Palazzo del Nunzio Apostolico
Storia e architettura
Il palazzo del Nunzio Apostolico si trova in via Toledo 352.
L’edificio venne costruito nel 1585 per volontà di papa Sisto V, che incaricò Giulio Rossino, arcivescovo di Amalfi e nunzio apostolico, di acquistare e ampliare la preesistente struttura, realizzata nel 1537, per costruirvi il nuovo palazzo dei Nunzi. Inoltre, per completare l’opera, fu comprato anche un terreno limitrofo di proprietà dei monaci di San Martino. L’avvenimento è ricordato anche da un’iscrizione latina, in marmo, posta sul portale.
Successivamente, nel 1656, anno in cui la città era falcidiata dalla peste, il palazzo subì notevoli danni a causo dell’esplosione delle fognature. Infatti, al momento del disastro, su Napoli pioveva ininterrottamente da molte ore e moltissima acqua si era riversata nei condotti sotterranei che, purtroppo, in quel periodo venivano utilizzati per “smaltire” anche i cadaveri infetti che, ostruendo il passaggio, provocarono l’allagamento della zona che causò smottamenti alle fondamenta degli edifici circostanti, compreso il crollo del vicino palazzo del Monte dei Poveri Vergognosi.
A causa di ciò, l’edificio rimase disabitato fino al 1667, quando papa Alessandro VII affidò i lavori di restauro all’architetto Bonaventura Presti, come ricordato da un’altra epigrafe posta nell’atrio.
In seguito, altri lavori vennero eseguiti nel 1826, da parte di Vincenzo Lenci. In questa occasione, però, il palazzo venne completamente trasformato secondo lo stile classicista del tempo, mentre delle vecchie decorazioni e della facciata barocca non fu lasciata alcuna traccia.
Subito dopo l’unità d’Italia, l’edificio venne utilizzato come albergo, successivamente come cinema e, infine, comprato prima dal Banco di Santo Spirito e, poi, dal Banco di Roma.
L’edificio venne costruito nel 1585 per volontà di papa Sisto V, che incaricò Giulio Rossino, arcivescovo di Amalfi e nunzio apostolico, di acquistare e ampliare la preesistente struttura, realizzata nel 1537, per costruirvi il nuovo palazzo dei Nunzi. Inoltre, per completare l’opera, fu comprato anche un terreno limitrofo di proprietà dei monaci di San Martino. L’avvenimento è ricordato anche da un’iscrizione latina, in marmo, posta sul portale.
Successivamente, nel 1656, anno in cui la città era falcidiata dalla peste, il palazzo subì notevoli danni a causo dell’esplosione delle fognature. Infatti, al momento del disastro, su Napoli pioveva ininterrottamente da molte ore e moltissima acqua si era riversata nei condotti sotterranei che, purtroppo, in quel periodo venivano utilizzati per “smaltire” anche i cadaveri infetti che, ostruendo il passaggio, provocarono l’allagamento della zona che causò smottamenti alle fondamenta degli edifici circostanti, compreso il crollo del vicino palazzo del Monte dei Poveri Vergognosi.
A causa di ciò, l’edificio rimase disabitato fino al 1667, quando papa Alessandro VII affidò i lavori di restauro all’architetto Bonaventura Presti, come ricordato da un’altra epigrafe posta nell’atrio.
In seguito, altri lavori vennero eseguiti nel 1826, da parte di Vincenzo Lenci. In questa occasione, però, il palazzo venne completamente trasformato secondo lo stile classicista del tempo, mentre delle vecchie decorazioni e della facciata barocca non fu lasciata alcuna traccia.
Subito dopo l’unità d’Italia, l’edificio venne utilizzato come albergo, successivamente come cinema e, infine, comprato prima dal Banco di Santo Spirito e, poi, dal Banco di Roma.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
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