Palazzo Rinuccini
Storia e architettura
Palazzo Rinuccini si trova In Piazza Dante, al numero civico 22.
In origine, verso la fine del XVII secolo, accanto alla porta eretta nel 1624 dal duca d’Alba don Alvarez di Toledo (da cui prese il nome), vennero costruite alcune botteghe e un carcere, utilizzato per rinchiudervi i giovani di buona famiglia che si rendevano colpevoli di qualche ragazzata.
In seguito, il Tribunale di Fortificazione (organismo composto da un soprintendente e sette deputati, cinque nobili e due appartenenti al popolo) comprò gli edifici esistenti e il terreno circostante dove inizio a costruire un nuovo palazzo. Il costo dell’opera ammontò a 21000 ducati e, una volta messo all’asta, venne comprato dal Marchese Rinuccini di Firenze per 31000 ducati.
Il marchese era noto per la sua attenzione alla cultura e all’economia e trasformò il palazzo appena comprato in un centro di studi molto attivo. Tra i personaggi che lo frequentavano assiduamente, ricordiamo Bartolomeo Intieri e Nicola Cirillo, a loro volta fondatori dell’Accademia delle Scienze e Celestino Galliani, titolare della cattedra di economia politica all’Università Federico II.
Il Rinuccini morì nel 1758 e, nel 1825, i suoi eredi vendettero la proprietà a don Donato Tommasi, figlio di un medico, che, nonostante la giovinezza poverissima, si era guadagnato delle buone ricchezze grazie alle molte cariche rivestite per il Regno di Sicilia. L’anno dopo il suo acquisto, il palazzo venne restaurato secondo il disegno di un architetto (o ingegnere) chiamato Petronzio.
L’edificio, composto da tre piani, presenta oggi alcuni appartamenti privati e alcuni magazzini usati dalle botteghe e dalle librerie della zona.
In origine, verso la fine del XVII secolo, accanto alla porta eretta nel 1624 dal duca d’Alba don Alvarez di Toledo (da cui prese il nome), vennero costruite alcune botteghe e un carcere, utilizzato per rinchiudervi i giovani di buona famiglia che si rendevano colpevoli di qualche ragazzata.
In seguito, il Tribunale di Fortificazione (organismo composto da un soprintendente e sette deputati, cinque nobili e due appartenenti al popolo) comprò gli edifici esistenti e il terreno circostante dove inizio a costruire un nuovo palazzo. Il costo dell’opera ammontò a 21000 ducati e, una volta messo all’asta, venne comprato dal Marchese Rinuccini di Firenze per 31000 ducati.
Il marchese era noto per la sua attenzione alla cultura e all’economia e trasformò il palazzo appena comprato in un centro di studi molto attivo. Tra i personaggi che lo frequentavano assiduamente, ricordiamo Bartolomeo Intieri e Nicola Cirillo, a loro volta fondatori dell’Accademia delle Scienze e Celestino Galliani, titolare della cattedra di economia politica all’Università Federico II.
Il Rinuccini morì nel 1758 e, nel 1825, i suoi eredi vendettero la proprietà a don Donato Tommasi, figlio di un medico, che, nonostante la giovinezza poverissima, si era guadagnato delle buone ricchezze grazie alle molte cariche rivestite per il Regno di Sicilia. L’anno dopo il suo acquisto, il palazzo venne restaurato secondo il disegno di un architetto (o ingegnere) chiamato Petronzio.
L’edificio, composto da tre piani, presenta oggi alcuni appartamenti privati e alcuni magazzini usati dalle botteghe e dalle librerie della zona.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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