Palazzo del Conservatorio dello Spirito Santo
Storia e architettura
Il palazzo del Conservatorio dello Spirito Santo si trova in via Toledo 402.
Il Conservatorio fu costruito per volontà degli Illuminati dello Spirito Santo che, con i soldi ricavati dalla vendita di un terreno di loro proprietà, ricevettero l’autorizzazione di papa Pio IV per edificare una struttura che potesse accogliere ragazze povere e figlie di prostitute. I lavori incominciarono nel 1563, con la benedizione della prima pietra da parte dell’arcivescovo Alfonso Carafa, e terminarono nel 1569. Nonostante ciò, la struttura, progettata da Pietro Di Giovanni, cominciò già nel 1564 ad espletare le proprie funzioni che prevedevano anche che alle giovani ospiti venisse insegnato un mestiere.
Nel 1590, la congregazione religiosa ottenne anche l’autorizzazione per aprire un Banco dei Pegni, attività che permise di racimolare un’ingente quantità di denaro con la quale, nel 1774, fu ingaggiato Mario Gioffredo per ampliare la chiesetta costruita insieme al Conservatorio.
In seguito, quando re Ferdinando I nel 1816 decise di abolire gli ordini religiosi e i Banchi, il palazzo venne affidato al Banco di Napoli che, per un lungo periodo, almeno fino al 1856, continuò ad utilizzarlo come conservatorio e ad ospitare giovani donne. In seguito, dopo che lo stesso Banco di Napoli lo aveva utilizzato per altre attività, l’edificio divenne sede di alcuni dipartimenti della Facoltà di Architettura.
Il Conservatorio fu costruito per volontà degli Illuminati dello Spirito Santo che, con i soldi ricavati dalla vendita di un terreno di loro proprietà, ricevettero l’autorizzazione di papa Pio IV per edificare una struttura che potesse accogliere ragazze povere e figlie di prostitute. I lavori incominciarono nel 1563, con la benedizione della prima pietra da parte dell’arcivescovo Alfonso Carafa, e terminarono nel 1569. Nonostante ciò, la struttura, progettata da Pietro Di Giovanni, cominciò già nel 1564 ad espletare le proprie funzioni che prevedevano anche che alle giovani ospiti venisse insegnato un mestiere.
Nel 1590, la congregazione religiosa ottenne anche l’autorizzazione per aprire un Banco dei Pegni, attività che permise di racimolare un’ingente quantità di denaro con la quale, nel 1774, fu ingaggiato Mario Gioffredo per ampliare la chiesetta costruita insieme al Conservatorio.
In seguito, quando re Ferdinando I nel 1816 decise di abolire gli ordini religiosi e i Banchi, il palazzo venne affidato al Banco di Napoli che, per un lungo periodo, almeno fino al 1856, continuò ad utilizzarlo come conservatorio e ad ospitare giovani donne. In seguito, dopo che lo stesso Banco di Napoli lo aveva utilizzato per altre attività, l’edificio divenne sede di alcuni dipartimenti della Facoltà di Architettura.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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servirebbe traduzione della lapide interna al portale. ottimo vs servizio. grazie