Domenica 28/04/2002 – Trentatreesima
giornata –
 

Il Napoli contro il muro-Reggina.

Apre Savoldi, risponde Vidigal. I
calabresi si chiudono in difesa: vano l'assedio campano.
Settantamila spettatori. Negato un rigore su Vicari. Palo di Montezine.

 

NAPOLI – REGGINA 1 – 1 (70934
spettatori)

NAPOLI (3-5-2): Mancini, Bonomi, Villa (20'pt Pavon), Luppi,
Ametrano, Jankulovski, Vidigal, Magoni (42'st Cristiano), Montezine
(36'st Graffiedi), Rastelli, Stellone.
Panchina: Gragnaniello, Troise, Quadrini, Alessi. All. De Canio.
REGGINA (3-5-2): Belardi, Vargas (28'st Zoppetti), Baldini,
Franceschini, Vicari, Leon (36'st Bogdani), Veron, Mozart, Morabito,
Dionigi (1'st Mamede), Savoldi.
Panchina: La Canna, Alvarez, Giosa. All. Colomba.

MARCATORI: 4'pt Savoldi, 41'pt Vidigal.

Al minuto numero 98 quelli della Reggina compongono l’inno della
felicità: il pareggio non vale un punto, ma quindici. Il Napoli si
applica, eppure non riesce la riedizione del famoso film “Il sorpasso”.
Quelli della Reggina lo sanno e festeggiano come se ci fosse da brindare
a un evento. Il San Paolo è teatro silenzioso ma orgoglioso, esempio
purissimo di civiltà. In fondo, cosa puoi rimproverare ai tuoi idoli? Un
palo (Montezine), almeno quattro palle-gol pulitissime, la forza (e ci
vuole una forza enorme) di rispondere alla sassata di Savoldi. Dopo 4’ e
20’’ il figlio d’arte si ricorda Beppe, suo padre, da queste parti era
un idolo. Viaggia nella prateria sullo spettacoloso assist in verticale
di Leon, colpisce che una fiondata farebbe meno male a De Canio. Il
Napoli incassa, si rialza, lotta, costruisce palle-gol in quantità
industriale (vero Rastelli?), sbatte sul legno. Ma poi sbatte, per sua
fortuna, sulla testa di Vidigal: il pareggio al tramonto del primo tempo
regala un urlo (quello dei settantamila) da brividi. Eccellenti
l’approccio e lo svolgimento dell’atto numero uno, 48 minuti (recupero
compreso) emozionati, ricchi di adrenalina ma anche di schemi puri e di
agonismo da tramandare. Meno bella la ripresa, la Reggina alza un
fortino che l’Apache è una bazzecola. Funziona così quando il punto (un
punto) vale mezza serie A.
Peccato che Pellegrino, l’arbitro, guadagni la statuina che, se ci
fosse, spetterebbe al peggiore in campo. Quattro minuti per calciare una
punizione, e tre ammoniti! Un paio di comizi a bordocampo. Errori a
catena. E una direzione che, bisogna essere onesti, danneggia la
Reggina. C’è un episodio tra tanti, evidenziato dalle immagini
televisive: 7’st, carica su Leon al limite e pellegrino fa cenno di
continuare; sullo sviluppo dell’azione Vicari sfonda a destra e in piena
area Jankulovski lo stende per un rigore enorme. Il signor pellegrino
ritiene che sia un insignificante dettaglio, qualsiasi moviolista si
scandalizzerebbe. E la Reggina, dopo un collaboratore di Rosetti (ci
riferiamo a Storchi di Nola) che l’ha privata di un gol regolare firmato
Casale contro il Modena, trova l’ennesimo arbitro ostile. Quale partita
nascerebbe, al 7’ del secondo tempo e sull’1-1, con un rigore da
trasformare? Ma Pellegrino va in confusione e commette un altro
capolavoro al 50’st, quando Bogdani carica il portiere Mancini che
reagisce con uno spintone da sanzionare, si chiama reazione. Invece, il
cartellino giallo spetta all’incredulo ariete albanese. Mettiamola così:
ai punti vincerebbe il Napoli, ma almeno un paio di episodi penalizzano
la Reggina.
Peccato, perché una partitissima così avrebbe meritato la prima fascia.
E quindi non pellegrino. Quarantasette secondi e t’accorgi che il Napoli
sfreccia: assist di Stellone per il liberissimo Rastelli che non si
degna di agganciare e di fare gol, Belardi gli prende il tempo.
Disgraziato il pomeriggio di Rastelli: un’altra palla-gol divorata al
29’, in mezza rovesciata; lo sciagurato tris degno di Egidio Calloni
all’11’st, quando una sponda del generoso Pavon lo mette nelle
condizioni di colpire. Niente. Già, Pavon. Convocato al 20’pt per un
risentimento muscolare di Villa, con la Reggina fresca reduce dalla
festa, l’istinto da killer di Gianluca Savoldi. La Reggina che gioca
molto su Leone l’honduregno diventa devastante quando si trasferisce da
destra a sinistra, almeno un paio di sgommate bellissime. Con Pavon in
campo, De Canio sposta Ametrano sulla linea dei difensori, anche se
spesso Luppi e Bonomi (impeccabile, specialmente l’ex cuore Toro)
rimangono gli unici baluardi per un 2-5-1-2 a tratti, atipico.
Rastelli esterno, Montezine dietro le punte, Jankulovski che lo sostiene
a intermittenza, Stellone ingabbiato dall’impeccabile Vargas. Ma anche
da Franceschini e Baldini, quest’ultimo puntuale alla terza partita da
titolare nello stadio che fu suo. Dopo il palo di Montezine (12’,
punizione toccata da Ametrano, rasoterra quasi perfetto del brasiliano
dai ventidue metri) e gli erroracci di Rastelli, ci pensa Luis Vidigal a
ripristinare la parità. Minuto numero 41: punizione di Montezine e
nessun avversario lo disturba; sul cross Stellone si porta due difensori
a spasso e libera il portoghese che chiude di testa. Schema vero, il San
Paolo viene giù.
Dopo l’intervallo, ci dedichiamo alla tattica. Colomba rinuncia a
Dionigi e convoca Mamede, avanzando Leon quasi sulla linea di Savoldi.
La Reggina non pensa più al colpaccio, pretende di non perdere.
Impressionante la muraglia umana nei pressi di Belardi. La Reggina non
esce dal fortino: un po’ per necessità, molto per scelta. Belardi ci
mette i pugni su Montezine, poi il fattaccio del 7’, fallo da rigore di
Jankulovski su Vicari. La fortuna della Reggina si chiama Vargas, il
cileno con quattro occhi: è lui che organizza il fortino, è lui che si
arrampica fino al decimo piano. Il Napoli preme ma non sfonda, perché
Jankulovski non fa respirare la manovra e così Stellone ha scarsi
rifornimenti. Vargas si fa male al ginocchio dopo un provvidenziale
recupero in area su Pavon al 14’ (qui si lamenta il Napoli, però il
dubbio resta), tocca a Zappetti. La contromossa di De Canio chiama in
causa Graffiedi, esce proprio Montezine. E’ un Napoli assatanato, almeno
sulla carta: Graffiedi e Rastelli larghi, Stellone e Pavon arieti. Però
manca un’idea, il cambio di passo necessario, le sovrapposizioni
invocate. La Reggina tiene, mirando in tribuna d’onore, ma cosa importa?
Stellone ci prova tre volte, morbidamente: Belardi c’è. Al Napoli resta
l’applauso, sincero dei settantamila. Il romanzo serie A ha cinque
capitoli da scrivere, vincere a Palermo è fondamentale per fare la corsa
sul Como, che chiuderà proprio qui. La Reggina respira: idealmente è
come se Colomba la alzasse al cielo, questa benedetta Champions League.
Non tutta, almeno mezza…

 
MANCINI 6
LUPPI 6.5
BONOMI 7
VILLA sv (20'st Pavon 6)
JANKULOVSKI 5.5
AMETRANO 6.5
MAGONI 6 (42'st Cristiano sv)
MONTEZINE 6.5 (36'st Graffiedi sv)
VIDIGAL 7
RASTELLI 4
STELLONE 6

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