di Giuseppe Orsi e Giuseppe Fiorentino, eroi della guerra italo-turca ed ex-alunni del liceo.
Il secondo ambiente, invece, è l’antico Oratorio dei Nobili, oggi aula maga, che conserva gli affreschi realizza di da Giovanni Lanfranco nel 1646, raffiguranti l’Annunciazione e i santi Pietro e Paolo, Gennaro, Nicola, Maria Maddalena e Maria Egiziaca. Al centro del soffitto, inoltre, è posto l’affresco raffigurante la Natività di Maria, eseguito da Battistello Caracciolo tra il 1625 e il 1630, attorniato da figure allegoriche.
L’attuale biblioteca è l’antico Oratorio delle Dame, anch’esso decorato da affreschi realizzati intorno al 1640 da Belisario Corenzio e raffiguranti la Vergine Maria: i più grandi rappresentano la Natività, l’Incoronazione e l’Immacolate, mentre nelle lunette sono dipinte alcune scene della vita della Madonna. Inoltre, i putti inseriti nei medaglioni e le figure simboliche esaltano le Virtù di Maria.
Infine, lungo la tromba delle scale, è collocato un monumento ai caduti dell Prima Guerra Mondiale dedicato ai soldati che hanno studiato nel liceo, tra cui lo scrittore Enzo Petraccone e l’aviere Ugo Niutta (al quale è stato intitolato l’aeroporto di Capodichino), decorato da fucile ed elmetti dell’epoca.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
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Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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