Palazzo Muscettola di Leporano
Storia e architettura
Il palazzo Muscettola di Leporano si trova in vicolo Luperano, al numero 7.
In origine, dove oggi sorge il palazzo, vi era una vasta area boschiva ricca di cacciagione. Per questo motivo, nel XV secolo, Alfonso II d’Aragona trasformò la zona nella sua riserva di caccia e, probabilmente su progetto di Giuliano da Maiano, vi fece costruire all’interno anche un palazzo, che fu detto “Conigliera” a causa dei numerosi conigli che abitavano il parco. In seguito, la proprietà dell’edificio, anche se non è dato sapere quando e in quali circostanze, passò alla famiglia dei Muscettola, principi di Leporano, i cui discendenti lo abitarono fino ai primi anni del XX secolo.
Da un punto di vista architettonico, nonostante le trasformazioni subite dalla sua costruzione ad oggi, il palazzo presenta, sopra il portone d’ingresso, una pregevole conchiglia intagliata che, insieme allo stemma della famiglia (presente fino agli inizi del XX secolo), funge da architrave. All’interno, il grande cortile conserva ancora gli archi in travertino, oggi chiusi per ricavarne spazi per le botteghe, mentre alcune part della facciata e le nicchie nelle scale lasciano intuire l’antica presenza di busti e decorazioni.
In origine, dove oggi sorge il palazzo, vi era una vasta area boschiva ricca di cacciagione. Per questo motivo, nel XV secolo, Alfonso II d’Aragona trasformò la zona nella sua riserva di caccia e, probabilmente su progetto di Giuliano da Maiano, vi fece costruire all’interno anche un palazzo, che fu detto “Conigliera” a causa dei numerosi conigli che abitavano il parco. In seguito, la proprietà dell’edificio, anche se non è dato sapere quando e in quali circostanze, passò alla famiglia dei Muscettola, principi di Leporano, i cui discendenti lo abitarono fino ai primi anni del XX secolo.
Da un punto di vista architettonico, nonostante le trasformazioni subite dalla sua costruzione ad oggi, il palazzo presenta, sopra il portone d’ingresso, una pregevole conchiglia intagliata che, insieme allo stemma della famiglia (presente fino agli inizi del XX secolo), funge da architrave. All’interno, il grande cortile conserva ancora gli archi in travertino, oggi chiusi per ricavarne spazi per le botteghe, mentre alcune part della facciata e le nicchie nelle scale lasciano intuire l’antica presenza di busti e decorazioni.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa