Palazzo de Penna
Storia e architettura
Il palazzo de Penna si trova in piazzetta Teodoro Monticelli 24.
L’edificio venne costruito nel 1409, come dimora di Antonio de Penna, consigliere al servizio di re Ladislao. Il portale, in marmo bianco ad arco ribassato, si apre su una facciata bugnata e reca lo stemma di casa Durazzo con i gigli angioini e la penna come stemma della famiglia proprietaria e, sulla cornice, troviamo incisi alcuni versi attribuiti a Marziale. Sullo stemma, invece, un’altra iscrizione data la costruzione del palazzo nel ventesimo anno dopo l’investitura di re Ladislao, avvenuta nel 1389. Inoltre, la facciata è coronata da un cornicione sostenuto da alcuni archetti acuti, sui quali si alternano decorazioni rappresentanti le corone e le armi dei Durazzo. All’interno, un giardino con portico a cinque arcate, un tempo decorato da statue di epoca romana, nel quale si affacciavano delle scuderie. Probabilmente, il palazzo venne costruito da Antonio Baboccio di Piperno che per la stessa famiglia aveva costruito il sepolcro di Antonio de Pena nella basilica di Santa Chiara.
Nei secoli successivi, la proprietà dell’immobile passò prima alla famiglia Rocco (che vi abitò fino al 1558) e, in seguito, a quella dei Sannapieco, fino ad arrivare al 1662, quando una serie di persone cercarono di accaparrarsi l’edificio vantando crediti o diritti di eredità. Alla fine, nel 1683, i padri Somaschi decisero di acquistare l’oggetto della disputa e il ricavato fu diviso tra tutti i contendenti.
In seguito all’abolizione degli ordini religiosi, il palazzo fu comprato dall’abate vulcanologo Teodoro Monticelli che, da inizio Ottocento, fino alla sua morte (1845) lo utilizzò come sua dimora, portandovi la sua biblioteca e la sua collezione di pietre preziose, e come sede di interessanti incontri culturali ai quali partecipavano molti studiosi e letterati. Nei secoli successivi, dopo il nipote dell’abate, Franco, non si hanno più notizie certe sugli avvenimenti legati all’edificio che ritroviamo poi nel XX secolo in attesa di restauro e rivalorizzazione.
L’edificio venne costruito nel 1409, come dimora di Antonio de Penna, consigliere al servizio di re Ladislao. Il portale, in marmo bianco ad arco ribassato, si apre su una facciata bugnata e reca lo stemma di casa Durazzo con i gigli angioini e la penna come stemma della famiglia proprietaria e, sulla cornice, troviamo incisi alcuni versi attribuiti a Marziale. Sullo stemma, invece, un’altra iscrizione data la costruzione del palazzo nel ventesimo anno dopo l’investitura di re Ladislao, avvenuta nel 1389. Inoltre, la facciata è coronata da un cornicione sostenuto da alcuni archetti acuti, sui quali si alternano decorazioni rappresentanti le corone e le armi dei Durazzo. All’interno, un giardino con portico a cinque arcate, un tempo decorato da statue di epoca romana, nel quale si affacciavano delle scuderie. Probabilmente, il palazzo venne costruito da Antonio Baboccio di Piperno che per la stessa famiglia aveva costruito il sepolcro di Antonio de Pena nella basilica di Santa Chiara.
Nei secoli successivi, la proprietà dell’immobile passò prima alla famiglia Rocco (che vi abitò fino al 1558) e, in seguito, a quella dei Sannapieco, fino ad arrivare al 1662, quando una serie di persone cercarono di accaparrarsi l’edificio vantando crediti o diritti di eredità. Alla fine, nel 1683, i padri Somaschi decisero di acquistare l’oggetto della disputa e il ricavato fu diviso tra tutti i contendenti.
In seguito all’abolizione degli ordini religiosi, il palazzo fu comprato dall’abate vulcanologo Teodoro Monticelli che, da inizio Ottocento, fino alla sua morte (1845) lo utilizzò come sua dimora, portandovi la sua biblioteca e la sua collezione di pietre preziose, e come sede di interessanti incontri culturali ai quali partecipavano molti studiosi e letterati. Nei secoli successivi, dopo il nipote dell’abate, Franco, non si hanno più notizie certe sugli avvenimenti legati all’edificio che ritroviamo poi nel XX secolo in attesa di restauro e rivalorizzazione.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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Alcune foto sono tratte da:
Wikipedia
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