FENESTA VASCIA

dataXIV secolo

Fenesta vascia ‘e padrona
crudele,
quanta suspire mm’haje fatto jettare.
Mm’arde ‘stu core, comm’a ‘na cannela,
bella, quanno te sento annommenare.
Finestra bassa di una
padrona crudele,
quanti sospiri mi hai fatto buttare.
Mi arde questo cuore, come una candela,
bella, quando ti sento nominare.
Oje piglia la ‘sperienza de
la neve.
La neve è fredda e se fa maniare.
E tu comme sî tanta aspra e crudele?
Muorto mme vide e nun mme vuó ajutare?
Prendi l’esempio dalla
neve.
La neve è fredda e si fa toccare.
E tu come sei tanto aspra e crudele?
Mi vedi morto e non mi vuoi aiutare?
Vorría addeventare no
picciuotto,
co ‘na langella1 a ghire vennenn’acqua,
pe mme ne jí da chisti palazzuotte.
Belli ffemmene meje, ah. Chi vo’ acqua.
Vorrei diventare un
bambino,
con una lancella1 andare a vendere acqua.
per andarmene via da questi palazzotti.
Belle donne mie, ah. Chi vuole acqua.
Se vota ‘na nennella da lla
‘ncoppa:
“Chi è ‘sto ninno ca va vennenn’acqua?”
E io responno, co parole accorte:
“So’ lacreme d’ammore e non è acqua”.
Si gira una ragazza da lì
sopra:
“Chi è questo ragazzo che vende acqua?”
E io rispondo, con parole misurate:
“Sono lacrime d’amore e non è acqua”.

Fenesta vascia è tratta da una canzone popolare napoletana molto antica, risalente probabilmente al XIV o al XVI secolo, scritta con metrica di endecasillabo da un autore è ignoto. La tesi che la colloca verso il XIV secolo, quindi durante il dominio Angioino e non spagnolo, è sostenuta dalla presenza di alcuni francesismi e siculismi nel testo (come picciuotto).
All’inizio del 1800, Giulio Genoino riadattò le parole al napoletano dell’epoca; ai versi si aggiunse la musica di Guglielmo Cottrau che la pubblicò nel 1825. Nel 1861, il celebre compositore Franz Liszt ne proporrà una rielaborazione in “Tarantella”, titolo del terzo e ultimo movimento di della suite “Venezia e Napoli”.
Tra le diverse interpretazioni del brano, ricordiamo quelle di Consilia Licciardi, Giulietta Sacco, Roberto Murolo, Milva, Sergio Bruni, Mango e Massimo Ranieri (anche in coppia con Giorgia).
1 La lancella è un contenitore di terracotta dove l'acqua si manteneva fredda.


One Reply to “Fenesta vascia”

  1. Silvano Marchese

    Tutte interpretazioni di grande spessore con variazioni e sottigliezze specifiche ad ogni interprete. Magistrale è quella di Roberto Murolo senza mettere al secondo posto le altre pregevoli “enunciazioni” al pari della recitazione di poesie classiche dell’epoca.
    Ho avuto l’oniore di interpretarla al pianoforte solo in diverse occasioni con trascinante successo del pubblico che sussurrava a fior di labbra il testo.
    Con ammirazione e ” devozione”
    Silvano Marchese

    Reply

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