Palazzo Ricca

Storia e architettura
facciata palazzo Ricca a NapoliPalazzo Ricca è ubicato in via dei Tribunali al civico 213.
L’edificio, inizialmente di proprietà di Gaspare Ricca, venne comprato nel 1616 dal sacro Monte dei Poveri che, fondato nel 1563 da alcuni avvocati, da anni si dedicava ad attività benefiche. Così, dopo aver occupato alcune sale di Castel Capuano e ambienti delle chiese dei SS. Apostoli e di san Giorgio Maggiore, i suoi membri decisero che era giunta l’ora di acquistare una sede vera e propria.
Successivamente, nel 1770, l’architetto Gaetano Barba venne incaricato di rifare la facciata e gli interni, lasciando però intatta l’originaria scala cinquecentesca: Nicola Trabucco eseguì gli affreschi nella Sala delle Udienze e restaurò anche cinque quadri di Belisario Corenzio, oggi non più nel palazzo, Giacinto Diano realizzò gli affreschi nella Sala del Consiglio e l’ornamentalista Gaetano d’Aveta, invece, dipinse ad olio i finestroni di alcune sale. Nell’occasione, più precisamente nel 1757, fu annessa anche la vicina casa di proprietà degli eredi di don Pietro Cuomo. I lavori terminarono nel 1792 e donarono all’edificio un nuovo volto, soprattutto per quanto riguarda la facciata, ispirata sia per la struttura che per l’uso del piperno alle opere di Ferdinando Fuga, tanto che molti gli la attribuirono erroneamente. Le scale secondarie che portano ai piani superiori sono opera dell’architetto Ferdinando Sanfelice, che le realizzò per mettere in comunicazione i nuovi ambienti.
All’interno si trova anche una Cappella, progettata da Antonio Caputo e realizzata dall’ingegnere Onofrio Tango nel 1673, la cui facciata e il cortile vennero rifatti nel 1749 da Gaetano Buonocore. Durante questi lavori venne aggiunto anche l’orologio a quarti ed ore realizzato in maiolica, mentre all’interno spiccano tre dipinti, una Crocefissione (1673) di Luca Giordano e l’Annunciazione e la Natività di Francesco Solimena.
Dal 1819, infine, il palazzo venne utilizzato come Archivio Generale del Banco di Napoli, per poi prendere, dal 1950, la denominazione di Archivio Generale.

Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001

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Foto
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Alcune foto sono tratte da:
Istituto Banco di Napoli

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