ACQUARELLO NAPOLETANOLino Benedetto Enzo Bonagura 1947 |
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Te faccio bevere ‘o brodo de purpe verace chine ‘e pepe.Mia Napoli, descriverti non so, permettimi, dipingere ti vò. |
Ti faccio bere il brodo di polipi verace pieno di pepe.Mia Napoli, descriverti non so, permettimi, dipingere ti voglio. |
Uè, uè, s’indora l’aria di limoni, strimpella a ogni angolo un pianino, di fichi d’India e di melloni san le bocche chieste e date per amore. |
Uè, uè, s’indora l’aria di limoni, strimpella a ogni angolo un pianino, di fichi d’India e di meloni san le bocche chieste e date per amore. |
Uè, uè, fantasma bianco, Pulcinella mosseggia e passa tra la folla, la statua d’una Lucianella bronzo pare nella luce del gran sol. |
Uè, uè, fantasma bianco, Pulcinella mosseggia e passa tra la folla, la statua d’una Lucianella bronzo pare nella luce del gran sol. |
Settimana di sette feste, questa è Napoli, punto e basta! Passa il guappo1 con le maestre, s’alza il grido dell’acquaiuol2. |
Settimana di sette feste, questa è Napoli, punto e basta! Passa il guappo1 con le popolane, s’alza il grido dell’acquaiolo2. |
Ogni vicolo è un San Carlino scene comiche e battimani, lo scugnizzo fa il ballerino sul fischiare del pizzaiuol. |
Ogni vicolo è un San Carlino scene comiche e battimani, lo scugnizzo fa il ballerino sul fischiare del pizzaiolo. |
Uè, uè, sull’olezzare dei giardini dischiude amor tutti i balconi tra stelle, barche e concertini le lampare rosse specchiansi sul mare. |
Uè, uè, sull’olezzare dei giardini dischiude amor tutti i balconi tra stelle, barche e concertini le lampare rosse specchiansi sul mare. |
Uè, uè, Madonna Notte ci convita, venite o musici o poeti, da questa tavola imbandita brinderemo all’incantesimo lunar. |
Uè, uè, Madonna Notte ci convita, venite o musici o poeti, da questa tavola imbandita brinderemo all’incantesimo lunar. |
Mia Napoli, dipingerti non so, la musica cantare, sol chi può.Te faccio bevere ‘o brodo de purpe verace chine ‘e pepe. |
Mia Napoli, dipingerti non so, la musica cantare, sol chi può.Ti faccio bere il brodo di polipi verace pieno di pepe. |
Tra le intepretazioni di questa canzone, ricordiamo quelle di Luciano Tajoli, Tullio Pane, Mario Abbate, Claudio Villa, Nilla Pizzi, Mario Merola e Sergio Bruni.
1 Il guappo è una figura tipica dell'universo popolare napoletano. Originariamente, rappresenta l'immagine dell'uomo d'onore gentiluomo e romantico, pronto a dirimere le controversie tra le persone e a convincere i giovanotti che avevano messo incinta qualche ragazza a mettere la testa a posto e a sposarla. La parola "guappo" deriva dallo spagnolo "guapo" (bello), origine dovuta al fatto che il guappo si è sempre distinto per l'abbigliamento curato e eccessivo, una postura particolare tesa all'ostentazione di se stesso e una cura maniacale del proprio aspetto fisico. Nel 1900, la figura del guappo comincia ad essere associata alla criminalità organizzata, diventa un imprenditore criminale che svolge soprattutto attività di controllo sui commerci di prodotti ortofrutticoli, molto violento con i suoi avversari e, di contro, molto protettivo con i suoi adepti.
2 Le acquaiole e gli acquaioli erano venditori di acqua sulfurea, con i loro banchetti ornati di limoni, aranci e vari tipi di foglie.
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