Palazzo Sanfelice
Storia e architettura
Palazzo Sanfelice si trova in via Arena alla Sanità, ai numeri 2 e 6.
La storia dell’edificio comincia nel 1724, quando l’architetto Ferdinando Sanfelice decise di costruire una residenza per sé e per la moglie, Agata Ravaschieri di Satriano. I lavori, che durarono fino al 1726, vennero realizzati modificando strutture preesistenti. Infatti, l’edifico si compone di due corpi distinti, uniti solamente dalla facciata principale che, seguendo l’andamento curvilinea della strada, presenta due ingressi, entrambi sormontati da una coppia di sirene che sorreggono il balcone del primo piano, con al centro iscrizioni composte da Matteo Egizio che esaltano la figura dell’architetto e la sua opera. Sui due piani superiori si aprono delle finestre decorate con stucchi e, ai piani alti, sormontate anche da tondi con all’interno dei busti.
Per quanto simili siano gli ingressi, i due edifici risultano diversi per quanto riguarda i cortili e le scale interne. Il primo, a pianta ottagonale, è accessibile dal vestibolo che presenta un soffitto affrescato con la Gloria dei Sanfelice, dove angeli sorreggono gli stemmi e le armi della famiglia dell’architetto e della moglie. Dal cortile parte la scala a doppia rampa che, in maniera molto scenografica, raggiunge gli appartamenti ai due piani superiori. In secondo cortile, invece, è molto più ampio e da esso parte una scala ancora più grande della precedente, con cinque arcate per piano, soluzione che ricorda molto quella adottata per il Palazzo dello Spagnolo.
All’interno, inoltre, alcuni ambienti erano affrescati da Francesco Solimena, mentre la Cappella privata conservava quattro statue della scuola di Giuseppe Sanmartino, raffiguranti le stagioni. Tutte queste opere, però, erano già andate perdute nel 1854, quando l’edificio apparteneva sia a Francesco Capecelatro, marchese di San Lucido, sia al marchese di Vigo.
La storia dell’edificio comincia nel 1724, quando l’architetto Ferdinando Sanfelice decise di costruire una residenza per sé e per la moglie, Agata Ravaschieri di Satriano. I lavori, che durarono fino al 1726, vennero realizzati modificando strutture preesistenti. Infatti, l’edifico si compone di due corpi distinti, uniti solamente dalla facciata principale che, seguendo l’andamento curvilinea della strada, presenta due ingressi, entrambi sormontati da una coppia di sirene che sorreggono il balcone del primo piano, con al centro iscrizioni composte da Matteo Egizio che esaltano la figura dell’architetto e la sua opera. Sui due piani superiori si aprono delle finestre decorate con stucchi e, ai piani alti, sormontate anche da tondi con all’interno dei busti.
Per quanto simili siano gli ingressi, i due edifici risultano diversi per quanto riguarda i cortili e le scale interne. Il primo, a pianta ottagonale, è accessibile dal vestibolo che presenta un soffitto affrescato con la Gloria dei Sanfelice, dove angeli sorreggono gli stemmi e le armi della famiglia dell’architetto e della moglie. Dal cortile parte la scala a doppia rampa che, in maniera molto scenografica, raggiunge gli appartamenti ai due piani superiori. In secondo cortile, invece, è molto più ampio e da esso parte una scala ancora più grande della precedente, con cinque arcate per piano, soluzione che ricorda molto quella adottata per il Palazzo dello Spagnolo.
All’interno, inoltre, alcuni ambienti erano affrescati da Francesco Solimena, mentre la Cappella privata conservava quattro statue della scuola di Giuseppe Sanmartino, raffiguranti le stagioni. Tutte queste opere, però, erano già andate perdute nel 1854, quando l’edificio apparteneva sia a Francesco Capecelatro, marchese di San Lucido, sia al marchese di Vigo.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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