Palazzo Sanseverino
Storia e architettura
Il palazzo Sanseverino si trovava nella piazza del Gesù Nuovo, dove oggi fa da facciata alla chiesa del Gesù Nuovo.
L’edificio venne costruito nel 1470 per volontà di Roberto Sanseverino che, dopo aver ottenuto la carica di Grande Almirante del Regno per la sua lealtà nei confronti della famiglia reale, volle costruirsi un adeguata residenza nella città di Napoli. Il progetto venne affidato all’architetto Novello da San Lucano, come ricordato anche dall’epigrafe posta sulla parete a sinistra della facciata.
In seguito, il palazzo passò al figlio Antonello Sanseverino che, al contrario del padre, partecipò ad una congiura contro il re. Questo episodio costrinse l’attuale proprietario a scappare, mentre i suoi beni vennero confiscati. In seguito, il figlio di Antonello, Roberto, riuscì a rientrare in possesso delle sue proprietà nel 1506, quando il trono era occupato da Ferdinando il Cattolico. Quest’ultimo, per consolidare ancora di più il legame con la famiglia Sanseverino, combinò il matrimonio tra Roberto e Marina d’Aragona, dalla cui unione nacque, nel 1507, Ferrante. Quest’ultimo, rimasto orfano di padre a soli 2 anni e visto che la madre si era subito risposata, venne affidato alla famiglia di don Bernardo Villamarina conte di Carpaccio, molto legata alla corona. Infatti, per consolidare ulteriormente questa unione, Ferrante fu costretto, a soli 10 anni a sposare Isabella, figlia di Bernardo.
Ben presto, però, l’idillio con la casa reale finì e nel 1547 Ferrante fu costretto a fuggire in esilio ad Avignone, dove morì nel 1568. I suoi beni erano stati già da tempo confiscati, mentre il palazzo fu venduto soltanto nel 1588 a Niccolò Grimaldi il quale decise di rivenderlo al miglior offerente. La scelta cadde sulla Compagnia del Gesù che, per 45000 ducati, diventò proprietaria del palazzo che, in breve tempo, fu trasformato dall’architetto Giuseppe Valeriano in una chiesa, la quale venne consacrata nel 1601.
L’edificio venne costruito nel 1470 per volontà di Roberto Sanseverino che, dopo aver ottenuto la carica di Grande Almirante del Regno per la sua lealtà nei confronti della famiglia reale, volle costruirsi un adeguata residenza nella città di Napoli. Il progetto venne affidato all’architetto Novello da San Lucano, come ricordato anche dall’epigrafe posta sulla parete a sinistra della facciata.
In seguito, il palazzo passò al figlio Antonello Sanseverino che, al contrario del padre, partecipò ad una congiura contro il re. Questo episodio costrinse l’attuale proprietario a scappare, mentre i suoi beni vennero confiscati. In seguito, il figlio di Antonello, Roberto, riuscì a rientrare in possesso delle sue proprietà nel 1506, quando il trono era occupato da Ferdinando il Cattolico. Quest’ultimo, per consolidare ancora di più il legame con la famiglia Sanseverino, combinò il matrimonio tra Roberto e Marina d’Aragona, dalla cui unione nacque, nel 1507, Ferrante. Quest’ultimo, rimasto orfano di padre a soli 2 anni e visto che la madre si era subito risposata, venne affidato alla famiglia di don Bernardo Villamarina conte di Carpaccio, molto legata alla corona. Infatti, per consolidare ulteriormente questa unione, Ferrante fu costretto, a soli 10 anni a sposare Isabella, figlia di Bernardo.
Ben presto, però, l’idillio con la casa reale finì e nel 1547 Ferrante fu costretto a fuggire in esilio ad Avignone, dove morì nel 1568. I suoi beni erano stati già da tempo confiscati, mentre il palazzo fu venduto soltanto nel 1588 a Niccolò Grimaldi il quale decise di rivenderlo al miglior offerente. La scelta cadde sulla Compagnia del Gesù che, per 45000 ducati, diventò proprietaria del palazzo che, in breve tempo, fu trasformato dall’architetto Giuseppe Valeriano in una chiesa, la quale venne consacrata nel 1601.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
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