Palazzo Sangro di Sansevero
Storia e architettura
Il palazzo di Sangro di San Severo si trova in piazza San Domenico Maggiore 9.
La sua costruzione risale al XVI secolo, quando Paolo de Sangro lo fece erigere seguendo, probabilmente, i progetti di Giovanni Merliano da Nola. In seguito, però, la struttura originaria venne modificata nel 1621, quando venne rifatta la facciata, e nel XVIII secolo per volontà del principe di Sansevero Raimondo de Sangro che ritoccò alcuni appartamenti.
Inoltre, nel 1590, Giovan Francesco Paolo De Sagro, fece trasformare la piccola edicola dedicata alla Vergine della Pietà in una vera e propria cappella, situata all’interno del giardino del palazzo. In seguito, il figlio Alessandrò portò avanti il progetto del padre, riuscendo ad inaugurare il nuovo ambiente nel 1613.
Poi, nel 1621, fu lo stesso Paolo de Sangro che incaricò Bartolomeo Picchiatti e Vitale Finelli di effettuare alcuni lavori, tra i quali, sicuramente, il rifacimento del portale. In questa occasione, quindi, venne creato il timpano spezzato con al centro lo stemma di famiglia, l’arco a tutto sesto e le colonne ad anelli circolari con capitelli compositi.
Nel XVIII secolo, come detto, il palazzo passò a Raimondo de Sangro che ne fece il teatro dei suoi studi e dei suoi esperimenti. Oltre ad arricchire la cappella di famiglia con opere di inestimabile valore e bellezza, fece costruire un collegamento tra questo il precedente ambiente e il palazzo, mentre fece decorare gli interni dell’edificio con affreschi di Belisario Corenzio, che rappresentano la magnificenza della famiglia, e di Francesco Celebrano, raffiguranti le Quattro Stagioni. Inoltre, nell’atrio del palazzo, vennero aggiunti dei bassorilievi con scene di Baccanali, battaglie e Mascheroni, attribuite a Giuseppe Sanmartino, allo stesso Celebrano, mentre altri sono sicuramente opera di Gerardo Solifrano.
I lavori di abbellimento andarono avanti anche dopo la morte del principe, avvenuta nel 1771, visto che il figlio Vincenzo si preoccupò di proseguire l’opera avviata dal padre, soprattutto per quanto riguarda la cappella. Purtroppo, il 28 settembre del 1889, il collegamento tra palazzo e cappella crollò, probabilmente a causa di infiltrazioni d’acqua, determinando anche la perdita degli affreschi del Corenzio.
Il 30 gennaio del 2010, in occasione del tricentenario della nascita di Raimondo Di Sangro, il Comune pose sulla facciata un’epigrafe in ricordo dello stesso: “In questo palazzo visse, operò, morì Raimondo De Sangro VII Principe di San Severo (1710-1771), letterato, mecenate, inventore nella Napoli dei primi lumi, ingegno straordinario, celebre indagatore dei più reconditi misteri della natura".
La sua costruzione risale al XVI secolo, quando Paolo de Sangro lo fece erigere seguendo, probabilmente, i progetti di Giovanni Merliano da Nola. In seguito, però, la struttura originaria venne modificata nel 1621, quando venne rifatta la facciata, e nel XVIII secolo per volontà del principe di Sansevero Raimondo de Sangro che ritoccò alcuni appartamenti.
Inoltre, nel 1590, Giovan Francesco Paolo De Sagro, fece trasformare la piccola edicola dedicata alla Vergine della Pietà in una vera e propria cappella, situata all’interno del giardino del palazzo. In seguito, il figlio Alessandrò portò avanti il progetto del padre, riuscendo ad inaugurare il nuovo ambiente nel 1613.
Poi, nel 1621, fu lo stesso Paolo de Sangro che incaricò Bartolomeo Picchiatti e Vitale Finelli di effettuare alcuni lavori, tra i quali, sicuramente, il rifacimento del portale. In questa occasione, quindi, venne creato il timpano spezzato con al centro lo stemma di famiglia, l’arco a tutto sesto e le colonne ad anelli circolari con capitelli compositi.
Nel XVIII secolo, come detto, il palazzo passò a Raimondo de Sangro che ne fece il teatro dei suoi studi e dei suoi esperimenti. Oltre ad arricchire la cappella di famiglia con opere di inestimabile valore e bellezza, fece costruire un collegamento tra questo il precedente ambiente e il palazzo, mentre fece decorare gli interni dell’edificio con affreschi di Belisario Corenzio, che rappresentano la magnificenza della famiglia, e di Francesco Celebrano, raffiguranti le Quattro Stagioni. Inoltre, nell’atrio del palazzo, vennero aggiunti dei bassorilievi con scene di Baccanali, battaglie e Mascheroni, attribuite a Giuseppe Sanmartino, allo stesso Celebrano, mentre altri sono sicuramente opera di Gerardo Solifrano.
I lavori di abbellimento andarono avanti anche dopo la morte del principe, avvenuta nel 1771, visto che il figlio Vincenzo si preoccupò di proseguire l’opera avviata dal padre, soprattutto per quanto riguarda la cappella. Purtroppo, il 28 settembre del 1889, il collegamento tra palazzo e cappella crollò, probabilmente a causa di infiltrazioni d’acqua, determinando anche la perdita degli affreschi del Corenzio.
Il 30 gennaio del 2010, in occasione del tricentenario della nascita di Raimondo Di Sangro, il Comune pose sulla facciata un’epigrafe in ricordo dello stesso: “In questo palazzo visse, operò, morì Raimondo De Sangro VII Principe di San Severo (1710-1771), letterato, mecenate, inventore nella Napoli dei primi lumi, ingegno straordinario, celebre indagatore dei più reconditi misteri della natura".
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
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